Critica Sociale - Anno X - n. 14 - 16 luglio 1900
218 CRITICA SOCIALE munnle, che in Austria - come in tutte le altre nazioni - non oltrep.lssano il 25 ¾, da noi raggiungono il 100 °lo dell'imposta principale! ( 1 ) J,!sso ci nJ)pare meglio, nella sua qualità. di nume tutelare dcll'auspie:1to rinascimento agricolo, ~~llorchò indossa 1:t veste di accentratore e ci fa ricordal'e come, me11t1·e l'imposta rondiaria sui terreni, pag:~tiì allo Sta.to, ò diminuita da 129 milioni circa (18i1) a 106 milioui; quella JH'Ovinciale da 29 milioni (IS71) è salita a 54 mi• !ioni e quella comunale da 5G milioni circa (1871) nd oltre SOmilioni(!). Oude possiamo calcolare che, su un miliardo di reddito netto, che cli~ l'agricoltura italianri, pesano, fra. imposte paga.te allo Stato, al Comune ed alla Pro,•incia, 242 milioni: circa il 25 °lo! Una delle condiziou~ alle <Lualigiustamente è subor– dinato il successo di queste Federazioni agricole, è quella dcll'i1westimento dei ca1>itali regionali nell'industria. ter– riera. l•:bbene, ò un'utOJ>ia anche quella, finchò il {ìo– ,·erno - il nume tutelare della riscossa agronomica! - mantenendo il saggio sulle cartelle del Debito Pubblico al 4 °/ 0 ed aJ;sicurando in tal moclo ai uosh'i C'aJ)italis;ti una sì clo,•,tta e sicura prebendrt (in Inghilterra, giova t'icordarlo, il saggio è del 2 '/,¼e iu Vrancia del 3 °, 0) 1 li dispcnserìi dalle cure e dai !'ischi della. specuhlr.ione agricola., nella stessa. guisa. che di~JlCusa i J)rOduttori attuali dal produ1·rc pili e meglio, con i dazi i protettori. \'edano bene, adunque, i signori ispettori scolastici, generosamente adoperantisi in questo tentativo di risur– re1.ione agronomica dell'Jta\ia meridionale, Yedauo bene da qual parte è l'ostacolo da rimuovere. Si è sempre affermato che noi meridionali siamo indolenti, incapaci di qualsiasi inir.iativa, che 1·ichieda continuo e sagace dispendio d 1 energia 1 perchè .... siamo meridionali, perchè abbiamo torpido il sangue nelle vene, perehò viviamo ad un certo grado (li latitudine ... e Niceforo dica nncora!– '.l'utto ciò sarà. vero, ma è una 1,arte sola del vero: l'altra ò che, ad un complesso di fattori economici negativi, va aggiunta, come causa del nostro pauJlerismo sociale, l'influenza cleletcl'ia, di un sistema di Governo, insipiente e paralizza.toro d'ogni tentativo di l'isveglio, d'ogni a.spi– razione <li benessere. Lo cifre - che non sono nò opinioni monarchiche, nè socialiste - sono ltt 1\ dimostrarlo. Xè è sperabile che il sistema abbia presto a mutare. Guardiamo ai ratti, no11 alle parole: pensiamo i\i 393 mi– lioni cltiesti J>er l'esercito e agli alt1·i 40 1>erla marina., alla imposta sui salari, e 1>oi .... aila {ore(, per tutto ciò che non suoni panegirico dell'attuale regime - per tutto ciò che si J)l'OJ}One l'elevamento morale e intellet– tuale della classe la,•oratrice - elevamento che è mezzo jndisJ)ensa.bilo per conseguire quello economico, obbietto, questo, in ulfona analisi, dell'odierno apostolato degli ispettori scolastici, mandatari del Governo. I qua.li, dunque, riflettendo a tutto ciò ed affinando i loro criterii alla cote dcll'es1>erienza pratica quotidiana, c'è il caso - se sono veramente sinceri - che fluiscano per diventare dei "SO\'Versivi ,,, come " so,·Yersivi ,, di,•en– ncro testò a Xapoli quegli scienziati, i quali - pure alieni dalla politica - dovettero constatare come il Jlil1 JH'eziosoalleato della tubercolosi sia per l'appunto il Governo - mentre fa mostra di scendere in arme con– tr'essa. - come ora la Mi11erv<t contro il nostro paupe– rismo agricolo! J.'ortunatamente anche quaggiù oramai molti occhi ( 1) ),', ;'lfA(WIOltl! l'~:ltSI: .Vovi.11~~11l0 tcQll()IJdCO e 8Qci(l/e ili llali11 - l'nlcrmo, 1893. l') A,11111<11·.0Sfflll.SfkO J.f<t/1<11101 IS':IS, B10 1oteCA l' no n1arGo Il si schiudono, molti intelletti si snebbiano, e la lezion<' delle cose inesorabilmente ve li aiuta. ..\Ila coltura intensiva, alla organir.r.azione tecnica del la produzione agricola, meglio di tutte le belle frasi, ci tra- I scina la. stessa evoluzione economica e•intellettuale, com– piutasi1 benchè con lento processo, anche quaggiì1; Po• snurimcnto di quella vasta zona verr1inc - la ri:::en•a della coltura estensiva - che di questa era il preci1rno elemento di soprnvvive111.a; cd infine quell'impulso co– s;ciente, che erompc 1 come un monito sailltare, dal sen– timento del nostro malessere economico e cln.lla }Je1·ce– zìone delle sue cause. E sì comincia ad intendere che le riforme, che dovreb– bero agevola.re lo sviluppo della coltura intensiva 1 au:.-::i 1·cnderno possibile l'introduzione - riforme che vftnno dai falcidia menti ai bilanci della guerra e <lei!:~mal'ina, fino alla. riduzione della lista civile, e dallo sviluppo del– l'insegnamento ,~grario n.lla. protezione del lavoro a~ri– colo - ce le darà bensì un dì o l'altro il Ooveruo: ma soltanto mercè la. pressione dei 1}arliti vopola·ri, dei de– putati ad essi ascritti; rinvigoriti nel battesimo ciel suf. frni:i-iopoJJolare e nella coope1·11zionecosciente e atti"n degli interessati, cioè delle masse J)roduttrici 1"itempn1te da una :-.ana e rorte educar.ione 1>olitica. 1··11.\:-;01-;sco C1ccon1. BERNSTEIN E L'EVOLUZIONE S CIALIST IIL Nessuna, dunque, delle teorie di Marx ò scossa o intaccata dalla critica di Bernstein e dc' suoi amici; e 11011 i;olo - ò questo l'obbiettivo della mia dimo– strazione - non solo le teorie di )fon: sussistono sempre, ma ò dimostrato che, per la teoria del va– lore, per la concezione del niaterialismo economico, per Ja concezione dialettica, per la duplice ar.ione evolutiva. e rivoluzionaria) non una delle teorie, non uno dei principi i o dei grflluli metodi di MaL·x esclude l'azione e l'intervento diretto, imme <lia.to , quotidiano, continuo, in senso riformatore, del proletariato or– ganir.zato. Comprenderci che si tentasse scuotere la teoria 1111:u-xista 1 se essa immobilizzasse il proletariato nel– l'allucinazione aspettante della società. futura: se il proletariato potesse dalla teoria marxista concludere che il corso della dialettica basten\ ad emanciparlo. 1\fa no; ciò che fa. la profondità e Ja vita della teoria marxista ò che lo sviluppo ne è sempre calcolato pe1· guisa, da mettere al servir.io del proletariato la forz,, della necessità e da obbligare ogni giorno il proletariato a completare, con tutte le risorse della sua. nzione, e a realizzare questa immanente forza della necessità. :Ma forse sono vane tutte queste discussioni ed in– terpretazioni? Non è forse da temere, eia talune con– statazioni e obbiezioni di Bernstcin, che certi clementi di fatto 11011 ci permettano di sperare il trionfo del socialismo? Bernstcin pretende che nè la concentra• zione industriale, nò quelln degli scambi, hanno la. intensità. e la. rapidifa iudiciìtc da Mrll·x i e) se fosse vero, in <1uclla misura che Hernstein sostiene, che lii concentraiionc industriale e capitalistica procedo con tale Jentezia) eia far disperare ch'essa giunga nui aJJa fino i se fosse vel'O che il gioco naturale delh~ società capitalistica può l'iescire, senr.a. rompere J'c– quilibl'io stesso del capitalismo, a una. l'ipartizionc infinitamente pili equa dei bcneficii del capitaloj S;"t,• rebl>e allora infatti possibile credere compromesso l'avvenire ciel socialismo. Su <1uesto punto Marx 11011
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