Critica Sociale - Anno VIII - n. 9 - 1 maggio 1898

CRITICA SOCIALE 131 questione del Venezuela, si sviluppasse il flore dell'en– tusiasmo di questi giorni L. Questa curiosa trasformazione è una conseguenza delle condizioni della vita politica inglese, quali si sono, non dirò elaborate, ma certo manifestate, sopratutto negli ultimi due anni. Per un complesso di cause di carattere diverso: ten– denza. alla conquista coloniale, sviluppo dell'industria• lismo, espansione commerciale, ecc.: quasi tutte le po– tenze europee, ed a capo di esse le più ricche e forti ed energiche: la Russia, la Germanio. e la Francia, si sono venute ad incontrare in un campo comune nella rivalità, nella ostilità. o nella gelosia dell'Inghilterra. Le stesse ragioni che per tanti anni avevano ratto di questa il beniamino universale, ne hanno fatto la bestia nera. comune; e nella. questione d'Oriente, e in quella. d'E– gitto, e in quella del Transvaal, e finalmente in quella Cinese, l'Inghilterra ha. potuto sperimentare le prime conseguenze di una specie di tacita a.llennza delle po– tenze europee. Di fronte alla minaccia, non meno formidabile perchò silenziosa e dissimulata., l'Inghilterra. è partita subito in cerca di nuovi amici: ha pensato alla. Unione Imperiale, ha gettato un'occhiata al Giappone, ecl infine si è ri– volta agli Sta.ti Uniti. ~fa. la. politica. inglese sottilmente machiavellica. nel– l'azione e negli scopi, non lo à mai nelle espressioni i del machia.vellismo essa ha. le coperte vie e gli a.vvol– gimenti, ma non la sincerità. brutale. In essa a.I diplo– matico che ordisce ed intriga succede sempre l'idealista. che nasconde intrighi e ca.baio sotto i suoi splendidi veli colorati. Non è tanto una ipocrisia quanto una in• genuilù.: è una menzogna certamente; ma prima di essere una menzogna per gli altri à tale per quello stesso che la. pronunzia. E nel caso presente quest.a menzogna à l'idealismo pan-anglo-sassone, con cui si cerca di adescare il cugino d'oltremarei ma io sono convinto che, fra gli ex-detrattori degli americani tra– sformati in loro dolcissimi fratelli, non ve ne è uno solo conscio del curioso processo d'ipocrisia elaboratosi nel fondo della propria anima. Quest'abilità. ad ingan– na.re sò stessi per ingannare gli a.Itri ò corto un dono morM·iglioso per la lotta. della vita. Come risponderanno gli ox•odiati yankees al nuovo invito fra.terno i L'Inghilterra. ha. scelto bene il proprio momento per la grande proposta i e naturalmente por ora, nelle condizioni in cui si trovano, gli americani hanno ogni ragione per mostrarsene ben felici. Ma questo momento passerà; e chi sa se allora le vecchie ubbie del cugino John, dell'intrattabile yankee, non ri– prenderanno il sopravvento, rinfocolate anzi dagli or– gogli della vittoria 1 . .. E naturale, c'era <la aspettarselo, che di fronte al fantasma dell'unione anglosassone dovesse venir rizzato quello dell'unione latina. Ma se il primo ò una. semplice ipocrisia ingenua o una. ingenuità. raffinata, il secondo è peggio ancora; esso è il sogno vacuo di un misti– cismo politico, fuori della realtà e del mondo. La sintesi di questa« unione latina• contro l'unione anglosassone ce la dà. egregiamente un giornale fran– cese che la qualifica come l'opposizione della nostra razza alla razza nemica, del cattolicismo al protestan– tismo, del monarchismo aristocratico a.Ila democrazia. repubblicana. Peccato che in questa enumerazioue sin– tetica non siano incluso anche le glorio dei padri ge– suiti e dell'lnquisiziono, <lolla santa ignoranza, <lei bri- gantaggio s&rdo, dei pronunciamento, spagnoli e del dreyrusismo parigino. La razza. latina, o meglio la civiltà. latina, sviluppatasi in forme varie e complesse in un gruppo di razze di• verse, è stata per ·1unghi secoli la forza dominatrice della stori&, nel bene e nel male, por la reazione o pel progresso, con vere ed alte glorie la cui luce non vord~ oscurata da. nebbie di tempi, o con luridi sfolgorii di meteore devastatrici. Per il maggiore periodo della storia civile della razza bianca essa ha impresso il suo spirito a tutto il mondo. Ma. negli ultimi due secoli, mentre questa civiltà si assopi,•a. in un ozio languido sullo glorie o le ricchezze conquistate, altre razze, allora povere e dominate, lavoravano nel silenzio alla costru· zione di un nuovo tipo di civiltà.: e da questo paziento e immenso lavorio, dalle attitu<lini speciali di questo razze, dallo condizioni in cui si trovarono ravvolte o dalle circostanze che le diressero, uscl fuori la civiltit. democratica industriale, che raccoglieva o perfezionava l'eredità della civiltà anteriore, e riusci,•a. più sana, più giusta e più forte. Della maggiore giustizia. o salute di questa nuova ci– viltà. paro che poco si preoccupino gli apostoli della cosidetta. unione latina. Ciò che li irrita ò la maggior for~a, e contro la fatale espansione e le minaccioso vit• torio di essa, eglino chiamano a raccolta le gent.i della civiltà latina, senza pensare che questa superiorità di forza è una conseguenza. della superiorità di salute o di giustizia.i senza considerare che questa maggiore energi1t. di aziono in tutti i campi: nel militarismo, nello in– dustrie, nei commerci, non deriva da fattori estrinseci, non è una. questione di numero o di accordi, ma una qualità intrinseca di questa civilfa. La difesa. e l'unione latina., come essi la intendono, basate su ciù che vi è di vecchio, di morituro, di reazionario nella civiltit.nostra, sarebbe una Ioga delle nostre debolezze, delle nostre ingiustizie antiche, dei nostri vecchi orrori; le sue conseguenze e i suoi scopi sa.rebbero ben più di carat– tere interno, in favore di quelle classi che di questo debolezze od errori ed ingiustizie tra.l{gono profl1.to, che non di carattere estorno, contro la. energia trion fa.trice delle razze e della civiltà rivale. La unione latina, con– servatrice e reazionaria., verrebbe a porre il suggello alla nostra debolezza attualo; affretterebbe la nostra rovina.. Per nostra fortuna essa rimarrà. un vano rit.ntasma. Contro la rivalità delle razze che ora ambiscono l'im· pero del mondo, la nostra difesa non deve essere basata sul passato, ma sul presente o sull'avvenire. Di quosta civiltà. che minaccia la nostra. esistenza e la nostra libertà., perché la nostra organizzazione sociale ed eco– nomica, vale a dire la. nostra civiltà ò pitl debole di esso, noi dobbiamo assimilarci le parti migliori o perfe• zionarlei trasformare insomma. il nostro organismo ci– vile sino a renderlo eguale di forza.a.quello dello razzo rivali. Poco importa. se pel momento uno dei paesi lat.ini è militarmente battuto da. un paese anglosassone o germanico; il vincitore non conquisterà cho por un momento passeggero se il vint.osaprà a.pproflttnre della. lezione por migliorare la propria organizzazione socia.le . Abbandonata. a. sè stessa nelle spiro della guerra civile. C•iba sarebbe forse morta, sarebbe diventata. uno dei cimiteri della storia. Passando sotto l'influenza. anglo– sassone essa potrit. forse ridiventare una società ricca o fiorente, un nuovo terreno fertile dove la.nostra razza. so1u·a.vviva e si cspanJa. O. M.

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