Critica Sociale - Anno VIII - n. 14 - 1 settembre 1899
CRITICA SOCIALE 213 operare - potrebbe aver ragione di quell 'organiz.za– zione ben allrlmenti vosLn.o poderosa. che è rappre• seotata dall'odierno Stato reazionario i daccbè questi Comuni democratici sono put" sempre una minima parte degli 8 mila e più Comuni Italiani. Ond'è che la e com– quiat& del Comuni >, all'Infuori del fugace sigoiftc&to politico di protesta, allora soltanto potrà.rappr88entare un beneficio vero o durevole poi socialisti, quando essi avranno già acquistalo tale una rorz.a economica e po• litica., e si saranno talmente ditfusi in ltalia, da poter conquistare moltissimi Municipii ad un tempo e, fra essi, quelli delle città più Importanti; e da potere, anche per altre vie, imporro alle autorità tutorie e al Governo un atteggiamento mono ostile o strappare al Parlamento l'autonomia dei Colllllni, polilica o finan– ziaria. Fino a. quel giorno, lo. preteso. e conquisto. dei Comuni • non sarb. che una frnso, ossia, sostanziai• mente, un inganno: salvochè - anche questa è uno. opinione - 1 socialisti, In quanto amministratori dei Comuni, ripiegassero, dichiarandolo altamente, la loro bandiera: accettassero lo formo e lo coilsuetudini di Governo esistenti e limlto.uero l'opera propria a quella di una democrazia pilL o meno sociale, 6Jantropica, il– lumina.ta , benevole alle clA11silavoratrici del Comune, più onesta delle precedenti amminlstraiioni moderate e camorristiche: rinunciando ad ogni sorta di afferma• zione di principi e 11.ll 'esplicazione, anche iniziale, di qualsiasi tendenza 1oclalista. La qual cosa, se per un ,·erso salverebbe la sincerità. ed eviterebbe molte de• lusionl, non ci pare nè praticamente possibile, nè "an– taggiosa allo sviluppo e all'av,·enire del Partito, ai cui uomini imporrebbe uno sdoppiamento insostenibile, e di cui indiroltamento paralizzerebbe, :inche in alti i campi, razione. Tutto questo a.noi sembra ovidento; e probabilmonle, se la. disoussiono si rosse portata 1opra. questo terreno, uno. tale opinione, anche nel Gruppo parlamentare, avrebbe provulso. Senonchè, nè ora In potere del Gruppo, nò à In potot o di alcuno, di rare oho ciò che avvenno nollo rooenU olozloni amministrativo non sia avvenuto. I socialisti sono a.nd &tlo..vanll,sospinti dalla forza delle cose (euromismo, ILpiù spesso, della buaggine avvor· saria) coll'Impeto di un renomeno naturale ed incoe1• cibile. Non può preter.dersl cbo dappertutto essi abbiano l'intuito politico o l':. ntiveggenza pratica del prole1a– riato milanese, che a disegno limita. la sua partecipa– zione personale nello liste del partiti popolari a una fruione aual Inferiore, proporzionalmente, alle sue forze elettorati; nè manca, fra osso, chi preferirebbe ridurre addirittura a zero anche quella. putecipazio1 e e limitare per ora l'ingerenza dei socialisti a un'azione stimolatrice, dal di fuori, su partiti allloi e più com• patibili con Il reggimento attuale. In più d'un luogo, i socialisti, non munitisi di autofreno, riuscirono meg– gioranza quui loro malgrado: candidati del malcon• tento e della protesta, assai più che di un partito, pd quale mancano fors'anche le sufficienti condizioni eco• nomiche e morali. Altrove, massime nei piccoli Comuni, sono defloiontl negli eletti (e lo conressa.no ) la coltura, l'energia, l'abilità necessario o. dieinvolgersi fra gli in• trlcatl labirinti dolle noso amminlslra.tive. Più spesso entrarono In una Giunta mescolata di elementi demc• cratlcl più o mono tepidi, destinati a smorzare la loro combattlvith. e a mettere infiniti bo.stoni (rt le loro gambe. In altri luoghi, l'anenu di ogni partito demo– cratico li costringe, In qualche modo, ad assumere e tenere l'amministrazione soltanto per non vederla ri- cascare In mani reazlona.rie e camorristiche. Tutti questi sono elementi di debolezza innegabili. 01 rronte a t&lo 1tato di ratto, che poteva ii Gruppo Parlamontare1 Nient'altro che librare e segnalare quale dei duo mali, accennati da.ll 'Ao.:inti !, fosse il minore. Fra il pericolo di uno scioglimento del Consiglio, do· vuto ad un conmtto col potere centrale, e la rinuncia al programma, non è lecito esitare. Il primo non farà altro danno che rimettere quei socia.listi, ad esperienza falla, nelle stesse condizioni di quelli che non vollero o non poterono lottare per la maggioranza. Se il con– nill.o appas1looa gli eiettori, potrà ossere cbe la mag– gioranza. soolallsta o repubblicana. ritorni più volte al Comune, onde si avranno del vanto.ggi di propo.ganda: sebbene non sia lecito sperare, massime nei piccoli Comuni, che un troppo frequente succedersi di elezioni e di Itogi Commissari (a. loro spese) non stanchi gli elettori. Ma la. rinuncia al programma avrebbe ben nitro e più deleterie consoguenze. Nell'intento (ottimo .... in astro.tto!) di ottonore dai presenti ordinamenti quel tanlo o quol poco di buono che possono dare, il Sindaco socialisto. lo. Olunto. socialist.n, o socialisto-radicalt, riducono le loro pretese, rin,·iano le questioni spinose, armeggiano di spedientl e di abilità per non urtare il Guverno, Il Preretto, la Giunta provinciale, si piegano ai loro voleri, anzi li prevengono, perdendo cosl la pro– pria individualità di partito, e, per vivere, le cagioni del vivere. CGsl, a poco a poco. Impediti di risolvere alcun problema sostanziale, vivacchiano pascendosi di frasi cui rilullano I f&ttl, e più: dei ratti le C1missioni 1 sostenendosi magari, peggio ancora, con dispense di favori personali .... Oli amici e i critici impar-1.iall spie– gheranno il fa.tto con le cause che ne danno ragione; ma lasciate agli avversari, <'be vi upet.lano ul ,•arco, constatare la malo.proTa dei socialisti al Comune, pro• clsmare cho tutti I partiti nel fatto si equivalgono, e che non è proprio Il caso di atndarsi a chi mantieno cosl poco lo lusinghe che gli servirono a salire. Cosi, dopo Qualche anno, cl trovoromo ad aver fatto una grande prnpaganda anarchica. a tutto beneficio dei partili reazionari. Era questo Il pericolo che Il Gruppo doveva additare, e additarlo ftn d'oro, senza veli, senza attenuazioni. DI qui la raccomandazione al compagni riusciti nelle mag– gioranze, di non parleciparo a Giunte comunali miste, e in ogni caso di dlcblarà.re, senza slancarsi, la estrema difficoltà lo cui st troveranno di a.ttuare il loro pro– gramma, nncbà ti Comune non abbia conquistato la rorza di resistere allo Stato. Non temere i conOitti con questo; andare dritti per la propria via, senza spaven– t.a.ral delle conseguenze immediate; farsi r{vendicatori delle libertà conculcate dall'arbitrio e dall'abuso a danno dei loro amministrati; initiare fra Comuni de– mocratici una vigorosa atlono rederativa. A questo deve provvedere un pari ito che è eminentemente del do• mani, e che non voglia questo suo domani sacrificare al– l"oggi, Yendendo per qualche miserabile piatto di lenti la sua primogenitura. Quanto al resto, quanto ai det– togli, quanto all'opporlunith. di tentare l'elfettuaziono di questa piuttosto elio di quello. parte del programmo, di eleggere le quosllonl sulle quali il conflitto, se ine– ,,ltablle, debba prima atrronto.rsi; a tutto questo, che non è suscetlibllo di soluzioni generali, provvederà il sonno del compsgnl, provvederanno le discussioni dei Congreasl, già Indetti, del Consiglieri socialisti, Con– gre88i ai quali Il Gruppo delegborà qualcuno dei suoi con voce puramente consultiva; provvederà in6ne la
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