Critica Sociale - Anno X - n. 4 - 16 febbraio 1900

ijQ CRI'l'ICA SOCIALE cessario, spetterà a noi di favorirne, o almeno di non osteggiarne, la formazione o l'azione. fl materialismo storico, c!lro 'l'raret, cc ne è buon malle,•:1Clore, e noi lo invochiamo a disJ)etto de' tuoi motteggi; i quali, pflrtemlo da te, potranno essere benissimo as– sestati Hi nrn.terialisti storici e mRgari weistorici ciel nostro llHCsc; non alla dottrina in sò, nella quale tu credi, per la semplice ragione che l'hai capita meglio clelJa piì1 1>artedi loro. Perocchè (e aggiungi pure quest 1 nltro all'elenco dei punti sui quali cadiamo d'accorcio) neppure fosti sto– rico esatto quando - desumendo dR.(]nella che era, in un nostrn articolo, esposizione obiettiva cli ciò che fu deciso di faro a Milano, in una contingenza sp2- cialissima. - ci attribuisci, come norma. assoluti~ da. noi professat11 1 che degli uomini ris1>ondc il p:,rtito cui appnrtengono e cho quindi bisogn a. appo g ~ia.re imlisti11lame11te i candidati dei partiti allea.ti. Come massima generale, questo non nhhia1 110 mai soste– nuto i men che mai lo sost{!rrennno per le elezioni politiche uninominali, nelle qi1ali il dissenso su un nome non risica, come talYolta nelle altre, di com– promettere il su ccesso di t utta. una. lista. Non Yor– remmo, certo, una sele:t.ione farisaicamcnte pette;:roli1 1 tanto pili trattand osi di uo mini che non sono dei nostri ; e vorremmo, come chiedi tu pure, che essa. si compisse non solo al di fuori, mn.tinche dentro dei cancelli dell'Estrema Sinistra. t assurdo c1uel che si pretende da. taluni com1)agni : che cioò i candidati non nostri, per meritare il nostro appoggio, debhano accettare questo o quello dei ilOstulat.i socia.listi: osiamo dire che tnle accettazione, da parte di 1111 radicale o lii un democratico 1 1>otrcbbe essere tfl– lora piuttosto un motivo di esclusione, odorando sen– sibilmente di farabuttismo OJlf)ortunistico. )la dove nell'uomo c'ò del mnrcio, o v'è ne 1 suoi metodi cl0t– torali e J)Olitici; dovo ohbiamo, sotto il c:111did1lto, l'affarista, il corruttore od il saltimbanco, tenti r•urc accreditarsi colla. più brillante etichetta" popolare ,,, reclamiamo :,ltamente il diritto di lasciarlo in asso. Potrà darsi in tal caso ch'ei non sia neppure il meno J>egyio; e che la. sua opera. infesta, cresimata dn noi, riesca piì1 deleterifi ai partiti popolo.l'i, che non 11osti– lifa 011csta. cli un co 11::1 ervatore 1 suscitatrice di lotte nperto o dissipatrice 1.li equivoci. Selezione, dunque, sia p ure; selezione ragionevole e nessun bigottismo delle etichetto. Quindi scleiione dentro, ma. anche fuori i sacri confini dell'estremo settore. ]~ co11ciò i punti di dissenso si riducono a due. Il 'J.'ravet vuol bensì le alleanze ; nm con partiti or– ganiz,mti, che ris1>ondano degli uomini loro, che ab– biano programmi posith•i, concordati con noi; o non trova, guardandosi attorno, nò i pro~rammi, nò i par– titi, nò gli uomini. Questo pei periodi normali. - Per i periodi anormali, il 'l'mvet ,•uolc insuttlarci la. fede nella inevitabilità di una rh·oluzione politica: e anche a questa si lloHcbbe pensare. . .. Primo punto: assenza di (Htrtiti, di programmi, di uomiiii. Qui il 'l'ravet scava\cii sò stesso o sfondi:i il suo parente prossimo, il Per;simista. Partiti, fuori del no– stro, non ve ne sono. Dove sono i radicali, i demo– cratici, i repubblicani·? Una manciata di gente che non sai dovo sia 1 nè con chi, nè che voglia: oggi su un pero, domani su un melo; discordi se si t.rovnno in duo; pill malo accompagnato HHcorn chi stn <.ht. solo. Programmi? non ne 1>arlinmo ! Non sanno che siano, o, se ne pigliano c1ualcuno a prestito, è per vio– larlo !"indomani, e urngEtri il dì stesso. Chi risponde di questi candidati? chi mette loro l'avallo? quale firma, sotto queste cambiali, che non sia clisfacciato B1bllote d G n R1arc-o favore? Tutta roba destinata al protesto ed alla guai chiera. Giammai, confessiamolo, il ·v<mifas1:anitat1111 dell'Ecclesiaste fu intonato più lugubremente a 1>ro posito di partiti. Per non sentirci spinti a] suicidio, converrà, chio rire un po' che cosa si intende per partiti 1 per JJl'O grammi, ccl anche -- perchè no? - eh e cosa s'in tende IJCr " uomini 11• S3rà. che il 'J.'rao,t vh•e fuori dalla vita pulsanft C(l efl'ettivn dei p:utiti, dalla b.ittf1g-lia. quotidìnnrt: gii\ l'Avanti! un:\ volta, ranùendo giustizia. al suo in– gegno e allit generoJa sug, foga, l'ha hnttez1.ato np• punto per dottrinario. 1': 11111>0' dottrinario - ossia formalistico O'l astr1ltto - ci semlJra. il concetto che egli, dall:i s111 specola scientifico-storico-politica, f-i fa dei psu:titi, in quest'ora. della st oria italiana. Il Bovio una. volt9., con una. delle su~ frn.si fortemente• scultol'io, lanciò supergiì1 que3to a rrischi ato afori– sma.: che <love è un'idea e un uomo, il quale for– temente h\ senta, i\•i è un partito. 'l'm noi v'è pa– recchi i quali credono che h:i sia un partito, dove c'è un 1101110 ed un timhro. Fors'anche, costretti a sceg-liero, si cont.enterchh0ro del timhro e rinunce– rcbhoro all'uomo. Non mono formale ù il concetto che ti si fa dei prog-rammi. 8ssi sono cs~enzialmente 1111 foglio di carta con sopra. dei llaragrafi, dei commi e deg-li alinea. ben numeri;i:;i:nti e disposti. Di cosiffatti docu– menti da. Archivio, nei partiti popolari d'Italia, dill programma mazziniano, gil1, giil, fino al Jxdto di Roma, che li riassume un po' tutti, ce no fu a tlo– yi;,:ia,sopratutto c1mtndo nessuno pensava a. metterli in atto. ~;ppure la. fede miracolosa in c1uesto genere di talismani non è ancora. disseccata. Ogni tanto l'idea. di sottoporre uno di cotcst.i venerandi rogiti ai c:tndidati da " nppogginrsi ,,, o di chieder loro che lo firmino, ritorna a far capolino. Oh ! se 1ft.dipemlu dal giurare .... ! - diceva. quel tale litiµ-ante delhi µ-iovonca. l,cr noi, o il '1.'rcwet non ci darà torto, tutte quest<' cose vsllgono un bel fiocco di lana. L'importante (\ che ci siano degli interessi innanzi tutto, poi che questi interessi siano collettivi, poi che ci sia dolln. gente che sn destare la coscienza di questi interessi, dell'altrn t!ente che sa rnppresentarli e propuµ-narli, e infine della gente piì1 numerosa - gli interessati - che sappiano tenere in riga. i rappresentanti. Quando c 1 ò tutto questo po' di rolM, allora stia. si– curo il 'J'ravet, pcrchè lo dice il materinlisrno storico, che in questo caso si identifica col senso comune, stia. sicuro che vi saranno i 1rnrtiti 1 vi snranno i J)l'O– grammi, non cli carta, ma vivi, sentiti, che passano nei fatti graduahnente, ma. sicuramente. Finchè la massa popolare vive a1>partata dalla. vita politica o si contenta. di starsene in coda agl1 11ltri partiti signorili, la lotta, che si combatte frn questi, è lotta di piccoli interessi di Ctlste dominanti, e i progrnmmi ispirati al generale interesse rimangono puramente decorati,;i. Oli esempi, chi si guardi in– dietro, sono foresta. I~ solo quando <1uella. massa, o sin 1>ure una parte di essa 1 saldi\ e compatta, ppre gli occhi, o mangia la foglia, e pensa a farsi il hoz– zolo proprio; quando i lavoratori, o umt loro avan– guardia, vengono arditamente sul proscenio della storia e dicono: ci siamo anche noi; ò allora che quei prog-rammi clecorathi, magari con meno decoro, magari, in sulle prime, sotto forma. di tendenze vaghe, cominciano a. axcr un valo re. Non sa1·à p it'1 il pro– granrnui grande, simmetrico, monumentn.le ; san\ il progr:1m111t~minimo; m,iuir nissimo i sar:\ la piatta– forma. i il bel foglio di carta. diverrfl. una striscia, un fidibus per accendere il sigaro i ma. quel fidibus comin– cerà. a. pesare sulla. bilancia. - poco; ma.. a pesare. Vedete, per esempio, quel che avviene ora a Mi– lano. A che epoca risale il nostro programma comu

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