Critica Sociale - Anno X - n. 9 - 1 maggio 1900

CRITICA SOCIALE 133 violenza, con la con·trnione, con la frode; due t.erzi d'Italia sono ancora il grande feudo elettorale della maggioranza governati va. Ma se queste sono le co1pe delle nostre classi di– rigenti, se questa è per un lato una spiegazione suf– ficiente del preponclerare, nell'assemblea politicR, degli istinti reazionari, non minori colpe hanno avuto fin qui i partiti democratici. 1◄: poichè le colpe degli altri noi le rimproveriamo molto s1>esso, e sulle nostre e su quelle del paese noi usiamo stendere un ,·elo pie– toso, non sarà inutile che, una volta tanto) se ne discorra liberamente. La verità. dolorosa è questa: in trent'anni, <lacchè Punità d'[talia si è fatta, i partiti di opposizfonc non hanno saputo mai mirare a quello che era il punto vul• ncrabile: la. conquista politica, cioò> di f!UC!lemasse incolte, indifferenti) eppure così profondamente sfidu– ciate, suJle quali si fonda il dominio delle nostro classi dirigenti. Non parlo della Opposizione di Si– nistra, che non è mai stata una vera Opposizione allo Stato nuovo, così come è uscito fuori dalla prima febbre della rivoluzione. La Sinistra non poteYa es• sere uua OtJJ)Osiiione ai metodi giacobini e ,·iolenti dello Stato, L)erchè anzi di questi metocli era l'inter· prete pilt autentica, e lo si è visto infatti dopo Ja sua. memorabile vittoria.del 187G. Anche l'allargamento del suffragio non scrYÌ alla. Sinistra come stt'llmento di ccll1ca7,ioncpolitica: essa, che era giìt al potere e non aveva bisogno di quoll'tmne nuova, la trasfol'mÒ in un mezzo di assen•imento e di corruzione. :Madei tre veri partiti di opposizione, il clericale, il radicale o il repubblicano, chi l)UÒdire d'aver fatto di piì.1e cli meglio? Il partito clericale ha creduto grande sapien;-:apredicare Fastensionc. Ma<1uestache, a certe ore, può anche essere tattica buona, non di– venta che un suicidio quando non si è ancora creato il partito a cui comandare questa astensione. "M come del resto potevano i clericali crearsi un partito, cioè un grup1)0 che vuol operare concorde, ponendo per programma la massima di non operare? avvenuto così che, tranne in <1ualche regione del Nord, il par– tito clericale è un'omb,·a vana in Italia; ci sono, è vero, molte plebi fanatiche, ma non c'è ancora un partito. E quanto questo nuocia all'educazione poli– tica del paese, è troppo evidente perchè lo si debba dimostrare. Il partito repubblicano avrebbe potuto fare un grande ben~, se non si fosse perduto in troppe for– mu.le e non avesse rispettato troppi dogmi. l~sso,che per le abitudini della vita moderna non poteva avere Je avversioni connaturate dei clericali, doveva subito approfittare dell'armo che i regimi rappresentati,,i concedono alle minoranze, mescolarsi alla vita intima del paese, dnre una forma e un indil'i;-:zo f~I malcon– tento del MézzogiornOj invece preferì la purezza im– macolata dell'astensione, preferì le polemiche sul fe– deralismo, preferì i rimpianti sempre sterili, o le esecrazioni ai traditori. Così che quando piìl tardi, ridotto clinumero e già. penetrato dalle nuove correnti clelJ'h1ternazionale, anelò preparando IJandc armato e insurrezioncelle t.emerarie, anche molta parte di quelle classi intellettuali, che l'avevano seguito fino allora, andò disertando. I " traditori n crelJbero cli numero. Intanto il paese rimaneva, se non ostile, indifferente, e, nella sufi spaventosa incoltura politica., guardava con istupore questa gente che si affannava cl.ietro una nuova forma cli Governo; Jo classi ricche abban· clonavano in fretta e furia quello che era parso un ideale buono qualcho decina d'anni prima, visto oramai che questo ideale chiamava. alle barricate anohe gli " scamicia.ti " clell'[nternazionalej così Ja repubblica., scambio cli avvicinarsi, si allontanava mano mano si credeva di procedere, come un miraggio nel clesel'to. Oggi i repubblicani giovani, e quelli che hanno spi– rito o coltura· moclerna 1 si rendono conto cli questo poco lieto passato e cercano cli correre al riparo. l~ al riparo potranno giungere, se alle molte formolo e alle molte ·audacie vorranno sostituire nn'opcra umile ma indefessa. di educazione politica. Poco dirò dei radicali, percllè essi sono un prodotto quasi esclusivamente settentrionale e perchò sono venuti dopo, corno derivazione dell'antico partito re- 1m1Jblioano.Ad essi non si può fare gran colpa: hanno fatto tutto iJ possibile per risvegliare) e per educare, ma l'idealismo cli certe formule e il roman– ticismo cli certo battaglie non hanno lasciato una traccia profonda e duratura-. Quando noi, pii1 tardi, siamo penetrati nelle campagne dove ossi solavano pronunciare i lòro eloquenti discorsi, abbiamo trovato title una incolturn politica cln metter spavento. Non era l'attività del maestro che fosse mancata, ent piuttosto la difficolfa inadeguata della lezione. Solo dalla nostra comparsa, corno partito politico, cla.ta il nuovo orientamento della democrazia. Il par~ tito sociaJista a,•rà. questo grande merito nelJa storia d'Italia) di avere insegnato l)er primo come si deve procedere nell'educazione politica. ciel paese, richia~ manclolo alla rnaltà. dei suoi bisogni, insegnandogli un linguaggio ·scevro da ogni fraseologia cli scuola. o di setta, distogliendolo da ogni sporan7,a sterne di insul'rezioni preparate 1 ). Anche gli ::tltri partiti al contatto suo hanno subìta una trasfonna;,:ione mera• vigliosa: ecl il maggior rnalismo nella valutazione dello parti l)Oliticho e elci loro fatali ·contrasti è una prova il'refutahile clolla sua. singolare inttue.nza. Anzi, per essere giusto, dirò che ller questa nostta. indiretta influen;-:a noi abbiamo in Italia un importanza cli gra.n lunga maggiore della nostra entità numerica e della nostra ancora molto scarsa dottrina. Una. verità dunque balza fuori eia questo rapido esame elci partiti e della loro opera, e cioè che le nostre classi dirigenti non furono mai combattute alla radice ciel loro dominio, e che solo ora.la demo• crazia ha abbandonato i metodi antichi e si è data con alacrifa e con intelligenza a risveglia.re una co• scienza. politica nel paese. La vecchia generazione si era incaricata di portare la rivoluzione) con tutti i suoi giacobinismi irl'iflessivi, negli strati più alti, la generazione nuova si è assunto invece il còmpito di farla penetrare ordinata o pacifica negli strati pill bassi. L'opera rivoluzionaria della nuova democrazia non è in fondo che il proseguimento della. nostra pas– sata rivoluzione. Quanto all'esito cli questa opera a cui da qualche anno si sono dedicati i partiti popolari, io non oso fare pronostici. Le classi che hanno all'errato il po· tere 1 ora che scorgono di essere attaccate nel loro tallone di Achille, camminano a ritroso e sopprimono quelJe libertà elementari che sono ·il viatico neces– sario di ogni partito che vuole accrescersi e progre· dire. Donde questa situazione rivoluzionaria: da una parte uno sforzo mirabile per risveglial'o, per avvi• vare, per educare le energie ciel nostro popolo, e clall'altm .lo Stato che vuole ritardare, soffocare, impedire. Fino u quando si potrà evitare l'urto de• finitivo? • .. 'romiamo cl'onde ho preso le mosse. Mi accorgo cli essermi clilung-ato troppo e cli avere dimenticato il [)aese, fra la Critica, che Jo accusava e llle E'go che Jo difendeva. Procurinrno dunquo di pronuncia.re brevemente una sentenza conciliatrice. li paese si svoglia bene. Aveva dormito per tanti anni, per tanti anni non aveva udito che un vano strepito che al pili gli procurava qualche sogno in·e-,: quieto, ect oggi, sebbene sveglio del tutto, ha ancont ( 1) neccntcmcntt: Il 1>rof.rantatcont nel suo discorso di Mo.cerata rlconosce\'Rquesta nostra oiiora educatrice.

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