Critica Sociale - Anno X - n. 6 - 16 marzo 1900

CRITICA SOCIALE 93 bassi salari : ed infine che si provveda a dirimere sollecitamente e souza spese le controversie fra pa– droni e lavoratori. L'unico organo che possa soddisfa.re a questi bi– sogni, per la sua autorità, è il Comune: ciò che ri– sponde al concetto che di esso no'i socialisti abbiamo. Pertanto io ritengo sia utiJe il proporre che sia sottoposta alla vigilanza ed alla tutela dell'autorità comunale: a) la fissazione delle mercedi e degli orari per tutti gli operai, che lavorano nel territorio di un Comune al servizio cli tutti gl'imprend.itori cli mano d'opera in genere; comprendendovi gli operai agri– coli; b) l'osservanza cli tut~e Je convenzioni sta.biJit.e nei contratti di lavoro; e) Ja retta osservanza e l'applicazione clolle leggi in pro dei lavoratori approvate dal parlamento. Osservo sulJito che la cliffìcolt.\ pili grave è quella che concerno gli opera.i agl'icoli (esclusi naturaJmente i massai) per il carattere del loro hivoro) non sta• bile e di breve durata, per la difficoltà. di conoscere i loro imprenditori, i quali possono rnriare ogni set.– tinrnna, magari ogni giorno; e infine ò grave per gJi stessi operRi, i quali non conservano a lungo dimora fissa in un luogo. Così che per costoro dovrebbe il Comune fissare una tabella di mercedi e di orari da far rispettare nel suo territo1'io. ]lor tutti gli altri operai, il sindaco) a p1·incipio di ogni anno, potrebbe convocare imprenditori ed ope– rai, o loro rappresentanti - non avvocati, per carHà! -- e cl'a.ccordo fissare le modalifa ed i limiti dei contra.tti di lavoro (orari e mercedi), da pubblicarsi nelle forme richieste per gli atti dell'autorWt e da osservarsi rigorosamente anche da chiunriue altro, impresario o lavorntore, venisse acl esercire o lavorare nel Comune. Il sindaco, con procedimento sollecit.o e somma l'io, senza, spese e colla presenza. degl'intercssati, deve con• ciliare ogni differenza o controversia. Applicazione questa, come scorgesi facilmente, del principio del• l'arbitrato, cost.ituHo ed operante cli volta in volta., Al presentarsi del bisogno; non potendo funzionare in modo permanente. Infine - tralasciando le norme puramente proce– durali, - onde evitare il pericolo che J'assenza. vo– luta e dolorosa cli quaJche interessato abbia a frustrare tutto il Javoro di tutela e sorveglianza, dovl'Cbbesi prescrivere l'efficacia obbliga.toria delJe deJiherazioni per tutti, anche se qualcuno non fosse intervenuto. Queste le grandi linee di una. proposta pratica ed acccttabiJc nei piccoli Comuni: proposta che il gruppo consigliare socù1.lista di Nizza 'Monferrato si accinge a far trionfare colla. presentazione cliun regolamento concreto. Non abbiamo l'illusioue di arnr fatta opera per– fetta. Ma. il nostro partito, che in giovanissima ctìt si trova una parte di potere nelle mani, non ha una storia di ordinamenti municipali che possano essergl.i di guida. Deve creare: e si sache le creazioni sono sempre pur troppo imperfette: il povero bipede im• piume ce 1odice. L'idea ò gettata: la si discuta e Ja si completi. Nè c'illudi1uno che J'autorifa superiore possa ap• provare questi criteri, qui:i.ndo pure iJ Consiglio li itvcssc accolti. [ntanto litvoriamo anche per gli umili che sbrnno nei piccoli Comuni. ].a lot.ta , o rneg·lio fa sov,•ersionc che vien dal.l'alto non ci radi del male: tutt'altro! Chi ne guadagncrtL Sflremo sempre noi. Pl-:DEHICO BJWAHIDA. Abbonamento cumulativo Critica sociale ed Avanti! anno L. 21, se– mestre L. 10,50. IL DIRITTO ALL'AMORE 7.'·ra,un secolo e l'altro - Premesse e conseynen~ - La, friyiclitù, della clonna - PoUand'l'ia e voliyam.ia, - La p1·ole illegittlm,<t - Aclulte,·e e a(l1tltcri - L'amore nell'avvcni1-e. Son gli uitimi rantoli del vecchio secolo agon.iz – zante, quelli che udiamo, o sono i primi vagiti del nuovo, bruscamente tuffato cla Sua Maestà imperiale e reale Guglielmo cliHohenzo1Jern 1 Rngusto ostetrico irrequieto, nell'acqua non ancor tiepida dell'avvenire? Domando: poichè, incapace di risolve!'e io stesso Parduo quesito, che è di natma matematica (cioè) pel mio cervello nega.to ai ca.Icoli, cal>alistica) io mi trovo perplesso davanti al soggetto di questo ar– ticolo1 prematuro forse pel secolo morio o morente, ma senza aJcun dubhio di competenza Jegittima del nascituro o neonato. Per questo, io non ho osato trattarne qui ranno scorso, in cui iJ decrepito era tuttora e per tutti ben vivo, ed a stento m'arrischio a trattarne (1ue– st'anno1 nel quaJe eia molti si teme che ancora re• spiri, benchò ad ogni modo sia già. fuori di sensi e di conoscenza. S'intende hene, che alludo a quell'inesauribile libro del Oambarotta (1)1 del quale ho già. scrit.to e ri– scritto nella Critica e alt.rove, e non sono del resto hen certo di non doYer scriYere ancora. Hinrnne in– fatti, pe1· esaurire J'esame dei principali problemi che il comJ)ilatore ed i suoi numerosi e vfllenti col– labora.tori vi han di\Jflttuti, da dire del piì:1dclicat.o) del più controverso) di <1uello formulato nettamente nella domanda llel Gamharot.ta: " Oli amori di una donna, dal punto di vistft rnorale, devono essere giu– dicati alla medesima streg-ua degli amori di un uomo? Con altre l)fl1•ole:il diritto all'amore ò nella. donna uguale al dirit.to all'amore nell'uomo? ,, * * * Per parte mia, io non esito a rhspondere recisa– mente di sì: aJla sola condizione, e s'intende, che Yi corrispondano, com 1 ò giusto, anche uguali doreri, uguali pesi, uguali responsa\Jilihì. }J anche il parere di Giacomo Novicow, il quale rivendica per Ja donna. Ja propriefa nRturale e sacro– santa del proprio corpo, come per l'uomo; ed auspiciL il giorno in cui l'amore sarà. giudicato cosa tanto legittima e non verg-og·nosa.,quanto la respirazione e la nut,rizione: quel· giorno (egli dice, ed io sotto– scrivo a due mani) i nove decimi delle atroci soft0- 1·enze, di cui ci è ca.usa l\rnwre, spariranno; e 11011 rimarrà cli esse che un triste ricordo) come dell'in• quisizionc, come della, i;chia,,iti1. ·1,: questo pure è il pensiero di EmiJia.. Mariani) simpatica e ardita rivendicatrice d'ogni diritto nw– liebre, la quale a ragione ritiene primo fra tutti quello di darsi a chi ha scelto, e proc'lanrn r.bbietta la. donua che vende legittimamente il suo corpo ad un uomo che le con,,iene ma ch'essa non ama, asSlli peggio ancora della sgualdrina da tri,•io, che solo la fame o l'inesperienza han gettata nel vizio, e che sopporta d'altronde con franca e spavalda alterezza l'orrendo peso della sua infamia. Ed è l 1 opinionc del buon PaoJo YaJcra, il quale dichiara di non capire gli amo,·i morali o i111niorali, e di conoscer soltanto amori sinceri o bugiardi, fu. gaci o costanti. Bisogna infatti esser logici anche su questo sca– broso soggetto, ove troppo sovente istinti eg-oisticì e sentimenti volgari fan ressa alle porte della ra- (') Jll(;M.esla sullu ll<mm,. - Torluo, Boeu. 1S9~,

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