Critica Sociale - Anno X - n. 15 - 1 agosto 1900
232 CRITICA SOCIALE della concorrenzn, ma lo sono altrettanto i proletari che, sia coi mezzi politici, si.i con I.i loro coalizione, tenbmo "ostituirsi delle rendite a proprio vantaggio. r Mcialisti e i 1woiCzionisti,violatori delle leggi uatu– rali economiche, che oYe si lasciassero libere e irrefrc– natc conduJTcl.>\Jeroa.quella societi, futura oye il profitto sarebbe" /Jien 1>rès <lezéro,, (1), sono adunque i nemici, Jler e1Toneit.\ delle loro Yedute, della massima felicitìt e della completa. giustizia. socia.le . Guardiamo un po' di fronte questa. tesi liberistica, e, per completarla, scindiamola nelle varie pa1·ti logiche che concatenano il suo ragionamento. 1. 0 La coalizione operaia è una forma protezionistica a. rovescio. 2.(1 La coalizione operaia è un movimento che osta– cola il funzionamento delle naturali leggi economiche. 3. 0 La. co:~lizione operaia è cagione di una. dissipa– ;donc inutile di ricchezza della. società, senza ,•antag• giare in definitiva alcuna. classe sociale. Saremo facili e popolari in quest'esame intercss;mte. l'crchè quest'articolo, tJil1che <ul veru,,tem, è diretto <ul utilitalem. La coalizione operaia è il terreno fecondo su cui sboccia rigoglioso il socialismo. l soC'iali:.:tiitaliani, per troJ)!)O polilicrtre, hauno acquistato una. considerc,·ole estensione al movimento socialista patrio. :\la esso, ahimè, è come un castello posato in aria: le sue basi sono a$sai fra~ili, pcrchè - chi non ne è con"into? - abbiamo trascurnto ciò che è l'anima, il fulcro e la so.-.tanza del. movimento: la coalizione economica. L'o,·o<wi::::w:ione operaia è il me:::o JJCJ-l'attuazione illteorale del sistema, liberista,. · Il socialismo, sostanzialmente, può definirsi come la tendenza tloliforme (etica, economica, sociale, ecc.) ad attuare l'ugunglianza delle conclizioni in cui ,•ivono gli uomini. Jl liberismo, specialmente presso i suoi pili odierni pe1•fezionatori 1 intende a. mostrare che lo scopo egualitario del socialismo è raggiungibile J)rOprio sotto l'imperio della. liOcrb'l economica; e che \'i sono leggina– tu! ·a.li cconomichc 1 cioè egoistiche, le quali, se non se ne coutrastasse J'nzione, }Jroclurrebbero l'abolizione di ogni gerarchia sociale e di ogni disuguaglianza di lucro. Vediamo se questa coincidenza. di effetti clel socialismo col liberismo è esatta. 11·liberismo integrnle sostiene la libertà. com1 >leta.di concorrenza fr<t tutti i se1•vigi produttii:i. ,;: dunque, de– cluttivameutc1 mezzo liberistico ogni attività, economica in test~ a. sta\Jilirla. Ora, esaminando la. J)roduzione in sè, vediamo ch'essa si dccompone comt)lcssi,•amente in tre servigi J)rodutth·i: terra, ca.Jlitole, la\'oro. Lo studio del problema di tale tripartizione della ricchezza riprodut– tiva è uno studio, non di pma. economia, ma di natura complessa, in quanto abbraccia coefficienti molteJJlici e non omogenei. i-: ciò che ha sostenuto recentissimamente Arturo Lnbriola in una. sua ultima. pregevolissima. mo– nografia. ('). Però l'economia. edonistica, propostasi il problema. di stabilire le condizioni llroduttive del mas– simo benessere armonico di tutti gl1inclividui e della so– cietù, è in grndo di poter stabilire una dottrina della distribuzione economica, cioè la IliÙ produtti\•a di benes– sere sociale, deducendola. dalle leggi naturali su cui l'edonismo si basa. Vedremo subito come questa dottrina clclla. distril>u- (1) o.»•: l[Oll~ARI: f,(I !10('.JU (11l111•e. - G11!lh\\lml11, 1899, ()Ag'. IH. (~) Ar.Tt:RO !.,\l!RI0!.1: f,(I 1/js/1·il111;ieo11t 1/tl d♦,·i<ltll(IO t lt ,Pl'(xJ11t– fil'il(Ì 11w1·0,m11i, - ~1111011,1~00. 01u 11Lel a u1 u omrco zione economica ci condurrà. in modo diretto a quell'ar– monia degl'interessi e a quell'abolizione delle classi che è il lino delle agitnzioni socialistiche. Ci affrettiamo in– ,•ece a. denunciare la steriliti\ degli odierni liberisti nel J)l'O\'are che, in condizione di libera <'Oncorrenza del mercato, si ha la distribuzione J)ÌÌ1giusta. In effetto il capitale e la terra potranno essere rimune– rati bensì in modo 1>iì1 o meno equo, a seconda che, sono soggetti a monopolio o a. libertà. di coml)etizione, ma resta. sempre vero che i rappresentanti di questi ele– menti produUi,•i si troYano, di fronte ai lavoratori che ne sono sforniti, in una condizione economicamente su– J)eriore. Anche ad ammettere, 1,er ipotesi estrema, che il ca.pif,aJe nelle mani del capitalista non producesse alcun lucro eccedente il suo semplice ammortamento, hl co11<lizioned'inferiorità del lavoratore semplice emerge– rebbe dal fatto, not-ato dagli economisti, della diversa rata di tempo durante la quale ca1>italisti e 011eraipos– sono attendere il 11rodotto finale. Quando dunque il liberismo dimostra. che, nel campo del mercato, la. forza della libera concorrenza produce l'eliminazione di ogni lucro durevole, cioè a. dire di ogni reddito dh 1 giunto da un servigio 1woduttiv0Cffettivamente prestato (= plusrnlenza), non ho. ancora dimostrato la giustizia dell'attuale distribuzione della l'icchezza. Perchè la ri11artizione del prodotto sociale fra. questi diversi elc• menti produtti\"i continua ad avveuire per cause estranee a quelle del mercato, a cui il vecchio liberismo limitava la sua. anali:'li. Ed ecco che oggi l'indirizzo edonistn, sempre pii'1 in via di perfezionamento, ripigliando un concetto classico non mai recato per l'innanzi a maturo SYiluppo, ricon• duce i vari fenomeni economici ad una legge (premessa economica dell'egoismo), che dà. luogo nl fenomeno cen• trale dell'economia, il Yalore. T,eleggi della distril)uzione diventano così leggi di \'alore, e ,,auno studiate sotto tale aspetto. Ora, data la verifa del teorema edonista ehe " ogni scambio anenuto in condizione rli libertà J)rocura ad entrambi i contraenti un maximum· di utili fa ,, cd am• messo che i rapporti tra i capitalisti mobiliari e terrieri cd i lavoratori siano rapporti di mero scambio, in virfo del quale ogni operaio de\'e avere il diritto di valutare il pro1>rioservigio comparath•amente a. quello del capi– tnlistn1 ne segue che l'operaio lm il <liritto, come ogni prcstntore di servigi, di stabilire <1<t sè stesso il pro1>rio j))'ezzo, cioè il JJropriosalario. F: contrario a.I concetto della concorrenza ogni mezzo inteso a<l inibire questa libertà. di valutazione nell'o1Jeraio. L'operaio da solo non riesce, di fronte al mono11olio della fal>\Jrica, acl acqui– stare la sua libertà cli Yalutazione del proprio lavoro: la. coalizione invece lo aHicina. a questa condizione di libertù. Il sofisma liberista. sta nel far notnre che la coalizione operaia è distruttrice della libertà. di valutazione nel capitalista . .Ed in verità, l'opernio che, resosi forte (lblla sua organizzazione e della sua minaccia di sciopero, rompe gradualmente la sua soggezione verso il capita– lista, scema. la libertà del capitalista nel fissare H con– tratto di lavoro. l\I:Llo scambio presut)J)One il consenso di due YOlontà: il contratto di lavoro cosi non dev'essere scritto dnl solo capitalista., ma da entrambi i contraenti, conforme al loro reciwoco a.pprezzamento suùbiettivo. Il liberismo non può condannare le coalizioni operaie, senza urtare contro il suo stesso SJlirito teorico. La s1>ecialesfera di Yalore, in cui s'opera lo scamùio tra i senigi-caJJitale e i servigi-lavoro, deve ancl1'essa
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