Critica Sociale - Anno VIII - n. 16 - 1 ottobre 1899
250 CRITICA SOCIALE ed accanirsi per indurli al 001lro misurino di ordl– oanut Speriamo che l'atfair, sia ftnito, che i simboli in esso raffigurati al sciolgano, e che le coae simboleggiate tornino a mantreat.arsi nella rormapropriaordinariadel loro essere; allora anche noi torneremo a raccapezzarci e cl pari& di esserne rldlvenlatl un'altra volt.a. i pa- droni. Effe Effe. LA MIA RJSPOSTA 1 •> ' Scusandomi del ritardo dovuto alla lentezza, con la quale la posta è venuta a cercarmi Cuori della mia ordinaria residenza, che è Roma. mi affretto a rispondere alla vostra circolare del 29 p. p. mese. Risponderò con franchezza d'animo, senza ch·con• locuzioni,concisamente;non parendomi sia il ca,o d'ingombrare te colonne della PeNte Républtque di un articolo composto alla manier-d degli argo• mentato.-t. Prendo la penna per scrivervi, proprio nel mo– mento nel quale giunge qui precisa la notizia della nuova vergogna di Rennes, ove l'infamia del mili• tarlsmo, ferocemente ostinato e borné, s'è compie· tata di restriziooi mentali e di vigliaccheria ge,ui• lica. Tutta la vicina Napoli, che, del resto, è lontana dal cotidiano affiatamento con la Francia, il quale è proprio di città come Torino e Milano, se n·è commossacome di una sciagura nazionale. Per tale senso tntutlloo della grande anatre, io crederei di mancare ai più elementari principi! del dovere e della convenienza, se m'indugiassi a dissertare In favore del bravo, del prode, dell'elo– quente, delrinderesso Jaurès. Egli non deve chie• dere ai compagni un bili tt'lndennttà; e quei socialisti, che si mostras,ero dlsposti ad accordar– glielo, farebbero soltanto torto a se medesimi, come per difetto di buon senso. Ai combattenti - si sa bene - non è sempre dato di scegliersi il campo nel quale discendano da bravi. Anche per qu~sto rispetto a noi socialisti, che non slamo in vero fln qui ancora padr<1ni dell'andamento delle cose del mondo, s'impongono, come agli altri morlali, le chances della vita. E quale c/1ana potea darsi migliore di questa, di avere avuto modo di colpire ad un tempo, e come tn un sol punto, Il mil,tarlsmo, il quale mette a nudo con tanta prodigalità le sue vergogne, il ge• suitismo, che rialza il capo in nome defla patria, e Il capitalismo incapace a reggere la patria senza cadere nell'imboscata di una nouoelle Ltgue 1 Ma l'aver confuso in uuo il a,.evfui,ism,o e il soctaltsmo - si dice da parecchi - non ò un grave pericolo per la causa nostra I Se cotesto pe• ricolo c'è - nè io potrei di qui, ossia di tanto lontano, nè accertarne l'eslstenza, nè valutarne la portata - conviene di rimuoverlo, e subito, cosl nel ratU, come nella opinione. Le condizioni pre· senti del socialismo francese, e la necessità del• l'entente Cra le diverse {nutont, la quale sussiste già da un pezto, ed io mi auguro sia prodromo di vera e stabile unità, non permettono che tale pe– ricolo - consista esso pure in un semplice ma– linteso - duri a lungo. Jaurès per il primo troverà la via ed il modo di provare luminosamente, col fatti e con la sua poderosa eloquenza, come ciò che può essere occasione o opportunità del combattere non è mal lo scopo finale di esso. Mi affretto a soggiungere, che il secondo quesito (') t la rlapoata d•I prof. ADt.oDIO Labrlola al CODlulto laterna– aloaale dJcal all'articolo p~eute. non ammette da parte mia risposta affermativa. Salvare la repubblica - introdurre il socialismo nel governo della borghesia - dunque Yillerand ministro col nostro placet - e quindi la tesi ge nel'ica, che il socialista possa andare presentemente al governo! Non me la sento di correre a scal"ez– zacollo su la traccia malsicura di tali enunciati. Come straniero, e come lontano dalla sceoa pa– rigina, non sono veramente tu grado di scendere all'aneattoNca dell'ingresso diMillerand al go,erno; tanto più perché di qui i pareri in proposito dei compagni francesi appaiono assai discordi. e poi il racconto f•lto dal Rouanet, nella Reoue Soclattste, viene a rendere più difficile l'•pprezzamento del caso nel suoi particolari. Di fronte agli ottimisti, i quali - beati loro! - intravvedono già l"inizio della repubblica sociale, di fronte ai pessimisti, che denuuciano i pervertimenti dell'ambtzione, io nel– l'alto del Milleraud non vedo se non ti puro e semplice en·ore. Nò parlo nel senso personale e subbiettivo del caso a1 coscienza - tanto piil che non ho tutta precisa e beo profilala nella mente la per,onalltà del Millerand - ma parlo di errore nel aenso realistico e positivo di ciò che è poltN– cam.ente Inutile o dannoso I meccanismi dello Stato moderno capilallstlco e borghese - segnata– meote in Francia, ove. alla quasi completa spari– zione di ogni traccia di effettivo sel{governement, Ca riscontro l'accentuata centraliziaziooe - non lasciano campo al socialista, che arrivi aa &olo al governo, di far cosa alcuna, la quale vada in là dal dec,.eto..... plato11tco, e dal comaodo... tnascoUato. Ma salvare la repubblica! - si ripete. - Certa• mente i socialisti possono, e, secondo i casi, debbono essere i naturali e risoluti alleati di quelle frazioni della borghesia, le quali •I trovino, nei diversi paesi, Impegnate a combattere, o gli avanzi della reudalitA, o la reazione cattolica, o il dominio della sciabola, o ogni altra forma di regresso. Ma devono essere e rimanere alleati dalle mant nette. De1·ono essere alleati come organizzazione politica del pro• letariato, che per la sua indipendenza disponga, ad ogni Istante, della propria iniziativa e della libertà dei suol proprii movimenti. Devono essere, in tutti i casi, alleati senza alcuna di quelle connlven:e, che si risolvono, da ultimo, in pericolose respon– sabilità e io vuote promesse, menti-e che gettano poi nella me del proletariato l sentimenti della Incertezza e della diffidenza. Millerand potrà chiedere un bili tt'intlennità; ed io credo che i socialisti avranno quanto prima oc• casione di accordarglielo, perché lui lo chiederà da ministro dimissionario e da cam.arade disilluso. In q1.1esta risposta,come vedrete, io mi avvicino. ·nelle sole conclusioni, ma non già nel tono, nel colorito e nella motivazione, a ciò che il Kaut.ky ha scritto nel Mouoement SoclatWe. Se non che lo non chiederò scusa, come il mio amico Kaut.ky, dell'avanzare dei giudizi! espliciti su gti avveni– menti di Francia. Voi Francesi siete a noi tanto prossimi per antica e per recente consuetudine. O che lo, Corse,quando leggo i romanzi di Anatole France, non esclamo di continuo: Votlà.,Je suls elle; nwl1 Gradite i miei augurii per la prossima costltu• zione del pa,·tllo socialista francese, uno ea tn· tttvtslblle. Portlttt (Navou), , , .,,umtw, '99. ANTONIO LABRIOLA. Nota bene. - Mentre sto per inviare all'a– mlcn Turati questa lettera•articolo quassù scritta dieci giorni fa, perché, se crede, la pubblichi nella Ortltca - nè so veramente se la Peti/e Republlque, come era formale impegno del ftrmatarii della I
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