Critica Sociale - Anno VIII - n. 9 - 1 maggio 1898
Bb 134 CRITICA SOCIALE possesso da parte del proletariato socialista dei congegni fondamentali del polero politico. ( 1 ) e Le une e le altre t•ifonne il partito lentle a conqui- 1/arle con la pressù..,,iedel proletariaJo organizzato it1 pal'lifo di cla1se; e in questo l'azione del partito socia– lista si distinguo da quella degli altri partiti. Inoltre le riforme socia.liste differiscono dallo riformo analoghe di altri partiti, perché esso non sono fine a sè stesse, ma nie:zo per salire a ulteriori riformo di maggior portata e per agevolare la. graduale evoluzione della. costitu– zione socia.le di un dato momento verso rasi superiori. e Il p1·ogramma pratico socialista. ò oggi anzitutto ei.l essenzialmente un programma d'agitazione; designa. l'orbita o l'indirizzo generale alle piattaforme di più speciali e transitorio agitazioni del partito; •rappresenta per il partito un impegno, che esso si aswme di (,·onte al proletariato per il tempo in cui i pote,·i pubblici sa• ,·anno stati conquistati.(') « Nel limitato campoamministrati,•o il partito socialista. può essere fln d'ora chiamato a provvedere esso stesso por l'attuazione di qualche parte del pt-og,·amma pra– tico. In questo caso esso dovrà lottare innanzi tutto perchò l'Jianorimossi gli ostacoli generali che vi si op– pongono. (') e In questo caso, come del pari in ogni caso di agita– zione elettorale, il partito socialista, trattando del p1•0- gramma pratico, dovJ'à.accentuare I& distinzione della proprio. porsona.lità di fronte ai partiti concorrenti e cooperanti, e il nesso intimo e indissolubile f1·a le ri– forme più immediate e legati e le ,•ifonne più lontane e più ,•ir,olu:ionarie. Specialmente le riforme immediale e compatibili colla presente costituzione politica etl eco– nomica dovranno sempre essere presentate non come soluzioni definitive, ma come facilitazioni al consegui– mento del solo rimedio radicale ai mali sociali, la socia• lizzazione tlei mezzi di produzione. > (4) UN TRA\'ET. Se altri non ci p1•even'lì, ci ,·i.seri,iamo,come già ai,– ve1·timmo, di opporre qualche osset-i,azione alle idee e alle p1·oposletlel Travet. LA CRITICA. (I) t due primi 1>aragran della dichiarazione di Bologna 11uo– na•ano lnTece come segue: • Il programma minimo del 11ocl• ll11ti non è Il loro pro17ramma di governo. li 11oelnll11mo non potr:\ comincio.re arl t:Here attuato ae non dopo la conquista dei pubL\Jcl poteri; nel che è da Inten– dere. non già, ecc. (com"" nd lt:CO'ldO pora{lrafo della propo,ta dtl TU\'8t).,. e Il llrogramma minimo del 1ociali11tl non è quindi un pro– gramma toclalista. Euo non e che l'indice sempre mutabile e progressivo di quelle r1'orme di maggior 1>0rt1ta, le quali, menlre &ppalono comeatlblll col rondamentale ordinamento economico di un dato momento, ne age,•oleranno la graduale 6'1'0luzlone n forme superiori. •la. eleu.ndo Il tt>nore di vita, eec. (come nd primo J)fll"Oflrofo <Ulla propotta dd Travet). • (Nota dtlla C1\ITl<l&). ('1 Ecco, In contrappoa10, Il terzo e quarto paragrafo della di– chiarazione di 13ologna: .. Queste riforme II llO.rlltoaoclallsta chiede al J)llrlltl cbe dc• tengono Il potere o che sono J)rosslml a r11.gglungerlo,e tende a 1trapparle ad esal con la pre111ione della propria Jnftuenta J)O· lltic,. • lr. queato aenso Il programma minimo dei 1oclaH1tl e euen– &lahnente un programma d'agltuione. Eno 11 dl1tingue da rl– chle,te analoghe di altri partiti per le sue finalità; ranlsa c<.ome muto ciò che 1>erallri è nne. EHo de,!gnn l'orbltn e l"rndlrluo generale Alle lllauaforme di 1•lù 1peclall e lranaltorle agltadonl del partllo... (Nota ddla CRITIC&). {I) Identico alla formula bolognese .. ho le parole programma pratico aoatituite a programma minimo. (Nota <Ulla CRITICA). (•) Nella formula di BolC1gna manca la parie In cortiYo e Il te• condo periodo comincia colle parole: e lA riforme Indicate dal programma minimo donanno sempre,., ecc. (Nota dt:lla CRITICA), te G o B LACRISI DEL SOCIALISMO SCIENTIFIC Quand'anche una scuola è in piena decomposizione, le torna. difficile riconoscere la vera natura della mcta– morrosi che essa subisce; essa si srorza. di attaccarsi al rami diseccati del dommatismo tanto più ciecamente, quanto essa è più lontana dallo spirito primitivo. Questo fenomeno non poteva mancare di verificarsi per il marxismo il giorno in cui i suoi partigiani furono por• tati ad abbandonare i principii puramenW comunisti per reclutare elettori fra i piccoli proprietarii, i bot– tegai e, in generale, nelle classi che soffrono. Allorchò Merlino è venuto· a proclamare la crisi del socialismo scientiflco, egli ha prodotto uno scandalo, e gli ortodossi, temendo di perdere nella discussione la loro fede, hanno serbato il silenzio. (') lo son di quelli che hanno veduto nell'opera del compagno italiano un tentativo di rige– nerazione del socialismo e ho detto, molto francamente, che bi sognava abbandonare la lettera per lo spirito, e rifa.re il socialismo ispirandoci ai principii di Marx piut– t osto che alle sue rormole. Bisogna avere il coraggio di proclamare ad alta. voce che le basi della. costruzione collettivista sono ralse; ed è ciò che Vandervelde ha detto in una recente con• rerenza ('): la legge di bronzo dei salarii, la legge del concentramento capitalista, la legge della correlazione della potenza economica. e politica, sono state tutte smentite dai ratti. Quindi il processo necessario, imma• nente, dell'antagonismo, cosi spesso descritto, non esiste più, e la catastrofe ra.tale, annunciata dall'ortodossia. marxista, manca della ragion generatrice. Vandervelde non vuol più credere alla e imminenza d'una rivoluziono sociale.... che sostituisca la dittatura del proletariato alla dominazione della borghesia• i egli dichiara. non essere impossibile di migliorare la condizione materiale, intellettuale e morale (delle classi operaie) nell"àmbito stesso del regime capitalista. È ciò che sostiene Merlino. Dal 1847 in poi l'esperienza ci ha anche insegnato un'altra cosa; l'esperienza delle amministrazioni uscite dal suffragio popolare è stata fatta, su lunga scala, in Europa e in America: lo speranze concepite sono state deluse; oggi b dimostrato che la democrazia produce lo sfruttamento dei lavoratori al pari di ogni altro re• gime. So l'utopia della catastrore fatale ò svanita, l'u– topia. della buona gestione degli amui del popolo da parto dei delegati del popolo è stata crudelmente pro• vata. Ciò non ostante, i socialisti hanno continuato a ron– dare la loro p1·opaganda nelle leggi, che Vandervelde l'iconosce inosattei essi hanno continuato ad annunciare la imminenza della diltatura del proletariato i essi hanno continuato a descrivere le delizie della società. colletti• vista e a ragionare della sua organizzazione .... e tutto questo a nome della scienza! Si è finito per costituire due Socialismi, come vi sono due Cattolicismi, l'uno ad uso della gente istruita e l'altro ad uso dei semplici. La similitudine tra il Socialismo e il Cattolicismo è an• data anche più in là.; i marxisti si sono preoccupati meno di cercare e dimostrare la verità che di vincere con la finezza o l'ironia della polemica i secondo i casi, hanno sostenuto le tesi più diverse. Nel Journal des èconomiste, del 15 marzo 1898 (pag. 450) Roussel dice che i marxisti hanno delle scappaloi6 che permettono ( 1 ) v,111:aal per queata, come per altre ouenulonl che 1eguono, la nostra J)Ollllla. (Nota dt:lla CRITICA). (') Revue Soeltdùk, mano t898.
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