Critica Sociale - Anno X - n. 9 - 1 maggio 1900

B 136 CRITICA SOCIALE dei capitali impiegati, a sopperire a quelli ritratti, a sostenere le classi improduttive. Perché l'effettiva causa economica di dissoluzione incombesse nel sistema capitalista, occorrerebbe che anche il saggio della rendita rosse colpito. E ciò è negato dalla formulazione stessa della proposizione !oriana: della decrescente produttività terriera. Pel' arrivare ad intendere come la depressione del profitto proietti i suoi effetti sinistri sulla ste,sa proprietà fondiaria, occorreva un'analisi ulteriore che il Loria non ci aveva fornito. Onde il nostro.esame deve ora volgersi a questo completamento teorico, che della dinamica econo– mica ci ha dato il Loria, per vedere se esso sedi tutti i dubbi che l'autecedente enunciato • catastro· fko » suscitava. . •• I complessi fili di limitazione produttiva che in• ceppanol'economiamoderna,danoiconosciuti,hanno per effetto la depressione economica ('), la quale è generatrice delle crisi capitalizie e, di rillesso, rondiarie.Una decresciuta produttività di lavoro ferisce la rendita, sia io mododiretto, assottigliando il prcdotto, sia in via indiretta riducendo il profitto ad un saggio e! disotto del minimo, che lo costringe ad abbandonare la terra ('). La sopravalulazione, come si è Yisto, genera la disorganizzazione capi– talistica, col~eodo io ultima analisi la stessa pro• duttività del lavoro. Ora, se la sopravalutazione continuasse indisturbata fino al suo estremo, essa essiccherebbe la produttività del lavoro. Ciò con– ferma la critica che abbiamo mosso al concetto della soprava\utaziooe. Essa, infatti, nata per evi– tare la diminuzione di produttività, mena invece direttamente all'effetto che intendeva evitare, pro– vocando tutte le altre disastrose conseguenze che, col sistema della riduzione diretta del salario, sa– rebbero state evitate. Questo diciamo perché, es• cendo la sopravalutazione la premessa maggiore delle vedute « catastrofiche » del Loria, il loro , 1 a· !ore positi1•0 resta pregiudicato dall'erroneo con• cetto da cui discendono. La sopravalutaziooe genera la limitazione pro– duttiva, questa la depre3sione economica, e la de– pressione distrug~e la causa da cui deriva la so– pravalutazione. Saturno mangiava i suoi figli; questa volta sono i figli che divorano Saturno. Da ciò si vede che la sopravalutazione deve essere in modo continuativo e cosciente ricostituita non ap– pena la vicenda economica la inghiotte. Ebbene, è proprio qui che si pare l'insostenibilità della «. ca– tastrofe » !oriana. È chiaro che, se la depressione economica, limitando il prodotto, assottiglia col pro– fitto la rendita in una misura normalmente uguale, segue il deprezzamento della terra, la quale, ces– sando di essere inibitiva, diviene accessibile al la\•oratore. Una ma,sa di operai s'impossessa cosi dell'unità rondiaria devalorizzata, orbando di profitto il capitale che la impiegava. Ma il problema della ricostituzione del soprava– lore inibitivo della terra è posto falsamente dal Loria. Non basta dire che il capitale, rimast-0sfor– nito di braccia, diventa eccessivo e fortificail pro– cesso connettivo necessario all'istituzione della so– pravalutazione fondiaria: bisogna invece conside– rare che tale capitale eccessivo è una ulteriore pe,•dita secea sofferta dai capitalisti e dai proprie– tari d ella terra, dalla quale i capitali sono neces– sih.ti a 1•itra1•si.Ebbene, l'esperienza dei danni rinno vati ad ogni depressione economica violenta, ( 1 ) Vedi la parle antecedente di quest, scritto: Le lent orua– t1.1Me dell'economia moderna. l'l l.onu, e.a co,wuztone tcon,:ntca odierna, car. IV. ------------------- ad ogni crisi, deve suggerire la inibizione sistema– tica dell'opzione operaia, a vecs di lasciare sussi– stere quella distribuzione automatica che non solo non riesce a proteggere il lavorodalla diminuzione di produttività, ma lo rende sempre più inrecondo. La rinunzia alla distribuzione automatica e l'in– staurazione della depre!sione sistematica del salario non potrebberoessere, in tale continua ruina econo– mica, un mezzo soltanto transitorio di re,•ersione economica (t), ma fluirebbe con l'essere il mezzo più economico e anche più facile - dato il con• cetto loriano del fondamentale monopolio te,•riero - per la dif•sa del capitale e della terra. Qui, a tal punto della teorica del Loria, non vi sono forze obbiettive e superiori che. aggiogano l'uomo al corso naturale degli.eventi. E l'uomo e1 quel che importa, l'homo ceco11omicus, spinto dal tornaconto individuale, che. ad ottenere un reddito massimo, modinca le condizioni economiche che gli impediscono tale maximum: ora, quando, in vista delle condizioni fatte all a produzione, l'uomo vede il suo reddito, a vece di massimizzar.si,dimi– nuire ruioosamente, è naturalmente portato a se– guire la linea dell'economia delle forze e ad a.b· bandonare l'autecedente condotta. Le crisi, effetto indeprecabile della sopravalutazione - limitatrice della produzione e crc!atricedi capitale automatico, da cui la crisi trae nascimento - sono un labora• torio di esperimento per l'uf'\IDO, per fargli misurare gli effetti economici della sua condotta. Di tal che, non appena l'economia automatica si è mostrata meno produttiva dell'economia sistematica antece– dente, questa deve essere economicamente rein– staurata assai prima che una gran partedella classe lavoratrice si sia impossessata dell'unità fondiaria. La posizione «catastrofica• del sistema del Loria è dunque artificiosa: qui è l'uomo che opera iu modo contrario ai propri interessi. Loria aveva at– teso a mostrare che l'inte1·es3esingolo, in una ec:::– nomia di terra occupata, si S\IOlgea danno dell'in– teresse collettivo: ma a questo punto il suo si.esso esame moslt'a r11Igidamente che tale antitesi di interessi ha un campo molto limitato. e che, oltre un limite, il dannocollettivo diventa danno privato. La formulazione causale ed obbiettiva, che del suo sistema ha dato il Loria, dovea condurlo ad una spiegazione meccanica dell'evoluzione capita– listica, pari a quella che Marx avea tentato dal'e nel suo Capitale, conforme al proprio concepimento. Ma, mentre in Ma1·xtale antitesi di interessi non corrode l'esame meramente obb!ettivo - a pre• scindere dalla sua esattezza - della dinamica delle ricchezze, in Loria invece l'analisi è spinta finoal punto in cui l'agente economico urh. contro le leggi naturali del minimO' mezzo, palesando cosi l'errore che la domina e il suo contrasto con la realtà. Ma vediamo un poco più al fondo. . . . La mera causalità unital'ia della densità della popolazione l'ispetto alla doppia limitazione della terra, cioè la sua occupabilitàe Ja sua produttività, non era sufficiente a spiegai•e, come abbiam detto pii, sopra, il passaggio causale dalla terra occupata alla libera. Potrebbe dunque parere che il concetto generale della sopravalutazione fondiaria sia, nel sistema del Loria, a sua insaputa, un mezzo ten– denzioso per spiegal'e il moto cli passaggio dal ca– pitalismo all'associazione mista. L'affermazione del mero diritto alla terra, anche quando sia provato come il mezzo risolutivo dei disquilibri attuali, no~ (1, t c!6 che Il Lorla ammette per gli Slati Uniti, Russia ed Jrland:t. lt:I pt\4. 771.

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