Critica Sociale - Anno X - n. 10 - 16 maggio 1900
CRITICA SOCIALE 151 per ricostituire la negazione del diritto alla. terra avrebbe per conseguenza nuovi disastri, nuove crisi, nuovi danni p1•odutt.ivi.Ma questo elemento di esperienza, che ha un carattere soltanto mentale, mostra che l'affermazione del diritto alla terra, pit1 che l'effetto del cieco operare delle cause econo– miche, è la conseguenza stessa d'un atto di ra– gione. Perchè, se infatti si ammette la possibilitB. di ricostituire il sistema capitalistico, significa che alla nuova società a terra libera non presiedono cause rigorosamente fatali ed indeprecabili. E ciò è facilmente dimostrabile. Esistendo la terra libera, gli uomini, sotto la tendenza egoistica di costitui1·si un profitto, hanno creato le condizioni della terra occupata. Ma la negazione della terra libera adduce ad un danno collettivo, che induce la società a ri– tornare nel suo grembo. Dunque lo spirito ideale del sistema loriano è di most,·are che Ja terra li– bera è la condizione del massimo benessere sociale, e che ogni deviazione da essa è cagiono di tali danni che ne impongono la ricostituzione. In altri termiai, la società capitalistica è l'e{fotto dell'er- 1·01·e; e la reinstaurazione della terra libera ò la correzione di tale errore, suggeri~a clall'e~perienza. Infatti la base della società futura !oriana sta nel dl1·ltto alla terra. Le cause di rigore economico cedono ai principii di ragione. Supponiamo che la supel'fìcie territoriale divisa pel numero della popolazione non dia la proprietà pe1' tutti dell'uni/ci fondiaria, ma solo per uaa parte del popolo, oppure supponiamo che il soprav• venire di DUO\'apopolazione tl'ovi di già. occupata Ja terra: nell'uno e nell'altro caso, vi è gente che rimarrà sfornita economicamente, cioé material– mente, di terra, e quindi sarà. costretta a locare le proprie braccia presso un produttore di capitale che eserciterà· di nuovo uno sfruttamento. Perchè ciò non avvenga occorre: 1. 0 che il sopravvenuto abbia il dil'itlo di chiedere sempre quella qualsiasi po,:– zione di terra-che risulta dividendo la superficie tel'ritoriale pel numero degli abitanti, lui compreso; 2. 0 che il produttore di capitale sappia che, ove il sistema capitalisla si reinslaurasse, tornerebbe a ingenerare il sinistro eff~tto per cui si dovè l'isol– vere. Loria a ciò risponde che nella società. futu\'a vi sarà. una legge di popolazione correlativa di un « parallelismo automatico tra la produzione e le genti », derivata appunto dall'esatto controllo che la società futura potrà faro della decrescenza del reddito, e che la costringerà. a frenare la p1•ocrea– zione (I). Ma anche tale nuova legge di popolazione limitata è l'eff~tto d'lrn elemento ideale, che ricevo soltanto suggestione dalle condizioni economiche, ma non ne è l'effetto meccanico. In effetti, non v'é un interesse egoistico ed attuale che spinga i produttori ad impedire la procr~a– zione. Qualsiasi ulteriore popolazione potrebbe in– vece venire impiegata, per attenuare il lavoro a cui ogni produttore dovrebbe sottostare. Inibito in– fatti il diritto alla terra ai nuovi sopravvenuti, questi sarebbero costretti per vivere a subire un salario, cioè a dire, a cedere una parte del loro lavo1·0 ai proprietari. Dunque, O economicamente possibile, nell'associazione libera, lo sfruttamento I del lavoro. . Per evitare tale conseguenza contt'addittoria, il Loria ha posato il principio universale d~l diritto alla terra. Ma tale diritto, lunga dall'essere un'im– periosa esigenza dell'ulteriore fase economica, è un principio a v,•iori, derivato da elementi non eco– nomici, che il Loria, in ossequenza al suo prin- ( 1) Lor.1,\, Cosutu%. econ., pag. 'H, ~ ,tna1hl del:a propri ad oi.:– plta!tstloc, pag. 1!89. a cipio di causalità. economica, cerca invano di porre sulle basi materialistiche delle condizioni stesse della costituzione economica. Non è difficile il persuadere il lettore del fonda· mento di questa nostra critica. Basti ricordat•e che Loria suppone un homo ceconomtcus naturalmento dotato d'istinli egoistici. Perchè mentl'o esisteva terra libera, l'uomo ne ha clisfrutte le conseguenze economiche e si é procacciato con la violenza un profitto 1 Evidentemente in base alla natura egoi– stica del suo spirito. Ebbene, perchè nella società futura, in cui la teri·a è limitata di fatto, egli la rende ltbe,·a di diritto, inibendosi coscientemente quel profitto che rese U-miiata per <ti ritto la terra quando era libera di fatto? Rispondere a questa fondamentale domanda, come fa il Loria, dice11do che l'esperienza dei danni derivati dalla tendenz~ al profitto impedisce all'uomo di ricostituire il si– stema capilalistico, è cadere nell'illogicità più appii· rente. Infatti i danni derivati dal capitalismo sono all'estremo limite del suo operare: ma, se questo sistema O invalso per un periodo secòlare, signific~ ch'~sso è stato suscet,tivo di vantag~i per coloro che lo crearono inibendo la libertà. della terra. In vista di questi vantaggi, anche t1•ansitori, ,dat.a la nahu·a egoistica dell'uomo, la terra libera per diritto suppone una modi(tcazione della natura umanà, pet·chè altrimenti si avrebbe la ricostituzione del capitalismo di pieno fatto, in quanto pe,· la prima volta la terra silrebbe spontaneamente occupata. Adunque la descrizione, che della società. eguali– taria ci dà il Loria, è dedotta dal principio ideate d•I diritto alla terra. Univer,alizzato tale diritlo, solo allora e concepibile quell'inesistenza di pro– fitto, che, entro le ipotetiche condizioni !oriane, è possibile. Vod1·emo subito, contro il Loria, comé l'elimina– zione del profitto e dell'interesse può e1sere, nel sistema del diritto alla tei'ra, impedita da circostanze del tutto consentanee a tale forma economica. Ora fermiamoci sull'indole generalo di questa costitu– zione a terra libera per diritto, che il Loria pone come stato limite dell'evoluzione della storia sociale. Essa poggia nel diritto di p,·oprietà, riconosciuto pe1• tutti, in guisa che niuno subisca usurpazione da parte dell'altro uomo, e che ciascuno abbia nel suo simile l'uguale e non già il padrone o il servo. I tratti di quijsta società. sono dunque armonici, e a fianco all'abolizione delle classi vi è l'esclusione radicale di ogni dipendenza o dominio. L'ugna· gtianza è armonizzata con la libertà. La solidarietà sociale è la legge dominatrice, che fonde o armo• nizza gl'interessi. Il massimo bene del singolo non ò più in contrasto con il bene sociale. Da questo lineamento della società futura si scorge dunque che le conseguenze del sistema loriano sono tlott1•inariamente socialistiche. Non v'ò, come })UOSsi a primo tratto pensare, sinonimia tra socia– lismo e socializzazione ecouomir.a (comunismo, col· leltivismo, ecc.): il socialismo non isb\ in uno spe· ciale sistema, e l'abolizione della proprietà, ossia .J 'av.oc -azionedella gestione economica da parte del– l'ente collettivo, è una delle forme dotlrina1·ia– mente possibili del socialismo teorico. Er,·erebbe dunque chi vole3se disconQscere il carattere socia– lista dell'economia a terra libera« gludicando della sostanzd pe,• la f01·ma ». La socializzazione, nella mente dei socialisti tradizionali, è assunta solo in vista cli quegli effetti cli solidarietà economica, che il Loria ricerca nella sua assoc.iazione mista: onde economicamente, dal punto di vista dottrinale, l'eco– nomia socializzata equivale l'economia a te1·ra libera. Sicché noi sappiamo di pronunciare un giudizio inconfutabile affermando che il sistema loriano si risolve in una dottrina socialista. E ci meraviglie•
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