Critica Sociale - Anno X - n. 15 - 1 agosto 1900
CRITICA SOCIALE 239 - questa organizzazione ~orrieponde a un periodo, A una fase attuale del capitalismo.·- Ve l'ho spie– gato dapprincipio. Egli pretendo che ò nei periodi di depressione politica, ma cli atti,•ità capitalistica, che i Sindacati e le Coopcra.ti,•o possono e debbono fum~ionare utilmente per procurnre vfmtaggi imme– diati ai lavoratori. Or noi diciamo: sì, questo ò vero, ma quest'altro nncho è vero, che i Sindacati e le Cooperative de,·ono fin d'ora essere avYiciuati ai centri socialisti e coor– dinati nl movimento socialista; e pretendiamo inoltre che il Sindacato medesimo, bastantemente esteso, abbracciante la quasi t.otalità dei militanti della classe operaia, 1>uÒdh'entare uno strum~nto rivoluzionario ed hn. un carattere rivolm:ionario. Non è impune– mente che, in una società capitalista., si organizzano, ~ia pure nella semplice forma del Sindacato, tutte lo f'Ol'ZC proletarie. Quì non ho mai fatto la teorh1 dello sciopero ge– neralo: ma neppure non ho mai combattuto lo 8Cio– poro generalo . .A I Congresso di Nantes del PRrtito operaio, al quale assistetti nel 18{15, ho difeso, contro i nrnrxisti ciel Partito opt~raio 1 il principio dello t-iciopero generale, a condiiionC' che esso venisse considerato come uno strumento preciso, in vista di nn ohhietto preèiso; a condizione, per esempio, ch'esso fosse impiegato ad imporre ai pubblici poteri l'effet,tuazione di riforme, come lit giornata di otto ore, interessanti la totalit/1 elci hworatori. Per con– seg-uenza ha torto Kautskv di considornre i Sinchlcati e le Cooperativo solta11to 'conio Mtrurnenti secondarii per ottenere un risultato immediato e pnsseggero; questo essi sono, ma sono Hncho lii prima forma tiella organizzazione generale e rivoluzionaria della classe operaia. . .. Ed ora, per finire, non mi resra che toccare un'ul– tima questione, quella chu se111b1·1) piì.1 dividerf' i !ò!Of'ialistifhrncesi in questi ultimi rcrnpi: in quale misur,1, iu quali conclizioni 1 sotto quale forma pos– sono il pnrtito socialista o il prolob1riato coopcr1uo o inco11t,1·11rsi cogli altri partiti? La tendenza cli Bernstcin non ò soltanto di con– ~iglinre una cooperazione a.ccidenh1lc o magari fre– quente della classe proletaria collo oltre classi; esso n, fino a fondere, a poco a 1>000,con una degrada• ziunc insensihile e llerciò tanto pi1'1 pericolosa, la cltlSi:le 1•roletaria nelle altre classi, il partito socialista negli altri partiti. Il suo mezzo di fusione sta nel constatare 1'110 non è possibile 01>porro una ch1sse borghese omo– ,:c11caa una classe proletaria omogene,1; esso dico che \"i s,,ranno,._ nella classe borg-hc1ie,varietà o categorie. l•M ù vero, e incontostahil(• che lu cutegoria lòndhu·hi l' difl'crnnte da.Ila categoria propl'iamcnto capitalista. Aggiunge che, ne!Jaclasso opornift, \'i hanno quelli che ,!!li in~lcsi chiamano lavoratori non qualificati, che t•scrcihlno cioè un mestiere 1>01 <1ualcnon è nocess11ria preparazione tecnica di sorta; poi i lavoratori quRli– ficati, a salari piì1 alti, rho, per la condizione gene– uale della loro vita, si avvicinano alla piccola bor– ghesia. od anche alla regione inferiore della. borghesia mezzana. 1;: Hernstein, a forza. di decomporre in pie• ('Olo frazioni la: classe bor:,.t'hesoo la classe proletaria, riesco sottilmente a mescolare tutti questi frammenti, come si mescolano i pezzetti dis11ggregll,ti di duo mn.t.cric che prinrn erano rc~istcnti. l~bbone 1 egli s'inga..nml; pc1·chè, quali che sia.110lo diversità interno di ciascuna. di queste classi, la. linea g-oncrale cli confine sussiste, frn l'insieme del prole– tariato che non detiene i mezzi cli produzione e l'in– sieme della classe ca1>italishl che li dericne. J>cr con– fondere assieme due cla~~i 11011 hasta nornre frn di l'SSCunu moltitudine di gora.dazioni intermedie: in d natura i contrari sono sempre ravvicinati da sfuma– ture. Si va dal bianco al nero, dal violetto al rosso, dal giorno alla notte, e viceversa, per yia di transi– zioni insensibili, che permettevano a Rraclito cli dire che il giorno è nella notte e la notte nel giorno. :Mn. la possibilità cli passare da un contrario a!Paltro per gradazioni sottili non esclude affo.tto l'opposizione dei contrari; i contrari delimitano le clue estremità cli 1111 enmpo, nel quale si possono segnare tutte lo misuro intermedie. Quindi, si anà un bel moltiplicare i gradi che possono accostare la classe borghese alla. classe proletaria, non perciò meno esse rimarranno due classi specificamente distinto ed Rnta~oniste, pcrchl• runa ha 1>erasse la proprietà, l'altra l'assen;,,a della proprietà. E se i la\·orut.ori sono, come spera Bcrn– stein, nhbastanza sottili per formare dei gruppi, dello forze, nelle quali si troveranno accanto ~li clementi meno eterogenei delle due classi OJ)1>ostc, essi possono anche a.vere la conceiione n bbttsbrnz,L larga. e ahh~1: sta,nza. netta per aggruppa.re le societlt in due classi fondamenta.lment e antogonist e, 1n:1lg-radola interiore diversit.l delle due classi. Dovremo dire, dunque, che la classe proletaria così definita, così distinta. dall'altra classe, così opposta al resto del mondo, tanto poi ,mo principio che è comunista, <1uanto ()Cl' la. sua. organizzazione, non dovrà intervenire nel movimento delle altro classi e mescolarsi alla loro vita? l\autskr ammetto che fra il proletariato e certi clementi delle altri classi esistono cooperazioni, col· lahornzioni 111omcntanoe, 111aAmmonisce la classe proletaria. pcrchè si rifugi il J)Ìt1 possibile in ciò che io chiamerei la intogrW1 del suo isolamento. I~ <1ui ch'io non sono cl'n.ccorclo nè con Kautski, nè con Bernstein. lo stimo, contro Bernstein, che la classe 11roletal'ia e la classe borghèse sono e rim:rn– gono - checchè si faccia - radicalmente distinte ed antag-oniste, ma stimo, contro h'.uutsky, che non !!i deve temere la moltcplicit,ì dl•g-li incontri e dei contatti fra la classe prolotnrh1, padrona della sua coscie11z11. e della sua ozione, e le illtri classi. J,; il pcrchè, eccolo: egli è che è impossibile a. una classe ogiro senza fogranclire la superficie cli contatto fra csst~ e il resto della sociotiì u11u111a. Astrarsi è, per forza, non agi1·e, e agire è, necessariamente, mesco– larsi al movimento universale. lo ijficloa citarmi un11 forma d'azione, un,t possibilitfl d'azione, nella c1ualc il 1>roletariato non sia esposto, glorio:;i:,mente esposto, 11. incontrare la collabornziono di clementi cli u11·a1tr:1 classe. Potevamo noi forse a~iro ncll\tfl'arc l)re~·fus senza cspol'Ci olla cooperazio11" cli 11ltl'i clementi, e dovl'– varno dunque astenerci, sotto il prercsto che il pro– letnriat.o non era solo a lottare per J'umanifa e pc\ diritto? Oovevilmo noi 11011 ngire:l P11rimc11t.i, d sar:'1 impossibile difendere la Hopuhblica 1r1i1rncciatal111I cesarismo, senza. incontrnre - cho la cerchiamo o no - la collaborazione d'altri elementi di nitre classi. Dirò 1•il1ancora: è impossibilo ai 8indacati organiz– zarsi, estendersi, sistenrntizzarsi, senza intervenire bcntost.o direttamente nel funzionllrnento stesso della socict,ì capitaJista . .r Hìndiwati im1>orranno forse un giorno, io lo spero, la scelta. di ispettori operai, llo– sign:.lti eia essi, per controllare ne~li opifici le con– dizioni ciel lavoro; ma come controllare lo condizioni c1·ij:'icneo cli sicurezza, senza imporro ai padroni l'ado– ziono cli certi apparecchi tecnici, di certo marchino, lo scnvo nclJc .miniere cli CC'l'tognllerio, la miglior tenuta, cli corte parti elci sottosuolo o dell'officina :I 1,;il giorno jn cui i Sindacati 01>erni 1 nnche solo col– l'b,pczione, intervengono così, per un semJ)lice inte– resse d 1 igienc o cli sicurezza, nello costituzion<' del macchinario, essi concorrono, lo \'Ogliano o no, C'Oi pnclroni stessi nella clir('zionC' delln macchina capita– listu. 1,;certo io non mi dolg-o, poi prol<'tariato, di
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