Critica Sociale - Anno X - n. 18 - 16 settembre 1900
284 CRITICA SOCIALE per ai-sumere appuuto un qmtlunque valore, tlovrà prima esistere. Non ci }Jerìtiamo an;,;idi affermare ehe, per una teoria del profitto ottenuta all'infuori del valore, tutte le teorie del valore divengono indifferenti, in qunnto nessuna è capace d'invalidarla. Jn quest'ora veramente decisiva per l'evoluzione del socialismo scientifico) la scelta ò fra. due vie. O ostinarsi a sostenere una teoria del valore che - come tale - la scienza economica ha ripudiata per sem– pre: e conservare allo1·a 1 per rit1esso, una teoria. del J)l'O· fitto in parte errata, e lasciare in continuo pericolo il lato di verità che vi si contiene. Risultato ultimo: 1>rolungare Ja stasi scientifica che, in mezzo a.lii~ pili intensa e pili r:tJ>ida. elaboraiione di ogni teoria, pesa ormai sulla scuola marxista., e la. immobilizza. Oppme, abUandonare definitiva.mente la teoi·ia ricar• diano-marxista del valore, ed ottenere, con ciò, questo duplice effetto: da un lato, di stabilire - coIl una netta separazione fra analisi del valore e ana.l.isi della produ– zione - una teoria più vera del profitto, e metterla al ~icul'O da ogni ulteriore pericolo; clall'altro, di eliminare, uua lrnona volta, il fatale ostacolo che ha fossilb:zato il nH\.rxii,;JUO nel campo economico, e Jascb\.rgli liUero il pn.sso ad una ulteriore evoluzione, destinata a fecondare, sotto l'mdone stimolatrice <lei libero esame, la parte ve– ramente vitale delle dottrine del maestro. [,a scelta ò fra queste due vie. Può Giovanni Jaurès credere pila utile e pili vicina alla scienza. la prima? ANTONIO 0HAZl,\Ot:I. ; ùa politiea nei 1VIunieipii") Una delle pii'! gravi questioni che si affacciano nella trattazione elci fenomeni concernenti la vita nurni– cipale si è quella di stabilire il carattere elci feno– meni municipali stessi. Sempre nelle lotte a cui assi– stiamo giornalmente, attinenti all'indirizzo da darsi a!Pamministrnzione municipale, siamo cli fronte al– l'asserzione di coloro che vorrebbero alla testa della cosa municipale uomini d'affMi e non persone poli– tiche. La politica, secondo costoro, dovrebbe essere bandita dalla vita del Municipio. E ne nasce il pro– blema teorico: " la vita municipale ò semplice vita am.ministrativa., o è anche vita politica? " La soluzione del problema per noi sta nella pre– messa fondamentale della finanza pura. Il Municipio è_~111'orgttn_izzazionepolitica. Ogni organizzazione po– l1t1ca è un'11nprcsa industriale. L'imprenditore politico - :à[unicipio - ha per unica fumdone di distribuire sulla municipalità i costi cli determinate 1n·ocluzioni. Alcuni vorrebbero distinguere due nature nell'or– ganismo municipale. Il Municipio sarebbe dapprima una pubblica corporazione; per cui i municipalisti diventerebbero cittadini. Inoltre il Municipio sa– r?bbe una corporazione industriale, per cui ogni re– sidente diventerebbe un'azionista (Ecl. Grout) (!). Si distinguerebbero pertanto delle funzioni municipali politiche e clelle funzioni inclustriali (Maltbie) ( 3 ). Ma (1) Questo 11.rtlcolo o llll altro cho 11ul.11.lllchcrcmo tn seguito su" la lotta di classe nella vita municipale ,. sono duo 1,arngrMI di un volume di J)rOSSlmi~ l)Ubblleazlonc <ICI J)ror. GIOV(llllll Montemllrtlnl: J~(, mu- 11tc/,paUzzazto11e<lei-1.mDl>Uc/,11e,·vi::i. La teorica 11out1ea della mun1. e111n111.zaz10110 rorma la J>arto Hl del hn·oro. (Not<i della CRITICA). (T) f:1>w,um M. GitOUT: ,W.10Yorl,, CHu sho111aown tlle uaz suppty. (,lhmlcipnt .AfTatl's, June, 1897, 11ng. 22::.). (3) Mu,o ROY .MAI.TU !!-:; ,lfimitlp(lt f1111cfto11s. A study or tllc {l(l\'C• lopmcnt, seo1,o nnd tondcncy or munlclJ>nl soclnHsm, New York, 189S, l>ilg. 40 o scgg. o t11arco noi rifiutiamo questa distinzione, 1>ercl1è ogni fu11ziono politica è anche funzione industriale. Ogni t)rocluzione sistematica costituisce un'industria; ogni funzione industriale deve essel'e rigua1·data dal punto cli vista economico. La. funzione diventa politica sol quando si ritiene cli raggiungere pii'1 economicamente uno scopo. Jl cittadino a.dunque ò interessato nell'impresa politica., a stabilirne cioè l'estensione, gli scopi ed i limiti, appunto come un azionista ò interessato in un'impresa privata. n cosicletto materialismo storico, introducendo il principio della lotta cli classe, ha contribuito non poco, in questi ultimi tempi, ad approfondire l'analisi del– l'imprenditore polit.ico, delineando contemporanea– mente la sfera d'influenza del cittadino . .I fatti por– tati aJla luce dai teorici del materialismo, e che costituiscono le condizioni, entro alle quali la vita politica di uno Stato o di un Municipio si svolge, sono i seguenti: a) Una parte della collettività non entra nel– l'impresa politica; l'impresa cli Stato o municipaJe è costituita da una parte sola clelJa coJlettività. Considcrfinclo infatti storicamente le diverse costitu– zioni politiche, considerandole anche nel presente, noi ,•celiamo che in nessun luogo tutte le classi sociRli amministrano contemporaneamente la cosidetta cosa pubblica (I). Gencra.lmente le classi che sono al po– tere sono quelle che detengono il reddito (Lorict), sono le pii, forti economicamente ( 2 ). Se non si vuole conce– dere questo punto di vista ciel materialismo storico, si concederà almeno che le classi dominanti e diri– g-enti sono le classi pili forti psichicamente, o per forza cl1ingegno, o pet· pregiudizi religiosi e morali. b) La parte della collettività, che è al potere, è da considerarsi come una variabile. 'l'alvolta avremo un'oligarchia, talvolta una clemocraiia a base ristretta; potremo infine avere, teoricamente almeno, il suf– fragio universale o qualcosa che vi si avvicina. La com– posizione numerica della classe al potere è quindi funzione ciel predominare o meno delle idee, delle formule democratiche, o della prevalenza effettiva del la democrazia. e) La e]asse al potere non è tutta omogenea, è in– vece un composto cli vari ed opposti interessi. Avrnmo dei proprietari di terre che vorranno difendere le loro rendite, reclameranno l'alto prezzo dei loro p_roclotti, impediranno la libera concorrenza., voteranno i dazi protettori per i prodotti agricoli, pretenderanno il libero scambio solo per i prodotti industriali cli loro speciale consumo. A.vremo elci capitalisti puri, degli industriali, che, per poter pagare bassi salari ai loro operai, diventeranno libero-scambisti per le materie di consumo operaio i viceversa saranno protezionisti per quanto rif_fuaL·cla i prodotti della loro industria. Nei paesi più liberi e progrediti, in cui la classe lavora– trice è diventata classe politica e cosciente, avremo da fare anche cogli interessi speciali dei lavoratori. Date queste premesse, riescirà. facile comprencl.ere i due teot·emi che stanno a fondamento di tutta la vita finanziaria. in un 1 impresa politica. Teorema 1. 0 - Ogni classe tende a far dichiarare pubblico bisogno, e cioè bisogno a cui si deve prov– ·vcdcre addossando i costi alla collettività., i bisogni propri cli cla.sse. Venendo subito alle organizzazioni po1itiche mo– derne, in cui' parecchie classi sono rappresentate nella pubb1ica amministrazione, noi vediamo che uno degli sforzi, pili comunemente costanti e ripetentisi, si è quello cli mostrare che l'interesse cli classe è in– teresse generale della collettività.. hl questa dimostra- (l) )1.\1,TDn:; J\11111. f1mcll.011s, l)ilg, 39. (ti A. l,ORI,\: r~es l.iases icono111tq11es de la co11stU11t/.bnsocùile. l'ilrls, 1893, pag. 225 e segg.
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