Critica Sociale - Anno VIII - n. 18 - 1 novembre 1899

284 CRITICA SOCIALE mente e re1•ocemente negativo, con uno sciopero sessuale gigantesco, questo diritto supremo: io sono, anche in questo, d'accordo col Oambal'l)lla e con Edoardo Bonardi: tutte le rivendicazioni muliebr·i sono subordinate alla rivendicazione economica; ma questa è alla sua volta subordinata alla rivendica– zione giuridica, la quale, aggiungo io, è implicita nella psicologica: la donna spiritualmente emanci– pata dal l'uomo, colta, spregiudicata, coraggiosa, sicura di sè, intimamente fol'le e supe1•ba, s'infischia assai bene di tutti i trattati della morale scolastica e di tulti i codici della legislazione borghese; e si piglia spavaldamente da sè quel che i gretti egoismi ma– schili le ue11anoinvano, compresi tutti gli elettorati possibili e 1mmaginabili, amminish•ativi, politici e diplomatici. MaffeQ Panta.leoni, la cui risposta all'inchiesta è una delle più sostanziose ed esaurienti, se non sempre delle più consone allo mie idee pe1•sonali, dice però assai bene che i limiti della libertà di chi è più debole sono sempre dati dalla sfera d"in– teressi di chi è più forte; e che sono ciarle prive di senso e di applicazione, quelle che si possono fare partendo da criteri di giustizia o di altri po– stulati morali. Orbene, bisogna dunque puramente e semplicemente lavorare di lena per diventar noi i piit forti: noi progressisti, dimostrando a chi non lo è ancora, quanto pesi il mantenimento passivo, materialmente e spiritualmente, della douna stupida e fannullona, irresponsabile e parassita, e arPuolanclo così battaglioni sempt·e più grossi di volontari soUo la nostre fiammeggianti bandiere; e le donne stesse, ribellandosi apertamente ai cocciuti che non si vor– ranno convincere delle nostre buone e pacate ra• gioni: sal'à un"alleanza tremenda, pel vecchio mondo sonnolento e gottoso: ai p1•imi squilli delle nostre magiche trombe, molte mura di Gerico crolleranno srasciate, peggio che se vi piombassero sopra le bombe esplodenti degli obici e dei mortai; la scheda politica, in mano alle « nostre > donne, sari1. un co1•rosivo più caustico ancora dell'acqua regia; e senza alcuna effusione di sangue, poichè non ci sarà d'uopo che di contarci, avremo compiuta la più grande e la pil'1gloriosa delle rivoluzioni. E dico che avremo compiuta una colossale rivolu1.ione, perchè, non c'è da illudersi: la donna, dice giusta– mente Edoardo Bonardi, non sarà mai in regime capitalista uguale giuridicamente all'uomo: e con– tinuerà ad essere schiav!}, da ragazza, del pad1·e, da maritata, del marito. E dunque, tra essa e noi, un patto bilaterale: do ut cles, /'acto ut factas: o la donna sarà « cou » noi, o sar..\ « di • quegli altri. . . . Intanto la donna, conquistata già, od in via di conquistare, una molto maggiore coltura, e peP conseguenza una ben altra larghezza e modernità d'idee che non avesse nella passata o passante ge• nerazione, si sta già. fàceudo, a poco a poco, il suo posticino alla luce del sole, e con esso un pl'incipio d'indipendenza economica, se non rispetto alla classe capitalista nel suo i11sieme 1 certo ri:.;petto ai til•auni immediati, padri, fratelli, marili, amanti, o magari figlioli che siano: alla domanda del Gamba.rotta, se la donna. accasata abbia il diritto di guadagnarsi la vita col proprio lavoro, oppure quello di farsi man– tenere dal proprio marito, rispondono già, prima e meglio dei valentuomini interpellati direttamente, prima e meglio che con le belle e forti parole di )fax Nordau, d'Amilcare Cipriani, di Paolo Valera, le migliaia di contadine, di domestiche, d'operaia, di commesse, d'esercenti, di professioniste, d'artista, d'insegnanti, d'impiegato commerciali, postali, tele– grafiche, telefoniche, le quali già vh•ono economi- o Gn a camente autonome accanto e alla pari degli uomini lor·o congiunti: e sono e si sentono legalmente nel loro diritto, moralmente nel loPo dovere, e in ogni modo molto migliori e molto supel'ioPi in confronto alle belle pupattole incipdate ed inanellate che adornano, come graziose bestiole domestiche e de– coratil'e, le ricche sale del mondo capitalista, ed anche, pur troppo, moltissimi men che modesti salotti del mondo bu1--ocraticoo militare; a queste, a queste sole, sta bene la stamlata di Ugo Ojelti, ov'egli domanda quaute, quante donne da noi, anche in famiglie povere e g1·ame, san guadagnarsi il pane o si risolvono a tentar di farlo: notando che il più delle volte la fame a casa, la dignitosa fame nel dolce far niente, è preferita atragiatezza e al lavoro fuori; e quando si ò all"agonia, si sceglie la prosti– tuzione nascosta o palese, che è, in apparenza, il lavo1•0 men faticoso. Per conto mio, aggiungo ancora che quest'ultimo è proprio il caso di tutte quelle, e sono infinite. che si sposano senza amore, e con l'unico e ignv bile scopo di farsi mantenere a ufo da un uomo, a cui fanno legittimamente e onoratamente da con· cubino; queste, è giusto che restino soggette e av– vilite: riconosciamo noi forse alla tenia e alla zecca il diritto di discute1•0 e sindacare la bestia più gPossa ai cui danni si nutrono e ingrassano 1 E qui mi sia lecito di esprimere infine la mia meraviglia, leggendo, nella risposta d'un genialis– simo pensatore qual è Achille Loria, queste testuali parole:« La donna abbia bensì il diritto di addirsi ad ogni proressione, e ad ogni arte; ma se ne valga soltanto quando si senta capace di uno studio inde– fesso, ed aliena dalla vita coniugale; io caso diverso, lasci l'aula, la peuna, la toga, e si consacri all'au– gusto ufficio della maternità. • li quale pensiero ti·ovo ripetuto poco pili oltre una seconda volta, dove in particolare si dichiara il lavoro manuale c. incompatibile coi molteplici dO\'Ol'i materni »; e in ultimo anche una terza, ove l'illustre economista assicura « che di cotaU diritti si varrà soltanto la donoa che al mafrimonio repugna, od a questo è inadatta ». Pare che il Loria non abbia pensato, scrivendo, alle infìnite che sono tutt'altro che disadatte al matrimonio, e che pe1• esso non sentono proprio la minima ripugnanza, e che pure, unicamente perchè non ricche, non trovan marito se non a patto di guadagnarsi la vita da sè: che ne fa, il Loria, di tutte queste infelici? Via, ammetta cou 11oiche c'è rimedio anche per esse: pel' i bambini ci sono, e ci saranno sempre più nume1--osie ben regolati, gli asili e le scuole, dove l"educazione fisica e psichica viene e ve1•1'à sempre meglio impartita da specialiste più sagge e più competenti di tutte le nostre buone ma indotta mammine attuali; per le altre faccende di casa ci sono pul'e, e sempre meglio e più ci saranno, per– sone aà hoc, capaci di provvedere, pill celeremente e direi quasi scientificamente, ai biso~ni anche di varie famiglie ad un tempo; e cosa, spendendo opportunamente UDI.\ piccola parte di ciò che sa guadagnare, ciascuna donna potrà, all'infuori dei brevi giorni del puerperio, impiegare la maggior part8' delle sue ore diurne negli studi leggiadri e sulle sudate carte, in cattedra od al telaio, al banco o all'urficio; senza per questo privarsi di consacrare anche qualcuna delle notturne, pu1·chò con un po' di giudizio, alle più dolci giostre d'amore. i\fA~IO PILO. Per t'angustia dello spazio clobbiamo atlCOra t•i,aviat·e l'af"licolo Nord e Sud di G. O'ANot:LO e lo sttulio di Sor.01 sulle Nuovetendenzedell'Economiapolitica.

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