Critica Sociale - Anno X - n. 6 - 16 marzo 1900
CRITICA SOCIALE 89 un " fl'rzo staro ,, 1 Rpinto e JH'Cmuto da un quarto che lo string-e alle 1..•ostole,il quale insorgo- oh! rispct– tosAmente; oli! co11 tante pre111ur0S(I JH·otcstc di lealtà pacifica.! - a dire come l'antico:" lo sono il solo chr non ahbia rnnrehia; CJ)IHll'('Isu di mo cascano i l)esi lellfl J:uerraj in temilo di rmce mantengo il Hc, col– tivo la Terrx, produco tutte le co,;c necessario alla Yita dell'uomo; t.uttaYia. sono i:;r!lndemente taglicg-– ~iato di gravami C' di tasso insopportabili. ,, fl fltu·a– L:"0110 può essere rrat,to anche più oltre, per la sor– prendente rassomiglianza dei motivi economici e soch1li onde si lagnava il terzo stato rwanti la Rivo– luziono e si l11g-1ut il :MuniciJìiO italiano. Allora era unit, hoq.rhesin, l'hc sentiv>i confusamente nella com– pressione della r,iua atti\·ità l'insoru1ontnl)ile ostacolo Hllfl conquista ra1,italistica. della società, verso cui l'urgeva la l'atolità dell'ernluzione storica. Orn ò il Cc,mune, che sotro la paterna, 01)primentc tutela in– tende l'impossibilità di sviluppare le hcnefiche fun– zioni, cui lo chiama. lo spirito sociale del temf)Oj an• ch'esso, eia Comune 1,iccolo•borgheso, vuol trasformarsi in Comune capitalista a vtintaggìo della collettività, '.-iOstituendosi agli or,go:.diosi, avari e prepotenti feu– datari dell'indush·ia e delln finanza; anch'esso lm da rombattere contro le leg'hC dei grnndi accaparnitori 1 favoriti dai cortigiani, onnipotenti Rlla corte di Parigi, nelle cui tasche nffluisce t,utto l'oro strappato col sangue ai contrihuenti di l•'rancia. o Nava.rrn. La lotta del Comune moderno contro le gr811di compagnie monopolizzatrici del g11s, dell1ac<1ua po– tabile, dell'elettricità, dei telefoni, dei tram, cli tutti i mozzi di trllsporto e di trnsmissionc, contro lo po– tenti F-Ociethdi a:•u;if'u1·11'1,it)ll(' 1 che li!➔cinno al Co111n110 il carico di 111·ov,•<•ilcre alh1 sHIYczza {'Om1mo f'0nfro tutti gli infortuni, mcntr(• os::Jesi contentano di in– tascare i pingui premi - è lotta tcrrihilc, accnnita, in cui sono impf'gnati tesori di intelligenza, di asrnzi11, di dnrrnro, di irifluooze e in cui il Comune do\'1'1Ì procoml,cre vinto, se 11011 è al piì, presto in11nei7,!SO ncll11 piena autonomia dei suoi movimenti, se non ,!:'li ò concesso di impie~are nella lotta tutte le t'orzo na• turali di cui è Frnscctti,•o. Così - poichò la storia non ·si ripeto che uolle forme'esteriori -- Pa.uspicntR. lega dei Comuni non rivendica, come pensano i cattolici scrittori, im1le11i– tenti Rognatori di un JJ.l~sato morto e senza 1,os~i– hilirà di risurrezione, un'aerea ed idealo " restitutio in iniegrmn dei violati 0l'(linnmenti primitivi del meclio evo ., (') e neppure rende omaggio ad un democratico indi,·iduali~mo disinte~ratore - come piace considerare agli uomini di parto repubblicana, avversi per i~tinto ed cclucmdone al concentramento monarchico m1ih-u'io; ma la lega per le libertà CO· mnnAli è figlia primogenita della mi~ijione socialista del Comune moderno rispetto alla grnndissima mag– giornuza dei consociati clic lo forn1ano, cioè ris1)ctto alla. classe lavoratrice, che )i va gra(hthunente im– mott,ondo nelhi llOSsessiono indivisa e collettiva dei mezzi di produzione. Ciò s1,icga il saluto quasi universale di gioia e di cong-ratulaziono ·onde l'intimazione della Lega fu accolta.: non proposito reRzionario di ricostituzione medioevale; non ntto perduelle di a.g!,{'ressione parti– giana politica, la Lega ri11i;sume quell'aspirazione alla lihert?t, che il Comune ndclimanda come a lui necessaria 1)0r l'immediata attuazione di quella in– trinseca giusti'/,ia del sociolismo nella parte g-ii'Lpor comune consenso ritenuta applicabile, la qui:110ap– paga tutti gli spiriti onesti e non forisce che un piccolissimo numero di interessati. Il fine prossimo della Lega s.1rcbbc quindi quello cli poter effettuare (1) ''cdl l'nrtloolo: IJtmlonomU.1 cow1111<1le (11O. ·roulolo nc\111uotc– l'Ole 1ta/h1 1111Qcll: Hlvlata btmcn11110 di tllrlttl e d'economia comu1mlc e provlnellue. N, 2, anno r. hr ccr:siono pacifica alla eolletti,·itH di <JUPlle industrio che già sono mature, per :;cncr,,lo conscnti111C>11ro, ali f'SSere collettiviz'l.ato, aveudo raggiunto l'Hpice lii sviluppo nel mo11opolio. Un tal dise~uo sconfigg-c IH, piì, ovvia e pili mgio– nevolc dello ohbiezioni elio si a.ppunhmo contro la concezione tr11clizionale dell 1 a.utono1nia dei )luuicipì, cioò lo stato miserando in cui versn il magg-ior nu– mero di essi iu lf-alia. j)CI' ra.pporto a.Ila civiltà, ed ;-1I 111'0/.,:'l'0SSO. Molti 1>twentano che, abhandonati a sò stessi, i pic– coli Comuni e non pochi anche dei grnncli si valµ-nno clelln loro libertlì. per rinchiudersi in una selvntica vita vegeh:ttivA, avara od ignornnte, pettegola,·o rcn– zio1rnria1 in :,ruerrit feroce contro In luce, nstruziouc e il progresso. Noi stessi, in <1uoste colonne, discutendo il <1u(•sito dolht convenien'/,a di a.vocnrc allo tato ]'istruzione primaria. e professandoci contrari a siffatta proposh1, abbiamo dovuto scrivere - e con un senso profondo di vera. e sentita vergogna - che lo 'tato italiano, JJ0r <1uanto rozzo, brutale, tirannico e fiscalissimo esso sia, ra.ppresentavn pure un qualche cosa di pit1 progTe-– dito e di pili civile di due terzi dei Comuni italiani. Allora. serivovarno sotto l'impressione degli studi suscitati dalla questiono siciliana dopo le commozioni dei F'nsci: oggi, dopo quoll'alt,ra. froebcliana lezione di coso che furono i processi per il falso t.estame11to dei haroni siciliani e per l'nssassi1:rio dc( Notarhartolo, non abbiamo - ciò s'intende - nulla a nn1hne al doloroso giudizio di allora. )h1- appunto alla Lega, oclirnnno - secondo noi - quei Comuni C'il<' Hi scntirnnno nolh• condizioni di l'llrlo, che isarnn11!) Htimuh1i"i ;i fn1·lo d:tllo sviluppo interno dei lorn bisogni e dall'CijJmnsionc uuo,•u della loro intima vitalità. A questi ò lo Stato l)CCu– liarc nemico; o sono questi che intimernnno allo Sbìto di Jargire loro la carta dell'indipendenza, il pilssnporto por un periodo supel'iore di stol'ia. La lihcrhì ò per i liberi. Per gli altri resti la. pedagogica protezione go,•crnath·a coi suoi magri vantaggi e coi suoi danni: dopo t,utto noi non abbh11110 mai pensato n chiedere l'emancipazione per i poppanti e ller i scemi di mente. l.a revisiono della leg_!!c comunale e provincinle, che è lo statuto dei nostri i\lunicipi, dc,·e essere ri– chiesta (>recisEunente nel senso di cancellare quel suo spirito di clisperatn unif'ormità che ha sottoposto a.cl un identico regime - e perciò per t.utte identi– c amente assurdo - cittk cli terra e citb.\ di mare, Comuni agricoli e Comuni industriali, 1>aesi di ci– viWt ca1>italistica e borghi di sonnoleuta servitì:1 la– tifondista, con abitud.ini 1 tra.dizioni, climi, colture diversissimi. La maled.izio ne di cotal legge Ammini– strativa. fu la sua finalità 1>olitica. Essa mirò a creare dei vassalli docili, tagliabili o COl'\ 1 cabili a volontà, al grande feudatario, lo Stato. Il Comune non visse pili per sè, ma per il Iusso e la gloria del Regno : per fornire a q uesto i mezzi a.1Ja grande politica in• tcrnazionale ed al.le imprese così ben riuscite e così care cli conquista c oloniale in Africa e in Cina. Di soprassello e quando si JJresentò il caso, il Comune fu anche incaricato della bnSS!LO()era di pcrsCCll'/,iOne politi('a contro i sovversivi locali, nonchò della vigi– lanza, piì1 o manco larvata cli protezione, delle classi lavoratrici. Ora la. Lega per fa re\'isione della legge ha da ()ro– porsi di romJ)ere cotale uniformità. degna cli impero assiro, bB.biloncse o bizantino - intel.Ugil>ile solo per i fini della. tirannide governativa - ma assurda, incoerente, caotica J)Cr i fini della libcrt.\ municipale. [ gmud.i Co1mmi non possono che avere statuti propri ed i piccoli, nventi interessi similal'i 1 debbono orga– nizzarsi in fedcra'/,ioni rette eia.leggi adatte - secondo ci insegna la. storia dei comuni inglesi in questo se-
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