Critica Sociale - Anno VIII - n. 17 - 16 ottobre 1899
260 CRIT !CA SOCIALE lmr.edlre qualunque lontano 1U1cco 1111 proprietà e all ordino 1ocl1le stabilito; ebbene, In questa gente al fa strada una dlsalTnlone alle l■tttuilonl ohe ci reggono. Essi vedono che, mentre tremano contro le min&ccie di cbl •uol cambiare l'ordine di cose esistenti, lo Stato mette In pratica l'espropriulooe dei proprietari. Un proprietario di terre paga di Imposte governatl•e e 1opplementa.M 1 aul reddito nello delle sue proprietà, ollre Il 25 ¼ • qualche volta molto di prn. Su quello che gli resta, deve pagare di lmposl1ioni indirette spendendolo per aè e la ramlglia, non meno d'un altr~ 18 o 20 •1 1 • Coal che non gli reata del 100 reddito che una metà all'Incirca. Quei cooserntorl sentono che oramai lo Stato è giunto agli ultimi giri del l<Jrchlo. E può venire tl 1torno che, sentendosi anch'essi op• preul nella generale oppressione tributarla e vedendo che i reclami per riduzioni dJ spese non hanno ascolt.o, percbè al an'erm& loro che non 1t poHono sopprimere le spese d 1 Arrlca nè ridurre quelle militari, questi con– :6;;~i~,1bifee~.stno alla lista civile come l'unica spesa Insomma, mentre dieci anni ra. al poteva ancora par– lare In !talla di ela19I detentrici del potere politico, perohè la horgheala era nella quasi sua l<Jtalilà mo– narchica, oggi non è più Il cuo di parlare di classi e nemmeno di caato; l dominatori si assottigliano, la loro oligarchia al rlmplcclollsce ogni giorno, si rimplc– cloltsce tanto tho è ritornata di moda la teoria repub– bllcanal L'oligarchia dominatrice sente che i < aov'fersivi , aumentano di giorno In giorno; un po' di tempo ancora e l'aaodlo legale dello Stai<> preaente per opera del e aoner1hl > 1arl completo. Come salvarsi t Rifare a ritroso la 'fla maledetta, ftoora apensleratamente per– corsa. è lmpo11lblle: l'ablHO fra paese l,gale o paese rea.le non al può plò colmare; come diminuire l'eser– cito e le tas1e 1 se t e So'fverahl > 1000 cosl numerosi t come decimare I proftttl degli oppaltatori, gli stipendi degli alll burocrallol, I guadagol degli speculatori, se sono questi I soli e ultimi sostegni dello statu, quo1 come restituire la libertà a un popolo esasperato, ane– lante a liberar,! dal giogo ohe L'opprime1 Supponete che domani una piena libertà di stampa aia concessa agli Italiani, che I parlltt pollttol possano liberamente organizzarsi e agitarsi, ohe le elezioni si facciano one– stamente fuori delle pruslonl governative; in brevis– simo tempo la libera dl1ouaslone paleserà. anche ai più ciechi la causa del mali che ci opprimono i le masse malcontente, non trattenute dal fucili carichi a bali– stite, marceranno subito all'aualto delle posizioni ne– miche; per un mo'flmento altrettanto solenne ed ine• 1l1llblle quanto traoqulllo e legale, I padroni d'oggi di•enteranno Immancabilmente I aen1 di domani. Chi consiglia alla nostra oligarchia di correggerai, le con– siglia aenz'altro di ■olcldarfl. Perchè donebbe farlo ftnchè un ultimo meno di difesa le reslat sa colla libertà è lmpo11lblle ,t,ere, al tenta vhere colla vio– lenza e con la reazione. Triate vita, ma aempre vita. Uno de' plù limpidi e1empl della violenza, nella quale e della qual~ l'ollrarohla Italiana è obbligate a vivere, cl ru otrerto dal ratti del maggio 1898. Al primi annunzi del tumulti H Governo al tenne contento a reprimerli senza andare oltl'e i per t primi due giorni, anzi, ado– però un metodo nel quale la repressione non era del tutto scompagnata dalla compassione per quelle turbe di po~erl atramatl. M• ben presi<> l'oligarchia capi tutto 11 vantaggio che poteva ricavare dalla aituatione· e allora cominciarono ad e11er messe in giro notizi~ esagerate di tumultl per atterrire la borghesia; la re– pressione fu volta non a sedare i tumulU ma. ad esa- 11,erare le maaae con lo spettacolo di una ferocia senza limiti; a Milano 11 'fidero girare per le osterie aubur– bane degli agenti provocanti gli operai alla rivolta i gli arresti furon fatti teatralmente alla presenza di mia:llala di operai i e quando, nel pressi di via Napo Torrlanl, la folla al acclnge'fa a sciogliersi calm&ta dalle parole del Turati, partivano dai difensori dell"ordine le fucilate. Cosi, quando qualcosa al ottenne, si repreHe anche pi O del neceuarlo i e Intanto la Perseon-ansa_ li Corri,re della. ,era, la Lega Lombarda, senza la op– posizione del giornali a,Hnarl tutti soppre&1i, man– da.vano In giro le nuove della marcia degli studenti di Pavia, dell'Haalto alla l:lanca Popolare, del piano rivo– luzionarlo del De Andrela, del fuoco e bombe, salvo smentirle otto giorni dopo o non smentirle atratto. Preparato coal l'ambiente, i tribunali militari runzlo• narono ottimamente. (') Ma nel maggio '98 la nostra oligarchia non mise In opera tutta le. violenza che avrebbe potuto: si pensò a fucilar De Andreis, ma non si credè necessario i fu ventilata l'Idea di restringere con decreto re&le il di– ritto elettorale, ma il Corriere della Sera dichiarò che questo sarebbe atato troppo forte,· alcuni giornali an• nuntlarono un colpo di Stato - il definitivo -, altri lo smentirono. VI furono in quel meae sanguinoso due correnti nelle no1tre alte arare; l'una, formata dai mt– lttart e da pochi cl'flll, -role'fa arrivare fino in fondo: l'altra, del chlll, credà pote11e basta.re alla aicurezz.a della reuione quel cbe s'era ratto ed essere impru– dente urtare troppo fterameote le convin.zioni liberali della gra.nde magglorania del paese. Speravano questi che la reazione 'fiolenta &'fessoabbastanza preparato 11 terreno alla reazione legale; l'opera spinta innanzi dal generali urebbe stata complotata dal deputati, cht, atterriti dalla rlvoluzlonfl, avrebbero votato l'abolizione dello St&tuto o la reotrlzlone del diritto elettorale. Ad asslcure.rsl dell'opera. della Camera, fu mandato a co– mandarla un generale; e a ricavare i frutti della cam– pagna del maggio '98, furono presentett I provvodl– menll polltlol. Ma.I calcoli del civili erano sbagliati; essi credevano che la represalono milanese del '98 avrebbe avuto gli alani effetti della repressione siciliana del '9-': creare 11deserto fra I partiti sovversivi. Ma Milano non è Palermo ; e11a ben preato si riebbe, riprese la coscienza esatta della 1ltua.1lone, lntul la soperchieria di cui era alAta vllllm1, sollevò LI •eaalllo della protesto. L'e– sempio glorlo10 dl MIiano rincorò li resto d'Italia• I deputati IO'fHrti'fl, sostenuti d&l conaeoso di tutto 1 Il paese viHnle, sentirono, per la prima t>OUa io questi qua.rant'annl di e Governo nasioo&le ,, qual'era il loro dovere. La oligarchia 1i avvide di a.ver fatto ma.le I suol calcoli nel macgio '98. Naturalmente, invece di attribuire la ln1urrezlooe della coscienza popolare al:a •lolenta usata - questo aignlftcherebbe ammettere il bisogno di cambiar 1tra.d& e quindi di auicidarsi - l'oligarchia l'ha. attribuita ali& poca violenz11..Ob, se nel m&gglo '98 cl fosae stata un po' più di e iniziativa>, se i caporioni del sovversivi fossero stati e inchiodati con quattro fucilate contro il muro »! og gi non al tro– verebbero a dover ricominciare da ca.po, a dover rim– plangore tante nefandezze consumate inutilmente J Bisogna fare un ultimo srorio e questo sforzo lo rarà Francesco Crlspl. Pelloux lo farebbe volontieri lui, ma non conosce gli uomini, non ba iottuenze. nel mondo ( 1) A l'IN11U lo '"''° d'uudlo ru proc.la mato d 11que giorni dopo 1 cosl de,u tumuhl di plana Vittorio sma.nu~ e.
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