Critica Sociale - Anno VIII - n.15 - 16 settembre 1899

230 CRIT !CA SOCIALE 11 principio protezionista è assolutamente privo di moderazione. Come i dazi i protettori · non hanno mai preparato la libertà commerciale, bensl nuovi aggrava. menti doganali, nella successione del tempo i così è del protezionismo nazionale: lo sciovinismo. Principio esclu– sivisti\ in sè stesso, esso procede con sempre maggiori esclusioni. Ieri si manirestava al riguardo degli ebrei, oggi degli ebrei e degli inglesi, domani di tutti i popoli della terra. A proposito del processo di Rennes e de!IB. pre\·eduta condanna, Marce! Prevost, il fine autore delle Dem,i- Vierge1, si domandava: ma la Francia vuol dunque isolarsi nel mondo, meUendosi cosl aspramente in con– tra.sto con gli altri paesi, Poichè inratti se il dreyru– sismo italiano può sembrar sospetto, all'occhio d'un francese, e di malafede quello di un tedesco - il cit– tadino del paeso dei reati di lesa maestà. e della. Prii– r;elpedagogih - come spiegare _il dreyfusismo dei russi, nssni più vivace di quello dei paesi della Triplice? Nemmeno dunque dei suoi alleati è sicura la Franeio.1 Così è infatti. Lo spirito prolezionistico è privo di ele– monti compensatori. E~so si eseroila n. danno di tutti. •'• Sotto l'impressione immediata della sentenza non è possibile procedere troppo analiticamente. Perchè la Francia si sia messa in così rude contrasto col resto di Europa. esamineremo altra volta. Ora mi sia lecito accennare ad una causa meno osservata: l'amor proprio deluso. La Francia aveva messo molte e fondate spe– ranze sul suo esercito; aveva prematuramente circon– dato di un'aureola di gloria capi non ancora esperi– mentati di fronte al nemico. Essa. li t1.vovaratti oggetto delle sue piò. segrete adorazioni e, quando è venuto il momento della prova, si è trovata di fronte a gente affatto impari all'alta. posizione. Giova a questo pro– posito citare ancora dal Orumont (Les Juifs conti·e la Vi·ance): « Se una guerra rosse scoppiata nel 1896 1 il paese sarebbe stato convinto che i noslri fratelli russi erano pronti a volare in nostro soccorso; che il generale Boisdeffre, l'allievo e il successore designato da Miribel, era, come capo dello Stato Maggiore, del valore di Mohke. Non c'era. dubbio per alcuno, in quel momento, che, grazie ai venticinque miliardi spesi per l'esercito, grazie al servizio obbligatorio per tulli, noi avevamo un esercito incomparabile .... {p. 29). Grazie 11 questo pio artificio si sono ingrossati, sovrapprezzati, gonfiati un po' uomini come Jamont, Négrier, Boisdeffre, i quali, certamente, erano dei buoni generali, ma la cui perso– nalità. un po' meschina non avevi\. punto le proporzioni che loro si prestavano con patriottica compiacenza. Nell'assalto furioso che Israele co,mopolita ha dato all'esercito, questi capi, è necessat•io riconoscerlo, non sono stati punto brillanti i essi non banno punto giu– stificato la situazione un po' eccezionale che si era ratta a degli uomini, non circondati certo dall'aureola della vittoria (pag. 34). • Questa conressione, nella bocca del Drumont 1 è pre– ziosa. Dreyfusi è stato l'innocente pietra di paragone di generali senza troppo talento e di morale non so– verchiamente rigida. Noi antimilitaristi lo sapevamo da un pezzo: i generali francesi non potevano valere più di quel cbo valevano quelli italiani o tedeschi. Ma i nostri generali non banno ancora a.voto occasione di far bella pompa. della loro insipienza., e Drey(us invece ba costretto generali e Stato Maggiore a mostrare la. cancrena. mora.le ed intellettuale cbe i galloni di tutti i paesi covrono con lo scintill\o dell'oro. La Francia. B u 1u,c-1.,,i1 JI IU D d U non ba. voluto cedere alla tremenda delusione ed ha preferito abbracciare Il\ stupida ipotesi d'un complotto senza complottatori. Il suo amor proprio era soddi– sfatto, ma la verità era. nuovamente oltraggiata.. Il Consiglio di Rennes non ha ratto ohe cedere agli stessi motivi cui hanno ceduto tanti e tanti rra.ncesi: salvare il prestigio dell'esercito. Mercier aveva. posto un dilemma, la cui soluzione non poteva. esser dubbia. Una organizzazione autoritaria, qualunque essa sia, non può transigere sulle basi della. sua stessa autorità. La sentenza dunque è stata quale doveva. essere. Essa non colpisce la giustizia militare rranoese più che un'altra; essa colpisce, come ru det.to tante volte, il nemico della civiltà.: il militarismo, come la più per– fetta, e quindi la piò. crudele, espressione dei regimi autoritari. Il militarista italiano·- se ne accorga o no - ò colpito col militarista francese. Tanto peggio per gli ipocriti. ARTURO LABRIOLA. TREGUA D'ARMI (Ancora a proposito della sentenza di Rennes) Alcune righe nostre in aggiunta alla lettera pa– rigina di Arturo Labriola. I lettori non si attendano da noi nè parole di sorpresa, nè accenti d'ira per il verdetto di Rennes. Le nobili indignazioni, gli ineffabili trasecolamenti e gli eroici furori, a proposito della giustizia scia– bolatrice ... francese, sono ormai distintivo e mono– polio di quella nostra stampa che volle gli stati d'assedio massacratori e i tribunali di guerra pei · reati d'opinione, che fu rutftana e referendaria alla giustizia sciabolatrice italiana, che plaudì ai Mercier, ai Gonse e ai Boisdeffre quando questi si chiama– vano Olivieri, Baccio Bava Beccaris, che attraversò cùn ogni a1·te, palese ed occulta, l'agitazione per quell'amnistia che era, in Italia, il solo equivalente praticamente possibile della revisione. Ieri dava pressochè per inevitabile la conferma della prima atroce condanna di Dreyfus; oggi 1 di fronte a una sentenza tanto più mite, anzi cui già è assicurato il rimedio della grazia presidenziale e che non è più condanna se non per• la forma, oggi si sgan– ghera la bocca colle dita per atteggiarla al pi,, sconfinato stupore. Così questi saltimbanchi da fiera trovarono il modo di sfogar due passioni impel– lenti dell'animo loro: l'odio inveterato per la Francia repubblicana e il bisogno di creare alle loro in– famie indigene un altbì morale oltre i monti. Non stanno essi, ecco, in pl';ma fila - e sia pure a braccetto di p1'0di idealisti come Zola, di socialisti come Jaurès, di anarchici come Lazare - quando si tratta di schierarsi contro gli odii di religione o di razza 1 di rivendicare la giustizia oltraggiata, il violato impero della legge, la manomessa lealtà della procedura i Crepi Batacchi in reclu•orio, si 1·odanole pugna i C1·oce, i Oavilli e i cento loro compagni di fede nei lul'idi stanzoni del domicilio coatto. si apprestino nuove celle e nuovi tormenti ai deputati ostruzionisti e a tutti i nemici delle altolocate camorre paesane; ciò che solleva le co– scienze benpensanti, ciò che disonora la giustizia ed il mondo è che il capitanetto alsaziano Alfredo Dreyrus non sia proclamato innocente; son le la• grime di Lucia o,~eyfus, è il triste s01~riso dei suoi innocenti bambini, 01•fanidi padre \'ivente. Donne, tìgliuoli, madre, sorelle non hanno i rinnegati« sov– versivi» italiani. Oh! cuoricini di burro! Oh! inte– merate coscienze di marci porci catoni! Per punire la peccatrice della Senna del suo delitto che non

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