Critica Sociale - Anno VIII - n. 20 - 1 dicembre 1899
CRITICA SOCIALE 313 lauti su questi flli per mezzo di puleggia mosse da negri. La miniera prese l'aspetto di un eno1•me buco, tutto cope1·to da una gigantesca tela di ragno, formata da pochi fili metallici che servivano a'1 elevare gli otl'i, pieni di pochi liti-i di te1•ra dia– mantifera. I minatori, che popolavano un clatm, od una fra– zione di claim,, non pote\•ano far fronte a queste spese. li J(lrnlier/ey Minin/] Boa,•à dovette auto– rizzare la riunione di dieci claims ed il loro pos– sesso da pal'te di una sola persona. A poco a poco i più fortunati fra i minatori, che a\'evano saputo accumulare un ce1•to capitale cogli scavi superfi– ciali, riuscirono a riunire parecchi clatms; coll'ac– crescersi dell'ampiezza delle singole imprese si co– minciò a sostituire la puleggia a mano coi maneggi a cavallo; i 1·ecipienti diventa1·0110 di metallo e crebbero di dimensioni, sì da contenere alcuni piedi cubici di terreno. S'intl'odusse anche il primo me– todo regolare di estrazione meccanica col tram su piano inclinato. La necessità dei capitali diventò pili sentita quando i minatori si avvidero che la terra azzurra, non solo doveva es3ere lasciata decomporre lentamente sui {loors, ma che era impossibile crivellarla allo stato asciutto come si crivellava la terra gialla. Si dovettero inventare ed impiegare le prime macchine da lavaggio, mosse a mano. Per trovare l'acqua si scavarono numerosi pozzi sui floo1·s; e la ne– ce3sità di scavare i pozzi ad una certa distanza gli uni dagli altri, fece si che si dovessero amplia1·e i {loors, e ne determinò l'allontaoamento semp1•e maggiore dalla miniera. A sua volta questo allon– tanamento costrinse a sostituire le carrette colle tranvie a cavallo pel trasp01·to de\ minerale dalla miniera al /loo,•. D'altra parte, la parale verticale sterile non resistette a lungo alla pressione del• l'impalcatura e dei detriti che si accumulavano su di essa; numerose cadute di sterile nel vuoto, che diventava sempre pi\l profondo, della miniera, fe– cero sospendere i lavol'i e furono l'indizio primo della necessità di sostituire, ai lavori fatti disordi– natamente all'aperto, la coltivazione metodica pe1• mezzo di galle1·ie sotterranee. Dovette costituirsi uo Alining Board per traspo1·ta1•e lo sterile che le cadute incessanti della parete accumulavano sui clatnis. Solto la pressione della crescente difficoltà dei lavori, la scomparsa dei coltivatori indipendenti si compiè rapidamente. Solo le ~raudi Compagnie potevano ormai possedere i capitali necessari alla lavorazione sistematica delle miuiere. Alla fine del 1880 alcune Compagnie possedevano non meno di 20 clatm,s ed il numero dei proprietari a K im– berley non superava i 100. fn confronto cl.ai 1800 liberi minatori del 1871 il concentramento a veva compiuto progressi notevolissimi. Nè il processo di accentramento si rerma qui; le cause territoriali e tecniche, che rendono neces– sario l'impiego di forti capitali e la lavorazione in grande, si accentuano ognora pili. Oli anni dal 1880 al 1885 sono caratterizzati appunto dal moltiplicarsi continuo delle fusioni e dalla sostituzione completa di grandi Compagnie ai proprietari singoli. Nel gennaio 1880 fu creata la Compagnie Française cles Jftnesde diamant (luGap per amalgamare parecchie grandi proprietà della miniera di Kimberley. Questa Compagnia possedeva più del quarlo dei c/airns registrati dalla miniera e suo scopo era di amai• gamare a poco a poco tutta la miniera di Kim– berley e formare una Compagnia unica di lavora– zione. Oli altri proprietari, che lottavano da pa– recchi anni con poco successo contro le difficolt.à crescenti della lavorazione, si aggrupparono allora fra di loro e formarono un certo numero di So– cietà fra cui la miniera era divisa: prjncipali rra di esse la Ce11t..atCompany, la B,·tttsh Company, la Standa,•a Cornpany ed il Gruppo Ilaruato. Nel 1881 le Società anonime erano iu numero di 15 con un capitale di 75 milioni. Ai lavori al l'aperto succedette1'0 i lavori sotterranei; le due principali Compagnie, la Centrale e la F1·ancese, con grande alac1·ità costruirono, all'inruori della miniera, dei pozzi p,·ofondi, donde poi con gallei-ie si procedette ad asportare la terra diamantifera. Le esagerate spe1·anze riposte nella capacità delle Compagnie a superare gli ostacoli frapposti dal– l'approfondirsi dei lavori e dall'impiego di macchine costose condussero nel 1883 ad uno di quei booni che sono così frequenti nella storia delle miniere. Mentre dal 1877 al 1880 i migliori claim,s pote,·ano essere comprati per 60-125 mila lire, i pochi clatms libe1·i salirono nel 1883 ad un milione di lire. Le azioni delle Società minel'arie iu pochi mesi ll'ipli• carono e quadruplicarono di prezzo, portando il valore apparente della minie,·a al prezzo fantastico di più di 200 milioni di lire. Come al solito, i ri– sultati non corrisposero subito alle speranze nutrite, i proventi furono dapprima nulli o negativi. La speculazione, non sostenuta da immediati dividendi, si raffi•eddò: il prezzo dei diamauti cadde e le azioni erano quotate nel 1885 al 30-50 °/ 0 al disotto della pari. Ciò favorì un'ultel'io1·e concentrazione delle imp1•ese. A Kimberley t1·e sole 3\'0\'ano una certa importauza. la Fl'ancese, la Cenfrale e la Stanàa1Yl; a De Beers una sola possede\ 1 a quasi tutta la miniera: la De Beers Mtning Co. La col· tivazione tendeva manirestamente a concent1•a1•si in poche mani. Trasformati i coltivato,·i singoli in potenti Com– pagnie, un duplice problema rimaneva da r·isol· vere: tecnico e comme1·ciale. Sotto l'aspetto tecnico era evidente che ognuna delle cinque miniere non poteva essere coltivata io modo da trarre il mas• simo profitto se non allorquando rosse nelle mani di una sola Società inspirata ad un unico principio direttivo nei lavori. Dopo l'adozione dei lavori sot• terranei, la divisione di ogni minie1·a fra vai-ie Società. significava non solo spese generali stra,·a– ganti, ma p1·ocessi continui e cWOcoltà incessanti per la delimitazione dei conHni, lo scolo delle acque, ecc., ecc. A Kimberley e De Beers si erano costruiti sette od otto pozzi, menh·e due sarebbe1'0 bastati. La sovrapposizione di galle1·ie appartenenti a Società diverso, l'esistenza di una mezza dozzina di sistemi di lavori differenti cagionava uno sp1·eco di forze considerevole, al quale si poteva mettere termine solo per mezzo di un'unica direzione. Se le condi:~ioni tecniche dell'industria richieda• vano la fusione di tutte le Società di ogni miniera in una ~ola, le condizioni del comme1·cio diamao– tirero rendeva110 utilissima agli interessati la amal– gamazione di tutte le miniere iu una sola grande Compagnia. Il diamante è una sostanza il cui pregio dipende un po' dalla sua bellezza, ma sopratutto dalla sua rarità. Per esso non è possibile affe1•mare che il consumo cresce col diminuire il prezzo, anzi è vero l'opposto. I ricchi amano adornarsi di dia– manti solo perchè questi sono costosi; se venisse1·0 alla portata di tutte le borse, nessuno più ne com– pre,·ebbe. o,·a la rivalità fra le Compagnie dia– mantifere minacciava di condurre a risultati disa strosi per gli azionisti. La media della produzione nel trentennio 1807-97 è stata all'incirca di 2 mi– lioni di carati. Negli anni 1886-88, quando più fe1•veva la lotta fra le varie Società. la pro,luzione era aumentata enormemente: nel 1887 si era giunti a 3.646,899 carati. Ed i prezzi avevano comincialo a scendere a precipizio; da 33,40 lire per carato in media nel 1882, si era scesi a 25,47 nel 1883, 24,32 nel 1885 e 25,25 nel 1888. La corsa al ribasso
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