Critica Sociale - Anno X - n. 10 - 16 maggio 1900
CRITICA SOCIALE 153 Riguardo alla proprietà privata, si è visto che anche uel sistema loriano perde il vero contenuto. Riguardo all'interesse individuale, regolato in modo artificioso dal collettivismo, non sembra che la mera posizione del diritto di terra libera basti per farcene ritenere la spontaneità. In effetti l'impulso ad .agire è anche qui eguale in intensità presso tutti gl'individui; e nessuna iniziativa lucrosa è possibilesenza che i suoi effetti eccezionali vengano. mercè il diritto sociale alla te1·ra, usufruiti anche da altri. Chese si ammette la possibilitàduratura di questi lucri eccezionali, allora la legge del valore non sarebbe pii, quella data dal quantttin di lavoro, perché vi sarebbero merci che si venderebbero ad un saggio supel'iore a tale quantum. Guardando bene al fondo, il diritto qualitativo alla terra è un ingegnoso modo per poto,· esclu– dere ogni benefizionaturale di monopolio: ma esso è praticamente inattuabile senza socializzare la ricchezza eccezionale cli cui si tratta. Riguardo alle ricchezzeprodoltesislematicamente, esse avranno o non avranno un prontto, in terra libera pe,· dirtuo, a seconda che dominerà o non dominerà il regime della libera concorrenza. Nulla ci vieta di supporre che tale regime sarà attuato. Ma allora l'elisione del profitto dipenderà da cause del tutto economiche, indipendentemente dalla ca– tegoria ideale, postulata dal Loria, del diritto alla terra. . . . Inoltre il principio del diritto alla terra non è sufficiente a spiegarci l'eliminazione del profitto, sah·o che non si supponga che la potenza di capi– talizzazione e di risparmio sia eguale presso tutti gli individui. Se A ha bisogno, per coltivare la sua te,·ra, di un capitale del quale non dispone che in pal'le, egli deve ricorrere ad un prestito da JJ, che ne ha uno esuberante alla p,·opria produzione. Ebbenel perchè il grado di utilità dei beni futuri, che A otterrà con la sua produzione, è maggiore<lel grado di utilità dei beni p1·esenti,ch'egli prende a mutuo da B. esistono le condizionieconomiche necessade e sul0cicnti per il pagamento dell'interesse. Ancora: se Prirnus, dopoavei' lavorato la su.a terra, o meglio quella quota che il diritto sociale gli concede, ti·ova tempo di trasrerirsi a lavora1·0 prosso Secundus, questi troverà mododi pagare a Primus uu salario ed esonerarsi dal lavoro tulle le volte che un'an– tecedente capitalizzazione lo metta in grado di astenersi almeno temporaneamente dall'accudi– mento produltivo. P1·i1nus, iu vista dell'aumento ,della sua ricchezza,tro, 1 e1·à conveniente di prestare "jl suo ser,•izio a Securv..lus anche nel caso che questi paghi solo una parte del lavoro pre.;tatogli: onde la possibilità, almeno eccezionale e transi– toria, di profitto. Se queste nostre osservazioni sono vere. cade il mera,•iglioso miraggio che irl'adia la società futura I oriana: fra le pieghe del mondoezualitario guizza repenle il sinist1·0lampo dello sfruttamento, Per• l'eliminazione radicalo del profitto occorre pensare che, a fìancoal diritto alla terra, sia somp,·e vivo anche il diritto al capitale. Po1·chè,mentre un lucro eccezionale da parte di un produttore di capitalo viene eliminato mediante il diritto quali– tath•o alla terra; O\'O tale lucrJ derivi da uno spectate impiego di capitale, in qualsiasi modo prodotto, la cessione della terra da parte del pro– duttore è impotente a inibi1·e il profitto, perchè egli percepirà un lucro eccezionale (profitto) ovunque investa il suo capitale. Osserviamo ora la teoria del valore in te1·ra li- be,·a, t.-acciata dal Loria nella sua Analisi·della vroprielà capitalistica. In terra libera, l'equazione del valore dei pro– dotti indica semplicemente che una eguale quan– tila di lavoro è stata impiegata a produrli, iu quanto la dirersa proporzione di capitale tecnico occorso alla loro produzione non ha avuto alcuna influenza sul valore, ma è concorsaad attenua1·e la densità del lavoro o ad accrescerne ta v,·odutti– vità ('). Accettata tale legge di valore, è chiaro che la ditre,·enza di capitalizzazione, nella società avvenire, non potrà determinare alcun reddito a danno del consumatore. Ma questa legge ci è parsa sempre infondata. Infatti pe,·chè il capitale eèce– zionale, onde un individuo dispone, gli può con– sonlire di produrre, nell'unità di tempo, una somma di beni maggiore della media, egli vendera la sua merce nel mercato, dove, per la nota legge d'in– differenza del Jevons, domina il prezzo unitario. ad un prezzo superiore al costo, percependo cosi un lucro a danno del consumatore. La considerazione csclusi\•a del diritto astratto verso la terra, indipendentemente dal diritto ver30 il capitale, do"eva necessariamente colpire d'unila– teralità l'esame del Lol'ia. Non è possibile istituire nessun esame posilh•odei fenomenieconomicisenza tener presenti le condizioni generali della produ– zione: le trascuranza d'una di queste condizioni, il capitale, fa palesi tutte le conseguenze erronee in cui cade il sistema loriano. Per elimi11are questi lucri eccezionali do\'uti ai capitali eccedenli la media di quelli posseduti dai produttori ordinari, occorre la libera concorrenza; la quale a sna volta non è possibile che da parie dei capitali di grandezza eguale a quelli che per– cepiscono il lucro eccezionale. Da queste osservazioni noi inferiamo che la pos~ sibila oli"minazionedel profillo è solo deducibile dal principio economico della libera competizione: e che le conseguenze egualitarie della società fu– tura dipendono da tale forza e non eia quella po– stulala dal Loria del principio del dii'illo alla terra. . .. Ed ora chiudiamo queste noterelle critiche che siamo Yenuti abbozzando intorno al vasto sistema di Achille Loria. Il sistema loriano, pur essendo condotto con in– tendimento e metotlo stcirico, coincide con le Ye– dute della scuola classica di economia, in quanto sostanzialmente esso riconosce l'esistenza di leggi naturali assolute, vigenti in terra libera, cioè a dire ìu un regime economico egualitario. Oggi, dai grandiosi teoremi dell'economia classica, perf•– zionati dal nuovo indirizzo edonistico, si viene de– ducendo tutto un corpo di dottrine, tendenti a sta– bilire le condizioni economiche produttive dell'ar– monia economica della società. Così per diveese vie il Loria, mettendo a nudo, o spessoesagerando, la gran rete del monopolio degli elementi produt– tivi o dimostrandone i danni dis:istrosi e tremendi, si concilia con la tende111.a neo-liberistica, che di– mosh·a trionfalmente la necessità di abbattere tale monopolio. In quanto il sistema del liberismo radicale, il si– stema del socialismo e il sistema loriano sono indi• rizzali cont1•0 il monopolio degli elementi produt!ivi, cioè a dire contro qualsiasi sfruttamento, essi ci da– ran·no glf elementi necessari per aSsurgerè ad una nuova·sintesi teorica, più comprensiva e scientifica, che, svelando il segreto dell'oggi, schiuda la visione della società futura. . (1) LORI.\, ,htQU.f, voi 1, t)Agg. 35 a "·
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