Critica Sociale - Anno VIII - n. 11 - 16 luglio 1899

CRITICA SOCIALE Casse di risparmio. Nel no!enn~o I\ 88_-1807,.circa mezzo miliardo passò dagli Istituti d, crod•l<?-:– dove temeva imprese rischiose - alle Casse d1 ri– sparmio, con grande soddi•(azion_odegli apologisti dello sparagno e della par31mon1a. . .. Un Go, 1 erno, dunque, cho ,,oJesse1_01z_1are una vita nuova per J"Jtalia, dovrebbe commc1are dal– l"alleviare il cal'ico tributario, riducendo fortemente le spese. Se non si accingesse subilo a questo, gli inevitabili moli, che un l'incaro del pane o _una disoccupazione prolungata potranno far scoppiare nelle masse operaie, lo rico_ndu,·rebberoali~_politi':" reazionaria dei Crispi e de, Pelloux. Infatti rn Haha i freni alla libertà vengono sempre concessi dal Parlamento in sostituzione dei prov,·edimenti eco– nomici cui non si vuole l>Ol' mano. Ma dove sono nel Parlamento le forze cui ap– poggiarsi re•• una riduzione cl'i_mpostolDue sono le co1·rent che a questo proposito predomrnano a Montecitol'io ~ nei paese. L'una, rapp,·esentata dai deputali dol Settentl'ione, il cui gruppo più forte - a prescindere da quello radicalo e socialista - è dato dalla Destra lombarda, è per la diminuzione delle spese anche militari o per una notevole eco– nomia nelle spese dei lavori pubblici, che vo,·rebbe, secondo ruso inglese, abbandonali io gran parte all"iniziativa privata. L'altra invece, sostenuta dalla Deputazione meridiqnole, ò per le. nuo~e spese militari, per il 1·innovamen~o dell'artigher1a o J><:1' la 1•iproduzione del naviglio da guerra,_ ~on r!– nuuciando però - e in ciò sono concordi i meri– dionali di tutti i partiti - alle grandi spese pei lavori pubblici. . Ora le duo correnti, lungi dal p,:orompere •_n cooflitlo aperto, si sono accom_oda_tem _uoa specie di contratto bilateralo, alla cui shpulazione hanno presieduto ragioni politiche. i:,a Destra_ lombarda ha rinunciato alla sua sovercl11aav,•ers1one per le nuove spese, pu,· di avero l'ap1>0ggiodel numero– sissimo Cenll'o nella sua opera d1 repressione contro i partiti nuovi che la minacciano in tutte le citli\ setteutl'ionaii. Cosi nella politica inlel'lla è ti gru~po Pl'inetti che stimola o dil'ige, mentre nella poht,ca finanziaria sono i Sonnino, i Boselli, i Salaodra quelli che esercitano t'autol'ità pii, obbedita. Nemmeno per una rirorma ll'ibutaria che, ripar– tendo pili equamente il peso fiscale, ne facesse meno seuth·e la gravità è possibile trovare nel Parla– mento le forze pér attuarla. Il sistema tributario italiano è un organismo cosl me,·a,,igiiosameute CO· strutto per rh•e1-sare il carico maggiore delle im– poste sulle classi che sono escluse dai Parlamento, da non isperare che possa venire mutato. li pro– getto Vacchelli per abolire i\ dazio com~naie sulle [arino ha trovato una cosl viva opposmone nella Destra e nel Centro, che fu miseramente sommerso assieme al suo autore. « Le riforme, o tocchino la ,-agione delle imposte sul reddito, o i dazì di cou– somo, o anche semplicemente la mis?ra delle ali– quote raranno scemaro rentrata cielie1-ar10fino al temp,;, non del tutto prossimo, in cui lo sviluppo dell"economia nazionale valga a compensarlo»; cosi scriveva il Boselli al principio di quest'anno('); onde l'oo. Colombo, parlando doll"indil'izzo finanzia,:io _d~ preferire aggiungeva: « io credo che 11 m1gi101· Ministro 'del tesoro dei regno d'Italia sarebbe quello che non facesse niente e che non tentasse niente•('). Aiti•oche imposta progressiva. on. Giolitti! I t,·e quarti della Camera attuate sono per io statu 9uo: non senza qualche pizzico di nuovo spese m1htar1 e coloniali. (') Rtla,,om BOltlli al Blla11e,od' auutanae11to (!7 gcnn. 18"). l') Atff parla111entarl. Torn&tM. del ti rebbralo 189-). • .. In tutt'altro paese che non sia_i'ilalia una simile condizione non sarebbe ancora d,.perante. li p1ese potrebbe sentire i bisogni nuovi, d~sMerare radicali rifo1·me. e mandare alla Camera tn gran numero deputati che le sostenessero. , . . Ma in Italia la flinzione rappreseutahva non s1 esercita che ai Nord o in qualche altra parte del– ntalia media; in tutto il resto essa ha servito !' consolidare clientele locali, che hanno la stessa 0001- poienza delle baronie del medioevo. In quasi tutti 1 Collegi delntalia del Sud nou ò un_ !l"rtito che predomina, ma un uomo o<t una ram1gha,onde fu possibile ,odere nel Collegio dei l,aurenzana un devoto crispino succedere, nei mandato rappresen· tativo, al rmtello repubblicano. Queste clientelo ratte di interessi pii, o meno puliti, alimentate dalla spavento~• ignoranza d?lie plebi su cui non ò mai pas•ato 11somo_della 1·1vo– luzione bo1·ghese, avvolgono il Ooveruo 111 una re~e cosl salda di innuenze e di ricatti, che esso, sia puro riluttante, devo sempre cedere alle loro voglie. L'on. Franchetti rammentava alla Came1·a,a questo proposito, il consolo romano li'lamioioche, durante 1 giuochi ismici, foce proclamare da. un aral~o. n nome di Roma, la liber1à della Grecia. I Greci cre– dettero cl"esser libori e coprirono il console Fla– minio di corono e di fiori. Egualmente avverrebbe per ntalia il giorno in cui un Go\•erno schiettamente di Sinist.ra le pro– mettesse che sarà libera. 'L 1 utta la massa reazio– naria degli agrar"ì, sicura nei suoi Collegi, perchè conquistati coi quattrini e coi favori, si opporrebbe alla abolizione dei dazt protettori, s1opporrebbe al– l'abolizione del dazio comllnale sulle rari ne, e recla– merebbe ancora le ferrovie elettor-ali e le impunità por i suoi grandi eiettori. Un Governo democratico, già impegnato nella lotta colla parte moderata della Camera si troverebbe subito prigioniero di questa grande massa incolore, che gli offrirebbe rappoggio a patto .... eh~ l'l_nuncias•e ad ~se_r~ de· moc1·1\tlco.Av1·emmoquindi un Oove1•no d1 Srn1sli'a idoutico ai p,·ecedonte di Destr.,, precisamente come abbiamo visto fiu qui. 11011 tanto per colpa d1 uo– mini quanto per necessih\ dolo,·osa di cose. .. L'ou. Franchelti, nel di~corso 1-ammeutato ptu ~u, si p,·eoccupava di questo grande problema naz,o– nale e chiedeva che lo Stato intervenisse a rom– pe,·é la Olla ,·ete di ~lientele e a _difendere gl\ interessi disorganizzali delle po~laziom: « Da no, ò questione di lotta fra lnte,·em orgamzzah, che rappresentano l'infima parte della na~ione, ed in– teressi disorganizzati che son~ queih del\~ gran massa della nazione »; onde l on. Francheth dedu– ceva la necessità che « io Stato italiano esca dalla condizione bassa e ser,•ile in cui si trova, si può dire, dal momento in cui l'Italia è nata; dalla con– dizione di schiavitù ve1-so questi iuter-es~i, queste cama,·ille, queste clientele che sfruttano 11 pae,e, e che si arricchiscono di una parte d, quelle r1c– chozzeche sperperano in consumi improduttivi•('). enonchò questa concezione di uno Stato. che non sia una emanazione delle clientele e delle cama– rille ma ese1·citi una runzioue morale e giuridica moderatrice ed educatr-ice, è, in regime rappre– sentativo, del tutto metafisica. Questa concessione, pl'Opria dei meridionali, nncho repubblicani, non 1>uòrisolversi p,"'ticamente che nell'attesa sterile di un dittatore di genio. Ma nei regimi rappresen• tativi lo Stato ò quello che ò ii Parlamento; perchò possa assumere un atteggiamento di battaglia contro le camorre rappresentate alla Camera, bisogna che (') Atti ;parlamPttari. Tornata del !8 r11bLra.io 1699,

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