Critica Sociale - Anno VIII - n. 12 - 1 agosto 1899

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO ì\'cl ne,;uo: Anno L. 8. Scmcstro L. :I - 1'111EH•cro: Anno L. IO• Semestre L. &,&o, Lctle,-e, vaglia, ca1·toli1te-vaglia all'Ufnclo di CRITICASOCIALE - MILANO:Portici Galleria V. E., 23 (1.' Dlm IOllie) AnnoVIII (1898-99)- N. t'l. Non si venclc a, ,uunert se1Ja1·<t..N, MIiano,1. 0 agosto1899. SOMMARIO Attualità. Lri Sbtfltra alla vroco: repllca e controrepllcn (IVANOE no:-.:ow1 e Noll. GEolltu {CLAUDIO TRltVU). la 'Jtu1tlm1e dt!l Tron,r:atJl: Cronaca polllltn Cl•:. S.). Studi aoclologlcl. {;,ia lle,n«Jbllca EtaUana: I. /.' t'#ercuo (Olli!l!l'PB RESSI). l,d origini dtlla rtn:tone, lii, I\', y cnoe) (UN TRA\'ET). /,a teoria dtlla m11e1la creirce11te, I (C'An1.o l{AUTSKY). Flloso.8a, lottoratura e vnrlotà. Il rt,r:1-ollo dd .lltHO!}Wr110 (US SOCIALISTA NAl'OL6TASO). Fra tUwl t' ro:i,u (IL TAOLIAOAnTIJ), LA SINISTRA ALLA PROVA Replica e controreplica. CARO 'fURATI, Tu mi hai preso pe1· un melanconicoche guarda, con i nervi guasti e l'anima disperata,all'avvenire ciel proprio paese. Eppure io non credo d'aver detto che ai molti nostl'i mali non ,•i sia pili alcun 1•i– medio,e che occorra proprio tuffa1·cin una piscina di Lourd~s per t>·ovar·onel miracolo la salvezza. No, l'onda miracolosa che sana noi l'abbiamo tro. vala qui, nelle energie non morie del nostro popolo. C1•editu ch'io non veda questo crescere in am• piezza ed in forza della corrente democratica, tanto pili rapida o 1·obusta, <1uanto più la reazione si illude cli arr·estal'ia i to ho cercato cli spiegare per·chò la Sinistra sto• rica, l'Opposizione costituzionale, non trova alcun seguito, ed è condannata ad una ster•ilità irrime• diabile. Ma la Sinistra non è tutta la democ1·azia,o certo non matura in sè l'avvenire d'Italia: il mio presagio dunque non ò affatto desolante, nè per la democrazia, nò por le so,·ti del nostro paese. Del resto guardati intorno. Questa nuova alleanza che ha assunto il nome di pa>'litl JJ0JJ0la>•i (quasi a rappresentareo continuare l'anticodualismostorico tra il popolo e la monarchia) raccoglio socialisti, l'epubblicanie radicali, ma nou ce1·to gli uomini più noli della Sinistrn. Costo1·0non potrebbero ac– cettare l'alleanza dei pal'titi so, 1 ver.sivi senza ri– uunciare nl loro aggettivo di costu1<;;tonale, preci• samente come i 1·adicali hanno nnito per perde1·e nel fatto l'appellalil'o ili lega/ilari, scelto in un'ora in cui pareva che lo Stato fosse apel'lo anche ai pal'titi giovani e nuovi. Ora é evidente che sono questi partiti popolari quelli che avanzano, e non già il gruppo· di Sinistra: le recenti elezioni di Brescia sono un esempio e un presagio. Tu dici di sperare nella vila che ferve tutto in– torno, nel suo propagarsi. nell'ope1·a sua; e va bene. Ma questa vita è all'iofuol'i della vecchia Sinistra, ò là anzi dove essa non può mettere il piede senza rinunciare a quello che si ostina a credere il suo avvenire. Nè Zanardelli, nè Giolitti, nò Villa potranno mai stringersi in alleanza coi socialisti e coi repubblicani e, in pari tempo, attendere d'essere chiamati nel Consiglio della Corona. Appunto perché le forze nuove che germogliano su questa vecchia ma feconda terra d'Italia, sono cosi gagliarde e invadenti da assorbirne tutti i succhi vitali, i partiti che non trovano seguito nel paese debbono,o lasciarsi trascinare dagli altri, o pel'ire. e i miei presagi sull'al'l'enire della Sinistra sono cosi desolati e desolanti, ò perché vedo che le energie rinnovatrici spuntano altrove; la speranza ostinata, la confidenzaintera che ho in esse mi han fatto sciogliere un canto funebro ai vecchi partiti che Sd ne vanno. . . . Matu a questo punto mi fermi, e mi chiedi: e Non é possibilo spe1·arein alcuna riforma seria nell'or– bita e ad opera dei partiti ortodossi, neppure sotto la pressione delle nuove forze germoglianti, radi– cali e socialiste,> Comincierò,come i casisti,con un e distinguiamo>; o sia separando la prima pa1·te del tuo ragiona– mento dalla seconda. Riforme serie nell'orbila e ad opera dei partiti ortodossi, no. Io ho tentato cli dimostrare nell'ar– ticolo precedente come queste 1·iformesel"ie do, 1 0- vano essere cosi profonde da intaccare tutta quanta la compagine parlamentare e istituzionale. Perché noi dobbiamo ricorclai·ci che lo Stato italiano non ò un robusto edificio dovo l'opera l'iparatrice può o;ercitarsi senza danno alla sua solidità, ma è in– voco un debole organismo uscito fuo1·idalle con– vulsioni rivolu1.iona1·ie, rabberciato alla meglio da tutta una politica giacobina, mutevole, violenta, irriflessiva, costretto a non poter essere saldamente conservatore se prima non 1·inuncia alla sua lolla. contro la Chiesa,e a non poterosse1·edemoci\ttico so non si l'ibollaallo onnipotenti camorre paras– site. rn un simile Stato, lo l'iformo serio av1·nnno contro i militaristi, i lalifoodisti, gli appaltatol'i, i burocratici,ossia i t1·equarti della Camera, i quattro quinti ciel Senato, tutta la burocrazia, tutta !'alla flnauza, tutto l'esorcil6, tutto insomma il potere. Dietro, ta maggioranza ,·era dal paese tumultuerà sotto i ).[unicipicome nel Mezzogiorno,o si asterrà dalla lotta politica prepa,·andosi nell'astensione come insegna il Valicano, o lotterà, avanguardia coraggiosa, pe1· riconquistarsi il dil"ittomodesto di chiamare i citladini alla difesa dei propri interessi. o,·a io non nego che in questa maggioranza, in cui la ribcllionosi manifesta in forme cosl diverse, sia il desiderio cli una polilica nuova e. quando cho sia, la forza pe1• iniziarla; ma finchè questa maggioranza si terr,\ in gl'an parte lontana dalla vita politica, e non avrà influonza sullo Stato,e lo Stato vorrà escluderla violentemente, non vi ò spo•

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