Critica Sociale - Anno X - n. 1 - 1 gennaio 1900

ORI'l'ICA SOO[ALE care e consolidare le elementari libertà che sono la fierezza del cittadino e il pane del lavoratore; di ri– durre le spese di cannoni, corazzate, durlindane, con relative colossali senserie; di abbandonarn la, velleità. di conquiste coloniali, armate e lontane, finchè tanta. Etiopia nereggia in Jtalia da. colonizzare, piì1 vera. e maggiore della vera; di rintuzzare Ja prepotenza mi– litaresca e poliziotta, rendendo ai )il.>eri Comuni la loro polizia, sciogliendo e distruggendo quelle asso– ciazioni patentate di malfattori che annidansi dentro le Questure; di strappare le riforme tributarie (cento volte promesse) che sgravino le piccole borse e i mo– desti consumi; di introdurre una seria ed efficace legislazione sociale che cominci a sbarazzarci della vera e propria schiaxitì,, e a fare che le nostre donne non siano bestie da soma, e i bimbi carne eia ma– cello. Sf tratta di democratizzare le amministrazioni comunali, co1l\'ertendo i Municipi in vere istituzioni di pubblica. assistenza, soJlecite del bene della grande maggioranza dei cittadjni ; solerti ad effettuare opere di risanamento e di pubblica igiene, come case operaie, fognatura, ac<1na ])Otabi.le, bagni, che ci sal– \·ino dal. tifo, dal luridume, dalla ta,·ern~ cormttrice i alacri nel curare l'educazione fJOpolh.rè,Offrendo ai cervelli e ai ventrico1i ugualmente anemizzltti l'abVid con una mano.e il panino gravido coll'altra, istituendo scuole, biblioteche, musei, teatri popolari ; vogliose di organizzfll'e i pul>blici servizi - tramvie, illumi– nazione, panificazione comunale, ecc. - a beneficio della massa; v1·opense e preparate a tutte quelle ri– forme che, cl.i tanti Municipi fogJesi ed americani, hanno fatto dei modelli cli ammiujstrazioni popolari moderne. Si tratta, h1somma.,di creare l'ambiente - nello Stato e nel Comune - nel quale i partiti po– polari possano 11ascere, vivere, i·espìt·are, svolgersi, sentirsi sicuri. Senza un fole ambiente, lo stesso so– cialismo sarà scuola, setta, critica, tendenza, filosofia - non sarà. partito, non dive,-rà 1Jo1Jolo, ed esaurirà nell'onanismo infecondo clei propri Circoletti manda– mentali le forze destinate a11a graude riYoluzione presagita dai magnanimi profeti. A questo ha da servire l'Unione del JXtrtitl JJOJJO– lco·i, se ha da. ser·vire a qualchecosa. :B, poichò chi vuole il fine ha da volere anche i mezzi, conviene che a quest'opera di risanamento e di progresso siano .chiamati e sospinti tutti gli elementi che, per natura )oro e pel loro specifico interesse, ,,i possono util– mente concorrern. Nè questo ò possibile senza, da parte nostrn, una tattica snodata, varia ed adattabile, a seconda dei Juoghi e dei momenti. Affrontiamo un'altra yoJta le scomuniche maggiori e minori e ri– petiamo l'eresia: bisogna affrancarsi altresì, do,·e giovi, dalla superstizione delPeticlietfct dei partiti po– polari, propriamente eletti e debitamente bollati. , Viviamo - è d'uOJlOrammentarlo - in un paese che ha. nome l'Italia: dove tH una democrazia '.'erac e propria è ig'noto, al cli là di strettissimi confini, per• sino. it nome. Nello stesso fiemonto, la regione pill evoluta dopo la nostra Lombardia, la tendenza de– mocratica non va oltre il pensiero di Giolitti e di Galimberti: d Piemonte non ha dato, eccetto i due socialisti, un solo deputato all' ]~strema Sinistra, neppure legalitaria .. Non parJiamo del mezzodì, nel <1ualc sarebbe una bestemmia J)uramente geografica porre Ja Liguria ed il Veneto. In tutto il meridiont; cl'Jtalia sarà assai se - in seguito alle rivelazioni ri– voluzionarie che erompono dal processo cli :Milano - si produrrà un risveglio duraturo di coscienze, qualcosa come 1111 " J)artito degli onesti " abbastanza forte e coraggioso per vincere la nrnfia e Ja. camorra, domi– nanti sotto l'ali protettrici del Governo o delJa ma– gistrat.ura. :MalgTado tutto ciòi è da ricordare che, se Ja. reazione ebbe tarpati i vanni e Yive rachitica e stentata, se J'ostruzionismo in Parlamento potè avere il disopl'o, se il decreto 22 g·iugno hmguc negli Uffici, se il processo delle urne andò a mare, se un'ammistia viene decretata per quanto a contrag– genio, non fu l'opera isolata dell'.Estrcma sinistm che riuscì a tutto questo: che senza. il tacito aiuto, ai nostri A.mici, da uomini e da Gruppi di altri e vicini settori, sRremmo a ben peggiori feni che orn non siamo: e che un Governo democratico, che uscisse . dalle file dell'Estrema, è oggi in Italia un'utopia, se acl esso non debbono concorrere elementi di Sinistra cost.ituzionale. Questa è In verib\ sostanziale delle cose. Il trnrre Je conseguenze non dev'essere cliffìGilc. .·. OpJJOrllmisli, dunque? J,] sia pure. :Ma. conviene in– tenderci un tantino sul vnlore della parola. Al futmo Governo democratico, da. noi ,,agheggiato, noi non domandiamo alcuna cosa, nò l)er Je per– sone del partito, nò pel partito medesimo in cui militiamo: sappiamo che J'avremo nemico. Ad esso domandiamo questo solo: che si àdoperi a creare 1e condizioni favorevoli allo sviluppo ci,,iJe del no,stro paese. Non cr~diamo desiderabile, nè utiJe, per ora e per ancora assai tempo, la partecipazione diretta dei nostri, nè al potere centrale, nè al comunale. La fa– mosa " conquista del potere ,, dA.parte dei socialisti non sarà che l'ultimo at.to cli una ri.voluzione già compiuta_ essenzialmente nel paese; allo stato delle cose, in Italia, rasenterebbe il miracolo; e cJ1i più crede ai miracoli? In taluni Juoghi può ùen darsi che - nelJ'assoluta mancanza clielementi piì:1adatti - i nosh'i siano sforzati ad assumere i1 potere nei Comuni, per evitare di peggio; ma allora dovrà. esser ben chiaro che essi l'assumono per fanri, come vi faranno, opera cli buoni democratici. Di pili non deb– bono, nò possono; e, ad ogni modo, è probabile che sciuperanno se stessi; o snaturandosi nella consuetu– dine di perpetue transazioni ed accomodamenti collo stato di fat.to ; o stancando elettori ed amministrati colla vana posa gladiatoria della barricata consigliare jn permanenza: provocando, ad ogni nuova luna, lo scioglimento del Consiglio. Noi desideriamo al potere Ja democrazia; dove non esiste, diciamo que1\o che Voltaire diceva dell'onni– potente: converrebbe crearJa ... se si potesse. La desi– deriamo al potere perchè ella compia il debito suo; Ja desideriamo pii'1 ancora perchè ella permetta e lasci a noi modo e tempo di compiere il nostro. li quale è il debito, aJ)ptmto, che ella non può com– piere: organizzare .le masse proletarie, ridestare in esse la. chiara coscienza dei loro interessi di classe, renderle Yigili o gelose dei loro diritti collettivi - tutte cose, si vede dai fatti, clic solo il partito so• cialista. può fare e riesce a fare splendidamente; preparal'le, infine, iii Joro il,vvento lontano alla. dire– zione della pubblica cosa. :Koi Yogliamo al potere h1 democrazia - e ancho questo l'abbiamo già scritto - fperchè alfine sia concesso a uoi di essere socin– Jisti, di agire come socialisti; di smetterla, una buona volta, cli dover vivere ed agire come democratici. li programma, che la democrazia deve attuare, può ben essere queJlo che va sot.to il nomo cliprogramma minimo nostro. In questo nulla è dì così eccessiva• mente rivoluzionario che già non sia stato attuato da democrazie essenzialmente borghesi. [n molt.i Co– muni inglesi ed americani sono i partiti moderati che vanno applicando iJ nostro programma comunale; e Jo applicano perchè risponde aUe condizioni cli una evoJuta civiJtà. e perchò, se vi si negassero, doyrcb– bero cedere iJ posto ai (abianì od al radicali. 'E desideriamo al potere la. democraihi per q11e– st't11tni molto tenue ma. ez.iandio molto pratica ra– gione: che essa ha gli uomini adatt.i e noi non ancora li al)l)iamq. I nostri, se sono operai, sono troppo)

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