Critica Sociale - Anno X - n. 9 - 1 maggio 1900

CRITICA SOCIALE 13i poteva soddisfare l'esigenza materialistica del si– stema: essa ~arebbe stata una discontinuità logica, in quanto avrebbe opposto 1111 virtuale principio di raiione ad un sistema di fone concrete. Ma chi ricorda la spiegazione, che della funzione ideale, che svolge il principio della terra libera nel sistema loriano, noi abbiam dato ('), può ora ben rendersi ragione del come tale discontinuità non è qui su– perata, come non era superabile. Tutta la successione delle fasi storiche della co– stituzione capitalistica non esprime se non le de– viazioni, che la tendenza egoistica e personale dell'uomo ha prodotte, dallo staio di natura della libera terra. Per spiegare il passaggio obbiettivo e reale della presente fase capitalista al regime di terra libera, occorrerebbe che questa fosse elfettiva– mente uno stadiodi sviluppo storico, e non già, qual è realmente, l'ipotesi onnipresente, senza della quale tutto il sistema loriano non si potrebbe spiegare. li sistema economico è raffigurato dal Loria come un sistema di forze agenti in guisa da escludere, nelle varie condizioni economiche, l'affermazione della libertà te,·riera. La schiavitù, il servaggio, il salariato non sono che mezzi dive1•3i dit>etti all'e-<J sclusione del principio che ne scrollerebbe la base: la terra libera. Pl'escindete da questa ipotesi e non saprete più spiegarvi il rapporto di consistenza e di successione di queste va,·ie forme economiche. Il passaggio dal capitalismo alla società egualitaria non è che la correzione di condizioni turbatrici d'una forza ipotetica, che è la terra libera. Il pas– saggio è così idealmente necessario. Basta la conoscenza comparativa del maggior benessere economico che si godrebbe in terra libera e delle enormi dispersioni di ricchezza presenti, per spiegarci, secondo lo spirito del sistema loriano, l'abolizione della appropriazione fondiaria e.;clusiva. Ed infatti, nei suoi antecedenti lavori, il Loria avea, dalla necessità, imposta alla popolazione, d'una maggiore produzione, iof9rita la necessità di ero– sione della forma economica pre,eute ( 2 ). Nella sua opera recente, invece, di tale passaggio ha voluto dare una spiegazione più diretta, concreta, auto– matica: ma l'indole del suo sistemi si opponeva a tale spiegazione, ed infatti non v'è riuscito che a costo di contraddire le leggi della condotta eco– nomica. In effetti, la società capitalistica non po– trebbe esse,·e, nel sistema loriauo, la madre della terra libera, perché tra la prima e la seconda non v·è rapporto di causalità storica, ma la prima rap· presenta una defigurazione dello stato ipotetico e normativo della seconda. La società capitalistica cosi ha da eliminare degli elementi che costituiscono la perturbazione di quella condizione di terra libera che le sta al fondo. Un'analogia con la concezione ma1•xista ci farà meglio intendere l'anzi detto. . .. La tesi formidabile, che ha appassionato graude– mente gli spiriti, è quella, che dopo :Marx non ha avuto pii'1 gagliardi sostenitori, dell'accentramento e del concentramento capitalistico. Questa dottriua, nelle mani dell'autore del Capitale, fu uno stru– mento poderoso a dimostrare il corso naturale e meccanico dalla produzione capitalistica alla pro– duzione unitaria, socialmente diretta. Data la verità della premessa, e concepì to il corso storico alla maniera obbiettiva marxiana, le con.!ieguenze che il Marx ne traeva erano esatte. Per confutare il Mux occorre\·a o negare la preme5sa. del concen• tramento o controvertire i termini del problema da elementi obbiettivi in subbiettivi. Co~i, sosti- ( 1) Nella 1.a. e~.• parie di questo scrilto. 12) Vedi L-:tpo;,ola:t·ne ea (l st.ttema scctale. '-' I J l .J tuendo l'uomo economico all'astratta categoria « ric– chezza » usata dal Marx, si poté dire cl10 il suo problema era vero fino a quel punto che l'associa– ;done dei coefficienti produttivi couveniva all'agente economico e non oltre. Ma, nel caso del Loria, il passaggio meccanico dal capitalismo all'associazione· mista può essere confutato sul terreno delle. sue stessepremesse. È quanto abbiam fatto di sopra. La teoria catastrofica del Loria è proprio l'op– posto di quella di Marx; essa nella tendenza alla sottovalutazione ripone un decentramento continuo dell'elemento produttivo fondamentale: la terra. Le crisi, deprezzando la terra, la rendono accessibile alla classe operaia: di qui la ricostituzione sempre più accentuata del piccolo possertimento, fino al mo• mento in cui l'ultima particella di terra « colpita dalla crisi e lanciata in circolazione ad un valore de– presso venga acquistata dall'ultimo proletario»('). Questo processo di atomismo economico, ridonando a tutti la unità fondiaria, ricostituisce qu.ella società lavoratrice in cui a nessuno sarà possibile lavo– rare a mercede. Allora da questi decomposti ele– menti comincerà. l'elaborazione della nuova econo• mia mista ed egualitaria, in ci.:.i lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo sarà eliminato. La sopravalutazione è un mezzo pet· escludere la libertà della terra al lavoratore. E siccome essa è un mezzo arU/iciale, eretto contro un principio che ha vigore naturale, cosi è chiaro che deve fi– nire col dissolversi. Sicché la società capitalistica è raffigurata dal Loria come una violazione delle leggi proprie del sistema della terra libera, che prende giorno per giorno la sua riscossa sui mezzi artificiali che gli uomini mettono in moto per allon– tanarne il trionfo. Ecco perché fra l'economia capita– listica e l'economia egualitaria non v'è rapporto di causa ad effetti, ma v'è un rapporto identico a quello che intercede tra la forza naturale di gravitazione che spinge i corpi a cadere e qualsiasi altra fol'za turbat1•ice, o di mino1•eenergia, o di maggior ener·– gia, ma operante in tempo transitorio. Invece la figu· razione del Marx dell'evoluzione automatica del ca– pitalismo è di ordine morfologico, come altri ha detto, e la società elfettuale, che ipoteticamente do– vrebbe derivare, non figura come termine del pro– blema('), mentre la società a ter1·a libera nell'eco– nomia !oriana, è un dato ideale necessario all'intel– ligenza stessa del sistema generale. K LEONE. (1) l.(IRIA: Costtlu:. econ. odt~,·na,, pag. 77d. \ 2 J Il Croce (Matu·ialt.smo storico td Eco>1omia n;aYxista) dà una spiegazione del \ 0 alo1·emarxista che, accettata, renderebbe analoga la posizione dtl Ma1·xa quella di l.oria: che Il valore, ci<::è, assunto dal Marx, sia tl'allo da un'economia lavoratrice (- terra libera) a cui si l'ir~riscono in via ellittica i fondamentali teoremi del Marx. Che questa lnterJ)retazione sia assolutamente arbitraria a\'remo occasione di mostrarlo poi. Qui basti ricordare l'aspra critica che Il Marx mosse al Proudhon pel'chè intendeva il valore alla maniera che il Croce attribuisce a Marx. DAL CELLULARE FINALBORGO di PAOLO VALERA con illustrazioni di G. ZoccARO Prezzo L. 3. Questo elegante volume, estremamente caratteristico, e del quale i nostri lettori ebbero già. un saggio, può aversi presso l'autore, via Bossi 3, Milano (sconto 25 °lo ai librai e rivenditori che inviano l'importo). I nostri abbonati possono anche richi.ederlo al nostro Ufficio.

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