Critica Sociale - Anno X - n. 6 - 16 marzo 1900
94 CRITICA SOCIALE gione, e le tolgono lii for sentire la sua voce Sfirena al di soprR e al di I~ di tutti i preconcetti comuni. Date e concesse e sancite le premesse, bisogna ac– cettar francamente e reciimmente le conseguenze, piacevoli o no 1>cr i nostri gusti atavistici, solleti– canti otl urtanti che siano per le nostre abitudini tradizio,rnli. .E lo premcs!!le, in questo caso, sono l'e– mancipazione economica della donna, la. sua nuova coltura, la sua parificazione spirituale al compagno 1 e con esse il camttero nuovo, radicalmente diverso, dei suoi rapporti sociali con l'uomo; e le conseguenze, volere o volare, l'emancipazione morale rler ora, la em1tncipaziono giuridica por l'avvenire, cd intanto l'i1wal id11.z.ionc,nssai prima ancora attuata che procla– nrn.ta, doi nostri dogmi sessuali) dei nostri privilegi ero tici. P1ulrona corno noi dello suo braccia, del suo cer· vello, del suo tempo, della sua casa, del suo denaro, Ja donnft. nuova si sento a buon diritto altrettanto padrona. dei suoi sensi e dei suoi affetti 1 dei suoi pensieri e dei suoi ideali: e come sa spendern Jibo-– mmentc i frutti del suo lavoro, così liberissima– mente vuol spendere anche i tesori dell'amor suo. B ha mgione. . .. Naturalmente, gli oppositori a queste pretese, i Bava--Heccaris di <1ueste rivolte 1 sono parecchi: ma i pii, curiosi son quelli che invocano, contro il diritto rnuliehro alla libertà dell'amore, la naturale frigi– dità della donna: e tra questi particolarmente Giu– seppe Sorgi, il qui,lo tt.sserisce doversi " fare molte carezzo e molto solletico ., (ah, professore! ....) " 1>er indurre la donna a cedere con piacere, e per farle sentire il piacere sessuale: senza questi mezzi ,, (I) " rimano fredda, nè lrn 1 nò dà soddisfazione. ,, 8 soggiunge, poi, che sono bensì pili felici, le donne, se sposano un giovane, ma che s'acconciano anche assai facilmente, per interesse, col vecchio; che alcune so11 rcf'rutturio dt:il tutto all'amore; che altre si danno solo ptts!livtuncnte, senza entusiasmi nò preferenze; e che la do11na 1101·nut.10, se ttnche fa tm matrimonio d'amore, runa d'affetto tranquillo il ma– rito, allo stesso modo fin eh~principio. Proposizione molto curiosa., la prima., la quale, se at.tint.a, llall1cspericn..:a, non m'indurrebbe di certo a far trop1>e congrntula1.io11i all'autore 1 per le sue dolci mn l'orso 1,lqmmto sbiadit.e reminiscenze in materia; assai malinco11ica 1 poi, la seconda 1 alla quale ris1>ondo che il fatto dipende da pessima educazione e non da naturali tendenze, che si verifica d'altra parte altrettanto frequentemente nclruomo, e che infine ha la pro1>ria vendetta, eia un lat.o e dall'altro, nelle statistica disastrosa degli nt.lulterii abituali e pcrsin preconcetti, elci quali ò la m1tssima causa; inconclu– denti 1ft terza, la quarta, la quinta, ch'io credo non rappresentino aJtro che un fatto apparente e super– ficiale, dovuto esso pure all'educazione secolare ed ereditaria, per cui ò vietata alla donna per bene la troppo \"ivacc espressione dei suoi entusiasmi ama– torii; per cui in parecchie <1trnstisi trovan da,·vero neutralizzati da ripugnanze carnnli incoscienti pel solo individuo che han conosciuto, o 1>eitroppi e troppo ,·olgnri por le cui mani a11imalescamonte bramose h1ln dovuto pass11ro; e por cui, finalmente, domato o tniviato, (fai preconcett.i mornli o dalle fobie mebt– fisiche, dai succcdanoi viziosi e dai rapimenti mona– stici1 il nitturnlo e SllllObisogno del maschio, pochi8- 8itno nitre lu1n cessato persi110 1 psicologicamente, di es8ere donne. 1'la 1 data pure come reale ed universale cotesta prot.esa frigidib\ della donna, e che per ciò? Vogliamo noi fOl'f:1O imporre per regio decreto a tutte le donne il dovere di amare? Vogliamo noi forse intimare 1>er mezzo d'usciere all'intero bel aosso d'entusia.smarsi B1bllotecflG n 81 reo allo nostre ardenti climostrazioni di simpatia? Che il Signore .... o la Signora ce ne guardino! Xoi ,·ogliamo soltanto concedere a quelle poche che non son fri– gide, e che il buon Sorgi sacrificherebbe al cattivo gusto dell"ipototica maggioranza., la natural facoltà cli sentire llltrimenti, e di rifiutare gli s1>asimanti sfiancati, e cli es1>rimcre a1>ertamente le loro ener– giche 1>refcrenzc, e di amare con :;usto e eon entu– siasmo, senza bisogno d'alcuno fra i dotti artiti.cii che il bravo antropologo della Sapienza ci viene in– segnando con sì suggestivo frasario. * .. Ma il <1uesito ò posto in ben altri termini da Maffeo Panta leoni: approvate YOi una donna, egli chiede, che facchi uno. ,·ita poliandra. come gli uo– mini fanno una vita poligama? Distinguo, ris))Ondo io: se la donna in questione non ha giurnto fcdelti\ eteri1a ad alcuno, se non ha in alcun modo vincohtta la prnpria. condotta a u11 preciso dovere s1>ontanoiu11cntecontratto, se insomma. non inganna, no11 tradisce, non disonora nessuno con questa sua vita poliandra, io non disappro,•o, nò HL>· provo, come non approvo, nè disapprovo lo scapolo o il vedOYOche faccia vita polit,"Rma: neU'uno e nel– l'altro caso, nè la società. nel suo insieme, nè i sin– goli cittadini cho la compongono, [>Ossono sincera– mente \"Cdere violato alcun loro vero diritt.0 1 alcun loro legittimo sentimento; e sarebbe tirannide col– lottiYa, o volgnre pettegolezzo individuale, censurare o punire, sia pure moralmente soltanto, la libertà dei due sessi d'intendersi e di godere tranquillamente l'uno dell'altro. Alessandro Gro1>pnli nega invece al piì.1 belJo e gentile questo diritto 1 nsserendo ohe un uomo resta lo stesso moralmente, come lo resta fisicamente, quando h11 posseduto llllfl donna; mentre egli " sente,, che la donna, insieme alla sua verginità fisica, perde il fiore soa,•c delhL SlhLverginità. morale. Ora, io nego 1111zitutt0che l'uomo, che ha.già pos– seduto una. donna, sia moralmente lo stesso di quello che non sa, trncora di che si tratti; e nego pure, clic la verginità spirituale sia nella. dorma tuWuno con lit vorginib\ fisictt: io ho conosciute f'anciulle di bassa, di media, cli anche di illta condizione, che serba– vano senza alcun clul,bio 1nu·issimo e intatto il " fiore soave ,, della. lol'O verginità corpornle, ma che in un 1•ostriholo 11011 avrebhero a.vutO nulla di nuovo da apprendere, e nulla di cui sinceramente ed onesta– mente arrossire; ed ho conosciute donne maritate, e madri lii vari figliuoli, moralmente non meno vcrg-ini dello loro s_tessobambine innocenti; ed ho conosciuto anche unf!. donrrn, che 1111 mio amico ufficiale tene\":l segretamente con sè la quale era stata, per una serie lii scin,!?urate fatalith, di quanti soldati e marinai Pavevan ,•oluta; e che, a questa prima aurora vera d'amore, s'era dischiusa ad un tratto, come farfalla stu1>encla da turi>e crisalide, così nuorn, così purtt, cosl ingenua, coaì innamorata., così squisita, come la piit inconsapevole, la pii1 sbalordita 1 la pili estasiata delle sposine. . .. C'è tuttavh1, contro hL 1il,crtr1 dell'amore, un ben gravo argomento; 1111 argomento a due tagli, stu– pendamente at'fìlilto, o che so1111Jrn davvero capace dì tagliar netta la testa del toro: ed ò quello del– l'enorme differenza di consog-ue11zc,che passa, secondo Alf'l'cdo .Nicefuro e molti ulfri dogi' jnterroga.t.i dAI GamlJarotta., frn. amori virili ed amori nmliebri. l~normc difl'ercnza? ! .Nou vedo davvero: da una donna. che fa.ccii, all'amore, per mal che la vada, non so che altro ne possa. nascere, fuorchò un bam– bino .... od una l)ftmbina. l~ll ò forse, J"infautc, figliolo soltanto di lei? Non
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