Critica Sociale - Anno VIII - n. 17 - 16 ottobre 1899
270 CRITICA SOCIALE tecnica di 1cuola non serve più; è una spada spunl&ta e scheggiata; strazia, non recide; bisogna buttarla. Dentro, la voce delle cose grida: più luce, più colore. Allora egli porta direttamente sulla tela le tempere vergini, prima che rammolliscano negli amplessi cor– ruttori sulla tavolozza. E sale più su, più In allo, recando seco nell'ascesa i tesori di vita umana umanamente vissuta, sentendosi nel vigore pieno della glovlneua. A Savognino, nelle montagne dell'Engadina, da.vanti ad una natura calma. e maestosa, egli ripenserà lo spirito animatore delle cose vedute. Una.gro.nde serenità è in lui. La sua.con– giuniione con le forme dell'essere è stretta dai flli•sot• till di una simpatia ftducios11, piena. di dolcezza, piena di forza. Una divina ebbrezza d'amore sembra pulsare per tutte le vene, come uno. linfa fecondante: non tor– bidi desideri, non spasimi violenti, non rabbie gelose : ma fiamme ardenti di procreazione sana e feconda. Egli india la maternità nella vigorosa e pur umile prestanza delle Due Madri, nella sorridente giocondità del Frutto dell'amore. Egli si slancia libero negli spaii; i venti gli dicono il segreto dell• loro rorza; le vette delle montagne gli raccontano i loro amori con le nevi e con le nubi; le ombre per lui diventano cose vivei le nere roccie gli chiedono consiglio per rirrangere i raggi. Egli scorre I dorsi del monti, al affonda nel cupo delle valli, riposa sui tetti delle capanne, spia da ogni luogo il sole, Il sole, e lo rerma cento volte tra l'alba ed Il tramonto, grl• dandogli : arrestali, sei bello ! Ognuna delle sue tele è un capolavoro, dove tutte le cose non altrimenti si esprimono che per la bellezza inviscerata io esse: cosi L'aratura in Engadina, VaccM aggiogate, La primavera rulle Alpi, L'inverno a Savognino, NirtJana e I pa1coli alpini - paradisiaci. Ricordo di aver visto questo quadro a Stoccolma, due anni or sono, campeggiante di mezzo ad una ricca esposizione segantinlana, ed io, ohe venivo da un lungo pellegrinaggio per i musei d'Europa, dove tutte le torme classiche, dalla celestiale Madonna J.i Raffaello, che si conserva a Dresda 1 alle calde ninfe dei bassori– lievi di Thornwaldsen, avevano aguzzato la cura se– greta dell'anima, riposa.i alflne un'ora nella tranquil• lità solenne di quell'evocazione alpina. Oh I Grande spazio dl monta.gne dove i prati verdi, le torre nere e aduste, i laghi limpidi, le roccie gialle si inseguono a chiazze fln su a mezzo delle vette sottili cbe si pro– filano da lungi! Il sole si oscura alle (alde e irrag– gia. nell'alto le cime, dividendo il quadro orizzontal– mente in due parti con una linea cosl nitida e sottile che dà la sensazione della diversa densità dell'aria. Questa solitudine è una popolazione i questo silenzio è una sln(onla di mille voci. Greggi bianche e tetti rossi di casupole disseminate riempiono la larga gola del monte tra gli arbusti duri e sinistri : si sente il rumore sordo del brucanti, il respiro dei pastori, l'a– liare dalla brezza, !i ronzare degli Insetti. li deserto è pieno di vita. Nel grembo Impassibile della montagna vivono le piante, gli animali, gli uomini; vivono, cioè sentono, amano, soffrono, nascono e muoiono. Anche le roccle vivono, cioè si muovono. 1 timi, i muschi, lo salvie, le mente silvestri es&lano gli eccitanti profumi che urgono gli invisibili amori, mentre le spesse muffe lavorano perftdamente a preparare il vellutato giaci– glio pei languenti.. .. e per quelli che non languiranno mai più! .... Pa,coli alpini è l'espressione più suggestiva e più nobile della vita arcana, profonda della natura, quella che solo parla al poeta dal convessi padiglioni dell'in• ffnito. Esprimere per via d'arte queste voci, convocare per miracolo di tecnica sapiente le menti anche più. umili a questo Ideale convivio di sent1azioni e di sen· timenti, proprii per sè di uD temperamento unico, e in questo santo beneficio molcere gli spiriti, renderli consapevoli dì una solidarietà nuova, di una comu– nione più ampia di alfetU umani - oh! ecco la mis– sione di ,1na dell'arte I A questo punto l'artista diventa come UD Iniziatore di moltitudini, li prete di una religione senza dogmi. Nella pienezza della sua maturità, dopo aver osservate e studiate le cose e dopo essersene fatto l'interprete, ei dlmaoda ancora alle cose il mistico senso ideale che esse simboleggiano. Perciò sale ancora - ancora più tn alto, al Mo.loja, tra i ghiacciai. o. conversare da solo con lo cime degli alti monti, con lo stelle scintillanti nel firma.mento, lasciando sotto di sè le vecchie forme e le consuete passioni. Raccogliersi puro nella quiete e lasciare intorno stridere le tempeste e sentirsi - se– condo la sentenza di Wolrango Goelhe - tanto più si– mile agli Dei quanto più uomo: tale il sogno della suprema grandezza. Ma la morte ebbe invidia del sogno i per cinque anni lasciò che l'eroe pugnuse contro la sftnga del simbolo, riportandone alJ ora ad ora dei vantaggi, lasciò vedesse Il dolore confortato dalla fede, L'amore alla fonte della. vita, La fonte del male, poi l'ammonl col fatidico Ri– torno al paese t1aiivo - ultimo miracolo perfetto del pennello dell'artista - quindi - mentre al grande ar• teflce, nella gloria del trittico, tutta alflne spiegava sorridente I& Vita nella complessità dei suoi misteri e del suoi fenomeni, e la mano febbrile già sentiva in pugno Il sogno debellato e le genti convenute da tutto Il mondo acclamarlo Ponteftce e Consolatore - Improvvisamente, ferocemente la morte lo abbatté. L'aquila ebbe slroncate lo ali nel sommo del volo; Il buon seminatore è caduto a mezzo solco. Dolce e pio camposanto di Maloja, dove l'eroe fu sceso a dormire, conservi tu l'epilogo segreto del discorso della Mon• lagna. A te verranno i ruturl in pellegrinaggio a interro– gare la tomba, o. scrutare il mistero di quella forza generosa che, lsplr•ta dall'amore, pareva vincere la Natura nella gara del creare. Verranno gli Ignavi che, vivo, l"hanno deriso e ca– lunniato; verranno gli eletti che l'hanno compreso; verranno gli esuli, che nell'ora amara, quando volge– -rano Il dorso alla dolco patria, l'ebbero consolatore o rrateHo; Verranno I ribelli con cui volle schierarsi in una lucidissima. intuizione che tutte le ribellioni progressive sono solidali, perchè il dissidio tra l'Idea. agitante e la codarda Materia soddisfatta. di sua inerzia è - sotto mille torme - uno; verranno dai monti e dille campagne i devoti, riconoscenti a chi aprl loro il chiuso libro della immanente bellezza i verranno dai 11ianie dalle città i miseri, relegati dall'aspra ed avara lotta vitale, a. cui egli recò in ristoro la divina fin– zione creatrice delle arie libere, dei soU, dei cioli aperti, dei silenzi montanini doro l'anima tavella con gli in– terni oceani dello spirito. Verranno: ed il piccolo cimitero, che egli ritrasse in una delle sue t.olepiù liriche, quasi presago di scio– gliere Il suo debito d'ultimo asilo, Irradierà come un tempio sacro alla pura religlooe dell'arte: e le sue pa· role saranno il Vangelo di fede ed i suoi quadri le buone opere dt sai vena.
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