Critica Sociale - Anno X - n. 5 - 1 marzo 1900

CRITICA SOCIALE 71 sione ope,~aia, ma, con la creazione del capitale contro-vato·,,·e, apporta un danno maggiore della semplice creazione di capitale improduttivo ed ec cessivo sistematico, occorrente alla depressione di - retta del salario. La repressione diretta poi è anche più utile epperò più attuabile economicamente, in quanto inaridisce l'opzione operaia alla sua sorgente: il risparmioaccumulabile;mentre la sopra valutazione lascia sempre l'adito all'accumulazione del risparmio operaio, epperò inibisce solo in modo 1n~ovvisorio l'opzione lavoratrice. Ebbene, se è vero, come ci pare, che la sopra– valutazione è un mezzoeconomicoinibitivo più no– civo della depressione diretta, o, ciò ch'è lo stesso, meno vantaggioso dal punto di vista dei proprietari, occorre concludere che il sistema Ioriano si serve di principii teorici contraddittorii colla legge del mi nimo 1nezzo, anche storicamente intesa. Ossia, se · la nostra osservazione· ha un valore, osiam dire cho il nucleo centrale della nuova fase dottrinale del Loria. la sopl'avalutazione, poggia sull'errore e trae vita da esso ('). * .. La rendita differenziale, e quindi il valore della tena, subisce delle oscillazioni in rapporto diretto dei mutamenti di capitale e di popolazione. Da qui l'impulso pel proprietario terriero di lanciare i te1·– reni in circolazione. Perchè egli vende la terra quando il suo valore è alto, prevedendo poi la sua discesa in un tempo prossimo col mutare delle cause di oscillazione. La seconda obiezione e più grave, che sorge spon• tanea contro la posizione teorica della sopravaluta– zione fondiaria, sta nel notare che un mezzo defi– nitivamente inibitivo sarebbe quello di non rendere acquisibile all'operaio l'elemento terriero mediante la negazione della venalità di e~so. I proprietarii, a godere incontrastato il frùtto privilegiato del loro monopolio economico, potl'ebbero precludere al mer– cato la loro terra, conservandole quel carattere di rigidità che aveva nell'eco11omia premonetaria. Considerando lo scopo della per3istenza della ren– dita massima, si viene alla irresistibile conseguenza ch'esso è io modo perfetto raggiunto con l'immo– bilizzazione dell'oggetto monopolistico: la terra. Dob– biamo dunque vedere se, dato il problema della persistenza sistematica, la circolazione della terra, base originaria della sopravalutazione, resiste al– l'urto della critica. Poichè la tesi !oriana è quella di dimostrare che la società capitalista non ha in sè le condizioni per attirare la massima somma di ricchezza, occorre cimentarla ad una critica omogenea, ta 1 e cioè che tenga conto delle naturali tendenze subbiettive, che ha l'agente economico, a crea1·ea sè stesso una massima somma di utilità. Rifacciamoci perciò alle le(!.,giedonistiche dell'economia pura. E innauzi tutto ovvio che, poichè la sopravalu– tazione fondia1·ia raggiunge un effetto benefico, ossia fa consegui1•e all'agente possessore una somma di piacere (persistenza del reddito) maggiore della somma di piacere da cui occoPre astene1·si col de– teriorare i coefficienti produttivi, cosi è conforme alla natura della condotta economica che la sopra• valutazione sia adottata a danno della ricchezza col– lettiva. Se il nostro esame si arrestasse a tal punto, do– vremmo ritenere, ammessa per superata la p1·ece· {') Con ciò non si 01>pugna l'effettiva portata della larga messe di dali stalislici a cui i~oria ap1>oggia Il suo asserto, ma si negtl. la runzione lnibitiva dell'aumento del nl.lore terriero che si ma– oiresta nei luoghi e nei tempi indicati dal Lo, la. dente obiezione della diretta riduzione del salario come mezzo inibiti•o, che il concetto del plusvalore loriano ha base scientifica. Ma questo sarebbe un esame incompleto e imperfetto. Le causa p1·ima, che genera la sopra valutazione, non è, nel subbietlo economico, l'esame comparativo tra il danno indi• viduale maggiore che deriverebbe dalla valutazìone fondiaria normale e il danno individuale minore che deriva dalla sopravalutazione; tale causa invece è da ricercare nella cil'colazione. Se la circolazione della terra non esistesse, l'op· zione operaia non avrebbe adito di manifestazione, appunto perchè al lavoratore sarebbe inibito l'ac– quisto dell'unilà fondiaria nel modo più assoluto. Posto che il monopolio capitalistico moderno ac• centra nel proprietario terriero la maggiore somma di vantaggi, è chiaro che la classe fondiaria avrà innanzi tutto per iscopo di non lascia\'Si srug$ire di mano questo elemento sovraproduttivo e privi– legiato che è la terra. Ora, in vista della coose1·– vazion,e del massimo reddito, il proprietario fon• diario sa di non poter cedere la terra 5enza suo danno. Infatti, poichè il salire della plusvalenza ler– riera è progressivo, ad ogni vendita di terl'a il pro– prietario si troverà in condizione di ricavare dal capitale conseguito nella vendita una depressione del reddito complessivo. La legge fondamentale di economia è che « l'uomo fa della sua ricchezza quell'uso il quale per lui raggiunge la massim1 somma di utilità differeoziale ». Ebbene, qui è evi– dente che il fondo, reimpiegato, procura al dispo– nente una somma di uti!ità maggiore di quella ot– tenuta scambiandolo contro beni soggetti a depres– sione produttiva. Il Loria dice che 1e oscillazioni della renriita di monopolio sono molteplici: quindi i fondiarii spe– culano al rialzo e al ribasso. Ma è evidente che, f:0 v'é una ragione organica di rialzo, qual è quella della sopra valutazione supposta del Loria, i giuoca– tori, che cedono la terra in un momento di rialzo per ricomprarla al ribasso, vedranno f,·ustrato il loro scopo dal fallo della ascendente sopravaluta· zione che controopera al ribasso e lo impedisce. Non si nega che un lucro transitorio possa rica• varsi dal venditore di terre, pari a quello ciel ven– ditore di azioni di una impresa di cui si prevede un rovescio. Ma questo lucro agisce di incentivo alla circolazione fondiaria in modo accidentale e non può essere fenomeno sufficiente a spiegarci perchè l'elemento monopolistico per eccellenza, cioè la terra, stia sempre e in ogni momento in circolazione al pari di tutti gli altri beni istrumen– lali. li carattere moderno di venalità, di liquido valore di scambio che aderisce alla terra è una smentita, ci pare, alla teorica del Loria. * * • Poichè la terra è un elemento produttivo sopra– valorato, in guisa da deprimere il profitto in modo sempre più decrescente, e in guisa da colpire la l'iaccumulazione della ricchezza capitalistica di una limitazione sempre più accentuata. il sistema lo– riano sintetizza tutti i mali ed i disquililJri sociali non nell'appropriazione del capitale come rnsten– gono le più importanti scuole socialiste moderne, ma nell'appropriazione della terra. La lotta sociale moderna non è tra capitale e lavoro, ma tra ele– menti produttivi normali da un lato e il supremo monopolio dall'altro: la terra. La terra é divenuta ogii l'infernale istrum~n~o dell'asservimento umano: ma essa nasconde g1:\ m sé stessa la meravigliosa potenza della rigenera– zione sociale. E. LEONE.

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