Critica Sociale - Anno X - n. 8 - 16 aprile 1900
CRITICA SOCIALE lii> scartamento ridotto le do\'ern. mancare. Le do\'e\'ft - mancttre hl. scliiettex:-:n con la. qu:ilc, allorqu;'lndo i deputati inglesi vollero ribadire lo Cfltene ai polsi della misera frlanda, da, essi considcrnta. e trnttatn come terra di conquista. (poichè è questa. scellcra;.r– ,:ine, che già.. mise in ri,·olta il senso morale di tutt~ lo nazioni civili, è dessa l'esempio on<le·ranno sf'o,L:"– :,.:-io, con mirahile senso, non dirò di 1mtriottismo, Hlfl 1li civile pudore, i nostri costituzionolisti ci:qwstraiuoli tt proposito doll'lrnlin lil)cra C(lunA.!) p1·eannuncia1·or10 puiJblicam~nh.•, per mezm del loro p1·osidente, le Yio– lenzc che int<'ndl'Yflno commettere. l•:~si dopo n,·erC' espulsi - al che il reg-olamcnto ,:ih li nutorizzava-- i molesti irlandesi, dichiararono che aHebbero 11111• rnto H regolamento nella. parte che im1►aec·hna 1'01•cra loro. E l'hanno mutato. La. nostni 11u1g-g'iornmrn htt prcfrriro h1 frode. Xon µ:iÀ ltt. frode i11gr:.;110Rtt 1 che i;dBrnlgt> lfl1'gf1, co11pru– denza. di calcolo, a traYcrso i fatt.i della storia, e d1l' pig-lia. il nome dC'cente di polirica accorta, di lliplo– nrnzia, di 111achinYellis1110 sapienrc. Ila. preferito la frode sciatta e min~hcrlina, In destrezza. del taglh:– bor,;c elle Yi fa l'orolo_g-io in mezzo alla folla .... 011 ! sì, un tradimento nssRi " piccolo ,, - twern. rag·ionc Pelloux. - un n1l'ilre non eia. .Assi8c, non da trihun:--:k pe1rnlc, ma... lifl, prctnrn urba110, se111pli<'ernente. ·> * * Considerate, infatti, questo spetb1colo. L'fl,ternno trnmnrn nel mistero: s'erano divise le pnrti: il mistero ,·i_{!evaanche per lfl ·massa cli co!Ol'o ohe dovevano cooperAre nl momento tlaro. ~on i;i fidavano fra loro - ed è 11a.turale. Non tutti sareli– hcro " all 'alte1.za ,, : troppi si sarohhero squafJliafi è questa la p:i.ro la ripica del Parlt1111cnto itali::ino - quando scoccasse '" l'ora del tlon~rc ,,. DoYcrnno tro– varsi sul posto: dovern.110 obhedirc. S1111cre a che r perchi.•, questn. 1>retc~sa 1rnrehbe p:nsti un Pcccs~o: 111\ ess.i Ardivano avanzarla. ~on lmshn·n dunque loro lt: promessa o il mi1•flg-~iodi un lauto bollino? Bastava. Oh! i buoni e fedeli soldflti ! Ma la. triade criminosa - Pelloux, Colomho, Ron– nino - coi minori Hcrtolini e .R~1dicodella co11gi11rn, quelli d0Yeva110 sapere, e saper J)revcdere. Dornn1110 essersi guardati nel hianco degli occhi ed essere 8i· curi, almeno, l'uno dell'altro. Pelloux lo lasciarn ctedere: il dì prinrn. ayeya annunchtto s1lavaldamentc a_g-liamici: " domani la termino io! ,,. g prodigfwa sorrisi a destra. e a. manca, come clii ò ben sicuro del fat,t.o suo. Stflvolb1, voleYa. significare, 11011 c'è Cassffz.ione di mezzo, e la JXtsso liscia I Uhiasc di volta del cong-ei:rno, esecutore diretto e necessnrio dell'alta opera, era il Catone rnihmese, l'onore,·olC' (lucus (1, 11011, l11remlo) in:;reg-nerc Giuse1lJlB Colomho, ··l·u.omo dell'acciHioria e di ,,uelle cm·e 1~erizie che utti sanno. Egli ,we,·a gi.\ dato sut1icieuti proYe di parziale sordità a. proposito cli certe richieste di con– statazione del 1111111ero legale (1); ora. la. sua. sorditì1 doveva. divenire completa. :Ma 11011doveva essere sol– tanto sordità. auricolare: dovent essere sorditìt del cervello, so,·clità.del pudore, sordità di tutte le doti che fanno il gentiluomo e l'uomo d"onore. Egli do– Yeva essere cosa, della congiura strumento fPdele e im1>assibile sino nll1\ fine. AhimÒ, <1nitle delusione! • L'on. Sonnino, quello seppe fare In sua 1mrtc. E vero che è In parte pii, facile: shll'e Appiattato nel– l'omhra; til'fll'C i fili senza. mai venire al prosce11io. Jl presidente del Consiglio, anch'egli, diciamolo pure, se la ca,·ò meno male. Non si può pretendere da. lui l'eloquenza dell'uomo di Stato; nlft quelle poche 1Ht· role con le (JURli,il 29 marzo, per distrarre e d.isarnrnre ·}'~strema per un istante, finse una. semi-ritirata, 11011 si può dire nrnncassero di una. certa hrigantesca. dc- ( 1) 28 marzo; 2.A torUl\ht (fiondlcouto sl.cnogrnnco, 111tg.20G'i·2\li!\). strezza nel tc11tlel'C rigg1rnti. Ora. ù la YoHa tli colui che deve tirare h1 fune, far cndcre il tn:liocchetto o seppellirYi il nC'miro. Vediamolo all'opern ! 11 primo ('0]po fu 1lato ro11 quakhe 111acstrit1. Do– Yc,·n tran: .. rnginrC' i:.ei nullìr:'1 in unfl Yolta. ~e;..:11rc, senza dirlo, fa parola n tre dt'JHIHHi ,·he rarnrn1111 chiesta; F-11per1-trr l"twt. 71 del regoln111C'nro che ,·uoh\ IH~I' la. discussione i111111cdiarndi 1111n pr<1poi;tn im– pr·ovvi~H, la q1wlc non sia all'ortlinc ilei giorno, 111\}I YOtnzione H ),{•1'11ti11io SPgt•cto ('d li lllilgg'io1'1lllZ.tt dl'i tre quP.rti; info.1chinrsi de.!ll'i-tl't. SD, pel quale la ehi usura de,·e ('R~ere chiesfa) appog-i,:iata da dieci tle– putnri, e, occorrendo, discuss::i; 8tril('<·inre l"art. 01, J)C'I ,,uale il 11rl'.-1ide11te, prima di una. Yotaz.ione per til– z:Ha, e sedur:1 1 1lr,·C' 1lichiari-1re ('hit1!-tflla discussio1w e, fmnunciAro poi, con sultieiente intrrn1llù 1 l'ho Ri passPr~ Ai rnti 1 per dar tempo ni dl'putAti, sin di tlomr.ndrtl'l' In. 1n1rnl11 per dichi:::rare il loro \'Oto (art. 83), ~in di rhictl~'l'C il \'otn per division(\ o pPr ApJJello 110111inalC' 1 o per squittinio fil',!..tTOto; fuggir(' ◄lfll sno posto, 110110 la ,·oh1zione prodirori:1 1 togliendo <'osì, a. chi l'a,•cf-lse,·oluto, di chicdC'rc la conrropl'Orn (art. D.J); pas:mr sopra infine a tutto ciò a propo~iro dc-Ila.proposta di una procedura flnorrni-lle, contl'Hl'il"l, al regolt1111('11toeli 111\oStatnt.o (nrt. 5f1), come quella che implicnrn. l'ahdicflzione lielln CnmerfL a.I diritto - e al dovere - di discutere NHrn, urticolo per arti– colo, le riforme tlcl proprio regolamento. Tutto quel'.ito fu fatto, mimic11mentc, in un attimo: la piì.1 1,nrh_• della. ma:;rg-iornnz.n stessa non seppe, se non llill tardi, a cose finire, ('he co8a e su cht' cosn avesse ,·otatt1. )I.a non rn1 rho il primo JHlRSo. E qmrndo GiusepJ)u Colombo, sotto IC' imprec.~zioni drlln minoranza. trn– dih1, nhhflmlonò il pnlco 111•cfiid0nzhlle, frafug-amlo:-.i - ù la parola roll'ntto di l'hi è preso da 1111 pa• nico folle, ~i pot.è 1 con 1~n po· di 11ttttmtle ottimii;1110, lusingarsi, per 1111 momento) chC' In trisht comme,tlia. don!si:;e finire nel fh1sco ,·ergognoso che merit11vt1. Ko, a qucdte ))arti - pensammo allora - ci ,·oh•· ,•11110 altri omeri; ci voleva FrflllC('i!C0 CriSJ)i. Quc~to povero untorello invece passer1'1 11lla Rtoria col nomi• ~nolo di Pier , oclerini. H.csistette, dicono, dappri1111L alla. sohilla1.ionc dei congiurati: 11011 C,!!li ai sarehhc 1•re~tato; a,·cni <In c·ustodire il ~uo huon nome 10111• hardo; una 1,roprirti\ lucrosil Hnl'h'c~so, al JJOstutto... Poi, circuito, ii;olato, ~11,g-gestionuto, cedetre, promise, serhò il seg-rC'to 0011 rutti, adempì la prima parte delh1 promesM. Oli l)arve che fosse tutto. Xon misurò le conseguenz('. Non capì che, su certe sfrnde, o non ci si impeg-un, oppurc i-i nt sino in fnndo; oli!JSSUS abyssm11. Eccolo, risale illlo scanno presidonzialt•. Che co~a si era figurato? Che l'Estrema ,:inistrn si limiterehho 11 qualche innocuo piato infantile~ ~o, è In Yoce del, pfWSe ingannnto) tradiro, ,·enduto, che sorge dinanzi a lui. 1-'uori! fuori.I alla vorfa I Xon raveya preveduto. Non conosccn1 l'11si;cmhlea; o non couosccni sè stesso. Hott.o (!LICI grido formidabile, che pan·e la co1uh111mL lltlticipata della. storia, tentò invano impettirsi, incrn· eiflr le bracci1t o resistel'e. Ci YOic,·u Capaneo; ci YO· lew1 Francesco Cl'iflpi j Soderini, allihito, fug~ì. }'u1,:g-l dallo scanno, f'ugg-ì dalla Presidenza, fuggì dalla Ctt· mera. ParYe, per un 1>0·, che lo rincorressero inYano. 11 dì ap1,res,w, i 1mci della cong-iura 11011 tentarono llO)IJ)Ul'e il 8110 i-alrnta~l,!iO j 11011 chhero per lui IIIHI. pArola di solidArieh\ o di rimpianto . .A YeYa disono– rnto sè steflso, ftYeva <lisonorr~to ?lltlano che lo rnrrndù al P11rlamcnto, 11\'C\'fl llisonornto le tnvlizioni tli oncst:\ - a.Imeno formale - della Camcnt; e tutto ciò 1,er sporire, per appiattirsi, 1,er rendersi latitante, ng· giungendo tradimento a tradimento, troppo poco disonesto per perse,'ernre, troppo poco onesto p0r confessare la turpitudine propria, iucapace al hene, incapace al nrnlc, incapace alla resipiscenza, poicllò •- trnchc questo si accertò - le ùimission_i « il'l'evo•
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