Critica Sociale - Anno X - n. 15 - 1 agosto 1900
CRITICA SOCIALE 238 essere soggetta nlln. libera competizione per raggiungere Il massimo edonistico comples~irn. Ora, se, a combattere l'inibizione 1lella concorrenza tra questi due senigi, con– siderati nel loro rapJ>Orto di f;CRmlJio, è necessaria la coalizione, qucstn i.i risoh•e in un mezzo liberistico. Essa infatti, in quanto attende a stabilire, come ora si vedrà, il domfolo della competizione nel camp0 della distribu– zione della ricchezza, tende ad attuare un sistema di liberi!imo integrale. L'effetto ultimo di tale nuova formn. di concorrenza 1-nr1\un equilibrio economico, in cuI"ogni ngente produtti,·o attingerà dal 1irodotto 11equirnlente del servigio produttivo pre.'!tato. La, " lolttt tll cl<UISC ,, ,U(trxisttt 1JUÙ trafl1n•sl iu una. speciale fo,•ma, <li co1icm·Nm::a. Il dissidio dottrirrnle profondo, che fin qui ha dato nl .c;ocinlismo un ca1·attcro <li antitesi all'Economia 1iolitic11, sta nel ratto che, mentre l'Economia /ilironda. sull'am– missione di leggi naturali economiche immute,·oli, il so– cialismo teorico hn atteso a dimostrarne l'insussistenza. •l~ccoperchè fin qui il socialismo dottrinario è rimasto fuori della /ilClcmrn, economica ))rO))riamente intesa. Chi scrive crede mnturo quello stadio del pensiero economico, in cui i due Indirizzi, finora in lotta, l'cconomistico e il socialistico, 1>ossanointimamente comporsi ed integnrsi. I.e conseguenze ultime, n cui conduce la scienza eco– nomica, basata sullo naturali leggi e{lOistiche dello spi– rito umano, sono SO/iltnnzialmente socialistiche. Data la libertà di com1letizione, ogni reddito di~giunto clnl costo è impossibile. Quedo teorema economico si dà qui per ammesso. I.a di.l!putu possllJilc tra socialisti traclizionali e lil.lerl11ti estremi conf.isterelJbe nell'utopismo dei duo ~istemi. Jnfatli i liberisti dicono: Il t: impossibile la so• cializzazione della ricchezza perchè la produzione è sot,. toposta a l('ggi ili natura, le quali ~i s,•olgono in modo nutomntlco. Qunlsin~l arresto o regolamentazione delle leggi nnturnll economiche adduce (Hl una disJ)ersionc di ricchezza. Il collettivismo ò <1u1H1ue inattuabile cd anti– economico. ~ l socitlliRti trndizionnli rispondono: 11 Ì•: uto. J>isticoinvece un sistema di completa concorrenza..,1lerchò il monopolio degli element.i produttivi adduce oggi ad una lotta di clnssl, che non può cessare se non con l'alJo– lizione della propriett\ privata dei mezzi di produzione. 11 La disputa dunque ò ,;oltnnto sul Yalore pratico dei due sistemi j ma entrambi, sl il socialista che il liberista radicale, Intendono ad un medesimo fine: il li\'ellamento sociale, l'abolizione delle classi, l'armonia degl'interessi umani. O. De Molinnrl, Il celebrato economista franc~e, nella sua famosa l..ttlrt aur 1tociali1les (1) 1 dice: Noi siamo a\'\'crsnrl, e tuttavia lo scopa, che gli uni e gli nitri ci proponiamo, ò li medesimo. Qual è l'ideale di noi tutti, economisti o socialisti? Xon è forse una società in cui la produzione di tutti i beni, necessari a sostenere ed abbellire l'esistenza umnna, sarà. la. più abbondttnte, e in cui la riJJartlzione di questi beni, fra coloro che li avranno col loro lavoro creati, sarì~ la J>iù giusta? ... Questa sostanzialo idcntitì~ <li fini tra i due grandi in– dirizzi, fra cui al tllvlse il nostro secolo, ora potrà. andare anche congiunta nd una sostnnzinlo identità teorica. Ccs• serà. cosl l'nntngonlsmo trn.· In. scienza econ,__omica e il socialismo, o, ciò ch'ò lo stesso, il socialismo assumerà un deftnltlvo assetto scientifico, mentre In scienza eco– nomica co1·roborerù. la sostanzialitl,. del le vedute socia– liste. (') l.'lffOP-' ,,e lo IH1t1•fl In /(>111'1/(lfdtt! &:o11(>111l;/IU, 1(;glug-no 1848. .A IJMamo visto rito la coalizione operaia ò un mezzo di nttunre li\ libertà clcllo scambio trB s1>eciali servigi J>rodutti\·i; JJOl'iiinmoora mostrare che la lotta ,,; class~, ,-io•\ n dire la risJ)ctth•a temlcnza degli operai ad ete,•are il J)rezzo del loro sen·lgio-1:n·oro e dei capitalisti ad elevare il valore del loro servigio-capitale, lunge dal– res.,ere un mi,;conoscimcnto delle leggi economiche, ne ò in,•ece rine, 1 itabilo rorollario. f-tequesta riduzione teo– rica ò J)Ossibil<', ò cvidento che la II vccluta cardine,, del socialismo moderno, quella della lotta di classe, è in• quadralJilo entro le st('sse premesse dell"odiern:i scienza economica. nel!tercbbc <'osl anche meglio corrol.lorata la bllSe scicntiflN\ della critlcn socil\lista. Quando il lil.lCl'ismoafferma che il corporativismo ope– raio ò 11n'infrnziono delle leggi naturali, che asslclll'e– rnbboro Il 111n~simo di bcnes:icro eollotti\•o, accusa im– plicitnmont.e i socia.listi (') come nemici dei sani precetti clellnflcienza C'ro11omicn. f.; ngeYole invece convincerci che esso ))iuttosto si pone in rontrndclizione con le sne stesse vedute. E inratti, a prcscinclcro clul riflesso che, ammessa la. (ti11tribuziono come u11:i spcci11,.lcsfera. del valore, si debba dedutth•nmento ammettere che ogni mezzo inteso nlln libNn contrattazione è legittimo, si de,·e anche con– siderare ~e sin \'ero rhe la lotta tli classe è una Yeduta htranen. nlle leggi 1ml11n1li su cui si basa la scienza economica. Noi affermiamo che la lotta cli cla.'-Se,di cui l'organi1.> zazione economica del 1,rolctnriato è la manifestazione, è un fenomeno rhe tro\·a In sua completa spiegazione ~cienliftra ))roprio In quelle leggi economiche, su cui si fondano tultl i JJit1 imf)Orlanti teoremi dell'Economia J>Olitica. l,n leggo somma, a cui l)i riferiscono tutti i teoremi economici, ò quella che rostituisce la premessa edoni– stica dell'Eronomla: ogni uomo tende ad asseguire col minimo mezzo il mn11.-.l1110 vantnggio. !,'attuazione immcdintn. di tnl legge, rispetto ai beni di cui u11 soggetto può disporre, ò ch'egli li distribuisco in guisn. ,1n.,·lctLvHredi\ tutti mu~ eguale somma di Yan– tnggi. (i•: il JJroblcmR-clclPutilità finale). Ogni forzn, che renda disuguali t,nli vilntaggi, è ostacolntrice della leggo n1turalc. Ciò cito ò per l'economia individuale, è YCro nncho per l'Pconomia socinle, questa non esscnclo che uni\ diversa flgurnzlone di quella. Ogni forma di attività, os... ia egui forma di J)rc:,tazione di ser,·igìo, deve dunque, In societi\, dato il teoremi\ antecedente, fornire un 1 ugual somma di vantaggi nll'indi,•iduo. Ogni uomo, che ha dalla sua prestazione un ,·antnggio disuguale, de\"e essere li– bero di mutorla; di qui la concorrenza, la forza cioò the tende a rendere 1K'rtutti gli uomini uguali i nntaggi. Quando una ,;peciale cla.~,;e di persone percepisce van– taggi difiuj:unli, ciò im1>0rta un vantaggio maggiore o minore 11craltro cla:,si di J>CN-one, o, ciò ch'è lo stesso, ogni forza ostncolnntc In com11etizionesposta il vantnggio di alcuni n. danno llegli altri. Or IJene, questa leggo naturale degli uguali vantaggi è comJ)letamente frui;itrntn, nella società Jlresente, dal monopolio degli clementi produttivi. Perchè questo equi• lilJrio economico si 1•l,itnl.llll11l'n. occorre che vi sia. libera. cornpctiziouo frn. t11W i servigi proclltttivi, os.-iianon sol– tanto fm lnvonitori o ln.\'On1tol'i, e fra. capitalisti e ca.pi– lnlistl, nm fra lavoratori e cnpitalisti. Quando ciò non si n.vvera, uno. dallo due cln/i'lsi,l'operaia, consegue un van– taggio com11nrl\tivamcnto minore dell'altra classe sociale. Lra. lottn per l'istnlJilirc tale com1Jetizione è la lottn di (') t ,nortlllcantc 1)('-r1101IIAllanl di non meritare quesi':i.N!usa, e•sendocl dl.stratll d!O nouro cllmpllo soc 1alltt11.
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