Critica Sociale - A. VIII - n.21-24 - 16 dicembre 1899

CRITICA SOCIALE 333 spiraglio all'equivoco. Ad Epernay il Ouesde, per man– tenere unito il suo partito, aveva dovuto accettare questa aggiunta alla sua risoluzione. A Parigi però le cose erano cambiate. La compatt'.t delegazione guesdista. non contava più di 3 o 4 membri dissidenti su circa 300 delegati, decisi ad escludere ogni partecipazione d'un socialista al potere. In queste condizioni la delegazione guesdista era risoluta ad abbandonare la.deliberazione di Epernay e a. votare quella proposta dal Vai\lant. D'altra parte il Ouesde, contro il quale erano rivolti atta.echi più o meno aperti nella Pelite Republique, nella Lan– te,·ne ed al Congresso, attacchi cbe ijÌ risolvevano nel– l'accusa. di voler mandare a monte il Congl'esso, ci teneva. a mostrare che si travisa.vano le sue intenzioni. In seno alle Commissione, dunque, egli sostenne la ri– soluzione di Epernay, alla quale si unì anche Jaurès, ritirando il proprio ordine del giorno. La Commissione si presentò dunque al Congresso presentando la risoluzione d'Epernay. La sol& mino– ranza blanquista. manteneva I& risoluzione Vaillant.. A questo punto scoppiò sui banchi del Parti Ouvrier una violenta. discussione. I seguaci, accusati di obbedire ciecamente al capo, si ribellarono. Essi dichiararono che avrebbero abbandonalo, nella questione, il Ouesde ed avrebber·o votato per Vaillant. lo mi: trovavo allora in mezzo alla delegazione guesdista e posso assoluta– mente certificare l'esattezza di quest.o ratto. Guesdo ru vivamente preso a parte da alcuni dei suoi amici che lo accusarono di ,·oler coprire Jaurès. Si andò anche più in là. Si parlò di rinnegati che volevano essere CO· parti dagli apostoli. Ouesde fu l'oggetto di una vera violenza da parte deì suoi amici, che vollero impedirgli di salire alla tribuna, per tema che si compromettesse. Il baccano si generalizzò presto. Corso allora per la sai& la voce di una manovra da parte dei guesdisti. Jaurès se ne fece l'eco. Dalla. tri– buna egli intimò a Guesde dì venire a spiegarsi. Dal momento che Ouesde si era impegnato a (ar votare la mozione d'Epernay, Jaurès considerava come un tradi· mento l& ritirata del Pai·ti Ow"'ier. Queste parole, giunte in mezzo al tumulto ai guesdisti, provocarono una violenta. emozione. Corsero invettive da tutti i lati e pareva cbe il Congresso stesse per andare a rotoli. Ouesde ebbe allor& l'idea di una votazione di principio, la. quale, permettendo alla maggioranza. di pronunziarsi sulla. questione in sè ste3sa-, permettesse poi di votare le restrizioni a.I principio votate ad Epernay. Quando egli potè farsi intendere scongiurò il Parli Ouvrie,· di mantenere gii impegni che erano stati presi in suo nome. Il Pa1·ti Ouvrier avrebbe potuto manire, sta.re le sue intanzioni esplicite sulla. questione di principio e contentar poi gli avversari votando le re– strizioni che esso Pai·ti Ouvrier aveva già. accettato ad Epernay. Ouesde ru ascoltato. I suoi amici lo ado– rano. Parvt11ad essi brutto abbandonare il capo venerato e rinuniiarono a votare la mozione Vaillant. Guesde allora presentò la s~g':lente _mozione: « La lotta di classe inte,·dice ad un soc1al1st(Ldi anaa1·e al polel'e. » La vo• tazione dà il seguente risultato: - sì., 818 mandali; no, 634. - Il Congresso dichiara che un socialista non può accettare il potere in regime borghese. Dopo di cbe si vola l'emendamento di Epernay, col quale, in casi speciali, la direzione del partito è auto– rizzata « a. prendere in esame > la. possibilità di con– quistare anche posizioni non elettive. Se or& a queste rapide e sommarie note,scriltesotto l'impressione immediat& del Congresso, v?gliamo (ar seguire un giudizio d'insieme, dobbiamo dire innanzi tutto che il socialismo rrancese è veramente forte per numero di seguaci e per le universali simpatie che riscuote in mezzo alla classe operaia. Noi sapevamo già che i Sindacati sono socialisti; ne abbiamo avuto la con– ferma urt\ciale al Congresso. Considerando poi nel loro insieme tutte le forze rappresentate al Congresso e quelle latenti che aderiscono al socialismo e ne coprono le mosse; rifletlendo infine che l'opinione pubblica guarda. senza alcuna dirtldenza, anzi con la più evi– dente simpatia, al movimento socil\lista; noi abbiamo l'mtuizione che il socialismo rrancese avrà forse in Europa per il primo, e forse in epoca non troppo lon– tana, l'onore pericoloso di esercitare il potere e di com– piere i primi esperimenti. Un movimento di rorme e di misure cosi vaste è, per necessità di cose, costretto a contare su di una presa di possesso del potere in epoca più o meno vicina.. Questa enorme responsabilità., alla. quale il socia– lismo francese sta. per sobbarcarsi. gli crea doveri su– periori & quelli dei partiti socialisti degli altri paesi. In Francia si è verillcalo lo strano fatto che i radicali a.I potere hanno agito tEi le e quale come i partiti re&• ziona.ri, mostrandosi incapaci di rirormare Il meccanismo politico-amministrativo della Francia. La. loro politica. fiscale, la loro politica internazionale e religiosa non si staccarono gran ratto dalla politica degli altri partiti di Governo. La Francia ha uno strano sistema burocr&tico– flscale, dal quale derivano molte delle sue inquietudini interne e, se mai la Repubblica fu in pericolo, la colpa deve attrìbuirsi ad un sistema di Governo che non seppe, con riforme tangibili, interessare lo masse alla Repubblica. Evidentemente il partito socialista, andando al potere, non avrà il còmpito dì attuare ittico et im,ml'– diate la società comunista., anzi la sua. sarà. sovra.tutto un'opera. di ripa.razione e di preparazione. Quelle ri– forme, che il radicalismo politico non seppe realizzare, le deve realizza.re il radicalismo socialista. Apparendo poi come il solo partito che - senza compromessi con altri - vuol rirormare la. Repubblica, il partito socia– lista interessa. le masse alla conse1·,•o.zione della Re– pubblica. Ma, per cOmpiti cosl alti, ci vogliono uomini p~rimentl elevati. Il Congresso di Parigi non è stato per l'intel– ligenza. un gran gaudio. Tranne un discorso del Lagar– delle, bene intonato e maturo, il Congresso non seppe elevarsi sul dominio della rrase. Nel socialismo fran– cese, c•1me del resto in quello italiano, ci sono ancora troppi lettera.ti e giornalisti; ma, come ho detto, sono diversi i doveri che incombono alla. r~rancia ed all'Italia. e purtroppo il mondo non s& rare a meno delle « na– zioni-iniziatrici >. Naturalmente questo Congresso non ha dato I&misura delle capacitò. virtuali del socialismo rrancese, per il modo eccezionale come è stato orga– nizzato e si è svolto. Ma sarebbe venir meno ai do– veri di lealtà sOcialistica il non rilevare questo lato manchevole de1 dibattiti del presente Congresso. La rivoluzione ed i colpi di fucile banno mietuto la.rg& messe di appia.usi. Non sar& certo chi scrive che par– lerà con scientifico disdegno dell'uso dell& violenza nei movimenti flOcialie sovra.tutto nella vagheggiata trasfor• mazione socialista; devesi però rilevare che appunto quelli che reputano necessario l'uso della. rorza nelle trasformazioni sociali ne dovrebbero meno abusare nello innocue chiacchierate. In Francia però già si accenna ad una. trasformazione delle abitudini mentali del socialismo. L'opera intra– presa dal Devenfr Social è continuat~ ~on maggior ".i– gore di gioventù dal Mouvemcnl Socialiste. In Francia, dove, più che in altri paesi, sarebbero necessarie a.I socialismo forze intellettuali numerose e solide, l"of– rerta non corrispose sempre a.Ibisogno, ed il socialismo restò nel circolo settario dei partiti chiusi. Ma il rin– nova.mento sta per compiersi. L'Università, sinora re– frattaria al socialismo, cede le armi. Giovani valorosi aderiscono al nuovo ideale, portandovi dentro le abi– tudini critiche della Scienza. La Francia, come ho.detto il Taine, non è stata mai iniziatrice in ratto di idee, ma, grazie alle meravigliose attitudini di ordine e di chiarezza del pensiero francese, essa è destinata. ad essere la gran divulgatrice dei pensieri sbocciati al– trove. Sarà. altrettanto del socialismo 1 Speriamolo. E speriamo altresì che nei partiti, ai quali più è debitore il socialismo rrancese della propria. diffusione, in mozzo ai blanquisti ed ai guesdisti, vi siano meno diffldenze per questi universitalf'es, che vogliono far passare il socialismo dallo stato di dottri– netta. a. quello di dottrina. ARTURO LADRIOLA. Le previsioni del nostro corrispondente parigino sono state a dirittura sorpassate nella seduta del g dicembre, la seduta di chiusura del Congresso. Ivi la unione delle sotto organizzazioni socialiste di Francia venne proclamata fra un indescrivibile entusiasmo. Un lungo ordine del giorno, preparato dall'accordo unanime della Commissiono a ciò de– legata, e votato per acclamazione, stabilisce le norme

RkJQdWJsaXNoZXIy