Critica Sociale - Anno X - n. 18 - 16 settembre 1900
CRITICA SOCIALE 285 zionc una necessità per poter disporre della maggio– rnnza di quella parte di collcttivit:l che ò al potere. Talvolta hasta l'im1>iego di artifici logici, talvolta si ricorro all'inganno, alla. frode, ttLlvolta.al pregiudizio, talvolta perfino alla violcnzfl. i\la il processo è sempre lo stesso. Non vi è bisoµ-110 la cui soddisfazione real– mente importi a tutta la collcttivihì; - i bisogni già dichiarati pubblici, o reclamati come tali, son bisogni di classe. Poi, al di fuol'i 1 aJ di là della parte di collctth•ità che ò al potere, si agitano altri bi– sogni, altri desideri i, altro aspirazioni. ono i prepo-– tcnti bisogni delJa parte esclusa dall'amminish'azione della cosa pubblica, i confusi rumori della piazza, i rumori cli coloro che non hanno voce politica, che hanno infiniti bisogni, ma indistinti, che talvolta si concretizzano reclamando solamente il diritto di vi– vero e vegetare bestialmente. Pcrchò i bisogni im– mensi di costoro diventino qualcosa di positivo, di ben determinato, di prctendihilc, conviene che la classe, o parto della classe, esclusa dal potere, si organizzi, abbia una propria coscienza cd una propria missione, acquisti valore politico partecipando all'im– presa pubblica. Di fronte a questa prima premessa politica, nella questiono della determinazione dei pubhlici bisogni, cade senz'altro il vieto pregiudizio della vita. comu• nalc, l'affermazione che nella vita del :Mwùcipio non si debba fare della politica, ma della semplice ammi• nistrazione. Per ammettere questa tesi, bisognerebbe, noi campo dei bisogni e delle spese municipali, po– stulal'C: rz) un fabbisogno municipale invariabile; un fab• bisogno statico e nou dinamico. Questo fatto si riscontra in alcuni paesi in cui Ja. vita. municipale si è quasi cristallizzata, è immobile eia secoli. In <1uesto caso una classe, che da tempo ha monopolir.zato Pimpresit politica, ha. anche statuito <1uali debbano essere le attribuzioni o le funr.ioni clC'll'organizzazione politica minore. Lo funzioni del J\l11nici11io, immutate per lun:,nt consuetudine, sono assunte come eterne. La. :iocieb't e Pimpresa municipale sono statiche. Allorn ~i può credere che la gestione lioll,t cosa pubblica ijia un semplice fatto amministrntivo e non un fatto politico. Mn. l'osservatore non si deve fermare a.Ila superficie elcifenomeni. Intanto la costituzione stessa, la prima formazione storica dello funzioni munici· pali, costituisce un vero fatto politico: l'afforma– ziono economica di una classe nl potere. ~i del resto il movimento, in qualunque organizzazione politica, ò latente. Kci paesi continentali, p. es., vi son leggi comunali che dividono le spese dei Municipii in spese obbligatorie e spese facoltative. Lo spese obbligatorie indicano il desiderio di alcuno classi clicristallizzare certo fmw,ioni municipali, clj ripartire cioè i costi cli oJcuni bisogni sull'intern municipalità. La lotta po• litica sarebbe circoscritta alle solo speso facoltative: qui dovrà prevalere il voto di una maggioranza. A. seconda che il campo delle spet:iofacoltative ò mag– giore o minore, e pii, o meno importante e lata saril la eorn[>rensione del fattore politico nella determina• zi.ono del fubbisogno. Se tutte le spese fossero ob– bli:ratoric, solo allora si potrel>be concludere che i preposti aU'irnpresa munici1>alofacciano dei sem1>lici atti d'amministrazione. Afa non è detto con questo che la lotta politica non possa. portarsi anche su questo campo delle spese obbliµ-atorie, per modifi– carle, corregger le, muta rle. La. lotta dei Comuni contro il potere centra.le , per la Jil)Crth, la lotta per lletermituire i r apporti t ra Jluniciµi e Stato, verto nppunto sulla rimozione del limite in cui il fatto municipale ò dichiarato amministrativo, inYece che politicoj ~) la partecipazione di tutfa la municipalitì, al• l'amministr11zione della. cosidcttn cosa pubblicn. Su quot1lo 1m11to 11011 i11i,iijl-i:rn10; la storia. di tutlu le D è:I U legislazioni municipali, e della nostra legislazione in ispecie, adclimostra la di"ersa com1>osizionedel corpo elottornle amministrativo nei diversi tempi; r) un accordq perfetto lii tutti i membri della municipalità, appartenenti all'impresa politica, in– torno all'importanza dei singoli hisogni da soddisfare collotti\•ament.e. :Ma ]a varietà. dello scale dei bisogni è infinita e diversificano esse col variare ciel numero dei componenti la impreso. municipale. Di piì1, anche l'osservatore pii't ohbiettivo ccl imparziale potrà in• gannarsi c1uandovorrà giudicare intorno a!Pinteresse, non soggettivo si badi bene, ma generale, della socl· clisfaziono cli un pubblico hisogno. Ciascuno giudi~ cherà a seconda delle pro1>ricinclinazioni, dei propri f:USti, delle proprie tendenze. Si tratti, p. es., di un bisogno pubblico di ordine estetico; della conserva– zione di un monumento, della costruzione di un pulJ. blico giardino con relative fontane, della conserva– zione cli un corpo di musica; bisogni che si tratti di dichittrare pubblici. Cittadini eg-regi, Slù cui disin– teresse, sul cui cuore e spirito cli carità non vi sia dubbio, potranno tuttavia pensare che sia. utile, anche per lo classi povere, la soddisfazione di tali bisogni, per educare al culto del bello le classi diseredate, per in~entilire i loro costumi; o elio sa quanto sia urgente questo bisogno. Altri cittadini egregi, del cui disinteresse egualmente non si può discutere, potranno invece sostenere che l'ingentilimento elci costumi elevo a,•venire solo quando è assicurata alla classe povera una esistenza. sufficiente; che prima si devono curare i bisogni ur~ont.i clolla vita, poi i bisogni estetici o superiori. 1~: questione cliapprezza• mento. Alcuni cioò voglion comincia.re dalJa testa, altri dallo stomaco. Ed in tutte e due le categorie di cittadini suppo11iamo uno sforzo benevQlo, altrui– stico, cl'indo, 0 inare quale sia veramente l'interesse ~onorale. Il problema è risolto con dati diversi u seconda delle tendenze psicologiche dei ricerca.fori, come avverr:'1. del resto 1>cr qnnhrnque specie di questi ]ll' Ohlemi rif lettenti i bisogui. Ad ogni modo, i;i frutta sempre.di far trionfare un principio o u11 ultru prin cipio, cd il trionfo di un pl'incipio equivule alla possibilità cli una maggioro socldisf'azionc nel proprio fabbisogno. Si elica poi che trattasi solamente di questioni amministrative! Teorema 2. 0 - Ogni classe cercherà di caricare la mnggior parte ciel peso delle spese pubbliche sulle altro classi, appartengano <1ueste o no all'impresa politica, riducendo al minimo la propria pressione tribub1ria. La. lotta politica continua aclunque e si impe~na non solo neUa determina.iionc dei bisogni nnuùcipali, rnn. anche sul modo cli far fronte alJe spese, ne.Ila cletorminazio11e cioè delle entrate. La prima fase di questa lotta si avrà. ncll(l determinazione legislativa dei sistemi tributari comunali. Ma una seconda fase, hL mono ap1>arisccnte, si ha. nell'applicazione che i diversi .Municipi fanno del sistema tributario esistente. A.lontre in tutto uno Stato imperano le stesse normo regolatrici, pure, a seconda che si tratti di un Mu– niciJ>iOgrande o piccolo, di un Municipio situato in mHL 1>iuttostoche in un'altra regione, la distribuzione del carico tributario risulta diversa, pcrchè nei vari Municipi la clistribuzione dello forme cli ricchezza è anche diversa. l,n climostra.zione cli questa. lotta di classe nella lietcnttiuazione del cftl'ico trihutario fu data, per l'Italia, limpidamente dal prof. Conigliani ('). So la determinazione dello sposo e dello entl'atc nvvicne, nella. vita municipale, a seconda che pre– valga l'una o l'alt,ra classe al 1>otore, è evidente che (1) (',UII.O ,\. CONIGI.IANI: [,a ,·,rorwlf delllf ltU(JfJ ,11, trlb111i l(Ktlli. !-ludi l' 11ruJ>t.1l'llt>. :\lv •h.ma, le!tb, p/11,f. 110 u "''tUr., ~S e ::!l'llf•
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