Critica Sociale - Anno X - n. 15 - 1 agosto 1900
810 230 CRITICA SOCIALE t>Cricoloso nella. questione militare metter da. parte la nazione armata. e domandare solo la riduzione dei co1·pi d'esercito. Anchc la rehiziouc sul programma. minimo presentata al Congr esso cli B ologna. propone: 11 Sostituiionc della. nazione arnrn.ta. al1 1 esercito per• nrnnonto: C', in a.t.tesR di quc1,tu rif'ornrn, diminuzione dei corpi d'esercito . ., Un prog-ram1111ì minimo noi 1>rogrumnrn.minimo. OrA. io non dico che, se donrnni da .--,!tre1>t11·ti YCnisse tentflto, 111 riduzione lici corpi 1l'escrcito, noi non si dchha 11iutnrC' il tentativo; allo stesso modo che, so alcuno "olcsse ridurre il dazio sul grnno a cinque lire, 11oi dO\'rOmmo aiub-.rlo, pur domandando l'abolizione co111J)lcta elci dazio. )fa noi, per conto nostro, clobhiamo sempre o OYnnque du– nrnnclarc l'abolizione di tutto il dazio o di tutto l'esercito, scnzfl, badare allo transazioni possibili. ~: l'nholizione dì tutto l'esercito dohhiamo cloman– dnl'in.1perchè Prtalia non h a biflogno di un esercito stunzinle, ma di una f lot.ta, l)Cl'Chèla nazione armata è pilt che- sufficìentc alla difesa dei nostri confini terres1-ri 1 pNchè ht nazione a1·11111ta ò Punico sistema non ))Cricoloso per le lihcrt1l interne, perchè l'cc-o– nomia nn.zio1rnle ha bisoµ-no ·assoluto cli una. forte ri(luzione d'imposte. La. scmpliCC' riduzione dei corpi d 1 cscrcito non soddisfa a questi bisogni ; può esser proposta. forse solo con la speranza che incontri mi– nori resistenze che l'abolizione di tutto l'esercito. E ,•nna. illusione: 1>erindurre quei 8ignori a diminuire i corpi d'esercito, ci vorrà precisamente lo stesso sforzo, che sarà necessario fH.l nbolire tutto l'esercito. l,a tcol'ia che bisogna· domandiu· poco per non spa– ventare gli avversari, vuol esser machiavellica ed ò bambinesca: bisogna domandare (1uel che si è sicuri di ot.tenere e per arnre questa sicurezza bisogna creare le forze che 11p1,o~;!'ernnnola domanda. .:Hale riforme sono ineo1111mtibili con l'ordinamento politico ntt.uale, dice x'. ~arì1; non sarà. "Kon me ne importa 1wo1>rio niente: sono Cfl:Sc aJJplicabili e ragio– nevoli? Hono utili al pnC1sc?Xono utili al proletariato? (~uf'sto solo m'imporra. Re lo istìtuzioui politiche fos– sero incom1>atibili, pcg~io per loro. Qwrndo le istitu– zioni fossero contro di mc, io 8nrei cont.rn di loro c Sfll'CllllllOpari. l~ COf.Ìa proposito del .Pro~rnmnrn. minimo - come a proposito di tutti gli argomenti iutoressant.i la vita del .Partito - ci si prf'senta lo questione se nella, nostra azione noi dobbiamo ccrrflrc di scansare sempre le istituzioni, oppure se dobbiamo 1>ensare solo 1.1 crenre le forze necessarie a ortcnere le riforme, poco im1>orta se in nit.ima analisi andremo a urtare contro qualche muro . .Kon è certo questione che possa esser risoluta da una deliberazione di Congresso; sarà la. forza delle cose che mrLtureri\ la soluzione; ma la discussione sarebbe tuWnltro che accademica e sterile, 1>erchè dal prevedere o Almeno dal sospet– tare dove si andrh a finire dipende l'inclirizzo, che fin cli. principio si dà al movimento, la preparazione psicologica pitt o meno s,•iluppata. nel momento del– l'azione, dipende spesso la vittoria o la sconfitt.a. x' trova che io mi sono sperduto troppo in ac– cenni a riforme particolari, laddovb sarebbe stato piì1 necessario lanciare delle affermazioni generali, lasciando poi in facoltà di ciascuno di ricavare de– cluttirnmente le r-iformc speci11li. Mentre in tutto il resto, come i lettori hanno ,·cduto, mi sono trornto d'11ccordo con x', su questo p1.1nto mi rincresce di non poter Hcccttare neanche la minima parte del– l'idei~ del mio egregio contn11lllittoro. 1:: questo per la rngionc scmplicissinrn che lo ideo çenerali nel mio programma non mancano, anzi co n'o - come dirb in seguito - anche troppe. N<'IICriforme finanziarie vi souo due idee generali: economie, riduzione <t'hnJJO,,;le. Non sono idee generali queste? Il programma minimo del l895 aveva al u. 3 la ...:, I le I 1 sostituzione della nazione armata all'esercito pernrn– ncntc; al n. 7 la riforma tributaria, cioè: tassa unica e progressiva sui reciditi e sulle successioni; redditi minimi esenti eia ogni imposta; abolizione del dazio consumo e di qualunque altra imposta. i11diretta; al n. 8 ht riduzione de.trii interessi del debito puhhlico. 1,A, relazione presentat::t HlConJ.tTCISfiO di Bologna f)ropo– ncva che al n. 7 si dicesse: il Hifonne tributarie, cioè: h1ssa unica e pl'ogres~iva sui redditi e sulle successioni; reddit.i minimi esenti da ogni imposta.; tassazione for• tomento progressiva degli arricchimenti dovuti allo sviluppo della società. o indipendenti daJla industria del proprietario; abolizione dei dazi di frontiera sul grano o sugli altri generi di consumo popolare e della priYativa del sale e del lotto; aholizione del dazio cousumo e di qualunque idtro. imposta indiretta. ,., 'l'l'Oppo idee affastellato insieme, m olte discuti bili, tutto indeterminate, sfumonti, 11011 inchioda.te nel cervello da alcuna cifra. concreta. lo ho messo da part.e la tassa progressirn, per le r ni;ioni cli oppor• tuniti'i spiegate neH'snticolo che ha da .to luogo nlle niticho di x'; e ho rAccolto lo nitre riformo sotto le due idee generali: economie e riduzioni d"imposto, materializzando ciascuna riforma con una cifra. rn un programma, che deve andare por le mani di tutti o dC\'e servire alliL 1>ropngancla,<1uesto lavoro di ma.tcl"ializzazione mi pare indispensabile per ragioni psicologiche e pratiche, sulle quali non credo d 1 insi• stero dopo quello che ho detto nell'articolo passato. Ma perchè precisamente quelle cifre o non altre? dice xt. Non ci sono l'orso altri cespiti di. spesa , su cui f'nr cadere le economie? non vi sono alt.re im– poste degne cli esser ridotte? e la misura delle ri– duzioni perchè è quella e non altra? - A <1uestedo• mando isi può rispondere anzi tutto che enumerare' tutto le economie sostenibili dal nostro bilancio è 1>il1 facile a dire che a fare; e dC'I resto, in un pr0,– grtt.mma dest.inato all'agitnzione e alla propaganda, non è proprio necessario scendere alle minime mi– nuzie. Quanto allo riduzioni delle im1>oste 1 è vero che sono anelato un po 1 a caso. :Uen conoscenclo che diversità di imposta dice SJ)esa di produzione diversa, squilil>rio di concorrenza, protezionismo a fayore degli uni e in danno degli altri, e che il nostro sistema finanziario, aggravando nlcuni cespiti di ricchezza e frworendo altri, è una delle cause principali ciel no• stro squilibrio economico, avrei Yoluto pror>orrc le singolo riduziòni in misura da ristabilire l'equilibrio nella pressione tributaria. Ma chiunque ha nozioni, sin pure elementari, di scienza delle finanze sa che un lavoro di questo genero richiede studi complicati e lunghissimi. Biso gna q uindi nel ridurre le imposte procedere un po' a ca.s o, come han fatto i nostri sa– pientoni monarchici nell'aumentarle. 11Congresso, per altro, J)Otrebbe accettare per ora le mie proposte, incaricando nello stesso tempo una Commissione di compagni specialisti in scienza delle finanze di studiare un progetto cli riduzioni organiche. Una Commissione nominata con un mandato così 1>re– ciso non sarebbe una deJlc solite Commissioni, incari– cate di far tutto e che non fanno niente; ma potrebbe in poco tempo preparare delle buone proposte. Anzi quest'incarìco potrebbe esser dato subito dalla. Com missione per Ja riforma del pro~ramma minimo ad una Sottocommissione finanziaria; vi è ancora più di 1111 mese per arrivare al Congresso e il lavoro po– t.rebhe essere completato a. tempo. Naturalmente bì– sog-ua che prima la Commissione a.ccotti le basi da 1110 proposte: economie e ricluzi.oni cli imposte. Le riforme politiche e am ministra.ti ve da me proposte nell'articolo passato sono generali, come x' vuole; mn, a. 1>ensarci bene, sono troppo v11gbe e indeterminate. Quello che 1>erx;! è un pregio, per me è un difetto - come vede, siamo perfettamente d'a.ccorclo-.Le parole "'epurazione e indipendenza della magistratura" susci-
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