Critica Sociale - Anno VIII - n. 12 - 1 agosto 1899

CRITICA SOCIALE 187 tenenti (42 giorni); per i capitani (42 giorni); per i maggiori (21 giorni); per i luogotenenti colonnelli (20 giorni). I generali comandanti di brigata e di divi– sione si riuniscono, sotto gli ordini del comandante del corpo d'armata, per corsi d'operazioni sul terreno. Ai diversi corsi, ora accennati, bisogna aggiungore quelli di tiro e quelli (volontari) della sezione militare della scuola politecnica. ( 1 ) Questa breve esposizione di fatto dovrebbe bastare a far proclamare il fallimento delle famose teorie mi– litari con le que.li in Italia gli uomini politici seri e posati pretendono di dimostrarci la necessità. d'un esercito permanente, di un numero enorme di ufficiali costantemente mantenuti in impiego, di manovre lunghe, costose, faticosissime, spesso e largamente micidiali Quella buona gente dimentica che, non già nella città del Sole o nell 'isol11.di Utopia, ma alle port('I d'Italia, vi è una. nazione la quale dimostro. l'inanità. delle loro teori<", e la piena. attuabilità invece di quei piani di organizzazione militare che sono continuamente accu– sati <li essere pensamenti di « sovversivi •, o rantasie di visionari. Questa nazione ha bisogno di un buon esercito, proporzionato, nella stessa misura di quello di qualunque altra nazione, alla. sua popolazione e alla sua estensione. Oiacchè sarebbe un grave sproposito l'ar– fermaro che, godendo la Svizzera. della neutralità., ossa p:iò far senza di una salda compagine militare, pro– porzionalmente press·a poco uguale a quella delle altre nazioni. La neutralità. è un beneficio come un altro, corno l'indipendenza, come la libertà; non basta pro– clamarlo o neppure saperlo formalmente accettato per possederlo; bisogna poterlo far rispettare, quando sorga in alcuno \"interesse o il desiderio di violarlo. Il gene• raie Sebnstiani, po.rlando alla Camera rrancese appunto <lella neutralità. svizzera, disse: e lo non conosco altra neutra\ilà. che quella che sa di(endersi. > Ed è questo un assioma della più immediata evidenza: ammesso che, durante una grande guerra europea, uno dei belli· garanti si trovns,e costretto ad attraversare il terri– torio svizzero, non si arretrerebbe certo dinanzi ad una teorica p1oclamazione di neutralità, se non vi fossero delle buone truppe ad appoggiarla. D'altra parte, so non vi fossero queste truppe le quali giovassero a ga• rantire ciascuna potenza chA in caso di guerra il ne– mic, non potrà. servirsi del territorio svizzero per svolgere i suoi piani di battaglio, ò evidente che il complesso delle potenze non riconoscerebbe alla Sviz• zera la sua neutralità .. Ciò dimostra che questa neutralità non può consen• tire o.Ila Svizzera. <li avere un esercito il qua.le non regga al conrronto di quello delle nitro nazioni. Ciò dimostra chtt, non ostante la r.eutnlilà, la Svizzera dovo darsi un assetto militare (orte, in proporzione, come quello delle nitre nazioni. E tale intento infalii le autorità politiche e militari della Svizzera. si pro– posero risolutamente fino dal 18i0 per opera sopra– tulio del generale Herzog. manenza sotto le armi per riuscire un buon soldato, ma. che bastano quaranta.cinque giorni per il primo anno, sedici giorni per gli anni successivi, per modo che un soldato, in tutti gli anni che re&ta nell'esercito attive,, non passa che ccntoquaranltm giol'ni in ser– vizio. Si riconosce giusta e si pratica. quella verità. così palmare, che non Yi è bisogno nò di collegi militari, nò di tenere permanentemente gli ufficiali al servizio dello Stato, per avere utnciali valenti, ma che bastano q1taltroce1tlottantotto giorni per formare un capitano di fanteria, seicento per formarne uno di cavalleria, cinquecentotrenta per uno di artiglieria; diviso questo numero di giornate, ta.nto nel caso degli ufficiali quanto nel caso dei soldati, sopra un certo numero di anni, per modo che nessuno ne risenta nè danno, nò mal– contento. Perchò aduuque ciò che è possibile, pratico, serio in Svizzera, non potrà. esserlo nllrettanto in Italia, Con un esercito organizzato come quello svizzero, oltre al conseguirsi un immenso benoOcio por il bi– lancio dello Stato, non ò possibile avvenga, come in troppe altre nazioni, che (per usare il titolo del celebre libro cli Urbano Gohier) l'm·mée sia contre la nation ,· perchò con l'organizzazione svizzera 1 tolta di mezzo l'esistenza. di una classe militare permanente, l'esercito si con ronde, in realtà, oltre che moralmente anche ma• terialmente, colla. stessa nazione. Con un esercito or– ganizzato come quello svizzero non si veggono acca– dere i casi Misdea, perchò non ò possibile che si ac– cumulino noll'animo del soldato quei lunghi detriti di livore che spingono le nature squilibrate al delitto. In un esercito cosl organizzato non sono, nè possono con• capirsi possibili, quelle persecuzioni sistematiche che spingono al suicidio; nè quelle punizioni draconiane, esorbitanti, feroci, che si predicano necessarie negli eserciti permanenti, per mantenere la disciplina. Di tali punizioni, nell'esercito svizzero, non v'ba. traccia: in esso tutto è reso più mite e più umano. E i soldati sono trattali come uomini, nò mai lesi nella loro ri– spettabilità o dignità, perchè i superiori sanno che anche contro di loro sì farebbe strada la giustizia, e perchè del resto sono abituati a. considerare sempre cho sotto la casacca del soldato v'è il cittadino, pari ad essi in ogni diritto. Ben a. rogione poteva quindi Giorgio Renard nel suo Le 1·cgime socialiste additare l'ordinamento militare svizzero come atto ad essere universalmente intro1otto nella futura Ol'ganizzaziono socialista, <lata l'ipotesi {da cui l'autore partiva) che questa organizzazione richieda ancora la necessità. di un ordinamento militare per il perJuraro dolle divisioni territoriali tra nazione e nazione. A d:.iepassi dall'Italia noi troviamo a.dunque concre1ato, o ottimamente runzionnnte, un postulato che i gravi uomini politici del regno qualificano di utopistico e di sovversivo per il solo ratto che esso è posto innanzi e sostenuto dai partiti popolari. (Contùiua). GIUSEPPE RENSI. È URGENTE pel buon ordine della nostra ammi- Orbene: a Brissago dunque, a Ca\'iano, a Pontetrosa svizzera. si riconosce giusto e si pratica ciò <'hea pochi minuti da quelle località è ritenuto come un delitto di lesa pa1ria: cioè, che una naziono possa essere bene armata, pur senza esercito permanente e senza. mili– tari di profosshme. Si riconosce giusta e pratica quella 1 verità co~i ovvia, che noD vi è bisogno di anni dì per• nistrazione che gli abbonati in arre– (1) et··. sscRETAN, L'a,·mde . r11ls.fe; in sc,ri•sL, La s, m.fe au I trat.o ci mandino l'in1porto dell'abbo- x,x ,1ec•e. Payo1, I,nu__sanne, ,sn, Tome premier. I namento. Ne }i preghiamo vivamente.

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