Critica Sociale - Anno VIII - n. 12 - 1 agosto 1899

188 CR!1'!CA SOCIALE LEORIGINI DELLA REAZIONE IIL Sui primi del 1859 la politica cavouriana anti– democratica parve fosse alla vigilia del completo trionfo. Quando il Mazzini lesse sul Tim.es le parole indirizzate da Napoleone lii all'ambasciatore d'Au– stria nel pl"Ìmo ricevimento umciale del 1859, esclamò: • li dado ò tratto, siamo spacciali. • (') Quelle parole, infatti, proclamavano ufficialmente l'alleanza franco-piemontese, facevano prevede1·e la guerra: l'Italia settentrionale, conquistala dalle armi e dalla diplomazia monarchica, sm·ebbe en• trata senza diritti sotto il nuovo dominio; il nuovo Stato avrebbe avuta una base esclushrameote dina• stica, conse1·vatrice, militarista; la democrazia era rovinata. Mentre nel gennaio Napoleone pareva risoluto alla guerra, nel febbraio mostrò di aver cambiato idea; la guerra sembrò andasse in fumo; Cavour fu sul punto di suicidarsi;(') era il pro– gramma monarchico che falliva; la rh•oluzione miuaccia,•a di riprender piedo e di strangolare la reazione. Quando finalmente il 23 aprile l'Austria dichiarò la guerra, Cavou,• invitò tutti gli amici a pranzo • a celebrare il lieto avvenimento•·(') La vittoria era sicura. Se Napoleone IH non si fosse fermalo al Mincio e avesse mantenuta la promessa di liberare l'Italia dalle Alpi al maro, l"ltalia non sarebbe oggi una monarchia unitaria piu o meno rappresentativa; sarebbe probabilmente una federazione di monarchie temperate, sotto la presidenza militare di Casa Savoia; press'a poco come la Germania. Ma Napoleone si fermò al Mincio; l'armistizio di Villafranca fu una mazzata terribile sulla testa del partito conservatore. Dicesi che il Cavour, all'apprendere !"atroce no– tizia, abbia esclamato in preda alla piu viva esa– sperazione: « Torneremo a cospirare. » Lui "era– mente 11011 tornava per niente, perché il metodo rivoluzionario della cospirazione non era stato mai il suo; erano gl'italiani, che vedevano il partito conservatore incapace di condur,·e lino alla fine !"opera del risorgimento, e quindi si volgevano al partito rivoluzionario. !)armistizio di Villafranca rialzò le sorti della rivoluzione. La spedizione di Garibaldi in Sicilia portò la forza del partilo democratico allo stesso livello della forza conservatrice; la spedizione del Napoletano minacciò di far traboccare la bilancia completamente verso la rivoluzione. I moderati a\levaoo osteggiato in tutti i modi la spedizione garibaldina: « Il segreto movente dei loro atti era la paura che la Rivoluzione nazionale si compiesse da un capo all"altro d'Italia senza il concorso della monarchia•· (') « Dopo le straordinarie fortune del ])ittatore in Sicilia, il primario ministro di Vittorio Emanuele misurò il pericolo e lo scredito, in cui la Casa di Savoia e la parie costituzionale potevano incorrere, se la parte democratica giungeva a l'O· vesciare da sola il trono borbonico »; a evitare questo pericolo « s'appigliò al partito di tentare che la rivoluzione in apoli succedesse all'infuo~I della cooperazione diretta di Garibaldi •· (') « E grandemente desiderabile che la liberazione di Na– poli non proceda per opera di Garibaldi; giacchè, ove ciò avvenga, il sistema rivoluzionario prenderà (1) M,u:zuu, Opere, X, LT, t') CASTSLLI, Il Conte dl Cacour, pag. 83. (') C.UTSLLJ, Il Co,rte dl Cai:our, pag. 8!1. (t) !l.l.uz1:-.1, Opere, xr. u:xu: e ■eguentl. {') Bu,Nc111, Storia documentata; della dlploma:la eto•opto flt ltalta, VIII, 331•35, tj1arco il posto tenuto dal partito costituzionale monar– chico•·(') « Se il Dittatore giunge vittorioso nella capitale del Regno, v'impiaotera la rivoluzione, J'anarcl)ia (I), e ciò fara un pessimo senso in Eu– ropa. E quindi necessario che in Napoli abbia luogo un movimento nazionale, prima che Garibaldi vi giunga•;(') così scriveva il Cavour al Villa– marina sugli ultimi giorni di luglio. E al Persaoo: « Non aiuti il passaggio di Garibaldi sul continente; anzi veda di ritardarlo pe1· via indiretta il più possibile>.(') Ma Garibaldi passò. E allora Cavour a Persano: « F'accia quanto può per far scoppia1·0 il molo a Napoli prima dell'a1·rivo di Garibaldi»;(') • se il movimento può aver luogo prima dell'arrivo di Garibaldi, l'Italia (cioè la monarchia) è salrn. Altrimenti correrà grandi pericoli•;(') « Dio voglia che Garibaldi non ci preceda a Napoli•; (') « se la rivoluzione non si compie prima dell'arrivo dì Ga– ribaldi, saremo iu condizioni gravissime•·(') Ma il partito monarchico a Napoli non si moveva por fare la rivoluzione per la ragione semplicis– sima .... che non c'era; e intanto quell'accidente di Oa,ribaldi correva verso Napoli come una saetta. • E troppo tardi per impedire a Garibaldi di arri– vare a Napoli •; (') • il partilo cli Garibaldi, che è attivo, ha preso piede, mentre il nostro è caduto per inerzia •· (') A <1 uesto pun lo il fondatore del– l'unità italiana, cioè il conte di Cavour, vedendo che la rivoluzione cresceva e minacciava di tra– volge,· tutto, pensò esser venuto il momento di ... strangolarla. « Siamo giunti alla crisi; bisogna rassegnarsi al trionfo di Garibaldi o della nazione•; la nazione è la monarchia, e il Cavour prevede che -fra questi due nemici scoppiert, presto « guerra e gue1•ra tremenda». ( 10) « Ma perciò non ci turbe– remo punto (si figuri!). Ella (a Persano) s"impa– dronirà, potendolo, dei forti; riunira la squadra napoletana e la siciliana, dara a tutti gli ufllciali commissioni, farà prestare loro il giuramento al Re e allo Statuto, e poi vedremo. • (") « Non ò piu a J\"apoli che possiamo acquistare la forza mo– rale necessaria per si11noreggiare la rivoluzione. Per impedire ch'essa s1 estenda al nostro Regno, , 1 i è un mezzo solo: bisogna impadronirsi senza indugio delle Marche e dell'Umbria. li Governo è deliberato a tentare questa impresa ardita, qua– lunque possano esserne le conseguenze•·(") Così nacque la spedizione delle Marche, durante la quale il Cavour si fece dare dalla maggioranza moderata della Camera pieni poteri per procurare l'annessione dell'Italia meridionale agli Stati sa– baudi. Era questo un vero ultimatum al Garibaldi e al parlito democratico: o consegnare le armi al partito conservatore o.... « guerra tremenda•· Ga– ribaldi consegnò le armi. li partilo democratico italiano ha sempre rifuggito dalla guerra civile; tutt'al contrario dei suoi nemici. A Garibaldi non fu concesso neanche il diritto di protestare. « Parlando dell'esercito meridionale - egli avea cominciato a dire nella seduta pa1·lamentare del 18 aprile 1861 - io dovrei anzitutto narrare fatti gloriosi. I prodigi da esso operati furono olfuscati solamente quando la fredda e nemica mano di (') CAVOUR, Lelter.•, tJI, 300. (!) Lettera citata dal Bianchi. ( 1 J C,\VOUR, Ldltl't 1 lii, 305. (t) lbl<.I., lii, !07. t•) lbld., 111,30~. (') lbld., lii, 311. I') lbld., 111 1 :ut. (IJ Ibld., lii, 35\, l'I lbid., lii, 3'8. (10) lbld , Ili, 3Jl. (Il) llild., m, a,9. (1 1) Ou.Nc111, Storia do!nmtel\tata, Ylll,.338.

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