Critica Sociale - Anno X - n. 18 - 16 settembre 1900

278 CRITICA SOCIALE Cinque associazioni domandano al Ministero che ri– confermi il Giusso. TI .Ministero fa il morto. La .Deputazione provinciale a colpi di maggioranza ,nodifica il risultato delle elezioni del luglio precedente o proclamtt eletto il San Donato fra i consiglieri comn– nftli; poi, contro la lettera o lo spirito della Jog-ge elettorale, delibera. che nel Consiglio comunale uscito dalle elezioni del luglio '78 si faccia il sorteggio cli due quinti <lei consiglieri e non di un quinto solo. I san<lonatisti speraYano nelle elezioni annuali per il rinnovamento del qninto di conquistare la maggio– ranza. L'Amministra.zione ciel Giusso ricorre contro la. Deputazione provinciale al Consiglio di Stato; il Con– siglio cli Stato, il 22 marzo '79, con 28 voti su 30, dà. ragione al Consiglio comunale. Ma il Dcprotis, per contentare i deputati Nicotern Crispi, San Donato, Lazzaro, annulla. il parere del Consiglio di Stato e fa firmare al l(o un decreto per cui si indicono pel luglio lo elezioni dei due quinti. 1,; cosl, quel che non snrchlJc !iltntopossibile di osare con u1HL ci-ttaducola dell'AlhL Italia, si o:'lacon Napoli, perchè qui la clientela, che vuole usarla a suo prò, as– sume :\ Homa forza efllap1>arenzadi partito. Se non che nel cuoro degli onesti napoletani cade un'altra illusione: nel \'edcre un vecchio statista liberale piemontese pie– gare, per sete <li dominio, a farsi complice e difensore d'un gruppo di J>ersonc,di cui l'amministrazione, rove– sciata l'anno scorso, aveva iurastidito tutta l'Jtalia. Così scrive il corrispondente della Rassegna, ma resta sempre unitario e avverso allo autonomie co– munali; tant'è vero che, discutendo delle condizioni finanziario del Gomune di Na1>olie ùell'accusa. che l'amministrazione Giusso faceva. allo Stato di aver rovinato la città assorbendo tutti i redcliti delle im• poste e specialmente del dazio consumo, si sente in dovere cli proclamare: Nò il dazio consumo, nò nlcun'nltm imposta d'indole generale, diretta o indiretta, compete J)er diritto natu– rale ai Comuni. ! Comuni, in tanto hanno un potere finanziario, cioè un J)otere d'impone, in quanto ò con– cesso loro dalle leggi dello Stato. ]I pregiudizio del di– ritto naturale dei Comuni ò tra i piì1 insiti alla nostra naturn e o.Ila nostra storia e tra i più esiziali che viziino i nostri criteri politici. J nostri J>artiti politici dovreb– bero accordarsi nel 1>ersuaderc, con le parole e con gli atti, n.i Co muni, c h'essi non hanno rncoltà di farsi giudici dello leggi del.lo Stato, e che se queste, J>cr supreme ragioni, hnnùo ristrette le loro entrate, essi avrebbero m•uto il dO\'eredi restringere in pari tcmJ>O le spese(!!!) Così parlava nella patria dei Comuni Italiani un uomo che aveva sotto gli occhi l'opera deleteria dello Stato nella vita amministrativa del proprio paese! L'elezione dei due quinti tw,,onne il 3 agosto del '70. Napoli resistette ancora una. volta al Go– verno alJeato colla camorra o dette sette mila voti alla lista onesta e un paio di migliaia di Yoti allo listo del Nicotera e clèl San Donato. Il Depretis fu obblif,rato ora a riconfermare nella carica di Sin– daço il Giusso, che pochi giorni prima era sfuggito felicemente al.l'assassinio tentato conh:o lui da un impiegato, laclro destituito. lfa le birbonate perpetrate dal Depretis e clal prefetto Fasciotti, sempre d'accordo con Ja Deputa– zione provinciale e coi deputati Nicotera, Crispi e San Donato, contro il Consiglio comunale superarono il credibile in occasiono clelle altre elezioni elci 2D agosto 1880. Le elezioni eran fissate poi t O agosto. Sugli ultimi di luglio la Deputazione provinciale, sicura del Pre– fetto, iscrive 3000 nuovi elettori nelle liste ammini– strative: i nuovi elettori sono morti, minorenni, ine• sistenti, irreperibili, duplicati, donne. La G-iunta non aveva neanche il tempo materiale per notificare la iscrizione ai nuovi elctlori. Allora la c1rmorra prepara una dimostrazione coi fiocchi, capitanata da alcuni deputati, che va a fischiare sotto le case dei consi– glieri o elci comitati a,,versi: il :Prefetto accoglie come amici i messi dei dimostranti: e questi, dopo aver fatto omaggio al Prefetto, vanno a finire gli schiamazzi al Municipio. J.a QlLOstura dorme. n Pre– fetto per ragione d'ordine pubblico proroga le ele– zioni. La Giunta assegna per Je elezioni il 29 agosto, e si sperava che la magistratura risolvesse frattanto la questione dei nuovi iscritti. J magistrati integer– rimi rimandano cli giorno in giorno la discussione delJa. causa, e solo il 25 agosto riconoscono che metà elci nuovi iscritti non ha il diritto di votare. Oli integerrimi magistrati avevano aspettato a giudicare all'ultimo momento per non lasciare il tempo cli notificare le sentenze o rimediare . . l'or la sera del 27 rtgosto lo Associazioni riunite in difesa clell'Amministrazionc comunale indicono un Comizio noi 'l'ea.trodel J 1 tuuw;·dovcva presiedere il senatore Do Siervo. Ma fin dalla mattina la camorra distribuiva it migliaia. fra i suoi i biglietti d'invito fai, sificati. La Questura, richiesta, promette cli mantener l'ordine; ma la sera al teatro non si vedeva nonnche l'ombra di un questurino. La sera al teatro, urli, botte, fischi, l'ira cli Dio; la Questura non può intervenire prima che si venga a vie di fatto. J I Comizio non si può tenere. Alcune centinaia di cittaclini, gridando vi,va il re, si Yolgono verso la Questura per protestare contro Ja violentata libertà di riunione; son trattati eia canaglie, bastonati, feriti. l!'inalmente il 29 agosto si fanno Je elezioni e l'am– ministrazione Giusso vince con 0000 voti conti·o 2500 dati ai camorristi. Da questa storia biennale dello lotte amministra– tivo napoletano si può ,•edere quale è stata l'opera. del Governo centrale - fosso esso in mano di meri– dionali come Crispi o di settentrionali come Dc– protis - nell'Italia mcriclionale durante quarant'anni. L'alleanza palese ·fra la Questura e Ja camorra) nella recente elezione del Ciccotti 1 ò il prodromo delle infamie che i difensori clell'orclino si propongono di commettere contro il giovano partito socialista napo– letano. Se venti anni addietro, quando le lotto erano fra monarchici e monarchici, il Governo centrale com– mise tutto le violenze spudorate, che abbiam viste, che farà mai in una lotta fra socialisti e camor– risti. ... monarchici·? ro non mi meraviglierei se domani leggessi sui giornali che a Napoli qualche socialista autorevole è stato trovato assassinato in un vicolo e che l'ucci– sore è sconosciuto .... alla Questura. Ora, visto e considerato che il Governo unitario in quarant'anni non solo non ha impedite Jc oppres– sioni ma lo ha sempre in tutti i modi incoraggiato e raf-rorzate, è evidente che l'unico rimedio, contro uno stato di cose politicamente e moralmente intol• !era.bile e vergognoso, è di lasciar liberi, gli uni di fronte agli altri, oppressi o oppressori: o colle ele– zioni o colle fucilate, una soluziono o prima o poi vorrà. VI. Ma - sento dirmi dul mio amico diffidente dello autonomie locali - in questi quarant'anni il Oovcrno ò stato conservatore; con un Governo democratico lo coso audrcbboro altrimenti, porchè i democratici non potrebbero non cambiare totalmente la politica. in– terna italiana. Anche Pilippo Turati è di questa opi• nione: Il Settentrione, egli ha. detto ( 1 ), ))ili ricco e J>iù civilo, ha verso il Mezzodl grandi doveri, che finora si guardò ( 1) c,·Uka Sodale, 1GglUSllO 1000.

RkJQdWJsaXNoZXIy