Critica Sociale - Anno VIII - n. 11 - 16 luglio 1899
174 CRITICA SOCIALE Oli nitri hanno ancora una risorsa: emigrare. Tale il consiglio almeno che il ca". Pietro Vallardi, nel Giornale della liòrel'ia, dà ai suoi collfghi tipografi: Colleghi .egregi! attenti! Il meglio che potete fare, se qut>sto articolo d1 legge passa come fu proposto, si è ~i chiu~ere i battenti dello vostre officine e trasporto.re 1 penali a Lugano. Da colà, come quando si ora sotto ~i Go,·_erni tirannici, potrete mandare i vostri stampati 111 Italia senza temu. che, per una frase che vi pare,•a in~ocen~e, vi ca.Piti di dover rimanere allo scuro per sei mes1. Sia! Emigreremo; noi, scrittori, e i tipografi che ci ,·orranno seguire; rinnoveremo 1, edizioni classiche di Capolago come ni tempi più bui della straniera domi– naiione, quando i nostri maestri provvedevano a sal– va.re la libertà. della stampa, stampando, e la libertà. <lolla propugnnda, propagando gli stampati! Imiteremo ancora gli esempi ricordati delta storia del socialismo tedesco, quando gli antesignani da Zurigo piovevano luce di idee sulla Oormania, schiacciata sotto il pos~ delle baionette o delle !oggi eccezionali. L'opinione pubblica agli ... arresti. Art. 7. - Nel caso in cui i 1·esponsabiti dei t·eati di diffamazione commessi a mezzo della stampa, p1·ima della pt·esentazioue della querela 11eal;biano fatto, pet· mez::o della stampa, pubblica 1·ilratta.:ione, la pena pofl•à essere della detenzione non oltre a sei mesi o della muUa non oltre a L. 2000. Art. 8. - i· vietata la pubblicazione pe1· me::zo della stampa degli atti di islrutto,·ia penale e dei ,·endiconli o t·iassunli di dibattimenti nei giudizi per diffamadone, sollo pena dell'ammenda da L. 100 a L. 500, oltre la soppressione dello stampato. Non si applica tale divieto ai giudizi pre1Jisti da& n. L dell'art, 30,J del Codice JJC· 11ate ed a quelli 11ei quali la pel'sona offesa sia uu mrmhro del Parlamento 1Jer ca1tsa delle sue fun;:iorii. In un paese dove ogni umil cronista, tornando ogni giorno di questura, dalla. messe di falli dive1·si può sunpro recare nel suo taccuino, senza saporlo, parec– chie volte da uno a cinque anni di reclusione e 110n meno di L. 1.000 di multa, unica consolazione nl misero ed unica guarentigia contro i ricattatori in agguato era la. larga pubblicità. del dibattimento, estefa oltro gli elrelti contini dell'aula giudiziaria nei più ampi ccrcùi della pubblica opinione! Per un verso l'umile cronista poteva luminosamente 1>rovare la sua buona fede, la niuna intenzione diffa– matoria nella notizia dirTusa,lnsci,mdo poi al magistrato il dire se il dolo c'era in 1·e i]Jsa o non c'era. Da. un altro verso poteva contare che, data la verità dei fatti, il preteso ditfdmalo o non porgesse querela o la riti• ro.sse a tempo opportuno, prima dolio scandalo magno, irreparabile dell'udienza. Lo stosso insigne commendatore affarista, oggi in fuga crivellato dalle condanno por truffa e bancaroth, un giorno, malgrado la sua meravigliosa audacia di pescecane della Hnanza, pensò più prudente ritirare una querela sporta contro un grande giornalo cbe ave"a sollevato un po' la tenda dietro la quale cele– brava i suoi affari rocamboleschi, cho non affrontare il giudizio della pubblica. opinione. Ora tutto ciò è finito. Allegri, farabutti in guanti gialli: il genero.le mette l"opinione pubblica agli arresti - come cosa sovversiva: nessuna soggezione, nessun pudore più vi dovrà trattenere. O vibrioni delle banche svaligiate, o illustri parassiti dell'alta camorra, o ma- gniflci truffatori di appalti e di pubblici lavori, o cor– ruttori, o venduti, o giornalisti pago.ti del fondo dei Tètlili - che grande tranquillità improvvisamente Pel– loux vi ha infuso nell'animo - che igienico senso di sicurezza! - Ai chiacchieroni, agli indiscre'i, che hanno il ruzzo di mattero il naso nelle sudicerie <'he non li riguardo.no , si nt>ga prima ogni f11coltà.di prova, si toglie il controllo della pubblica opinione, si dà.nno buone querelo e si fa loro appioppare da uno a cinque anni di reclusione o multa non inferiore a L. 1000!... olire i danni! ... Ciò insegnerà loro ali essere prudenti! E tutto ciò sì propone o sì pretende attuare in una forma legislativa flnorc1.sconosciuta, mentre siamo ap– pena uscili dalla più ignobile ridda di truffe o di scan– dali bancari; mentre i maggiori uomini del Parlamento passarono per lo cure del Comitato doi sello, mentre tutti si contano a bassa YOce i saccheggi o le prevari– cazioni in tutte le grandi amministrazioni dello Stato, delle provincio e dei Comuni; mentre pur ieri l'onore• \'Ole Randaccio pubblicava una relaziono sul bilancio del Ministero della marina cho fa intendere cose ter– ribili i monire insomma 1uUa l'aria do! paese è diven– tata irrespirabile sotto i miasmi della delinquenza orfa.• rislica! Ah! Con"ien pensare che l'opinione pubblica. vi sia. diventata ben incomoda se volete sopprimerla l Ma, disgraziati, voi sopprimete voi stessi con essa! lo lascio di dirvi cht", nello epoche di degenerazione ruornle come la nostra, runica cosa. cbo può salvare la società. dal processo m'>rboso è il bislul'i spietato dell'accusa pubblica, pubblicamente sostenuta, in co• spetto di tulio il popolo! Cesare Lombroso con una. s1Ja idea classica men le geniale proponeva. un 1'ribuna10 del Popolo, che avesse facoltà. di accusare senza assu• mere responsabilità - tanto ed universale ò negli spi– riti puri il senso d'ammorbamento per la corruzione sociale tra. cui sono costretti a vh·ere. ~fa qnollo che posso dirvi, perchè dovreste intenderlo, si è che questo stolido tentati,,o di sruggire all'opi– nione pubblica renderà. lo classi dirigenti ancora più i1Hise o sospette al popolo - il quale a buon conto d10lda di tulio ciò che si nascondo, che si avviluppa. nello tenebre e nel mistero. Ora ò assai dubbio so ciò gioverà. a&li interessi della conservatione sociale. Noi crediamo di no: e so ragionassimo soltanto alla stregua di sentimenti settari di partito, non co ne do– vremmo di corto dolere - o tanto più in quant~ to– niamo in pugno la confessione della decadenza moralo e della esautorazione dello classi dirigonli .... Ma noi non possiamo acccnciarci a trarre dal danno di tutti, dal– l'offesa alle leggi della civiltà. o della luce, un profitto che ci allieti. La missione del socialismo e del partito nostro ò di dilfondere un'alta speranza luminosa, una concezione serena ed onesta della vitn, che anche nel cozzo della bo.tta.glia rifugge da tutto le esagerationi, da. tutte le violenze, da tutti i compiacimenti sordi o vili del male attuale, in vista dei possibili profitti par– tigianeschi che se no potrebbero trarre por effetto della esasperazione morale che ha sparso intorno a sè! Per questa considerazione siamo persino disposti ad accogliere benignamente negli utili quella povora mi– tiga.1.ione di pena che è concessa a quelii che si ritrat• tano, comecchè apparisca in fondo come un mezzo con• cesso ai bricconi di aggredire ron fortuna la timidità. dei poveri accuso.tori o sollo questo aspett•> compia il quadro sinistro del vietato controllo dell'opinione pub-
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