Critica Sociale - Anno VIII - n. 18 - 1 novembre 1899
CRITICA SOCIALE 281 preso, può prestarsi a diverse condizioni dell'indi– viduo e dell'ambiente. Così nella clinica criminale, il delitto commesso non è che uno dei sintomi, al quale la scuola clas• sica ha erroneamente accordata un'attenzione esclu– siva ed un'importanza assoluta; mentre ad esso bisogna aggiun~ere il rilievo, l'esame e la valuta• zione degli alh·1 sintomi personali e dell'ambiente, per completare la diagnosi e la cura giuridico– sociale di ciascun delinquente. Frattanto però, possiamo concludere, nel riguardo della questione presente, che in tutti questi feno– meni criminosi vi è semp1·0 una minaccia mate– riale od una effettiva violazione delle condizioni attuali di esistenza dell"individuo (nella sua perso– nalità bio-sociale) o della collettività (nel suo or– dinamento storicamente concreto). l\,laciò che separa sostanzialmente gli uni dagli altri indipendente– mente dalla diversa morfologia della violenza o della frode, sono i moventi da cui l'autore del fatto é determinato: moventi di interesse egoistico ed an– tisociale o di interesse altruistico e sociale. Onde risulta, che contro la criminalità atavica è interesse universale difender.ii, mentre· per la criminalità evolutiva l'interesse ~i restringe alla minoranza dei dominanti. . .. A questa distinzione della criminalità atavica o anti-umana dalla criminalità evoluti\'a o antisociale (in senso stretto) sta di fronte la distinzione della atfesa sociale dalla dtfesa di classe, che può anche degenerare in prepotenza di classe. , . . Il primo concetto di difesa sociale - che io d1ed1 come fondamento e ragione della funzione penale, trasportando nel campo della realtà sociale positiva il concetto che Romagnosi aveva tenuto nel campo dell'astrazione ideale sulla giustizia punitiva - non è sbagliato, come pretendeva il Vaccaro, ma è in– completo. E pa1•imenti il concetto che la giustizia penale non sia che un ingranaggio per la difesa degli in– teressi della classe dominante - in ogni fase della evoluzione politico-sociale - non è sbagliato, 1~1a è, nel suo assolutismo unilaterale, altrettanto lD· completo. (') . La sintesi integratrice è quella che io diedi (a pag. 83 della Justice venale) e cioè che« Io_spirito della primitiva vendetta e dell'oppressione d1 classe si nasconde, sotto l'aggrovigliamento delle appa– renze e delle formalità giudiziarie, into1•no al nu• eleo positivo e legittimo della preservazione sociale dagli atti che offendono non soltanto l'ordinamento politico-sociale, ma le stesse fondamentali condizioni dell'esistenza umana, individuale o collettiva». C) Vale a dire che la funzione penale - per cui lo Stato ritiene l'individuo responsabile del delitto da lui commesso - è l'espressione e l'eOetto di una duplice necessità naturale, che già ebbe le prime manifesta1.ioni nella primitiva vendetta, diCesa.m– dividuale o famigliare: da un lato la preservaz1on~ di tutta la collettività dalle forme anti-umane dt delinquenza e dall"altro lato la difesa di una parte della collettività, la classe dominante. Preservazione o diresa che avranno dive1·sa pre· valenza secondo che la criminalità sia ata\'ica od ~volutiva, quella attaccando le immanenti condi· (I> Coe\ dicMi dei rapporil fra il dirilto ci\•ile e gli Interessi della ciane dominante, di cui tanti si 1000 occu1>ati dopo 11 MaNOBR, Il dirWo clvlle e Il 1)rolelar1ato. I.o ha riconosciuto anche lo òPBN'CEa (La GIHrtl::14, § t06) dicendo elle « la storia ha irnfutabilmente dimostrato che coloro i quali detengono il potere ee ne servono a loro vantaA:glo. » (t) Lo ha rilevato esattamente li n,rnsr, L'tt,olu:tone della ,cuola poslUoa penale nella c,·mca ,octale, t. 0 maggio 18'l8. a u zioni dell'esistenza umana, questa attaccando invece l'ordinamento politico-sociale, che è sempre stori– camente transitorio. (') Sicchè, pe1•questa sintesi 1 noi possiamo - come parecchi positivisti hanno fatto recentemente - perfettamente discernere nella giustizia penale la parte che spetta agli interessi trausitorii della classe dominante e la parte che tocca le necessità im– prescindibili della presel'vazione indh•iduale e so– ciale dal morbo della criminalità come dalle alt1•e malattie che minacciano l'esistenza umana. E cosi soltanto potrà la scienza criminale e pe– nale avere una funzione pi\1 efficacemente inibitrice nell'esercizio p,·atico della giustir.ia penale, da parte dello Stato, movendo dal riconoscimento intero della vt1rità, che fino ad ora era mancato così alla scuola classica come alla scuola positiva. Infatti, sotto la suggestione dei fatti storici ve– rificatisi nel secolo XIX durante lo svolgersi me– raviglioso della scuola classica iniziata dal Beccaria, quando lo lotte per l'indipendenza nazionale, in Grecia come in Belgio, in Italia come in Germania ed Ungheria, completarono l'emancipazione e il predominio della bo1•ghesia - mentre vigeva an– cora il dogma che la rivoluzione francese avesse cancellato ogni distiuzion& di classi sociali, poichè il proletariato non si era ancora affermato in par– tito di classe(') - la delinquenza politica (e spesso nella forma intermedia tra la criminalità evolutiva e la criminalit:\ atavica) aveva dato alla scuola classica l'impressione che il delitto rappresentasse come una specie di ribellione alla tirannide e i delinquenti si dovessero quindi difendere conti-o (I) Questa doltrina marxista sugli Interessi e priTilegl della classe dominante serre a precisare le ragioni e gli ecceasl della repressione del delitti polltiel o sociali; come In teorica del Lom• broeo aul mt.ron'!'l.tmo serve a precisare la geneal sor.lale e per– sonale del delitto politico. E questa quindi a! completa con quella e dalle due teoriche riunite al ha la rappresentatlone completa della renllà. l') Veramenle il HECCATI.IA (Del delitti e <hllepene, § XLI) aTe\·a accennatt1 che « 111. maggior parte delle leggi non sono che pri– vilegi, cioè un tributo dl tutti al comodo di alcuni pochi.,. sic(;hè per prevenire I delitti consiglia,a cl1e « le leggi fa\·orlscano meno le cla.rst dtult uomfrH.che gli uomini stessi.• Ma questo n(;cenno non fu 1·aceolto dalla scuola classica, per la ragione !!torica sopra delta ed abbiamo anzi assistito, In queitl ultimi anni, nl fenomeno di una contraddizione 1\agrnnte da parte dell'ùpinione pubblica nella claase borghese ed anche del criminalistl classici. Che, <:ioè, di fronte agli attentati nnarchlcl (anche quando erano l'o1)era non di delinquenti nati o pazzi, ma di delinquenti passionali 1>erfa. n:Hi•mo politico), quella borgbesia che a,·eva glorificalo come marlire ed ea. Oraini -11 lanciatore di bombe omicide - ln,•eh·a ferocemente contro Casel'io, che a trentasei anni di distanza ri– produceva, per fanatismo l)O!ilico, la stusa crìmlnalitll. e,•olutlva (per mo,·ente p~lltico-sociale) con forma ata,·lc11.(omicidio). Mentre era ed ò evidente, come rile,·ò benissimo il flRRRRno (GU tdUmt attentatl al'larcMcl e la loro repressione, nella Rt– forma soctale, lG luglio U!(HJche gli allentati pollticl con spar– gimento di sangue, c<'mpiuti ntil!a prima n1elà del nostre. eecolo dal patrlottt e nella seconda metà dagli anarclllct, non ei-ano re non il frutto di quello spirito di vtole,ua, ond"è imbevuta l'anima e l'educar.ione indh•idualista e borghese dai racconti classici della storia romana in poi, e che si continua nella dottrina :rn31'chlca (i ndividuali!1ta); mentre soltanto la dottrina soctalt.rta del naturale trasformismo economico e i.oclale, con Marx, messe In piena luce la poten,.a delle • cause atluali » (propaganda ed organizzazione economica e politica) ver la ,•ita sociale, come la cosmogonia con Spencer, l:l geologia con 1,yell e la biologia con Darwin dimo– strarono la 1•otenza delle • cause attuali .,.e quindi permanenti e quotidinne nel 1ruforml11110unh·ersale tellurico e biologico. E solo cosl, in pei-fetta armonia di tullo il pensier<' scientifico moderno e spcri111er1tale,si dimostra come la violenza (o J)erso– nale o col1etti\'a) non possa essere 11trumento efficace e fecondo di e\"olu1.ionesociale, come nella geologia l cataclismi (violenza tellurica) o l(l c1eulone (individualista) di tante 1pecie vìvenli irnmtHaùìH non fu1·ono11ésono I~ strumento dell'evoluzione na– turale.
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