Critica Sociale - Anno X - n. 15 - 1 agosto 1900

234 CRITICA SOCIALE classe. La quale è appunto la. tendenza a ristabilire hL legge fondamentale economica, ora violentata. I.'unic:~ limitazione, che la tesi liberistica JlOtrebbe lo• gicamente filre alla veduta socialista delht lotta cli classe, intei;a come una SJJeciale forma di concorrenza, è nel suoi effetti. Infatti i liberisti borghesi di!'anno che il servigio-capitale, essendo un servigio rimunerabile a pari titolo del lrworo, percepiriì. un J)rotttto, ftnchè esso esiste corno servi(lio, anche in mercato Jibero. ·"a a ciò si 1·i– spo11clo notando che, o,·e i hH•oratori acquistino la libertà. di contrnttare a(I ugun.l. titolo col cnpitalistn 1 la tesi del• l'annullamento del profitto sadt subordinata alht libel'tit di contrattazione operaia. Sal'i'~ infa.tti zero il 1>rofltto non aJJpena il lavoratore annetta a.I suo lavoro un va– lore com1H1rativamente inadegualiile al servigio-caJ)itale. Allora il capitalista potrà rinunciare 1 ove gli garlii, alla JJl'C!'ìtazione del suo sen'igio-capitale, ma in tal ca.sosar1\. costretto ad impi<'A'<~l'lo da sè ~tesso, o~sia 11 mutal'si i11 lavoratore. l~(t tesi libeJ'isticti non h<t ùt sù -nulla, che post;ci 1·cal-m.entc in1,·,ilùla,1•e -i 1winci1Jfi socialistici.. Aclunque, arnmesf·a la completa, libertà di concorrenza nel seno stesso delln. J>roduzionc e della distribuzione, l'operaio 1·esta,libero di annullare il profitto coi mezzi che crede pil1 acconci. Si dice invece che le coalizioni e gli sciope1·i 01ierai riescono dannosi alla ricchezza sociale, arrestando la produzione, oppure rendendo piì1 onerose e difficili le <'Ondizioni industriali. Que.<::ta tesi è erronen. t vero che, :1111~ fine d'uno scio11ero generale per una. determinata eJit..c;se di lavoratori, si ha uua somma di ricchezza man– cantl', che iuvece e.-iisterebbe se il lavoro non nvesse desistito dal proclm'l'e; rna ogni Lotta vittoriosa., confe– rendo una nuova nonna di distribuzione della ricchezza J)iÌ1conforme alla. legge naturale ,tegli uguali vantaggi, age\'OhL il raggiungimento di quel massimo utile collet– tivo che ne ò li!, conseguenza.. Si dice a.nelle che i sulari, facendo parte del costo di proctuzione, elevano il valore delle merci e rendono così illusorii i conati del corporativismo operaio. Infatti l'ele– vato salario, conseguito con lo sciopero, sarebbe· così eliminato da.ll 'elevazione conseguente del prezzo delle merci. Ma l'Msurdo cli questa veduta sta nel dimenticare che :tlla libertìi di contrattazione nella fabbrica corri– sponde la libertà di contrattitzione sul mercitto: onde, i capitalisti coalizzati in trust per l'artificiale elevazione dei prezzi Yeggonsi ostacolati dalla libera estimazione del consumatore operaio, che o paga al ,,a1ore effettiva– mente ris1>ondente :tll'utiliHt delle merci, o si rifiuta allo scambio, f: ciò tanto meglio potrà fare, quanto JJiÙ la nuova norma distributiva della ricchezza lo renda eco· nomicamente piì1 capace, in guisa. da associare i suoi risparmi a quelli dei comJ>agni e resistere·; con le grand.i COO))erativedi consumo e con le piccole Cooperative di produzione, al declinante salario. A misura, infatti, che l'operaio si mette in condizione di fissare il salario del prOJll'iO lavoro, Ja ricchezza so• ciale 1>asser:'t. gradualmente di~lle mani dei capitalisti a quelle dell'operaio. Si avrà. così una .diffusione sempre maggiore della ricchezza, e 1>resso tutti aumenterà la potenza. di risparmio e di ca1>italizzazione. Si allontana così sem1>re Jlii'1la condizione, in cui è possibile l'esistenza di valori senza corrisJ>Ondenti costi: il che conduce il ca1>italista ad entrare in aspro conflitto con l'operaio per la persistenza del profitto. '.l'ale conflitto lo costringerà a rifuglari,i nelle sfere ove vige il monopqlio B1b1ote ra G no B1;:irro garantito dalla forza o dalle ineguali condizioni naturali. Ma l'operaio, sem1>rc maggiormente J>artecipe, mercè la sua forza associata, ai beni della società, sostituirà. sempre pii1, al dominio della JlrOduzione indiretta capitalistica, l'azienda, basata sul diretto interesse operaio, e andrà eliminando Ja JJarassitaria funzione clel capitafista odierno mediante Pa,~sociazione coo1>ern.tivistica delle forze 1>ro– duttrici. Di qui la necessiti\. pratica, per un movimento socialista che s'ispiri a criteri veramente po:::itivi, di sviluppare simultaneamente lo spirito di resistenza e di coopernti• vismo nelle masse 01>e1·a-ie. La lotta cli classe, fulero es– senziale ed imprescindibile di ogni concezione solida• mente e i;chìettamente socialista, adduce acluna crescente defalcazione del reddito CaJJitalistico, e ,•a fino al Jrnnto in cui la distribuzione della ricchezza si opera in guisa sem11re pii'1 conforme alla legge naturale degli uguali ,•antaggi. Ossia la lotta di classe accresce il numero dei parteciJ)i al possesso sociale del capitule, e questi pos– f!essori va sempre pit1 perequando fra loro, di modo che la societi't economica acquista tendenzialmente un carat– tere sempre pii1 cooJ)erativistic~, ossia socialistic(t ); Difetti teo1·ici e vratici del uuwxismo Stt, t<1.Uvedu.te. Ed ora un rapidissimo accenno alla insufficienza del marx.ismo su ta.li vedute. l.'editlcio teorico del marxismo presenta un aspetto difforme sotto questo riguardo. )[entre nel llfahifesto dei Comunisti pare che il sistema debba tutto poggiare sulla genera.le legge della lotta di classe; nel CaJJitale invece l'ubi, co11sistamllell1e\'Oiuzione soch\lista sta tutto nell'ar– centi·amento capitalistico. Ora, a considerare le due leggi, esse, dal punto di vista economico, adducono 1t conse– guenze contraddittorie. L;\ lotta :1ssiduamente combattuta nel campo econo • mico, se ò legge economica, deve 1>1·ocUl'are agli 01)erni, che la combattono, una somma di crescentivanta{Jgi. O,•e ciò non s'a\'\'erasse, tale azione dell:\ classe OJ>eraiacon– traddireblio alla legge del minimo mezzo e diverrebbe antieconomica. Dunque 1 se la lotta. di classe ha contenuto economico, essa deve avere per effetto la crescente decli• nazione del pt·ofltto (ciò che è una legge rea.le , da ·Marx s1>iega.ta1>eraltre vie teoriche). Se invece si ammette li~ teorica del concentramento plutocratico e del prog ..essivo immiserimento, allora la lotta di classe non ò una legge economica, ma un fono• meno effettuale ed estraneo alla reale evoluzione del rapporto della produzione. Ess1L, ap1nmto perchè ostaco– lata dalle ftl.tali leggi obbiettive dell'accentramento, non addurrebbe mai all'effetto economico della sempre rnag• giore elevazione del ·salario, ossia non condurrebbe a quello che noi abbiamo detto successivo avvicinamento allo stato di libertà contrattuale. 11 marxismo si aggira tutto in questa intrinseca con– traddizione teorica, che qui abbiamo appena il tempo di accenna.re. Quale doveva essere l'eftètto pratico di tale contraddizione·? Che i marxisti 1rnri non fossero troJ)po entusiasti dell'azione economica del proletariato ..Essi così si lasciarono piuttosto sedurre dal miraggio politico, e vi– dero nell'im1>ossessamento del publilico potere il mezzo di seconda.re l'opera accentrah·ice clella riccbezza, avo– candola all'ente collettivo. Cosl il rigido sistema. scienti– fico del marxismo svaporò in gi:icobinismo più o meno larvato. Gl'italiaui, esagerando la tendenza, hanno ridotto inconsapevolmente la funzione del partito socialista entro limiti qua.si estranei alla sua azione socialistica. L'Avanti .1,

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