Critica Sociale - Anno X - n. 17 - 1 settembre 1900

CRITICA SOCIALE 265 principi: una grande imposta sulla proprieUL fonditLria riscossa nel modo pili economico; alcune importanti pl'i– vn.tive; esenzione quasi assoluta della ricchezza mobi– liare; imposte tenuissime sui trasferimenti di J>rOJ>riefa e sugli scambi. Dopo il 1860 le imposte son cresciute, ma son cadute tutte sui cespiti, che i Borboni avevano ri– spettati, mentre la. proprietà. fonclial'ia è stata ri– spettata. I~ anche quando si tratta <li proprietà fondiaria, bisogna distinguere fra la piccola proprietà non ap– partenente ai nobili, che è stata aggravata come tutte le altre forme cli riccheiza, e la proprietà. lati– fondiaria, chu è stata alleggerita non solo del decimo di guerra, ma anche di quanto ò stata aggravata Ja piccola proprietà. La grande proprietà fondiaria ha poi per conten– tino il eia.zio sul grano che la compensa a usura delle imposte cho paga. J fitti dopo i.I 1860 sono cresciuti in media) nonostante le oscillazioni e le crisi, del 50 °fo. La vendita dei l>eniecclesiastici e demaniali signi– ficò l'emigrazione di alrnono mezzo miliardo dal Suda.I Nord, e questo mezzo miliardo fu pagato. - bisogna riconoscerlo - dalla classe possidente. È vero; ma le ten·e, clhe i possidenti meridionali acquistarono pagando al Nord mezzo miliardo, va.levano almeno un miliardo o mezz.o; essi quindi fecero un mag·ni– fico affare. Chi pagò per tutti fu il proletariato 1·u– rale, che prima ciel J 860 ricava,'a, specialmente dai beni ecclesiastici, una parte clelJa sua sussistenza. La vendita cli quei beni fu quindi un tul'pe mercato fra l'[taJia una e i possidenti meridionali, mediante il quale questi comprarono a· buon mercato il diritto di conquistare enormi estensioni di terreno, rubfrn– dole ai poveri. Garibaldi avrebbe voluto che le terre pubbliche fossero state distribuite gratuitamente fra i lllLllatenenti del Mezzogiorno: pe·r tal modo il mezzo miliardo non sarebbe emigrato dal Sud al Nord. :Ma i baronl meridionali non ci avrebbero guadagnato nulla e il bilancio unitario avrebbe perduta la bella preda: moderati nordici e haroni sudici si accorda– rono per derubare le plehi 111ericlio1rnlie dividersi Ja preda. .La politica protezionista, inaugurata dal Crispi, meridionale, rovinò il .Mezzogiorno. Non tutto il Mez– zogiorno; non per esempio la C,1,sa ].'Iorio, cli cui il Crispi è gerente d'affari; non i latifondisti pro– duttori ('?) di grano; rovinò specialmente le regioni vinicole. La produzione vinicola richiede la piccola cu.ltura; per questo nel decennio, che precedette la rottura del trattato colla Francia., molte terre prima. a bosco o incolte erano state cedute dai Ja-– tifondisti in enfiteusi a piccoli coltivatori perchè fossero messe a vigneti. Le terre furono dissodate, piantate, coltivate; ma quando arrivò il momento, in cui l'enfiteuta doveva rae:cogliere i frutti del suo lavoro o pagare i debiti contratti nel dissoda– mento e nella coltivazione, la chiusura del mercato francese decimò i prezzi dei vi11i. I coltivatori si trovarono così con un deficit enorme; e uno dietro l'altro dovettero rompere il contratto d'enfiteusi, non potendo pilt sopportare il peso della terra, e falli– rono; e i prnprietari riacquistarono ad un tratto le loro antiche terre incolte, messe di fresco splendi– damente a cultura, senza che essi vi avessero impie– gato un centesimo solo o una sola goccia cli sudore. Certo le terre non rendevano quanto avrebbero po– tuto; ma rendevano sempre immensamente pii'.1dei boschi e dei seminatoi di prima. E ora che i prezzi dei vini riprendono il moto di ascensione, i ·proprie– tari raccolgono il frutto del lavoro .... degli altri. La politica cl'ispina ha fatto quindi pol·dere dello cen– tinaia di milioni non al Sud, ma ai poveri del Sud; IUL. O IIU L O e ha fatto guadagnare centinaia di milioni non al solo Nord, ma anche ai grandi proprietari del Sud. 'J.'utti questi splendidi vantaggi, conquista.ti dai ~randi proprietari meridionali da.I 1860 in ))0i, per– derebbero gran l)arte del loro valore, so nel Mezzo– giOl'll0 non ci fosse l'ordine, cioè se la riscossione delle rendite non fosse reg-olare e pacifica. fal ecco elle la burocrazia, la magist.ratma, l'esercito son lì a. compiere quest'altissima funzione del mantenimento dell'ordine. Come volete che i grandi proprietari me– ridionali sicno antimilitaristi? Anzi, pilt cc n'è, meg-lio ò; tanto, non sono essi che pagano. Rei è IJene che i mantenitori dell'ordine abbiano del prestigio i e se per conquistare questo prestigio sono necessarie le im– prese coloniali, bene, viva l'Africa e la Cina e sempre avanti! Ci vorranno dei quattrini per questo, ma pagano gli altri e fuori i quattrini! Come volete che quella gente non sia devotissima del bene insepara– bile e amante dell'unitìt. 1nilitare 1 amministrativa, bu– rocratica? Se non ci fosse l'unità, specialmente mi– litare, essi si troverebbero soli, senz'aiuti, di front.e al resto della popolazione malcontenta; citi li salve– rebbe allora. dalla rovina? Ora, della classe latifondista e della classe prole– taria, nel Parl~mento è rappresentata la sola classe latifondista. TI nostro sistema elettorale - gli am– miratori della Sinisti-a si ricordino che è opera di Giuseppe 1/.anarclclli - il nostL·o sistema elettorale, dando il diritto di voto solo a chi sa leggere e scri– vere, esclude dal diritto di voto tutt.o il p1·olctariato merjdionale. Per questa ragione, laddove nel Setten– frione i Collegi elettorali contano 5, G e fino 10 mila elettori, nel Sud gli elettori sono infinitamente meno numerosi: nelle u.ltime elezioni Rigola per essere eletto a Biella ha dovuto prendere 2965 voti cont.ro Serralunga, che ne ha avuti 2430; Nof'rì, a Torino TV, ha avuto 2480 voti contro Uaclini, che ne ha presi 2224; Z:erboglio ha avuto 23"75voti contro Vrascarn, che ne ha presi 2306. fnvece a NapoH rr Ungaro è riescito con 800 voti; a Napoli X A.liberti è riuscito con 855 voti; a MeHsina [ Noè è riuscito con G8l voti. ·1;~ i confronti potrebbero continuare aJI'infinito. È inutile star a climostrare quanto sia cretino il sistema elettorale, che fa dipendere la capacith po~ litica dal saper Jeggere e scrivere: ognuno di noi conosce dieci analfabeti pieni di buon senso o dieci professori d'universit?t. perfettamente idioti fuori dei lori studi, e magari anche nei loro studi. n sistema però non deve apparir cretino ai propl'ietari meri– dionali dal momento che dà. ad essi il monopolio del potere politico. :Essendo quindi esclusi dall'elettorato precisamente quel1i, che clell'unifaamministrativai del militarismo, delle imposte) della reazione sono le vittime, che meraviglia se la deputazione meridionale è tutta unitaria, reazionaria., militarista, tassatrice? Se il pro– letariato settentrionale non sapesse leggere e scrivere, anche l'Italia settentrionale eleggerebbe deputati mi– litaristi e reazionari come i meridionali. La. unanimità reazionaria meridionale e la mino– ranza reazionaria settentrionale, sommandosi nel– Punico Parlamento centrale, costituiscono la maggio– ranza parJamentare reazionaria., che schiaccia in tutte le occasioni la minoranza popolare. Si ha un bel dire che una. elezione clomocratica del Nord vale dieci elezioni reazionarie del Sud, si ha u11bel dimostrare che una maggioranza, avente origini impure, non può trovare in sè la forza per dominare un paese come H nostro; e si può a questo proposito ricordare che dopo Abba Garima. la ,naggioranza crispina meridio– nale si liquefece a un tratto, mentre tutti i giornali meridionali eran tutti africanisti e guerrafondai; e la recente campagna. ostruzionista è un'altra prova lampante della organica debolezza della nostra. mag– gioranza parlamentare, eletta in grazia di un sistema,

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