Critica Sociale - Anno X - n. 6 - 16 marzo 1900

CRITICA SOCI AL~, Se $i i-ittctte the l'uni1.:o modo con cui il " monopolio inglese " può debellare ht concorrenza. coutinentale si è quello di vende!'e a miglior merctdo, francamente noi dol>Uiamo augurarci che i continentali sa.ppiano profittare delle condir.ioni Joro naturt\\i e sappiano acquistare qualità b1li da perfezionnrsi sempre più tielle industrie, costringendo in tal mOdo il " monopolio inglese,, se 11urevuole conservare la sua SUJ)remazia,a perfezionarsi ancora di pil1. Questo ò Punico modo con cui ò possibile sperare di fa.re star meg-lio le nostre rlassi operaie, la horghesia nostra, pure dando gu:idagni ('Onvenienti agli aborrilci inglesi. Io vorrei sape1·e quale è il danno })Cl' l'Jtalia. se gli inglesi le vendono il panno a 5 lire al metro, mentre sul mercato interno si potrebbe com• prarlo solo pagandolo 6 lire; e vorrei anche saJ)ere qual è il dam10 degli operai italitrni se gli operai inglesi, ))ure vendendo il panno a prezzo minore, riescono a. guadagnare 5 scellini al giorno. Francamente non ne vedo nessuno. li Negro discorre dell'adunca e rapace mano del capi• tale britannico, che si stende sul profitto della. borghesia strnniera, e su! salario del JH'Oletariato continenta.ie, il qunle ,•ive 1·/\Chitico, male l'imuner1\toi votato alla di– soccupa~ione c1·escente. Orn tutte queste 1·eminiscem1e, non so se di )IHl'X o di ·1,;ngels,sono, mi pcrdon1 il Negro, chit\ccl1ie1·e senza. costrntto. Prenda. il J\'egro in mano H primo manuale, che gli capita, di Economi!~ po– litica, e si persuader{~ che gli operai ed i ca.))italisti in– glesi guadagnando 5 scellini al giorno e JH'Ofittllndocol vendere il JJa.nno a :i lire al metro, non solo uon 1'11\Jano un centesimo a. noialtri italiani, ma ci rendono un vero servizio da. amici affezionati, inc~ucencloci lld imrii:.rntare fabbriche di 1>annosolo quando hL forza motrice idrau– lica, le qualità acquisite della 11ostra. ma.estrllnzll, ecc., ci permettono di produt'l'e anche noi il panno a 5 lirr, e stimolm1do colla concorrenza. a dedicare il capitale ed il lfl.voro nostri a produrre vino, o tiori, o agrumi, o a.d esercire alberghi, ocl :Lfare insomrn:\ quel qualsiasi me– stiere in cui noi riesci1tmo meglio. Si può dire, rove– sciando la p1·01lo~ir.ionedel Negro, che la concorrenza elci monopolio inglese, è un coefficiente JlOde1·osodello s,•ilUJlPOindustriale di ogni nazione ed ò hi generl\frice di un proletariato organizzato e rimunei-ato con sala1·i alti e normali; giacchè, come dice benissimo il Negro, il salario può aumentare soltanto coll'aumento della. ricchezza nazionale, e questa cresce quimto pii1 ca.pita.le e lavoro si indirizzano agli impieghi piì1 proficui; e ciò accade tanto J)Ìll quanto meglio urge la concorrenza straniera e nel caso nostro la concorrenr.a del cosictetto "mono11olio inglese ,,. Nulla imJ)orta che lo SYiluppo industriale di tutti i paesi sia omoge11eo 1 come vorrebbe il Negro; poichè in nritìL sembra molto difficile non solo dimostra1·e i be• neflci, ma persino definire il significato di questo " S\'Ì· luppo omogeneo ,,. Qualunque ne sia. la ignot:i defini– zione, lo " sviluppo omogeneo,, del capitalismo in tutti i pae~i è il risultato clella. libern, concorrenza 1 ed allorn esso si attuerà meglio fiotto l'impulso del buon mercato dei prodotti inglesi cosidetti monopolistici; od in\Tece si JJUÒ r,t.ggiungere soltanto distruggendo la concorrenza dell'adunco ca11itale britanno e 1iroteggendo le industrie Mzionali contro le sue ·ueraste inondazioni di merci a. ba.ssi 11rezzi,ed allora si·può star sicuri che lo "'sviluppo omogeneo n partorirà in definitiva danni e miseria alle nazioni da esso deliziate. La. persistenza del co~icletto " mono1Jolio inglese ,, non può avere altro effetto che questo: di incitare le nazioni continenta.li a raggiungere u,c. n ,rno n1arc o il pili \'Clocemente possibile quello stadio di sicurezza. pubblica, di 1·isJlettottlla 1Jroprietà ::1ltrui, <li utilizzazione razionale delle proprie enel'gie natu,·ali, di educar.ione opcnlia, di iniziativa iutraprcndente, che formauo l'unica hai-e su cui poggia.no i resti ancora esistenti del " mo• nopolio ing-lese ,,. Jn veriti\ noi ci dobbiamo augurare che 11011 solo l'lng-hilterr(I. con.servi, ma che i contilwn- · tali raggiungano ben J)resto questo preteso stadio " mo– nopolistico ,,. .ln terzo luogo: ù utile a.11'.lnghiltena. ed nlle colonic– l'fl:-<sodare il Wlcillnnte " monOJ>Olio inglei>e " erigendo attorno ai 1>0S.-ledimenti della. graziosa l'egina uua bar– ricm doganll.le contro tutte le lll'O"enienze este1·e? So l'es11crienza. storica servisse a qualcosa, essa ha• ste1·ebbe 1td autorizza1·e unii risposta neg-ativa. L'Jnghil• terra e le colonie sono così convinte dell'utilità della. federazione doganale pan-britannicfl., che, qua.udo Ch(l.111• bcrlain, dura.nte l'epoca. del giubileo delhi regina ·vit– tol'ia, })l'OJ)OSe uno schema analogo ai pl'imi ministri dello <'Olonieradunati a l,011dra 1 un'opposizione vivissinui si mauifestò nell'lngliilterra e nelle colonie, 11ermodo che– non si conf'luse nulla.. E l'insuccesso delle proposte del ('h(l.mbel'lain 11011 fu. dovuto alla. uovità. della co:.:n., n111 a.Ila. conviu:-:ionc c·he In. federazione do ~ana.le eni i1n.11oi>• ~i1Jile e danno.o:a. Chi conOi>Ce i 1>ernicio.-.ieffetti del sistemi~ colonill lC dei secoli scorsi non hiL bisogno di uu lungo discor:;o. Per chi non lo conoscei ricorderò come la federazione potrnbbe inshuira1·:.:isoltanto su (1uestitbase: l'.lnghiltel'l'n 1111:.•ttc un dazio differenzia.le ~11110 provenienze estei·c, dando così ·un l'tl.lltaggio alle colonie nel fornire di grano, lane, cotone, riso, coloniali, ecc., ecc., il mercato della n111clre1>atria.; in contraccambio le colonie mettono pu1·c un dazio differenziRle sulle prol'enienzc e:.:tere, in guisn eia facilitare all'lughilte1Ta la fornitura dei tessuti, dello macchine, del carboue, ecc., ecc., alle sue colonie .. Ef· retti di questi dazi differenziali sono l'inca.rimento del grano nell'Inghilterra, obbligata. a 11rovvedersene nelle lnclie, mentre potrebbe com])rarlo a. minor prezzo nel• l'Argentina e negli Stati Uniti; diminuzione dei sah,ri reaU degli operai inglesi od ,iumento del costo di pro– duzione dei tessuti e delle macchine, e perdita, in tal modo, del guadagno che la madre11atria potrebbe rica• va.re dallo smercio a condizione di monopolio uello suo colonie) e del guadagno molto maggiore, che essa at• tua\meute rica,·a sui mercati non colouiRli. Non si può SUJ)))Orreche gli in(Lustriali inglesi sìeno così poco in– telligenti da voler andare in rovina 11el problematico vantaggio di ottenere un mono11olionelle colonie. ~ nep– pure si JHIÒsuppone che lo :colonie, peL vantaggio di potere vendere alquanto piit caro il loro grano, la loro hrna., ecc.i sul mercato inglese si vogliano eSJ)Orrea rn11• presaglie da 1,arte dei Ooverni esteri e vogliano inoltre pagare pili caro a.gli inglesi quei tessuti o quelle nrnc– chine che Jlotrebbero comprare a minor prezzo in Grr– mania o ill i.'ran(}ia. Per l'Inghilterra la federazione do– ganale significherebbe l'abbandono degli attuali principii libero-scambisti; e lo stesso lord Salisbury, graude pro• prietario interessato al dazio, almeno differenziale, sul grano esteroi ha dovuto melllnconicamente riconoscere che ,.;i tratta\'a di una utopia irrealizzabile fl.nchè :li• meno industriali ed operai ingle:.::i avntnno la testa sul collo e continueranno a, preferire di comJ)rare il Ì)anu ad un 1m111y di meno al chilo che non vendere i tessuti qualcosa. di 1iil1J)er metro nelle colonie. l 1 'inchè l'opi– nione pubblica sarà convinta che un dazio differenziale a favore dello colonie avrebbe per unico effetto di spo•

RkJQdWJsaXNoZXIy