Critica Sociale - Anno X - n. 12 - 16 giugno 1900
CRITICA SOCIALE 183 1ontana J>er poter agire in questo senso, e fin d'ora sa– rebbe JJil1 facile sviluJ>pare l'idea di associazioni di J>ic– coli commercianti allo scopo di acquistare in comune. Per tal guisa il piccolo commerciante non è pili isola.to e assfoura la propria condizione entrando in una forma economica superiore Ciò JJuò essere il frutto di una pro– paganda assai lunga, ma che sarebbe realmente efficace, quando fosse ben organiz:r.ata e venisse penetra.ta di idee generali che mostrassero il senso di tale evoluzione. La vittoria dei na;dpnalisti, dunque, è dovuta ad altre cause. Anzitutto vi hanno quelle che toccano special– mente la. popolazione mezzana, com1>rendentc sopratutto il piccolo commercio. Questo non forma a Parigi un ele– mento molto stabile; ogni anno è rinnovato da una im– migrazione dalla provincia, il che rende la situazione di Parigi nbbastanza analoga a quella dell'Algeria. Ve– nuti per formarsi ra1Jidamente unà J)iccola fortuna, i commercianti }Jarigini sono quindi sensibilissimi a tutto ciò che lede i !01·0interessi. Una misura presa dal Con• siglio municipale relativa alle botteghe, tendente alla diminuzione delle ore di lavoro degli impiegati, li rese ostili alla maggioranza raclicale di quel Consiglio. 1,;sic,. come i Consiglieri radicali avevano pochissimi punti di contatto coi loro elettori, questi rimane,,ano in balìa di tutte le influenze contrarie. Sotto il pretesto della lil>ertù. delle botteghe, si 1mrlò ad essi di libertà religiosa, di tol– leranza, li si sgomentò col "'settarismo ,, radicale, eclessi erano tanto piì, disposti ad aggiustarvi fede dacchè i ra– dicali non faceYfrno alcuna propaganda di idee generali e non richiamavano Pattenzione su veruna delle que– stioni che il futuro Consiglio dovrebbe risolvere a pro– posito del rinnovamento dei contratti di monopolio del gas e clegli omnibus. Di pili, il giornalismo della sera, al quale è 1,articolarmente sensibile i! bottegaio stanco della giornata e irritato de' suoi insuccessi, era intera.– mente in mani nazionaliste. S01m1.quei cen'elli, s1u·ov– visti di ideo generali e inrnsi dall'odio della concor• ren.r.a, la lettura della Patrie o della 1>resse non poteva non avere efficacia. Un solo tentativo si fece }Jer rimediare a tutto ciò; e furono le Universitù 1>01>olari, che oggi esistono nei di– stretti di Parigi. Ma, l'opera IOL'O non può produrre ef– fetti in un giorno, poichè si tratta dell'intera formazione di un cervello, e tale influenza deve estendersi dalla " eletta ,, dei loro uditori alla massa della IJiccola bor– ghesia parigina. Infatti è nei soli distretti dove esiste da più di un anno l'Universifa del Ji'aubom·gSt. A11toi11e - l'll. 0 e 12. 0 distretto - che ebbero luogo elezioni csclusi\•amcnte socia.liste. . . . Parpamo ora delle disfatte socialiste e delle ragioni 1,er le quali la minoranza socialista di certi quartieri (Notre--Dame, Petit-llont--Rougc, Arts-et--metiers, Bonne– Nouvel.le) votò al secondo scJ'utinio per i candidati na– zionalisti. }; qui convien confessare che Punitù. socialista è ve– nuta meno e che l'organo del Partito socialista, il Co– mitato generale, \'Cime meno del pari. Si parlò della " formola unica ,, im1JOstadal Comitato generale a tutti i candidati e vi si vide una prova cl.L'esso" è apJJarso come una crescente forza di unione. ,, Son questi i ter– mini ado1Jerati dal nostro amico Lagardelle nel .Jllottvement socialiste del 15 maggio. La formula in discorso è quella che servì di base alla co1wocazione del Congresso nazio– nale di Parigi. Ala essa non J)otcva affa,tto bastare a pro• durre una " chiarn manifestazione dell'unità clella dot– trina ,,. o Bar Jn primo luogo, tenendosi a siffatte· generalità e la– sciando alle organizzazioni la cura di s, 1 i.1upparle secon<lo le loro dottrine essenzialmente<liverse, il Comitato gene• raie confessfwa la sua volontìt di non intervenire nella lotta e di farsi conoscere, non dalla massa operaia, ma soltanto dai segreta.ri del Comitati elettorali. 1l proleta– riato non poteva quindi affatto sentire un organo uni– tario, e le organizzazioni, che lottavano l'una accauto all'altra in certi distretti come in certe città di provincia, indicavano così che non vi era ancora unità di partito, e men che meno " uniitt di dott1·ina ,,. Or fu cotesta la sola, manifestazione conosciuta del proletariato. D'altrondei la battaglia non si combatteva1,ro ocontro la formula generale j le formule astratte sorpassa\'ano di gran lunga la lotta elettorale; e il nostro amico La– gardelle, che ben a ragione JJrotesta contro l'insegna– mento patriottico Cl'eato dagli organi.r.zatori dell'istru– zione primaria, insegnamento ehe 1 mercè le formule pa.– triottiche non comprese e uon svolte, flnl J)e1·creare in parte il mo\•imento nn.r.ionalista, 1,otrebbe chiedersi per analogia. a che cosa riescono in fatto, fra, l socialisti, le sole formule generali. Esse dispensano gli opera.i e i piccoli borghesi da. ogni -sfor.r.o di pensiero, ed è così che tutti poterono ritmi1·si, come a Parigi nel secondo scrntinio, sui cnndìdati nazionalisti. J~pJrnre non mancavano le questioni d'interesse gene– rale. 11 Sindacato del gas aveva domandato che, allo spi– rare del monopolio della Compagnia, gliene venisse af– flclato il servizio; il Sindacato degli omnibus clomandava l'esercizio delle nuove linee di tra.mways, e di quelle della attuale Com1rngnia, al termine del suo monopolio, nel 1910. Erano questioni che interessavano l'organizza. zione e le capacifa della classe OJ>eraiitjesse potevano aprire il campo a discussioni fra i partigiani del lavoro dato in Regia e quelli della concessione dei servi.r.i a Sindacati operai. ]~ tali discussioni sì co'nnettevano a quelle sul disegno d.i modificazione clella legge sui Sin– dacati, presentato dal .Ministero Waldeck-Housseau Mil– lerand. Brano insomma questioni interessanti diretta– mente il proletariato, la popola.r.ione pal'igina. :Ma il Co– mitato generale non se ne curò; le organizza.r.ioni che Io compongono tengono sopratutto ad assorbirlo, e quelle questioni furono discusse localmente, in }H'ovincia, al di fuori di esso; la sua incapacità di ap})ortare un ordine del giorno persino sulla questione del.la limita.r.ione alla giomata di lavoro aveva aHertito i grupt>i del la pro– vincia e le federazioni regionali. J l Comitato generale, adunque, non ebbe alcuna azione dal 1rnnto di vista municipale. Non ne ebbe di J)H1dal punto cli vista politico. Esso }larve ignorare che vi era lotta fra il nazionalismo e la democrazia re1rnbblica1rn. Nò al primo, nè al seCondo scrutinio non votò alcuna risoluzione per domandare agli elettori socialisti <li sal– va.re la Repubblica. ILrisultato è noto: al secondo scru– tinio, come già narrammo, furono eletti a Parigi parecchi nazionalisti) col concorso di voti che, al tJrimo SCl'utinioi erano andati a candidati socialisti. L'Agglomerazione J)a– rigina del Pm·t-i,ouvrier français, fedele in ciò alla tat– tica astensionisfat degli eletti di questo partito alla Ca– mera, aveva con dei manifesti ritirato i suoi candidati, lasciando giudiei gli elettori della condotta da tenere. Questi partiti di " op1,osizione ,, condussero gli elet– tori a votare per i candidati di. " opposizione ,,. l! l'a– zione unitaria del Comitato generale è così JlOCOsen– sibile, che essa non potò so1,primere neJJpure le divi• sìoni sco1Jpiate fra le organizzazioni alleate, come il Parti, Ouvrier frmrçais, e il Parli socialiste revoluU011•
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