Critica Sociale - Anno VIII - n.15 - 16 settembre 1899

CRITICA SOCIALE soli 11 una pace, che assìeura.va . loro lo status quo. La ricompensa. per l'ingiusto assalto dei padroni verrà più tardi. Lo statw quo! ma questo non è cha uno dei lati della. meda2lia. Lo stalu& quo è un'espressione rormale. Il risultato reale è una. rivoluzione. TuUa. la. situazione del paese è mutata o saranno gli operai che approfH– teranno del mutamento. La. grande industria. acquisterà. terreno. I piccoli arti– giani, alleati coi grandi industriali durante la lotta, saranno le vittime della lotta. Il loro numero scemerà. senza dubbio notevolmente nei mesi che seguiranno. La. concentrazione delle officine industriali, che è già a buon punto (nel 1897 il 20 per conto degli operai era oecupato in ofHcine con più di 100 opera.i, il 44 per ::~re.i°L,~~t~~~=i cdoe~1t~1a~~i~~v!~~r:1~r:ce~. tal~o~~ sibilità. reale della società socialista sartL. diventata molto maggiore. Il dominio dei padroni è minato. Tutta la bor.,;hesit1. radicale li ha abbandonati. Lfl guerra, combattute da essi con mezzi odiosi, con segrete alle1rnze stretto coi padroni tedeschi, con attacchi ingenerosi ai preti ed ai giornali, che presero le parti degli operai, con ogni sorta di slealtà. e di tradimenti, sottrasse loro la sim– patia delle sfere che prima propendevano a loro ravore. Viceversa, la posizione morale degli operai è assai rin– rorzata. Perfino giornali al servizio dell'interesse pa– dronale furono costretti a lodare la correttezza del loro contegno i tutti ì fogli libera.li esprimono questa am• mirazione colle espressioni più vive. Conrortato cosi da nuove simpatie, cinto di un'aureola di vittoria, il par– tito socialista. danese entra nel secolo ventesimo sotto gli auspici più promettenti. Ed anche gli operai sono sta.ti rivoluzionati. Quelli che rientrano oggi nelle officine non sono più quei medesimi che ne uscivano or ranno sedici settimane. Un odio esporto e cosciente verso il sistema. capitali· stico si impadronl dei loro cuori; questa. lotta ha loro dimostrato che la. semplice solidarietà. di mestiere non basta ad assicurar loro uno sviluppo sociale tranquillo; lo spirito del tradunionismo gretto ed esclusivo è scom– parso i il socialismo ha acquistato un terreno vastis– simo. Mai non si è ratta una propaganda. cosi efficace per la nostra co.usa. La grande guerra ha. soffiato un formidabile vento nelle nostre vele. Oli« urrah! • dei padroni al 19di maggio 1 gli e urrah ! » degli operai a.I 4 di settembre, riassumono il significato di questa lotta, la qua.le è già. un preludio delle grandi lotte socia.li del secolo venturo, onde uscirà. la società rinnovata.i è il primo dei dolori del parto.che il grembo della storia. viene a.lacMmente maturando. 0USTAV BANO, UNAREPUBBLICA ITALIANA IV. :r..Jo sviluppo civile. Alla rapida scorsa, fatta. attraverso l'evoluzione sto– rica. del Canton Ticino e le istituzioni politiche cui essa. finl per metter capo, è d'uopo far tener dielro un altro ordine di Illazioni e di osservazioni, che sono di una importanza. ca.pitale e di un·evidenza palmara. li Ticino, come abbiamo mostrato, ha incominciatn la sua evoluzione politica autonoma più tardi di molte altre terre italiane, ed ha raggiunto in brevissimo tempo uno stadio di sviluppo democratico di gran lunga più avanzato di quello dell'Italia intera, sancendo come fondamento d'ognuna delle sue istituzioni quella sovranità popolare, non soggetta a controlli o limita– zioni di sorta, che è la. base d'ogni democratico reg• gimento. Ciò dimostra che questa. razza italica, la quale cresce nel Ticino perfettamente simile a quella d'oltre confine, ben lungi dall'essere, come ne la calunniano i politici dalle rrasi fatte, non matura o non idonea alle libertà. repubblicane, e, quasi, propensa. e desiderosa. Ji sporger le braccia a.Ila caleno, gravita invece spon taneamente, dove è lasciata (come nel Ticino) libera da ogni influenza perturbatrice e artificialmente ratta. \'alero od imposta, gravita, diciamo, verso la più com pleta democrazia.. E si capisce, del resto. In un paese, in cui ogni au– torità, grande o piccolo, emana dal popolo, e in cui i partiti per giungere al potere devono contare, non sopra i ra.vori e le pressioni dei principi, nò sull'ascen– dente dell11spada, ma. unicamente sul ra.vore popolare, è natura.le che ciascuno dei partiti contendenti cerchi di guadagnare a. sè questo favore 1 non solo mettendo a fondamento generico del proprio programma, sopra ogni discussione di partito, i principi essenziali della democrazia, ma cercando ciascun partito di superare l'avversario col mostrarsi sempre più largo e geloso so– stenitore dei diritti popolari, e srorzanrtosi in questa gara di impadronirsi e farsi un'arma delle nuove idee o tendenze democratiche che spuntino ma.no mano sul– l'orizzonte politico. E appunto questo che UOI) dei più eminenti uomini politici ticinesi di parte liberale, il consigliere nazionale doti. Alfredo Pioda, significava scrivendo: « I primi (i conservato,-i), afferrata. al volo l'idea democratica, seppero e\e\'&rsi al potere, ma. giun• tivi, s'assisero o la la!'ciaron passar oltrei i secondi (i libe1·ali) ora l'afferrano loro ed ascendono: quel che consola si è cho l'evoluzione al bene procede attr.a– verso tutte le forme di Governo e tutte le razioni, le quali non ne sono che la manifestazione pa.sseg– $!Ora.• (1) Eri è appunto per questo che il Cantone Ti– cino può considerarsi, specialmente per gli italiani che vedono in asso, sopra una scala più piccola, quella che potrebbo essere la loro stessa vita, uno dei più inte– ressanti campi di elaborazione, di osservazione, di esperionza politica. Or bene: la forma repubblica.nA. e lo sviluppo demo• cratico hannu essi giovato alla. frazione di terra. ita– liana che ebbe la sorto di v.ivtire con l'una e con l'attro1 . . . f: d"uopo anzitutto sgomberare il terreno da alcune osservazioni pregiudiziali cho si potrebbero fare. Qual• cuno potrebbe dire che, quand'anche la democrazia re– pubblicana. avesse recato a questa terra italiana dei van• tnggi, a troppo caro prezzo sarebbero essi stati raggiunti, allorchè si pensi ai rivolgimenti e ai turbamenti spesso sanguinosi che la Repubblica ticinese tra.versò nel suo relativamente bre,·e., periodo di storia autonoma. Aciò è racile ritipondere osservando in primo luogo che due a.Imeno delle rivoluzioni ticinesi, quella del 1839 e quella del 1890, hanno avuto per iscopo di rar rispet– tare nello spirito e nella lettera la Costituzione che il Oo\'erno stava. viola.odo. Rivoluzioni di simile carattere sono accettate perfino dai trattatisti di diritto costitu– zionale, i quali riconoscono che nell'essere il popolo armato e pronto a far rispettare contro i soprusi del Oo\•erno i diritti sanciti dalla Carta costitÙzionale, sta lll. migliore ga.ranzia di questa. Si ponga mente, per esempio, a queste parole del Romagnosi: e Finchè non appoggerete l'antagonismo politico su d'una forza su– periore, cementata dall'interesse, diretta da.ll' opinione e afforza.ta dalla disciplina, noi dovremo sempre con– tare sopra una precaria esistenza. Una Costituzione, senza la forza dell'armi contro un capo armato, non giace che sulla ca.rta. I poteri distribuiti, non sostenuti (') A.. PIODA, r,~eonfeuiont di U/\ t'Ulona,·lo. - Be\linzon:'11 tB9i; p:ig. 13,

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