Critica Sociale - Anno X - n. 8 - 16 aprile 1900
CRITICA SOCIALE 117 frutto cleJl'opera vostra: se non oggi) domani lo fro– derete del suffragio; gli torrete la cittadinanza; lo farete straniero sulla terra. ch 1 esso feconda. Lo sa, lo vede, ne ò certo. L'agguato nOn riesce pii1. Dovrete lottare con esso in campo aperto, in piena luce di sole... Pe1 pt1ossitno Congt1esso i nostri Congre:~si.a"1<omigliano a veri bolidi. Ci capL ta.no t1·,1. capo e collo quando meno ce l'aspettiamo; non ,;i sa donde vengano, che cosa. deb\Jano risolvere, dove possano andar a parare. Se ne eccettuiamo quello del 1893 in Reggio Emilia, gli 1.~ltrifurono tutti pili o meno jm- 1u·ovvisati. Oltre alht ma.ucanza di preJ)arazione, :;;pesso semùnwa.no tra<lil'e un ristagno intellettuale, laddove il rigoglio di intelligenze, rivelatosi nel J893, .faceya SJ>C· rare Ili partito nostro uli Urillantissimo iwvenire. ,.AnCl\Q_.ii .P~os.simo Congre;,;~o. 1~azionale minaccia di non erf:-ere esente <la. gravi difetti. Anzitutto il dil'etto or– gallico, di non essere cioè affatto il risultato di tutto un rnovi1'nento di idee, di inizia.tive, di indirizzi. 11 nostro partito mi Jlare che, almeno intellettualmente, dorm,i parecchio; cono:;:co mo!ti luoghi tlove tlorme anche ma– terialmente, e solo qualche Yolta, ridestato da.Ilo squillo dell'ostruzionismo, rialza la te:s:titper mandare un voto di plauso. ~fa dov'è la que:s:tione politica, dov'è la. questione di organizzazione che aUbia. agitato in questo tempo il pal'tito nostro e che richiegga urgentemente la risoluzione Jler opera d'un Congresso? l nostri buoni compagni av1·anno tutti concorso ad eleggere i loro bravi Comitati comunali, mandamentali, rollegiali, circondariali, J)rOvinciali, regionali, ecc.; e poi hanno messo il cuore in pace, convinti d'aYer ratto tutto il fattiUile. Così si a.rriva fino al momento nel quale }'ilippo Turati dove lamentarsi che, mentre t~lla Camera i de1rntati combattono colle unghie e coi rostri, nel paese ..... si ap))laude. Qual differen:.::a cla Vienna, dove, il giorno ~ucces.,:;ivo a quello nel quale il l)aszynscki pigliava a i-Chia.fti il })residente delhl Camera, centomila ·uomini stava.no davanti al Parlamento, ed altre centinaia di mi• gliaia si riunivano in tutte le cittù. Jlel' dimostrare col fatto che quegli schiaffi non erano stati dati da un de– putato, ma da tutto un popolo! ' Qlla·1 differenza da tutti gli altri pae~i, d'ove non c'è lhì1Ìlm1i i,llea, non cfè }Jiccolo fatto pO_litico,che non J)a:-<si pel crogiuolo di innumerevoli lliccole adunanze! Da noi, se si può fa:1·ela grande parata dove un tenore cli car– tello possa prendere le attitudini eroiche di grande orl_L– tore, si è tutti in moto e si arriva a degli effetti sor– prendenti; ma i-Osi tratta di riuuirsi in quindici o \·enti J)er sentire e discutel'e uno studio di qualche compagno o di ql~alche avversario, non ne trovate neanche ... quindici o venti. J',; accademia! si dice; in realtà è che si rifugg·e dalla. fatica intellettuale. Bppu)·e 1>enzadi queshL 11011 si fanno dei socialisti; tutt'al piì:1 si potrà costituire una setta." Furono le riunioni a norma del § 2 (ossia le 1>ic– cole riunioni private) che salvarono il partito nei tempi critici e lo condussero all'attuale vigore. ,, Cosl dice\'a l'A.cller, parlando del partito socialista austriaco. Noi alll,iamo le riunioni, ma per scegliere il candidato, o per discutere di tattica elettorale. 'fantochè ci vien ratto spes .. m yolte clidomam.larci se •~onavevano un po' di ragione gli anarchici quando dicevano che l'azione elet– torale aHebbe infiacchite ed addormentate le masse. . . Ma almeno i'iaril tale, il p1·osi'iimo Congresso 1 da lan– ciare una scintilla, capace di accendere le intelligenze ,;;opite? A giltdicare dall'ordine del giorno, non p1.irreblie. Una gran lotta J)Otrà.aversi, ma }ler sapere se si deblla 1n11Jblicare un giornale a Torino, un altro a Milano, OI)· 1rnre se tutti dovrnnno inchinarsi di fronte all'organo centrale. ùiì1, non v'è niente nell'online del giorno che faccia so.,: ;petta.re l'cl'listenza di un partito organico. Si è dimen– ticato perfino ciò che negli iLltri Congressi :'ii giudicò sempre ol.ibligatorio: la. relazione della Dil'ezione del J)artito, il resoconto di cassa, il riassunto dell'azione parlamentare, il rendiconto morale e ftnanzitirio dell'or– gano centrale. Tutte queste cose forse ,,i saranno al Con– g-resl'O(1dmeno è i-}JeralJile),ma disseminate in un ordine del giorno anodino) che non dice nulla 1 e che potreblie anche es.-se1· .\l,i\'.~tso,senza 1nm~o entusia.smare nè ;,tllar- marn .1\essuno. _ . _ Si capi1'CCche 1 tolta J)!)rtiuo ht forma di una riunione di partito 11er~l'indacare l'operato dei pro))l'i eletti e JJer decidere della loro opera avvenire, il Congresso non ha pili una ragione d'ei-sere. Qua:'ìi ,weva ragione il buon 1 1 rampolini quando diceva che i Congressi sono inutili. ln Italia, quando i-i ò eletto un buon Comitato direttivo, chi s'incarica del resto? Ma, dafa l'indolenza nostra tradizionale, occorre cer– care tutti i modi possit,ili per risvegliare le energie, })er oblJJigare le Sezioni ,i la,•orare, a discutere, a pensare, a muoversi. ln ogni altro paese Pordine del giorno, se non ò già. il l'isultato di questioni <lit,attute nell'interno del partito, viene fissato in seguito ad una domanda fatt,t a.Ile .singole Sezioni. Siccome esse devono discute1·e, è naturnle che debl.itHlOanche indicare i te1l1i.lntanto, per lo meno, saranno obbligate a riunirsi ed a pensare al Congl'esso. ~fa .sa1>etea questa osservazione che cosa mi ha risposto un autorevole membro della Direzione? "Dio ci scampi e lil.ieri!'Sarebbe venuta giù tanta di quella roùa e robaccia, da non sa))ere come cavarci d'im– piccio. ,, ì~ lo stesso ragionamento dei goYernanti che intendono limitare la liùertìL Jlerchè il popolo ne J)Otréblie aUusa1·e. )[a meglio se il popolo ne abusa! Segno è che incomincia ad usame. Meglio se le Sezioni mandano giù una farragine di roba. Segno è che vivono e si muo,,ono. Alla Direzione ])Oi s1>etterà. fare un'accurata cemita; e il Congresso, in ,ultim~ anali.si, eÌiminerà tutto il su• perfluo. Ma, poi, l'ordine del giomo flssitto ohe cosa significa? Si deve discutere prima di tutto dell'organizzazione po– Wic<t ed economica. nella cosa! Faremo la solita 1fro– messa di occuparci del l'organizzazione economica., salvo poi, appena tornati a ca.$a. 1 ripiomllare nell'inazione, con– vinti d'a,,er compiuto il nostro dovere coll'aver alzata la mano nel Congresso? Oppure decideremo se Porganizza. zione economica dovrà. essere a preferenza cooperati\'a o di resistenza? OJlpure, ancora, il tema indica che noi doliliiamo ritornare sui nostri principii per discutere, come si va discutendo OYunque, se J)l'OJ>rio la lotta politica sia la pili adatta a tra.<;formarc l'attuale società o se pure non sia meglio dedicarsi all'organizzazione econom.ica? O, in~ fine, è comJJrest\. 1iel tema anche la discui-Rione i-u\la forma dell'organizzazione, che deve J)re11dereattua.lmente il par– tito nostro, riguardo a.11:tDirezione, ecc.? Un tema così Ya.go ed indeterminato, da solo, potrelJbe ocou1Jare uu
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