Critica Sociale - Anno X - n. 6 - 16 marzo 1900

CRITICA SOCIALE 95 è conseguenza, R. u~ual titolo, della scapestratezza dell'uomo, necessnrissirno complicc, e, il pii, delle YOlte, istigatore e orditore ed esecutore preci1mo del crimine? lia conseguenza sociale dannosa, la nascita d'un infelice, d'uno spostato, d'un senza-nome, è dunque colpa di entrambi alla pari, e va <Jllindi, se mai, pa-– rimcnte imputata ttd entrambi; ma le conseguenze personali, il lungo disaJrio della griwidanr.a, l'onta <li questo stato nnormnle, i dolori e i pel'icoli ciel parto 1 il peso economico e l'ansia morale dell'allevar mento del nato, son tutte, finora, a carico della donna, e dovrebhero Rimeno venirle computate come altret– tante attenuanti nlla sola sua colpa, l'imprevidenza. È qucsh1 1 infatti, che le rinfa.ccia severamente Maffeo Pantaleoni, per dimostrarla non abbastanza capace di governarsi da sè; ma invocando al medo- 11imotempo, come l'lmedio infallibile, la rigorosa ri– cerca della paternib\: opera di elementare giustizia non solo, ma anche di ca.pihlle interesse pel sesso maschile medesimo, in cui fortificherebbe iJ concetto ed il sentimento dclh1. propria responsabilità morale e sociale, o quindi ritemprcrehhe e nobiliterebbe il carattere. Parlare, infatti, di conseguenze tanto diverse, tra uomo e donna, pei falli d'amore, n10l dire ammetter che ruomo il piit delle volte, gettata. la pietra, na– sconde la mano, e lascia lei nelle lacrime e nella disperazione: solenne e brutale vigliaccheria, e verso la. donna indifesa, e verso la prole rinnegata, e che dan•ero disonora profondamente 11insieme del nostro sesso, che in parte la pratica, in !)art.e la tollera e l'incoraggia. Da un aspetto nuovo ed originale guarda iuvcce la cosa Camillo Cavagnari, osservando come l'eman– cipazione economica della donna la metta nella. pos– sibilità, e quindi nell'obbligo, di provvedere alla prole naturale: concetto giusto senza alcun dubbio, ma non completo se non integrato da (]uello che in nota vi aggiunge il compilfl.t.ore ciel libro: ammettere le– galmente il mfltriarcato accanto all'attuale famiglia a baso plltorna; ed in esso creare la donna respon– sabile della prole, ma l'uomo a sua ,·olta responsa– bile ve1·i:iodi lei, madre o non madre. ·1,; anche l'idea mia: liberti\ piellftj ma, prima cli fare sciocchezze, carta bollata e hianco sul 11cro.Dopo, vigore di legge al proverl:iio: chi rompe paga, od i cocci (nel caso nostro, i marmocchi) son suoi. Oh, (]uanti incendi HJ}ettacolosi, ma f,i~ui, varrebbe a spegnere questa economica doccia! fj <1ua11ti,invece, ne attizzerebbe il petrolio di Paolo Vnlera., pel quale tutti i bam– bini dovrebbero essere del Comune, e cessare dì ap– partenere ai legittimi e agl'illegittimi genitori! Che hazza, compare 1'uridclu ! Jla pili singolare e pili nuova di tutte è <111est'al– tra trovata, davvero tedesca, di 1:~rnst 8ckstein: il quale, senza cavarne alcun chiaro costrutto, si limita ad osservare honariamcnte che l'uomo, purchè di– sponga d'un numero sufficiente di donne, può fare oi,:ni anno parecchie centinaia (,·ia, poniamo doz– zine) di " questi cari pargoletti .,; mentre la donna, posserle!tse anche mille uomini (misericordia!), in un anno non può mettere nl mondo che un solo bam– hino. Ragionamento prof'ondo dnv,•ero, ma che non climost,ra so non qnHnto l'uomo sia pili pericoloso che non là. donna, o qua11to 1 (]t1indi 1 per lui, piì1 che per lei, dovrebhcro essere l'i,goroso le norme moral l e lo le~g·i civili. . .. E torno a Maffeo Pantaleoni, ed alla sua recisa clonrnncla 1 se (}OSSa appron1rsi una donna che faccia una vita poliandra come gli uomi1ti fanno una vita poligama,; o torno al mio " distinguo,,, tra il caso della poliandria nella donna, non maritata, caso che ho disct11:isofin qui, ed il caso della poliandria nella clonnfiche liberamente ha leg-ato i destini suoi a.quelli di un 1101110,i>er tutrn la. vita, assumendone il nome e fa– cendosi con ciò stesso cosa.sua, secondo le leggi vigenti, chH':lllti alle autorit:l costituite, coi riti e le formolo trallizionali, sotto l'implicita accettazione di tutte le co1n·enzioni o lo convenienze sociali, annesse e con– nesse col matrimonio. Questo secondo caso ù infatti molto di,·erso dal primo: giacchè si può ben ribellarsi alle leggi, scritte o non 8Critte, elle noi non abbiamo accettate j ma. · non a quelle che noi medesimi abbiamo solenne– mente firmate e giurate, da,vanti ad uu loro ra.p1)re– scntanto uf'ficiRlo con tanto di sciarpa. o di st.ola, e in presenza. di due o di pHt testimoni. Stando coAÌ le cose, e la lc~g-e statuendo che il padre, cioè il responsabile, ò sempre, e contro qua.– lu11ri110 piil chh1rn, o IHtnpflntc prova in contrario, il nrnr ito, io sto col PAntaleoni che trova infinitamente pii1 gra.ve l\1dultorio della, moglie che non quello del ma.rito: pe,·chè la moglie potrì1 far mantenere dal compagno tradito, e usurpare il suo nomo ccl ereditare lo sue Bostanze, i fìglioli del drudo; men– tre il marito fcclit:rago non recherà quest.i danni eco– nomici e gentilizi alla. sposa negletta., in aggiu nta allo strazio mornlc, comune ad entrambi i ca.si, del– l'amor proprio ferito, della domestica pace distrntta, delle pette~olo ciarle, dei mal celati sogghigni, degli umilianti compatimenti che suscita il fatto d'intorno a sè. · 1''è con questo io voglio per certo sancir privi.legi legRli o morali a favore del maschio: ma anzi s01r primere quelli C8istenti, toµ-liendo, con l'istituir la ricerca delhL paternità reale, itnchc nel matrimonio, quell'unicn, ma terribile differenza che oggi davYero esiste tra l'odulterio dell'uno e quello dell'altro dei coniu~i. Credete, credete pure, elle a.nche in ciò la que– stione morale è int.imnmonte legata, e forse anzi su– bordinatn, alla questione economicn.: lo stesso ridicolo 1 ht pili scot,tanto delle to rture del\'1101110 tradito dalla sua donnn, consisto nel fa.t.to di mantenerla coi pro– pri quattr ini po r f'iirla godere ftl'atuitamente da un Altro, del qua.le, magari, ma.ntione ed alleva e dota. anello i figli. Fate che questi e quella, !)CL'legge, pflsffino a. gmvitar sul hilancio del cicisbeo sorpreso in flagrante e co1winto e ne assumano, a istanza. del danneggiato, il co~nome, et row~allez 1:oirclequel cUté se melfronf fes ril'W'-'~- • .. I.Je nazioni 1,ii1 progredite han d'altronde, gi.l, da 1111 bel J)ezzo, radicalmente troncato il nodo gordiano dell'adulterio, venefico IIHLfotal frutto del matrimo– nio immanente ed indissol11hile, accoµ-liendo nello lor leggi il divorzio liberatore. Tutte lo Yane decla– mazioni mornli, metftfisiche o religiose, si sfasciano contro la logica formidabile cli questo fatto, che il minimum dei matrimoni ed il maxitumu dei divorzi coincidono con la più alta ci\·ilti1 1 in tnghilterra, in A.merica, e sopratutto in lscandinavia, il paese della nrng-gior coltura e dclln minor dolin(]uenza; che nel OiflJ)llOne, una giovano e halda nazione d'artisti, di htvora.tori, di 1>ensa.tori, ove o:.;-nianno si compie il progresso di 1111 secolo, lo leggi consentono i dolci e piccant,i nu~tl'imoniotti di prova,}~scadonzH 1 ri11novabili o rescindibili {((t libitu.m come le loca.r.ioni cd i prestiti; che, nelle grandi città d'og'ni terra, ove ferve pill intensa o fccondH la. vita o si corro inclll'anti fii pre– giudizi Hll'avnng-iu1rdia. dell'avve11ire, le libero unioni s'Annodano e sciolgono numerosissime, senza inter– vento molesto cd inutile di funzionari o cli preti; e che, soprntutto, nessuno pii, ci fa. caso, e gli sposi non rubricati nei sacri registri, se buoni e fedeli, vengono accolti dovunque con non minoro rispetto,

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