Critica Sociale - Anno X - n. 1 - 1 gennaio 1900

CRITICA SOC[A L~ serrntore un esercito cresciuto in popolarità e in prestigio e <IC'lle istituzioni monarchiche con,.olidnte dalla vittoria militore. Le rirorme interne ~on diventate imJ)Ol'lsibili o per lo meno incontrano rc;;istcuz(' 1 che prima non esi– -~tC\'11110; i fratelli irredenti cli '1'1·cntoe di Trieste ven– gono IHI cs.-:ere piì1 che nrni il'l'cdo11ti nei confini n,\turalì. Si J)Crlie?chi ha ,•oluto lit guerra~ il partito dcmocnttico; e..._o hl\ rovinato il paese; nbb11.,so i dcmocrntici! In c11so di guerrn dcmocratic,1 contro l'.Au.;;trin, il J>nrtito co11se1·– vntorc ci guadng-nercbbe for.-.c pilt eia una sconfitb.1 che cln u1111 vittoria. In ogni modo, qualunque sia il risulh1to della guerra, il partito conscrl'atore tro"cr:\ semJ)re in c-.so la smt sal\•ezza, e il 1rnrtito democratico lil sua rovina. . .. 'l'utto t1uogte sembreranno JH'OUalJilmente, a parecchi J(lttol'i, pure e semplici fantaiticherie. :ua 1 se voltiamo in– dietro il capo, tro"iamo che 11ltrn \'Olto l'irredentiilmo ha. ro,•inato ht democrazil.ì itnlit11111. Questo è avvenuto nel 1848 e nel 1849. L'ogitnzione democratica e 111nzzi11irt11a ha anito, du– rnnte la 1'toria del risorgimento itnlinno, (lue sco1>icon– temporirnei: la con<1uì1'htdelle libertà interne e la Cl.\C· citlta dc_:>ll'Austria dall'Italia .. I mazziniani non trovarono tino al 1848 misericordia. l)l'Cl"-.;O i J)rincipi e presso l'ari. stocraziil. itoliana; il dOilìderio di libertà era delitto, hl gue1·1·acoutro l'Austrio, pazzia. Ancorn nel IS4.(i Ce.ilru·e HalUo scriveva che la liber11zione (IOI Lombardo-Veneto ili snreUbe avutii solo quando foilse caduto l'Impero turco, e l'Aw,tri11 1 estendendosi verso oriente, ave:,se dovuto, per non turbare l'equililJrio e11ropP0 1 rinunziare ni dominii italiani; o fin nel settemlJre del 18H .Ma~simod'Azeglio dichiara\'1\ che l.t liberazione delle prO\•incie italiane soggette all'Austria si do,·eni 1bJlOttare dal lontano a,·. \'01lil'C. :MfLinhinto il lllO\'illlento liberate, al quale Pio IX a.vevn dato senza. \'Olcrlo la SJ)inta 1 i,i cm andato nel 1847 intensilicando; i,ui p1·imi del'48 il JHll'tito ri\'oluzio– nario 1\JJJJ1uiv11 in Itali11.padrone della situazione. 1 no– bili moderati Cl\pirono che i loro JJ1·ivilegierano seria– mente minacciati e si buttarono subito a fare una pro– paganda di odio feroce contro l'Austria. Jl principe pili minacciato dalla rivoluziono, perchò confinante con la }'rancia e con la S,rizzera e 1>crchè il pili reazionario di tutti, era Carlo Alberto; l'ari:,tocrazia pili cli tutte rea,. zionaria e carica di JJl'ivilegi era la piemontese. Centro del movimento ìrredentistn fu il Piemonte e capo del mo,•imento il marchese !fossimo d'Azeglio. li 12 gennaio del 1848 PaJermo insorgeva e la rivoluzione vittorioso- si cstendevn a N111>oli 1 e tutti i 1>rincipi italiani erano ob– bligati per contraccolJJO a dare delle costituzioni; e su– bito ~IU_;.simod'Azeglio, ))rendendo occasione dalle rc-– J>ressioni avvenute a llilano l'IUi primi del gennaio, pubblicava un opuscolo \'iolentissimo(/ lutti di Lombanlia) e ))roclamava che l'ora era \'enuta cli scacciare dall'Italia i barbari. I democratici naturalmc_:>11tc rtndarono in ,•i:-,i– bilio; si strinsero tutti intorno ni moderati e cominciarono a gridare cht tutte le JHtrti: concordia, concordia.! Biso– gnarn 1>rcpararc la guerra contro I' Au.iltria., rìtccoglien;i <1uindi intorno ai principi, i11co1·11~ginl'ii alln 1otta 1 11011 :-:JHwentarli con richieste importune di lil.lertà; bisognn,•n far un fascio cli tutte le forze J)er couquista.r e Pindipcu– denza e lasciare impregiudicata la questione delle li- ! bertil interne. I Oiu... c1>1>c Fcrrnri, che allora ,•h•c,·a in f'rnnci,1, com– J)re:-c il tr:111ello 1 in cui il partito democratico l'li prcva– ra\'a. a. cadere 1 e il IO gcnnnio del 1848 - si noti la. data - pubblicavi\ nelle Uevue ùulf!pendanle un articolo intitolnto: La rivolu::ione e le 1·ifonne in Italia('). Gnwis– simo errore dei democratici e disegno di tradimento nei moderati, egli diceva, ò l'abbandonare il mo,•imento rivolu• zionario per ottenere le libertà interne e darsi 1t J)rf'di• care lit concordia fra 1)rincipi e J)Opolipor far la gue1'1'1t all 1 Austl'ia. La prima conseg-ue11ztl sar:ì di dovei· subire la dominnzione dei princiJ1i, dei loro amici 1 dei lor~ cortigioni 1 dei loro :,:eucrali; ht rh·oluzione scomporirìt e tutta la questione .,i ridurn) a .-.oddi.ilfare le ambizioni territoriali di u11 principe. LI\. l-(Uerra contro l'Au-,tri:l ser"ir:\ :\ moderare hl ri\•oluzione all'interno. 1o Jeri la Corte di Torino era l'alleata dell'Austria, oggi se ne stacca; scopJ>ii la riYoluzione, suoni l'ora del combattere, la Corte n.ililOlutista ricadrà. atterrita nelPnl– lellnza a.ustriaca, Mlvo poi iiccarnzzare la riYoluzione so <p1cstanon fa.lii.ice cho per metà. l.,a Corte di Torino Scherzll coll'agita.zione, anconì inoffensiva, e garbata– mente la prega. a parh1re d'indiJ>Cndenza e niente af• fatto di libertà . .ìc:a~e,•olo !"intenderla: l'indipendenza ò Il\ conquista. della Lombardia. 1./idea. dell'indipendenza a11tici1rnta s,,ia i liberali J>i<'montesi: affezionati al loro rt:', lo rappresentano <1ualruturo liberatore militare del– l'Italia; vogliono co11quisb1re l'i11dipcndenz1.1 italiana, 1>er J>Osciatormi11.1re la questione interm\ siccome una que– rcia dome:-tica. S\•enturatameute il tempo incolza, i li– ber11li non J>On,:?onsiin ~ondizione di combattere; non twno padi·oni della lm·o ùulipcndcn=a 1>ersonalc; come mai poti·eb!Je,·o conquistai·e l'imlipendenza cli ·una na– ;ione? Conquistino aclunque la p1·opria 101·0 libe1·tà, e tan,·etllno le seeota1·i ve1·uouncdel Pwmonta ! Si ostinano i lilJerali nel cerca.re una vana. indipendenza. differendo la libertà.? falliranno l'una e l'altra. ,, ~:spiegava. che la 1'0111 tattic1l utile alla democrazia era. quella di J)rovocare delle rivoluzioni nei i-ingoli Stati it11li1llli; così si dava. un terrilJilo esemJ)io di sovver– sione ai lornbardo-\'enetì, e l'Austria ,wrebbe dO\'uto o fare nnch'es~n delle concessioni o cilJ>itolare innanzi a un'insurrezione popolill'C. .\la le p:nole di Ferrari furo110 buttate al vento. I de– mocratici, meili-i.iliuna voltft fuori l'itrnda, non ca)livano t>iìi nulhlj c_;.sinon s1ll)eY1lnoche gridare: morte agli austriaci, fuori i bari.lari; e dimentic1wano che i barbnri non sbtvano solo nelle pr0\ 1 incie soggett-e all'Austrill, ma anche nella Corte, nei tribunali, nei reggimenti, negli uffizi di ))Olizia di Carlo Alberto. coppia a. un tratto l'insurrezione delle cinque gior– nate. Le stn1dc di Torino si riem))ipno di J>OJ>Olo che domanda al Oo\•erno che nccorm in aiuto dei milanesi; il Governo :scioglie le dimostrazioni, impedisce ai giovani di correre in aiuto di .Milano, nssiste alla. insurrezione s1>e– mndo che venga repressa. Il popolo di Torino si raduna all'armeria e cerca di fornìri;i c1 1 armi; è la ri, 1 0Juzio11e pronta a scoppiare; Brofferio e Sineo, democratici, ven– g"Ono:1 calmare la folli\ e ad assicurarla che il Go,•erno farà la guerra . .Xello stesso tempo Carlo ,\..lberto faceva. a'-.::icurarc l"amba.sciatore austriaco della. sua amicizia; la po-..izione cli .\lilano lll)Jlarh•a di5J>ernta e " la Corte ,1 ... ,01uti.-.ta rictHl0\'ll.atterrit11 nell'alleanziì austriaca. " Il 28 1111\rzo arrivava la notizh\ della liberazione di Milano; Uisogna. 1o accarezzarn hì riYOluzione se questa non f11llisce che JJOrmetà, ,, Carlo Alberto si dichiara pronto :1 farn hi guerrn all'Austria por liberare la Lom– bnrdin: i democratici vanno in visilJilio 1 applaudono paz– za111ento,Afozzini ili dichh\ra JJronto 11tutto sacrificare per l'indi))endenza, in\•ita gli 11111ici a dimenticare le <1uc ... tioni interne JJCr raccogliere tutti gli srorzi contro (I) 0Plll'l'Oli J)Olili<i t ltlltnwl, C'A1>0\Mgo,Tlal0g-rf1fl.AEh·etlca, 18S2, 11n:c. :rG7 c scr;.

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