Critica Sociale - Anno VIII - n. 9 - 1 maggio 1898
➔ ➔ -) 7 Medìo~ri c,J eroi, uggi e dementi, con pari digni1~ noi ricn1riJm0 nell'unil'cru Logi.J.,.. Chi creò i:l. p:trol:t e chi le diede nutrimento di s:rnguc e di bvoro? Chi pose in lei qucsw immort:tl t('SOro di spcr:cnzc, di bgrimc, di fl'dc? Vive il grande 1>er css.1, e l:t conduce sui monti del pensiero e dd pocnu, ncll':m1or, nd Jcsìo d'una suprcm:i. bcllezz:t e d'un:t pura, ultim:t luce. Oh, m:t prima del grande, brn\.'<ll'tt:t l':monim:t famigli:t ond'è vc·nut:t, che b scrb:i, b pl:ism:t e b rirnut:t ncll:t fonte 11:u\;1. libcr:t schictt:1 ! Sì, di I:\ dai poeti e dal sovrano genio che solitario opera e pcns:i, ferve una forza oscur:i umile immens:i, \·ivc la pocsi:1 dd umo um:rno. Dal tutto um:rno, qu:md'è giunt:t l'or:t. erompono gli eroi come per fato; quel che il genio ci svela era gi:\ n:tto. germoglio incc,10 di spont:mca flor:i, I:\ nella storia. \"è un antico scism:i l· ;,, tra la fon.l e l'ide:i. Sorse l'idei sulle :inonime forze unica e rc:i in l,1lcno di sp1d1 e di sofisma. Pur io se d:i.llc dighe :i.ltc d'un ·liumc, d:i.i ponti :tcrci, dalle guglie :irdite vedo le turbe anonime, infmite J:i,·orar ne' scr<:ni e ndle hrumc di rnui i tempi e di rntte le terre; <1u1ndo ,•cdo inalzarsi i monumcmi muti e solenni, e trionfor gli c,•t.'nti epici ddlc p:ici e delle gucm:, s1.:nto un pensiero che trascende il g,.:nin e si rifonde nel popolo p:i.dre; sento la specie, l 'ostin:i.ta m:idrc che C:lllla, I:\ dal fondo, il primigenio pocm:t dc:'poemi. Allora io penso che chi l:t,·ora per l'eroe, l:t\'Ora per b storia: l',:roc non è che un'ora, VERSI DI St-sostri è m11111mi1, e Bonap:i.rtc un nano :i.I piè delle Pir:i.midi : l'enorme plinto traduce, sowa un re chl' dorm(', tutto il pensiero e il mondo egiziano. D:tl confin del pass.1to io guardo verso gli autunni della storia; i11quel famento di semin:tti e di lavoro sento non so che di rifuso e d'universo: \Tisento l'uomo, e questa indefinita legge scnz:t riposo e senza met:i. pc-r cui fa vccd1i:t :tntitcsi s':icchct;1. gr:tdo per gr:tdo in :1.rmoni:1. di vita. JL.ATERRA. .... ,. bur Jrll:i r ... oluiionr so.:i.. fo si ~c\,1cJ impen, regina ignor•••• la l.oau, Qu:i.ndo gu:i.rdo b terra così placida e muta mi riassorbo nell'inganno amico; · io ,·edo in Id b massa cicca, r:1ccolta e bruta su cui l':mim:i muan:i sospirò come un divino :iroma. Ben disti111ida lei noi vi pass.'lmmo come re stranieri, con lo sgu:trdo r:ipito negli astri e negli dei: di umo il globo immane :t noi hastò la superficie. Noi ne cogliemmo le rose, sorbimmo i dolci vini e i molli amori; noi sfiorammo b terr.1 scnz:t frug:tr le :tscosc viscere ddb sua profondi1.\. Or:1 non pii1. Gli credi dei c:inti e dc\1:1g-\oria furon chi:tm:tti dalb m:tdrc nera, c stupefatti videro le lc.-ggidella stori.1 disvcbte prorompere di D. Il destino che p:tr\'c folgorar sulla \'it;\ come d:ii cicli d\111:iforz:i ctr.:rn:i, or lo scntiam s:ilirc d:illa \'era, fiorit:i. tcrr:1: è l.1 terra che lo nutre in s~ quasi un:t flora nova I:\, ne' suoi grembi muti; schi:t\':t e rihclle, scdlerat:i e buon:i., 1:trga ne' suoi prodoui, cup:t ne' suoi 1ifiU1i, domina d:ti profondi il mesto re. • l'opera è figlia d'un secolo immenso. ~@3,($%·1· ~ * 4' ..,--." -l' :,;;--:_,,_ 'l' ~-~.:j!'i':-~-1'-iç'l<"''""'"•t--"•"'~"""-,-!!'"'••e,•-.,4----_,_!!""'.m,.°"'•4~•" O:tl r:ipporto degli uomini coll'operos:t terra svolgesi grande il ritlllo della stori:i: qui\ 1 i è l'occulta Nemt-si che m:i.tura la guC'rra e le vendette: d:i' suoi schemi uscì IU Dld lU
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