Critica Sociale - Anno VIII - n. 20 - 1 dicembre 1899
B CRITICA SOCIALE 315 il concetto scientinco della tassa, che può deflnil·ai il conispettivo di,·etto di un servizio pubblico. P01•ciò, da un punto di vista alfatto razionale, il Comuoo dovrebbe provvedere ai servizi pubblici mediante imposizione di tasse proporziouate al go• dimento di tali servizi da parte dei cittadini. Così il servizio pubblico non dovrebbe procurare al Co– mune nè un guadagno,nò una perdita; e l'insieme di tutti i servizi puhblici, che costituisce - come dissi - la vita e la ragion d'essere del Comune, funzionerebbe quasi automaticamente, alimentato di continuo o co11proporzione costante dalle tasse inerenti al godimento dei servizi stessi. In una parola, il Comune vivrebbe, come organo e come funzione, per uu componsoorganico-amministrati\'O. Senonché, a parto la impossibilita pratica di p,·o– porzionare esattamente la tasQa al servizio e valu– tare con relativa precisione le spese generali di tutti e singoli i servizi comunali, nella realtà il sistema della tassa non è sufficiente ai bisogni di un Comune, e ciò sopratutto per il fatto che molti servizi pubblici devono essere u,·atuiti. Souo, in primo luogo, necessariamente gratuiti quei servizi pubblici comunali che si fondano sul c.:mcetto dell'assistenza sociale. La cura dei malati poveri, la refe1.ione scolastica, ecc.. ecc.. non pos– sono concepirsi che come prestazioni gratuite da parte del Comune, poiché ripugna alla loro stessa essenza un qualsiasi corrispetth•o pecuniario da parte dei beneficati. ln una parola, essi sono ser\·izi pubblici appunto in quanto sono gratuiti. Vi hanno, poi. servizi pubblici di uso collettivo e non individuale. 'l'ali, ad ogempio. la manuten– zione, l'illuminazione e l'iuaITTtunento delle vie co– munali. E basta accennare tali servizi per andare convinti che praticamente non ò possibile adattarli al 1·e~i1nedella tassa o corrispettivo diretto da parte dei cittadini uli singuli; non ò possibile determi– nare la tassa e taut.o meno lo sa1•ebbe il riscuoterla e il sanzionarne la riscossione. Infine, t1·oviamo dei sen'izi pubblici comunali, che, senza esse1·e compresi nel concetto ,1e11·assi– stenza sociale - senza, cioè, essere inconcepibili · fuori della 101•0gratuità - vogliono esse1·e gratuiti, in quanto lo impone il gr:ulo presente dell'evolu– zione sociale. DI <1uesta natura é l'istruzione ele– mentare, la quale, pur essendo data a ogni classe di cittadi11i - anche ai più agiati, pei quali, quindi, cessa di rivestire il carattere di assistenza sociale - pur essendo suscettibile di determinazione e ri– scossione di cor1·espottivo, tuttavia si considel'a ormai ripugnante al concetto della tassa, poichè universalmente si ritiene che essa rientri in quella somma di runzioni, per cui gli enti collettivi hanno vita e ragione di \•ila verso i prh•ati. Questi tre ordini di servizi comunali gratuiti, che - a parte, poi• il momento, ogni influenza del par• tito socialista - tendono costantemente ad aumen– tare, l'endono necessario il regime dell'iniposta, ossia ,lei contributo ai pesi generali del bilancio, senza dete,·minazione specifica di servizi corrispon· denti. È nelle proporzioni tra l'imposta e la tassa, che si esaurisco tutta l'azione del pal'tito socialista nello amministrazioni comunali. Mi sp;ego. Si aumentino progressivamente i servizi pubblici, e iu ispecie quelli ine1·e11tiall'assistenza e alle fun– zioni sociali clel Comune - i quali, come s·é visto, sono 11ecessariame11te u,·atuitt; e si p1·ovveda per con ·egue11za ai bisogni <lei bilanci comunali con un largo sviluppo doll'tmpo.~la dil·etta e prou1·rs;iva. Quest'ò, non solo il prog1·amma amministrath·o del partito socialista, ma hl ste3sa sostanza del socil · lismo democratico, in <1uanto costituisce uoa specie o ~ are,c di esprop1'iazione della dcchezza pr·ivata da parte della colletth•ità e a vantaggio di tutti i cittadini. Per co11\·e1-so, l'a\'\•e1·sione sistematica a ogni svilup1>0 della 1nunicipali;:;~a:.ione dei senizi - specie se si t1·atta di se1·,•izi g1·atuiti - e l'ostina• zioue nel p1·ov,•ede1·e ai crescenli bisogni comunali con imposle indirette Stil consumo, g1•arnnti su tutti i cittadini. ma in maggior 1)1'oporzione sulle classi povere. costituiscono la quintessenza del bor– ghesismo 1·eh·ogrado nelle amministrazioni comunali. Questi due opposti indirizzi amministrativi nelle recenti elezioni si sono t1•ovati di fronte allo stato di semplici tendenze, sfumati o corretti nei pro– grammi pl'opugnati davanti al corpo eletto rale. E i uosti·i avve1·sa1·i hanno cr·eduto di tr·o, 1 ar.si a nozze, gridando su per i tetti che il putito s ocial ista, per le voluto alloanze, 1·itira, 1 a lo conia e si adattava a fransigere - putacaso - sulla gratuita dei ser• vizi pubblici. Una COl'belleria di pili. Gli adattamenti, che il p1·ogramma amministrativo socialista O costretto a subi1·e, non hanno nulla a che vedere coi desiderii o colle p1·etese dei paPtiti alleati, ma sono imposti unicamente e semplicemente dalle presenti condi· :.ton.i uene;·ali e locali dei Comuni italiani. 'J'ra le coudiziont generali, accenno alla legislazione tribu– taria: fra le locali, ai contratti in corso, che costi– tuiscono gran pa1•te delr ... asse e1·edila,•fo che ci hanno lasciato o stanno per lasciarci i partiti così detti conservatol'i. . .. L'oppressione tributaria dei Comuni italiani è allo stato cronico. Il potere centrale assorbe la pa1•te maggiore e migliore dei sacri(ìci imposti ai confribue11tl. Perciò, non appena un Comune si attenta di ralcidiare le voci o le tariffe daziarie, oppure di sviluppare in qualche nuovo ser\•izio publJlico la sua funzione sociale 1 un grave squilibrio ò portato nei bilanci, al quale sono insufficiente rimedio l'imposizione o il ritocco di quei magri tributi diretti, che lo Sfato lascia ai Comuni - ve1·e tosature di seconda mano sopra chi spesso è gia tosato a sangue. Ecco, allora, il programma socialista a cozzare con• tro la dura necessità. Come aboli1·e o ridm·re i dazi di consumo, se essi costituiscono una delle migliori risorse dei bilanci comunali, e questi, anziché tol– lera1·0 riduzioni d'eutrate, no sono sempre sitibondi1 E come, in ogni modo e anche in caso di rinuncia a questa parte sostanziale del programma socialista, estendere il numero o la portata dei servizi pub– blici gratuiti 1 ~lunicipi inglesi, belgi, nordamericani e austra– liani ce lo hanno insegnato da tempo. Essi hanno fatto di alcuni se1•vizi pubblici un cespite d'entrata per il bilancio comunale. Cosi la necessita. de!le cose si è spezzata contro la vitalità del pl'ogramma. I partiti popolari italiani dicono: facciamo altret– tanto. E ciò non ripugna punto al prog1•amma so– cialista. Solo si tratta di considerare le cose sotto il 101·0vero aspetto e chiamarlo col loro nome. In quanto un se1·vizio comunale è fonte di entrate, non può ritenersi un vero e proprio servizio pub– blico. Sarà, se si vuole. un passo verso di questo, un avviamento, una pr·epnrazione - non pili. tella sostanza es 11 0 as~umo tutti i caratferi di una indtt· sl1'ia n·iunlcipale. 'l'ec11icamo11te, si pt'esenta come una imposta indiretta o sul consumo. Ora. no~sun dubbio che la municipalizzazione dello industl'ie 1·ispouda perfettamente. n'on ~olo al programma amrniuisfrati\'O ciel partito socialista, m:i btin anco alla stessa essenza del collettivismo scientifico. E, quanto all'aspetto di imposta indiretta e sul consumo, che il servizio fruttifero assume
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