Critica Sociale - Anno X - n. 4 - 16 febbraio 1900
B 62 CRITICA SOOIALE muni cogli interessi essenziali dei proletart ('). Chi ha letto l'articolo, nel quale Guglielmo Ferrero trat– teggiava. nel Secolo, or è appena una settimana('), la trasformazione necessaria che deve subire, sotto 1>ena cli sparire per sempre, la senile, angusta, burocra– tica democrazia del vecchio Piemonte, può avere, come in lucida sintesi, l'esempio di ciò che avYiene o deve avvenire - per forza di cose - in ogni parte d'I tali11.La stessa industria moderna, il rigoglio, in c1ucsri ultimi anni veramente notevole, delle imprese e dei traffici, l'estendersi dei pubblici servizi, la sov– versiva. diffusione dell 1 alfabeto, il proletarizzarsi in– cessante di molte 1>rofessioni, questi ed altri molri fenomeni creano ed elevano nlla luce della storia e alht coscienza di sò nuovi strnti sociali che non sono il prolotnrittto propriamente detto e che prima o non csistevono, od ignorawmo sò stessi ed erano igno– rnti; od orfl. si sanno, si coreano, tendono ad a.ffrn– tellftrsi, vanno in traccia di un 1 01·icntazione polit.icn comune, o gih, in qm1lcho parto d'ftalia, danno al- 1'1-1111hiento cittadino untt. impronta. nuova. A tutti que– sti ceti - come del resto ulla stessa borghesia in– du1:1triul<", dovo è più sviluJlputa e disinvolta da ogni residuo feudale il presento Sh,to italia119 - pa– rai4~ita, ""J>O~liatorc,fiscale, milirarii;ta, tiranno, pao– lotro, sm1pcttoso dell'istr11zione 1 compressore d'ogni inizintivfl. - 1,i presenta come il nemico; e guardano con Min1pnti11 (se non sismo a bella posta. spaventati e respinti) 11~1ielementi più audaci, che, in nome 1lell0 claRsi prolehtric, tendono ad affrancarli dalla capp,1 di piombo che li minnccitt. o li 01>prime. J~d ò per l'influ~so indiretto, e <1lrnsiinconsapevole ancorn, di <JU('sticeti, che qua e I:\ si traclucc in una forza tli opinione ed elettorale ,•irtutthnente giù. formidabile; ò f)OI loro influsso indiretto, fissai J)Ìll - diciamolo 1:1chietto- che non per timore delle ciitrle 1 per quanto t.•loc111('11ii 1 d <1nattro o cinque deputati dell'EstremR Hinistru, che la reazione in Italia si trascina stracca, bislncc·a o va balzelloni, C'hc i tlecreloni s'indughrno nei corridoi, e il generale l'elloux ha fatto del verho "scupparn,, hH1ui11tessc11zn <.lclln. sua strategia poli tic~. Orn, il 11011 to11el' conto di coteste forzo, in quanto ui poHi:111110 sc,·vire u nc11tr111izz11re l forze semprn in ngg-unto tlolh, reazione, s11rc1Jllcda parte nostra. hi. sup1·c11u~delle stoltezzr. In pnrecchi luoghi <1u0F1to clussi intermedie giunte appcrm n costituire mrn. forza 11olitica a. sè, non tro– vano a chi altri atthlnrc la rap11resenhrnza dei loro ink'ressi che ai cttndidati socialisti; e, benchò tale rapi,resentan1.a involt:,"à un equivoco che convien mettere a nudo, per evitare incoerenze, delusioni e rihellioni future, questa gente ò nttratta al socia– lismo, sia pure per non rcstani che J>er brey'ora; noi non po~siamo rcs11il1gerla. Ma. altroYe, 1>er con– verso, <1uello medesi1110 cla~si R"i riattaccano a rttp– presentanti pHt temperati, schiettamente liberali e personalmente rispettabili; e la lotta è impegnata fra flllCsti o i candidati e.lolla Olihrarchia che 01>pri111" e esinanisce il pNesc. Ora, in c1ucst 1 ultinm ipotesi, 1>0ssonodarsi essen– zialmC'nte tre casi. O i socinlisti 1>revalgono: e ss– rchbc follia ch'essi cedei;sero il posto. O i socialisti sono unfl. forza così esigua cd incerta, da. non pesare seriam(lnto sulla bihrncia; il bisogno, per essi, di contHrsi, di ufl'ernunsi, di f'tlr sapere che esistono fl ncccssitiì pcrcntoritt, co11<.lizioncaltresì di eventuali accordi futuri· per essi la, ta.t.tica delle alleanze (o J11t'glio degli ciJ)l)O{f{/i, per quanto la parola sia. scomunicata dai puristi), 11011 può avere che un va– lore relativo ed occasionale .. Do,,o quella tattica si itnponc è n<'I terzo caso, che rimane eia.considerare: (1) M'Ol,re11u110 1111e~to11111110 nel munero del 1.• dicembre: L'ul- 1w11:« cui»artmpopou,ri. (') s«oto, , febbraio: • Torino •• dove i socialisti esistono come partito, forte ma non prevalente, di fronte a un partito schiettamente li– berale e J>rogressiYo, Ja cui vittoria è minacciata dalle forze soverchianti della reazione. Ivi è che i socialisti debbono saper destreggiarsi, salvaguardando insieme lo ragioni finali ciel partito e le esigenze immediate della libertà. }~ qui che il loro atteggia– mento avrà le conseguenze pH1 delicate e piit gravi; perchè di1>enderà. da esso se i partiti popolari sor– geranno v1"i e gagliarcli, o se invece gli elementi, che J)Otrebbero accostarsi ad essi e presidiarne l'a– zione, ,•erranno bruscamente ricacciati dentro le file nemiche. Per battere, in questi casi, la via che la saggezza rvidentemente consiglia, iJ partito socialista non ha alcun bisogno di diminuire se stesso. Il dilemma elio il 1httet ci squadra davnnti, affermando che l'nppoggio nllfl. Sinistra ci cost,ringerebbe o a rinun– cia,·vi ben presto, o n rinuncinre a noi stessi, cade dti quest'ultimo piede. Non solo nessuna rinuncia si esig-o da noi, salvo quelln del candidato; si esigo anzi il contrario; perchò tanto 1>iù saremo forti (quindi, in ogni evento, migliori alleati) quanto pitt 111anrerren10 l'integrità di noi stessi. Tutto sta nel non dimenticare chi siamo o dove tendiamo; nel ricorchtre che la battaglia elettorale non è che un episodio della nostra lotta di cla"'S8 e a quelJa non snrrificnre la nostnt attivi ti\ politica ccl economica, ri– s,•eg-liatrice e organizzatrice delle masse. Se a questa nttivith molteplice, f:ffatto imlipendente, aggiungiamo, in un momento elettorale, h, ,•isionc esatta della via da battere per ottenere it miglior risultato che i,i quelle date cfrcostanzesia. llato olle11ere 1 e trasci– niamo in c1ucsta via il proletariato; anche questa. snnì opera educatrice o ri1wi,:-oritrice, come è sempre educatrice o rinvigoritrico li\ verifa guardata in roccia. Ben sap1>iamo che a questi concetti si OJ)ponc da taluni profeti un'obiezione di massima. Voi credete - si dico - di Jegnrvi ht democrazia coUa tattica delle Cfirezzo; ma essa ò infidt~ 1wr natura; elevata. di~ voi, vi tradirà Hppcna il ))08811. Meglio levarJa. di mezzo; e ot.terrcte alla fino 1..h1i nemici, col timore o collfl 111i11nccin 1 quello che, collo bhwdizie, forse atten– dereste i11vHno llagli n111icinfedeli. - Certo chi parla in htl guisa non fa. del sentimento; e, a noi pare, per le cose dette, non faccia neppure della logica. Nò noi parlammo di blandizie, nè da noi dipende, nl 1•ostutto, la vita delle classi e la formazione dei partiti. 'J'utt'al più ò sul loro atteggiamento che J>O– tremo a.,•cro un'azione. Ma c1uiuna sola ossenaziono co11trap1>0rremo. , u1>– posto che il ragionamento e la previsione, distesi sulla larga cuna del tempo, non f1Lccianow1a grinza; cho di f'ronto alPuzione dello grandi forze socinli, Rlla. ffttalits\ ciel socialismo futuro, svanisca il Yalore di c1uestc nostre contese·\ pure, mentre oggi lottiamo pro <o-iset (ocis, 1>er il li ritto di cittadinanza e lii vitn, e uno schiacciamento immane ci minaccia, o,·e cadessero a un tratto i cuscinetti protettori che, nella lotta sociale, attutiscono gli urti ; noi, c ome pa rtito che vive nell'oggi, e per qunnto fiduciosi nel.la vita. futura. promessa, non su1>11iamoessere c osì stoi ci, o così filosofi della storiu, o così forsennati, da lan– chtrci spontancame11to nella. voragine. La risu.rrezionc sArlt.certft, dubitarne è pcccnto; ma intanto ci lu– sin~a l'orecchio il motto pagono: JJOSt mortem nulla, voluplas. Confessiamo questa \'iltà ! • . . Ed ora. bre"issime lince - il discorso fu già piì1 lungo nssai del volere sul secondo 1mnto di dis– senso: sulla parte, rhe diremo ,·omautica, della ri– SJ){)Statrnvottiana. Constatiamo intanto un commo,·eute accordo fta
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