Critica Sociale - Anno X - n. 14 - 16 luglio 1900
CRITICA SOCIALE 219 commise un errore <'sscnzi:tlo di direzione, bensì un errore nclln misurn della. vclocitiì. Udii dire il 1,ondrn, or ò qualche mese, da J,iehk– necht: i. noi non c i inmrnnammo che su un punto; Rhbisnno valurn.to tro1>1>0 basso le probabilità di ilu• rRta del sis re111R capitalis~1. ... ,,. B se .llarx valutò <1uc-:;t(' prohnbilitiì troppo hasso, è 1>Crchè crcdctt.:- a una concC'nlrm:ionc cn1)italistictl e commerciale i,iì1 rapida di quella che 8i verifica in fatto. [n fotto lii conccntrR1.ioncnv,·icnc e la direzione 1..lcl mo,•imcato ò certa; il numero dei lnvoratori, dei proletari im– pic:-,"1ltinei vasti opifici di tanlticre capitalistico, ,,n sempre Cr{'SCcndo, bcnchè lentamente, in rapJ>0rto al numero dei proletari impiegati nello piccole officine e nello piccole hottcghc. t~ inoltre d1Lossenare che P so1muutto nello industrio dominanti e centrali, in (lucllo oho comnnduno n. tutto lo oltre, nella. mctul– lurJ,:io, nollC' miniere, nello ~randi tessiture, noi trn– wporti, eh<' cotedtn conccntra7,io11O si verifica; Jaddo\'O lrt tlispcrAionc, lo s1><'zzctt.unc11to 11011 sussiste che in nh•uni mmi SC'COndari,di1,endcnti o derivati. ~la voi ben intcmlcto che, dal punto di ,·ista so– C'ialr, non \'i hu 1)nr11::.,ronc po~~ihilc, 11011 vi ha pro– J>Orzionc, fra In dit11:1eminaziono di queste industrie ti<'CO!Hh:irice di1)cndenti o la. concentrazione delle grnndi industrie dominanti. Il giorno in cui, in tut,ti ~li opifici cnpitnli~lici, i proletari inrranno acquistitto coscicn1.a della le~ge della produzione, quel giorno la socier:\ saril ben prossima a tra.sformarsi; im1)c– rocchò già fin d'ora !"idea dei proletari agglomerati nelle 1trandi industrio capitalistiche si propaga, 1>cr contatto, sin nello piccole industrio disseminate., ove ancora so1•r11,•vivo11O le forme antiche della produ– zione. Lo "eclemmo di recente a Parigi nello sciopero dei maniscalchi. Non v'è industri[I. meno ca1)italistica di <1uosta; in ~onerale non sono che piccole officine di dicci o quindici O1>erai, l)ro,•enienti dalJe fucine dei villaggi, do,•c il padrone non lavorava che con uno o due opemi; ò l'antica forma della produzione; eppure t1tlo è 0,1.;gih\ 1>otc11z,idell'idea di associa• :dono com1111icRhiai proletari dalla grande industria, cho cotesti OJ)erai 11umiscalchi dello piccole otli:!inc tro\'arono modo 11 Parigi di sindncarsi e di fare i11 comune 11110 ijeio))cro; talchè l'idea dell'org,-rnizztt– :dono prolotnrin si 1>ropaJ.,'1l dalle industrie, nelle <1lutli la concentrazione capitalistica è già com1>iuta, ulle industrie, nelle c1uali la. disseminazione del ca1)itale e del lavoro ci;isto uncora. Ma ciò che ò vero, ciò che Bcrnstein dice con ra– i::ione, ò che noi non possiamo sperare che la con– centrazione capitalistica assorba tutti gli elementi clcll'attivit.à sociale; \'i sono sempre ilmumerovoli forme di hworo disseminate attorno alla grande pro– duzione concentrata, come poh•ere d'acc1ua. attorno aJ torrente, o noi non vellrernmo mai la mobilita~ zione generalo dcllf\ classe Ol)eraia, se qui razione o l'organizzazione operaia non camminassero .pili leste e non giungessero più hm~o del movimento della concentrazione capitalistica. Ed ceco dove Bern– stein riesce vittorioso 1 predicando ai lavoratori l'or– !,"ftnizzazionc sindatalc, l'azione l)Crsonale, che non si subordina strettamente al corso delle cose. Sì, ò ne– cessario che gli 01>eral si uniscano in Sindacati dove la. conccntrnzionc capitalistica suggerisce loro natu– rnlmcntc l'idcn dcll'nssoeiazionc; mn ò nuche ncccs- 11nrioch'essi 1rnppiono unirsi ugualmente dove l'in– dustria. capitnli11ta ò disseminata; bisogna cioò che l'nzione sindncfllc \'Ilda più lungo o più lesta dcll'11• ziono ca1>italistica cd ò in qucsLo senso che il Sin– dacato operalo è uno strumento rh•oluzionario! (C<mtiuu<i). OI0V..U"NI JAURi:S. IL REGIME FINANZIARIO DELLE ll\JI l~ESE 1-.!Ui',;ICIPALI<• I. Principii generali. 1. 0 Y,,,.ic ,.-:J>acle ,u tmvrese ,,w11,lcipt1li, - Iwp,·eile• SCt'Vl::l. - TtllJ>l'tlJC i,ulust,•iali. - I.mpre.,;e ln– tcnne(lie e lo1·0 cvoln::ion.e. ~ono imprese <li indole industriale, somiglianti, sotto molti nSJ){ltti, allo imprese pri\'ate, soggette a ~ran parte dello leggi e dei fenomeni che re;!gono le im– prese privato: dovono venire dirotte, <1uindi,seguendo criteri in grfln Jlflrte simili a. c111elli che nelle imJ}resc private vengono npplicnti. Il )l'unicipio nuovo, proprictnrio di queste imprciso, è un vero induistrinle: esso, talora, Agisce I;\ dove l'ini– ziativa pri,•nhl si !>Alesa h1rdn o insuflicienrc 1 e rosi costruisce, ad esempio, case i,:icniche n huon mercALo 1>er il 1>O1,olo dovo è scarsa l'ofl'crbt di abit;1zioni; c. 1 piì1 SJ)CSS0 1 a,:i:scc dove, per fatalit,\ tccnic:-1 C'd rco– nomica, si fornrn un monopolio, inopportuno e d1111- 11oso in nurni pri,•nte, dove questo monopolio 1>rivnto acquisterebbe, una inf:crenza inopportuna e dannmw sul demanio municipnle su,,rcmo, sulla \'ia pubhlica; e così impianta RC(jUC<lotti,:.,rasometri, officine ell't· triche, tranwie, reti iclefoniche, ccc. li Munici1>io nuovo, proprietario di c1ucste im1>rcsc, ò - riJ)Cto un \'Oro industriale: le inrnwrcsc. sopratutto della sccond1L specie - intraprese mO:. nopoliscicho - sono una diretta et.I immediata derivazione della formazione dei monopoli i privati, l~ serbano, in molta 1mrto 1 le tendenze e le forme ac• quistRto nella fl\Se 1>rivata.. Ma il ftttto che il proprietario di <1ucste imprese non ò più un ente privato, mirnntc solo al ra~~iun– i::imento di un profitto, mn. un cnto pubblico, mirnnte al benessere generale, introduce in queste imprese clementi nuo,•i. Es110 1>ossono distin:.ruersi - oltre che secondo ht l'Hj.done che sugg-eri,;;ce o i111po11C' l'ese rcizio mu nicipalo - anche 11ecoudo Pindole dei loro prodot.ti, dei servigi che rendono. Tutte hanno per iscopo la soddisfazione di bisogni generalmente sentiti, 1111\ talune si accostano ni .~rvizi 1mbbliri, Rltre inveco hanno il carattere di vere i1tdustrie JJUb· bli,-he. L'esercizio dello prime ò un complemento delle altre funzioni 1>il1antiche, più naturali, più generali ciel Municipio: come iJ Municipio stabilisce la fogn~ tura, emana regolamenti edilizi e sanitari, costruisce (1) ltlchlamlamo l'altenalone Citi lcUor1, cbfl seguono eon lntert'stt' la rubrica mu11lcl1•le, ,u (1uuto ar1leolo del no1tro N:d.attore ll)t'– t'lale ordln1rto, cbe cl ttmbra un rclloe tentaU1"o - nuo"o, 11oer (IUt'I CIie cl eon11a, ne.Ila letteratura muoldpale - di organJ.zure a 1\- 1temR I 1ntnclpll elle rt1r1rono IA nnan:,:a del 1en1:,1 l)Ubbllcl del IHIOVO )h111tc\plo. 1.•11.utore, • dlro Il vero, 11011 cbbo questa 11.mblztoneo 1nc• 1unztono; Cll'II1ra1.e OOCAIIOllfl Ili IUO ~rlllo dalle 011tnlonlellJJrCil~C tlA Arturo 1.a1.1r101a eo11tro le lm1•r~ munlclp11.11che rendono 1111 proDtto, e lo a1"en l11llto1a101em11llc,emc11lt1 cotl: ,,,,, tmprue m11HI• ciptlli debbo,.o dt1r• HH profttloP lla " nOI Pf'r'"e elle, per erretto dcllR \"&ila eom1)t1t~nxadello 14:rlllore, 1lar1C&laflllll ira lo mani la 1el11., IO aerino ftn\ per 01trcl)hurt1 di rra11 11.anr• l'lnlenzlone e 1•01.11.11euo po1e1111co, per 1u11nmero 1111 valoro 1eorleo di porlal" 111ùce11er111e. Coerentemente R clb, I0illl11l1111110 Il lltoto e lnlroduC<lmmo le dh·l1lont e 1 1ot1oilloll olio el J)Rrvoro 111ùncoonol ad orlontRro e" rlposttro ti lottore. 1,a m11terl11 rattaia dat noslro M1mklp:JIU era &tata ghì. &noratll In arllooll 11r&eede11II del111 Critf.c«, ma qui trov11.un 11lù0011cre10 orranltmo o ta 1)re11ent1re,e,nbrlonalmento, la 1>0Ulblllli di un lrac.– lato di nnamu. cJcl&erl"liitl comunali. 00111 man mano, da.I ram, che andl1mo rAOOOf'llc11t10 ed IUu.ttrando nel ,,·otl.:lorlo, 11uoige la teoria, cbe proteuorA IU tll Chi IIU0\"I f!ISCI tll luce. (L,1, CIUTICA SOCULE).
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