Critica Sociale - Anno VIII - n. 19 - 16 novembre 1899
296 CR !'l'!CA SOCIALE le ferrovie, che riusciranno di utilità generale. Ma, lasciando a parte l'esame del bene e del male, quello che è certo è che questa civiltà cittadina o speculatrice, non ostante la sua potenza economica e la sua potenza politica, non ostante la sua demo– niaca energia, non riuscir:\ mai, mai, a vincere la semplice rozza civiltà ag1·icola dei boeri, perché questa, collo sviluppo rtell'agl'icoltura e col sano aumento della popolazione, ha per sè l'avvenire. Quando la gue1-ra sarà finita e le due repubbliche boere frantumato, una nuova nube d'avvoltoi della finanza si rovescerà senza dubbio sulle terre del– l'Africa australe. Nuove mit1ie1·e si scopriranno; mtt a poco a poco le ricchezze minerarie saranno sfruttate, e, dopo parecchi !lussi e riflussi, le torme degli avvcntul'iel'i scompariranno dal paese per essi esaurito, mentre la vecchia popolazione dei boer·i, fodele allt\ terra ed al lavoro agl'icolo, man tenuta sana nella semplice vita patriarcale, si sai•:\ moltiplicata, secondo la r1·nsebiblica, come le stelle del cielo. Il I allo1·a ?... Allora l'lughiltena avrà senza dubbio da rifare i .con!i fatti troppo frettolosamente io questi ultimi g1or111.Baciate: in fondo c'è assai ragione di dubi– t~ro che la . vera ragiono della presente guerra non sia la questione del 'l'ram~vaal. Pill numerosi degli inglesi nella stessa colonia del Capo, i boeri ne avevano ora in mano il Oove,·no. E stata questa crescente potenza politica degli a(1'il,anders, che non fanno mistero del loro programma separatista, che ha maggiormente eccitati i sospetti dell'I11ghil· ter1_-a,pe1· la quale il possesso del Capo è indispen– sabile pe1• 11posses-;o delle Indie. « Io sono deciso a spezzal'e la potenza degli afl'11Wnders >, dichiarò Mih1e1·, il commissario inglese, pochi giorni prima d~II~ guerra. ~~ i giornali i~perialisti più arrab– biati parlano già della necessità di mutare la Co– ~tltuzlone per mette1·e deflnitivamente il potere in mano della minoranza inglese. Oserà J'~nghilte1·1·a spingersi sino a questo puntof Io ne. dubito. Non c'è bisogno di ricorrere all'e– sempio degli Stati Uniti a questo proposito: i boeri stessi hanno già dimostrato che l'idea di imporre ad essi una tll'annia politica è vana. E allora, perchè la guorTa !... o. m. NORD E SUD CARO TU!tATl 1 Permetti che io ti esprima alcune mie considerazioni contro le vecchie considerazioni tue sul tema, ornai troppo dibattuto, dell'antinomia fra il nord e il sud d'Italia, le quali hai tempo ra. ripetuto, per incidenza, nella risposta all'articolo la Si11i1tra del Bonomi (1) e nella not.icina. alla breve rettiftca del socialista napo– letano. r) Indugiamoci, però, un tantino per due brevi dichia– razioni. lo sono perretto.mente convinto come, constatando l'inreriorità. economico-socio.le del moz.z.ogiorno e il pernicioso suo rimbalzo nella vita politica dell'intera nazione, non sia punto nelle tue intenzioni di spregiare gli srorzi inder~ssi degli amici di quaggiù. Quanto poi ai miei criteri sullo spinoso problema, essi - lo assicuro - sono ispirati unicamente da prin– cipii s ociologici o politici, escludendo qualsiasi senti– mento inrorma.to da ,cio"inisma regionale. Sbarazzato e:osl ogni possibile oetacolo, proseguiamo puro oltre, Dunque, tu ritieni - e non da oggi - che ò dall'ambiente semireudale del mPzzogiorno che sale l'asftssia politica dell'intera nazione, o, quindi, nel mentre da un lato protesti contro una unità, la qu11.le, anzichè consentire che l'elemento più progredito aiuti e incivilisca quello arretrato, dà., invece, agio all'ele– mento arretrato di deprimere ed imbarbarire quello più progredito; dall'altro lato segnali le crescenti gelosie regionali, traendone conrorto alle tue antiche con– vinzioni rederaliste. Però tu non ti accorgi che rai, cosi, constatazioni poco a rondo e traendone giudiii troppo affrettati e alquanto semplicisti. Perchò qualcuno potrebbe pure incalzarti con una domanda come questa: o come va che dalla rivoluzione unitaria il nord della penisola è uscito più florido d'in• dustrin, più ricco di decoro e di cultura, più civilmente sviluppato insomma, mentre che il sud è rimasto pres– sochè barbaro 1 I<"'rancamente,nei tuoi panni io troverei questa do– manda. cosi imbarazzante come sono duri e maschi taluni ratti che ti si parano ostilmente dinanzi. Vediamo, lnratti. · Non è forse vero che Il mezzogiorno subisce una oppressione fiscale maggiore del settentrione e che lo Stato spende in esso meno di quanto vi ritrae con le imposte, Non è rorse vero che lo Stato riversa nel nord la più gran parte della ricchezza che esso accumula con i prestiti e con le imposte per rornirlo di ottimi ser– vizi pubblici, quali r~rrovie, strade, ponti, canali, ecc., e per diffondervi viepiù l'incivilimento e la cultura 1 Non è rorse vero che l'esercito - il quale assorbe, dopo gl'interessi del debito pubblico, le maggiori en– trate del bilancio - è nella massima parte stanziato nel nord, alimentandone maggiormente i consumi e Io lndustrie1 Non è forse vero che il sistema doganale vigente non ha servito sinora che a ravorire e proteggere lo industrie del nord a detrimento della produzione agri– cola del mezzogiorno: tanto più che le cirre statistiche ci dimostrano come Il dazio sui cereali non avvantaggia. i soli proprietari del sud, la proJuziono meridionale su– perando appena il terzo dell'intera produzione nazionalef Non è, infine, equo il citenere che il deprezzamento dei prodotti agricoli del mezzogiorno, seguito alla de– nuncia - a tutto vantaggio, come è noto, degli indu– striali nordici - del trattato di commercio con la Francia, ha determina.lo un abbassamento così consi– derevole del valore ,•enale delle terre, da. annullare e rendere illusoria la tanto strombazu.h. sperequazione rra Il contributo rondiario dt,l sud o quello del nord 1 Se, dunque, questi ratti sono, nel loro insieme, in– negabili, ne segue che il m'Jlore intimo, nell'antinomia rra il nord e il sul <lollapenisola, è bensì quello stesso conflitto d'interessi economici rra capitalisti e proprie– tari rondiari posto sl nitidamente io rilievo, per esempio, dal Mau: nel noto suo studio sulla rivoluzione del 18i8 in Germaniai ma. con <1uesto di più, ossia di peggio, che, mentre è giusta e spiegabile l'avversione dello stesso Marx verso l'elemento semi-Caudale slavo per l'appoggio dato al Governo assolutista. nella. repressione del moto rivoluzionario promosso dall'elemento indu– strialo tedesco, non ò,parmi, cosi giusta l'acre rampogna che i radicali e i socialisti del nord lanciano al mez– zogiorno, accusandolo di costituire la più forte riserva della reazione polil!c1 italil)na.
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