Critica Sociale - Anno X - n. 1 - 1 gennaio 1900
l' H I 'I' I (' A 8 OC l AL I•: l'Austrin.. E intanto, il 28 marzo stesi-o, Carlo Alberto ·dichiarava nl rapprcsentn.ntc inglese e all'austriaco che egli JH'cn<lcva le armi solo per im1,cdire il sorgere della 1·c1rnbblica in .Lombardia e in Piemonte. l,o scopo per In Loml.m,rclia fu ottenuto. C,irlo Alberto si baloccò per qunttro nwsi sul )rincio, Fii Ja,o;;ciò scon– tl,z,zcrc n C(t:~tozn,corn;cgnò ~lila110 a.zii au~tl'iaci e 1·i– tm-nè, doud'èl'a \'enuto 1 dietro il Ticino. JI pericolo di una l'CJHtbUlica in Lombardia era evitato. e nello stes::.otempo J)iangono a calde lngrirne sulla. sven• tura dei fratelli irredenti Jlc.rchò non sono sudditi dei J)aclroni snllo<1,1ti,oggi come nel 1 -18si possono rivolgere le JJarole del :Ferrnri: Prima di andare n liberare gli altri, cominciate dal libenire voi stessi! conquistate adun· q_ue la vostra propria liberb't e cancellate le secolari ver• gogne dell'Jtalia! 1)i irredenti al di qua delPisonzo non ce ne sono forse :tbbastam::11 1 perchè ,,i 1\..<;sumiate la pro• tczione degli irredenti del di là dell'Isonzo? J.a. ))crretta ann.login fra il movimento nazionalista <le• mocratico del '48 e '49 e il movimento irredentista J)iù o meno pseudo-ret>ul>blicano dei giorni nostri appare ancora 1>il1evidente, quando si studi l'atteggiamento dei partiti di fronte alla questione nazionale nel 1 4S e oggi. Mezzo secolo addietro, nel Piemonte - che dai conser– vatori e dai democratici fra volte buo11iveni"a proclamat-0 la. terra redenta per eccellenza, no11ostnnte il gesuitismo, Restava tuttora il J)Cricolo in Piemonte. J.:t guerra del 1848 era stata fatht sotto la reSJlOnsn.bilitàdel ]lìnistero conserw1fore; J)erciò, cl0JJ0 Custoza, il partito democratico estese in Piemonte In sua influenza; Ocnova era in ebul• lizìone, in Toscana e negli Stati ronul.ni sorgevano due reJ)ubhliche; l'esempio JHtreva dovesse esser imitato in "Piemonte. Ma c'era sempre la vah·ola di sicurezza contro l'Austl'ia. Questa, rnlt:\. Carlo Alberto prese per ministl'i elcidemocratici e sì dichiarò 1wonto a rinnovare la guerra. coll'AtL5tria. I il militarismo, le esecuzioni capitali, In corruzione am– ministrativa, giudiziaria e 1>olizicsca, la. J>re))otenza di . Jnv~1~0Giuseppe .Ferrnl'i ripetev~ nel febbraio del 1 49 una. aristocraziti cocciuta e degenere come•.. Ja. moderna i i::uo1mscgnnment1 alla democrazrn: ·\ - nel Pie.mouto il 1>nrtitoconse-1·,,atore fu aJloato fedele " 'l'u hai duo nemici a combattere interno l'uno , aell'Austria. fino al 1848,salvo di\ •enta.re a. un tratto nn• ~::.terno !':litro: li Msali l'un dopo l'altrO. L'Austria è al tim1striaco pe1· salvare la propl'ia J)osizione, e il partito di lit del Po e del Ticino: bisogna. dimenticarhl. Comincia democratico spasimava di odio contro l'Austria. Cosl oggi ~~~~ 1 :~~i~?~;~ 1 1 i!~ 1~:e 1 ;; ;~ ,:;~:;::~~ tt\f~~t 1 '.~IP~;e~· h~ii~~:.~ 1~ in Ital.iit. - il pnese 1·ecl~nto1 ~econdo !' 1~arere degli ii:· all'indi)}endcnza, ecco l'unicoprinci1>io che deve sciogliere redentist1, nonostante gli stati d 1 11s::.ed10, 1 f1·e::zament1 i J)l'Oblemidell'Jtalia. ,, ('). i proces:--iNotarbartolo e le guerre africane - H 1>artito Parole inutili! j democratici piemontesi entno pili ac• ccc:,ti che mai nell'odio contro l'Aush-i,1. A 1neparare 1ri.guerra (dn,·ano al :Ministero J)ieni J)O· teri; e il Ministero non face,•n nulla JJer In guerra e si serviva <lei J>ieni poteri J>Cl'1>re1HlereJH'Ovvedimenti,coi quali ri11rorza.v1\. all'interno la 1>osizione dei militnri e .dei conservatori. Finalmente si rom1lewt la guerra in marzo del '.&O.A Mortara. e a Novan\. la massima parte del l'esercito si rifiutò di combattere, e gli austriaci ebbero racile vittoria. Ora ftnatmente i democratici nazionalisti piemontesi si ricordarono che, oltre alla guerra esterna, c'ern da fare una rivoluzione interna e insorse1·0 a Go• llO\'ll. l\rn Cri\. tl'O))))O tal'cli: (liscre(litati dnl disa.~tro cli Kovara, do! quale era natura.le addossare itd essi la re• SJ>Onsabilità,essi non erano pH1 in grado <li trascinarsi dietro un popolo accasciato dalle S\'enture. Do1>0 la dis• ratta cli Novara. il ))artito conse1·vatoro ebbe agio di riconqui::.tare tutte le J)OS'izioni ))erdute dOJ)Ola sconfitta di Custoza, e il dominio del Piemonte rimnse in<li$Cu~so nelle sue mani tino ai giorni nostri. * . . Ognuno vede quanto In 11olitica nazion1\.lista, scguìta dalla democra.zia nel 1848e '49 1 sin somigliante a quella, in cui gli irredentisti ,·01·rebboro trascinare In democra:t.it \. ni giorni nostri. Finchè l'inc<lentismo rosse fatto dni mo– narchici, non ci sarebbe nulla da ridire: 1>eressi que– stioni interne in Italia non ne esistono e chi dice il contrario ò un sovversivo; sotto le nostre benamate ìsti• tuzioni tutto va bene nel migliore dei mondi possibili e chi dice il contrario bisogna mandarlo in galera; l'Italia. è libern, l'Italia è ricca 1 l'ltnlia è felice, o chi dice il contrario bisogna fucilarlo. Unire quindi alla nostra.cani Italia i fr.ltelli di Trento e di 'l'rieste vuol diro metterli in grado di godere anch'essi di tutte le gioie e delizie delle 11ostri i.ititnzioni monnrchiche. )la ai democratici e ai re))ubblicani, i quali non fanuo se non protestare contro il malgoverno dei nostri 11adroni 11,u 01arco monarchico è alleato <lcll'Austi-ia, ~alYOfar dell'irre<len– tismo nll'ncqua cli rose nella Societi\ Dante Alighieri e r:n di tnnto in tiinto Pocchiolino dolce agli irredentisti anche se repubblicani (?); viceversa. molti democrni'ici - non possiamo dire tutto il pa,·tìto, perchò non lo co– noscinmo - guardano L'• .\.ustrii\. come l'orco e compian– gono i poveri triestini OJl))ressid,11feroce clispotismo dei croati. f.; vero che a Trieste gli italiani ranno dimostra– zioni, tengono comizi, dicono corna del 0o,•erno nel Consiglio municiJ>ale e non sono sciolti; questo non vuol dire; Pon. Barzilai dice che i triestini sono irredenti e solo abbracciando i 1·eynicoli potrebbero redimersi; e chi non gli crede è un uomo che " sottometto ai vili JH'e– gìudizi economici le alte idealità morali della nazione,,. Nel 184S l'ntteggin'mento <leipartiti si ca)}ovolgeni a))– )}Cnasi entrava nei paesi austriaci. Nella Lombàrilin e nel Veneto i nobili reazionr.,ri erano tutti ammiratori delle istituzioni Jliemontesi, e ambivano solo cacciar Yin PA.ustria ))Cl'impadronirsi, essi elci Governo, protetti dall'esercito piemontese - è precisamente ciò che tW• "enne nel 1859 i - ma i democratici invece, raJ>J>resentàti splenclidnmente dal Cnttaneo, se la sentivano poco col• l'AustriR, ma se la sentivano ancor meilo col magnn'uimo Carlo Alberto. l~ sfido io Pon. B:uzilai a dar loro torto! pe1·Quanto i lombardi fossero irredenti, essi non ave,•a-no in casa i gesuiti, non ave,•ano assistito a nessuna esecl1• zione capitale dal 1814 nl 1848, 1Wevano un buon sistema comunale e provinciale, ottime leggi civili, una relativ,i tolleranza nella stam1>n; precisamente il contrario del redento Piemonte. Per questo i democratici lombardi lot– tavano contro l'Austria, ma non ne _volevano sapere (li Carlo Alberto, e desideravano solo di costituire il pnese in re1rnbblica, e invitavano i democn,tici J)ien'lontesi e degli altri Stati italiani 1\. fare lo stesso; in seguito le singole repubbliche italiane si sarebbero unite in conrc– clerazione e sarebbe così nnta ht re1rnbblica federale ita. liana. Era l'iclenle di Cattaneo e di _Ferrnri. Oggi, se noi andiamo nel 'l'rentino e nell'Istria, tro– viamo che 11irredentismo raccoglie i suoi seguaci a.))))m1to nello. classe reazionaria del 1mese. A 'l'rentò il Munici11io
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